L'Ue e l'Ucraina ostaggi di Orban
Buongiorno! Sono David Carretta e, insieme a Christian Spillmann, da oggi lanciamo il Mattinale europeo. Racconteremo l'Europa e le istituzioni dell'Ue con un occhio diverso da altri. A sei mesi dalle elezioni europee e a undici mesi dall'entrata in funzione della nuova Commissione, vogliamo offrire analisi, retroscena e prospettiva a chi è interessato all'Ue, prestando particolare attenzione alla strana coppia che non riesce ancora ad amarsi: Francia e Italia.
Christian è stato per anni corrispondente dell'Afp a Bruxelles ed è esperto di politica estera e sicurezza. Io sono entrato nella bolla dell'Ue nel 1999 e non sono ancora riuscito a uscirne grazie a Radio Radicale e Il Foglio. Se vuoi ricevere il Mattinale europeo puoi iscriverti qui. E ora cominciamo!
A dieci giorni da un Consiglio europeo fondamentale per l'Ucraina, a sei mesi dalle elezioni europee, Viktor Orban è riuscito a prendere in ostaggio l'Unione europea. Il premier ungherese ha annunciato il suo veto sulle due decisioni che i capi di stato e di governo devono prendere all'unanimità nel loro vertice del 14 e 15 dicembre: il via libera ai negoziati di adesione con l'Ucraina e a un pacchetto di aiuti finanziari da 50 miliardi di euro. Nemmeno la promessa di un assegno da 10 miliardi di euro da parte della Commissione sembra in grado di convincere Orban. I leader europei si stanno dirigendo verso quello che un alto funzionario dell'Ue ha definito un possibile “fiasco”. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha avvertito che un fallimento il 14 e 15 dicembre sarebbe una “vittoria extra” per Vladimir Putin.
Perché il Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre è fondamentale? Il vertice dei capi di stato e di governo deve dissipare il timore di “fatica” degli europei per la guerra condotta dalla Russia contro l'Ucraina. A parole l'Ue ha promesso di sostenere Kyiv “per tutto il tempo necessario”. Ma dallo scorso giugno i ventisette sono paralizzati. Oltre ai negoziati di adesione e agli aiuti finanziari, l'Ucraina attende una decisione sul dodicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e sui finanziamenti delle forniture militari attraverso la European Peace Facility. Se la controffensiva ucraina sul campo di battaglia è in stallo, anche la controffensiva europea è bloccata. La ragione principale si chiama Viktor Orban. Dal suo incontro a Pechino con Putin in ottobre, il premier ungherese è diventato ancor più intransigente. Se in passato erano bastate concessioni politiche o in denaro all'Ungheria per convincerlo, questa volta Orban sembra determinato ad andare fino in fondo con il veto.
La prova? La scorsa settimana Orban ha platealmente rifiutato un grande scambio incentrato sul denaro. La Commissione ha fatto sapere che è sul punto di sbloccare 10 miliardi di fondi dell'Ue per l'Ungheria, che erano stati congelati per le violazioni allo stato di diritto. Il premier ungherese ha risposto così in un'intervista radiofonica: “L'inizio dei negoziati sull'adesione dell'Ucraina all'Ue oggi non coincide con gli interessi nazionali dell'Ungheria”. La ragione non è più solo il trattamento della minoranza ungherese in Ucraina. Secondo le nostre fonti, Orban ha iniziato a sollevare altre obiezioni più difficili da risolvere perché di carattere storico o geopolitico. Di fatto il premier ungherese contesta la strategia dell'Ue di scommettere sulla vittoria dell'Ucraina e la sconfitta della Russia.
Orban ha suggerito al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, semplicemente di togliere il tema Ucraina dall'ordine del giorno del vertice del 14 e 15 dicembre. “Si può prevedere che non ci sarà accordo sulla questione e allora sarà rotta l'unità europea”, ha detto Orban: “L'unità può essere difesa non mettendo in agenda le questioni su cui non c'è accordo”. Almeno per ora, Michel è determinato a tentare fino in fondo di trovare un accordo per dimostrare che il sostegno dell'Ue all'Ucraina in futuro non sono solo parole, ma anche fatti concreti. “La stragrande maggioranza degli stati membri continuerà a sostenere l'Ucraina finanziariamente e militarmente”, ci ha detto l'alto funzionario dell'Ue: “Non la abbandoneremo perché uno solo dice 'no'”. Ma un accordo il 14 e 15 dicembre sarà “molto molto difficile”.
La frase
Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato: “Dobbiamo anche essere pronti per cattive notizie. Le guerre si sviluppano per fasi, ma dobbiamo sostenere l'Ucraina sia in tempi buoni sia in tempi difficili. Questa è una guerra di attrito, una battaglia per la logistica. Aumentare la produzione di munizioni è fondamentale”.
Nel fine settimana
Borrell contro la fine della tregua a Gaza - L'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, sabato ha espresso il suo scontento per la fine della tregua tra Israele e Hamas a Gaza, lasciando intendere nuovamente che l'esercito israeliano stia violando il diritto internazionale umanitario e il diritto di guerra nella sua operazione militare. “Purtroppo, le ostilità sono riprese a Gaza e vediamo come il già altissimo numero di vittime civili continui ad aumentare. Il modo in cui Israele esercita il proprio diritto all’autodifesa è importante”, ha detto Borrell: “È imperativo che Israele rispetti il diritto internazionale umanitario e le leggi di guerra. Questo non è solo un obbligo morale, ma anche legale”. L'Alto rappresentante ha anche criticato Israele per “la crescente violenza in Cisgiordania”. Secondo Borrell, “le pause umanitarie dovrebbero riprendere, lavorando allo stesso tempo a una soluzione politica globale per tutti i territori palestinesi”.
Franco-italiano
Alla ricerca di un'intesa nucleare - C'è margine per una maggiore intesa tra Francia e Italia sul nucleare? Una frase pronunciata da Giorgia Meloni alla Cop28 potrebbe lasciare spazio a questa interpretazione. Serve "una transizione ecologica non ideologica", ha detto il primo ministro italiano. A Dubai la Francia ha lanciato con un gruppo di una ventina di paesi la promessa di triplicare le capacità energetiche nucleari entro il 2050. L'Italia finora ha partecipato come osservatore al club degli amici del nucleare lanciato dalla Francia dentro l'Ue. Ma attenzione a non farsi illusioni. Finora la maggioranza Meloni non ha mai dato seguito alle parole sul nucleare.
Retroscena
Nessuna riforma dei Trattati - Le cene organizzate nelle scorse settimane dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, con gruppi ristretti di capi di stato e di governo per discutere dell'agenda strategica hanno prodotto almeno un risultato. Sulle riforme interne all'Ue legate all'allargamento c'è consenso sul fatto che “può non esserci una revisione dei trattati”, ci ha detto una fonte a conoscenza delle discussioni tra i leader. “Possiamo agire all'interno dei trattati” esistenti. Il Parlamento europeo non sarà felice. Due settimane fa aveva approvato una risoluzione per chiedere una convenzione per procedere a una revisione dei trattati.
Accade oggi
Consiglio Giustizia e Affari interni (sessione Giustizia)
Consiglio Trasporti
Commissione: i commissari Hoekstra, Sefcovic e Simson a Dubai partecipano alla Cop28
Commissione: il commissario Schmit a Roma
Commissione: la vicepresidente Jourova e l’Alto rappresentante Borrell intervengono al Forum Ue-Ong diritti umani
Commissione: la commissaria Johansson interviene all’ottavo Forum europeo sulla migrazione
Commissione: il commissario Breton interviene al Forum Industriale
Parlamento europeo: la presidente Metsola in visita a Lecce e a Catanzaro
Parlamento europeo: audizione in commissione Libertà civili del direttore esecutivo di Frontex, Hans Leijtens
Parlamento europeo: audizione in commissione Ambiente della direttrice dell’Ecdc, Andrea Ammon
Parlamento europeo: audizione in commissione Affari economici del presidente del Single Resolution Board, Dominique Laboureix
Parlamento europeo: conferenza stampa di Thun und Hohonstein sul ritardo dei pagamenti
Banca centrale europea: discorso della presidente Christine Lagarde all'Académie des Sciences Morales di Parigi
Corte dei conti dell'Ue: relazione speciale sugli appalti pubblici indetti dalle amministrazioni pubbliche nell’Ue
Eurostat: dati sui permessi costruzioni ad agosto; dati sul turnover industriale a settembre; dati sulle degenze in ospedale nel 2021