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L'UE gioca le sue carte per imporsi come attore nei negoziati sull'Ucraina
Donald Trump e Vladimir Putin hanno escluso e ignorato l'Europa nei negoziati sull'Ucraina, ma con l'accordo concluso martedì a Riad per un cessate il fuoco nel Mar Nero, russi e americani potrebbero aver inavvertitamente rimesso in gioco gli europei. La condizione preliminare posta dalla Russia per l'attuazione della tregua marittima – la fine di una serie di sanzioni legate alle esportazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti russi – dipende dall'Unione europea. Senza un accordo unanime dei ventisette Stati membri, le misure restrittive contro la Russia rimarranno in vigore. E gli europei hanno una seconda carta da giocare con l'impegno preso ieri a Parigi con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, di un contingente europeo in Ucraina per assicurare l'attuazione della pace desiderata da Trump e permettergli di presentarsi come "dealmaker".
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha denunciato il bluff di Putin durante la riunione della coalizione dei volenterosi per l'Ucraina, organizzata a Parigi con circa 30 partecipanti. Il leader russo "finge di aprire negoziati per scoraggiare l'avversario e allo stesso tempo intensifica gli attacchi", ha spiegato il presidente francese. "Non è il momento di revocare le sanzioni", ha dichiarato Macron. "Non può esserci fine delle sanzioni finché la pace non sarà stabilita", ha aggiunto il presidente francese. Lo stesso messaggio di fermezza è venuto dal primo ministro, Keir Starmer, “copilota” con Macron della coalizione dei volenterosi. "È assolutamente chiaro che la Russia sta cercando di ritardare la pace" e quindi "non è ancora il momento di revocare le sanzioni", ha dichiarato Starmer. "Le sanzioni rimangono in vigore", ha confermato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.
Donald Trump vuole raggiungere un accordo a tutti i costi, rischiando di compromettere la sovranità dell'Ucraina, chiamarla "pace" e imporla al presidente Volodymyr Zelensky. E' un esito inaccettabile, ma nessun leader europeo ha osato dirlo pubblicamente a Parigi. Tutti hanno fatto ricorso all'adulazione, lodando gli sforzi del presidente americano. Ma, con sottigliezza, Macron ha suggerito che Trump si sta facendo manipolare da Putin. La priorità di Donald Trump è “chiudere le discussioni in corso con la Russia” ed “è comprensibile”, ha dichiarato il presidente francese. L'accettazione da parte dell'Ucraina di una tregua totale di 30 giorni senza condizioni è stata "un successo dell'azione del presidente Trump". Ma ora, deve "rivolgersi ai russi" e "dir loro che devono fare lo stesso". Se non ci sarà una risposta positiva a un cessate il fuoco senza condizioni, "Trump si sentirà gabbato, tradito", ha stimato Macron, sottolineando che sarà poi al presidente americano decidere come reagire. Una possibilità – ha spiegato il presidente francese – è rafforzare le sanzioni americane contro la Russia.
Molti dubitano che Trump seguirà il suggerimento di Macron. Il presidente americano ha già ampiamente dimostrato la sua propensione a fare concessioni a Putin senza condizioni, a detrimento degli interessi dell'Ucraina e degli europei. Sulle sanzioni nel settore agricolo russo, l'Ue potrebbe ritrovarsi sotto un'intensa pressione di Trump, come Volodymyr Zelensky quando ha fatto resistenza sull'accordo sui minerali ucraini senza garanzie di sicurezza in cambio. L'Ue e i suoi Stati membri dovranno trovare il coraggio e la forza di dire di “no” al presidente americano in un contesto reso ancor più complicato dalla guerra commerciale. Trump potrebbe usare i dazi contro l'Ue come strumento di pressione e scambio sugli europei sulle sanzioni contro la Russia.
C'è un'altra carta che gli europei si sono conquistati per sedere al tavolo da gioco sull'Ucraina. E' la coalizione dei volenterosi messa in piedi da Emmanuel Macron e Keir Starmer. Il presidente francese e il premier britannico sono determinati a inviare soldati sul terreno, aerei a proteggere i cieli e navi per garantire la libertà di navigazione sul Mar Nero. Gli altri paesi europei sono esitanti per paura di uno scontro diretto con la Russia. “Non c'è unanimità”, ha riconosciuto Macron. Il contingente dei volenterosi non sarà una missione di peacekeeping sulla linea del fronte, ma una “forza di rassicurazione”, ha detto il presidente francese. I soldati saranno dispiegati “in alcuni luoghi strategici pre-identificati” per dimostrare “un sostegno nella durata, un rassicurazione europea e dissuasione di una potenziale aggressione russa”. Macron ha detto che, secondo il diritto internazionale, la coalizione dei volenterosi non avrà bisogno del consenso della Russia per impegnarsi in Ucraina.
La presenza militare europea al fianco dell'esercito ucraino è considerata essenziale in termini di deterrenza. Senza solide garanzie di sicurezza, la Russia potrebbe semplicemente prendersi una pausa dai combattimenti, riorganizzarsi e lanciare un nuovo attacco. Gli Stati Uniti non intendono essere presenti sul terreno, né offrire una garanzia di sicurezza che li porterebbe in contatto diretto con la Russia in caso di nuova aggressione. Gli europei hanno chiesto almeno un “backstop”: una “rete di protezione” se la Russia dovesse lanciare attacchi contro i loro militari. Washington finora ha rifiutato. E' la ragione per cui molti paesi presenti ieri a Parigi esitano ancora a partecipare alla “forza di rassicurazione” di Macron e Starmer. Lo stesso premier britannico, nelle scorse settimane, ha espresso dubbi sul progetto senza il “backstop” americano.
Ieri Macron si è sbarazzato delle obiezioni sul “backstop” americano con l'alta politica. “Dobbiamo prepararci a una situazione in cui (gli americani) non si uniscono” alla coalizione dei volenterosi sul terreno, ha detto il presidente francese. “Non si può dire che, se gli americani non si uniscono, non facciamo nulla”, Sarebbe come accettare il fatto “non c'è pace solida e durevole in Europa per gli europei senza gli americani”, ha spiegato Macron. Per il presidente francese, “siamo a un momento decisivo della storia, nel quale dobbiamo per la prima volta da molto tempo prepararci a uno scenario che è possibile, che non è quello che vogliamo, ma che è di dover agire totalmente da soli per noi stessi”. Per Macron, “si chiama l'uscita dallo status di minorità geopolitica. Ed è una cosa buona per l'Europa”. Che sia sulle sanzioni alla Russia o sulla presenza militare in Ucraina, l'Europa nelle prossime settimane è chiamata a diventare maggiorenne della geopolitica. Sarà in grado?
La frase
“La Russia non ha voce in capitolo sul sostegno che forniamo all'Ucraina, né può dettare le condizioni per una pace duratura. Perché in gioco ci sono la sovranità dell'Ucraina e la sicurezza di tutti gli europei”.
Emmanuel Macron, Presidente della Francia.
Geopolitica
Macron e Starmer si impongono nelle negoziazioni sull'Ucraina - Il presidente francese e il primo ministro britannico sono stati incaricati del ruolo di "negoziatori principali" per rappresentare l'Europa nelle negoziazioni per la pace in Ucraina al termine dell'incontro dei leader dei paesi della coalizione dei volenterosi a Parigi. "La Francia e il Regno Unito continueranno a svolgere un ruolo di primo piano per l'Europa", ha annunciato il primo ministro finlandese Alexander Stubb. Le buone relazioni del presidente francese con Donald Trump sono vitali, poiché il presidente americano rifiuta di parlare con i rappresentanti delle istituzioni dell'Unione Europea. "Emmanuel Macron ha parlato con il suo omologo americano" prima "del vertice dei paesi alleati dell'Ucraina", ha annunciato l'Eliseo. "Questa discussione è avvenuta dopo l'incontro di mercoledì sera tra Emmanuel Macron e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky", ha precisato la stessa fonte. "Macron è un canale di comunicazione con Trump e bisogna usarlo", ha riconosciuto un funzionario europeo.
Una squadra franco-britannica a Kyiv nei prossimi giorni - "Abbiamo concordato che il primo ministro britannico e io stesso daremo mandato ai nostri capi di stato maggiore interforze di inviare nei prossimi giorni una squadra franco-britannica in Ucraina per lavorare a stretto contatto con i nostri partner ucraini, che hanno accettato questo meccanismo per preparare il formato del futuro esercito ucraino in tutti i settori", ha annunciato Emmanuel Macron. L'obiettivo di questa missione è "preparare il formato dell'esercito ucraino di domani, le sue forze terrestri, aeree e militari, le loro capacità, le loro attrezzature, per poter rispondere a un'aggressione della Russia e dissuaderla", ha spiegato il presidente francese.
Il contributo europeo all'Ucraina dopo il vertice di Parigi - Le forze armate ucraine riceveranno un sostegno immediato con la fornitura di 2 milioni di munizioni di artiglieria di grosso calibro e avranno la possibilità di destinare parte dei 18 miliardi di euro della quota europea del prestito del G7 per acquisti militari. Gli Stati membri hanno inoltre confermato la fornitura di un ulteriore sostegno militare di 17 miliardi di euro e si sono impegnati a far sì che gli armamenti corrispondano alle esigenze dell'Ucraina. Emmanuel Macron ha così annunciato ieri 2 miliardi di euro di aiuti militari supplementari all'Ucraina per finanziare in particolare "missili anticarro Milan, mezzi di difesa aerea come i missili MICA (...) o ancora missili terra-aria Mistral". La missione di formazione militare degli ucraini proseguirà - 75.000 soldati sono stati formati dall'EUMAM - e la cooperazione con l'industria della difesa ucraina si rafforzerà grazie al nuovo "strumento di sostegno all'Ucraina" e al programma di prestiti SAFE.
Meloni prende le distanze dalla coalizione dei volenterosi – Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ancora una volta si è distanziata dal consenso europeo durante il vertice di ieri a Parigi della coalizione dei volenterosi. Meloni ha confermato che l'Italia non contribuirà con dei soldati alla “forza di rassicurazione” che stanno organizzando Emmanuel Macron e Keir Starmer. “Non è prevista alcuna partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno”, ha fatto sapere il presidente del Consiglio italiano. Nel momento in cui Macron parlava della necessità per gli europei di occuparsi da soli del loro destino, Meloni ha chiesto di coinvolgere gli Stati Uniti e l'Amministrazione Trump, auspicando un invito e la partecipazione “di una delegazione statunitense al prossimo incontro di coordinamento”.
Guerra commerciale
Macron promette una risposta ai dazi di Trump – Emmanuel Macron ha approfittato delle sue conversazioni con Donald Trump sull'Ucraina per dirgli cosa pensa della nuova ondata di dazi contro le automobili europee, dopo quelli sull'acciaio. “Non penso che sia una buona idea”, ha spiegato ieri il presidente francese. “Nel momento in cui i mercati negli Stati Uniti non considerano a priori che sia una buona politica economica, nel momento in cui giustamente il presidente Trump chiede agli europei di fare più sforzi militari per assicurare la loro sicurezza, non è il momento di imporci dei dazi. Non è coerente”. Inoltre, i dazi distruggono “valore per tutti”. Infine, è “paradossale vedere i principali alleati degli Stati Uniti essere i primi a essere tassati”. Macron ha assicurato che gli europei si proteggeranno rispondendo” ai dazi di Trump. L'obiettivo sarà di trovare “un accordo per smontare tutte questi dazi”, ha detto Macron. Il primo ministro polacco, Donald Tusk, ha chiesto alla Commissione di reagire “con buon senso, con calma, ma non in ginocchio”.
Vertice
Un Consiglio europeo straordinario, ma non in Albania – Diverse fonti ci hanno confermato che il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, sta pensando di convocare un vertice straordinario prima di giugno. Tre mesi sono uno spazio temporale troppo lungo per non far incontrare i capi di Stato e di governo data la situazione geopolitica attuale. Ma, contrariamente a quanto abbiamo scritto ieri, il vertice non sarà in Albania, a margine dell'incontro della Comunità politica europea. Il Consiglio europeo non può riunirsi fuori dal territorio dell'Ue e l'Albania è solo un paese candidato. In ogni caso molti dei nostri interlocutori sperano che, a prescindere dalla data e dal luogo, al vertice straordinario Friedrich Merz potrà rappresentare la Germania, anche se la sua entrata in funzione come cancelliere non è la condizione perché Costa convochi la riunione.
Euro
Le banche di fronte ai rischi geopolitici – La presidente della supervisione unica della Banca centrale europea, Claudia Buch, ieri ha avvertito che le banche della zona euro hanno di fronte “forti venti contrari", a causa delle incertezze geopolitiche. dei rischi climatici e naturali e dei rischi informatici. Questi fattori “possono avere gravi impatti negativi sulle banche”, ha detto Buch in un'audizione al Parlamento europeo. "Un potenziale deterioramento della qualità degli asset e possibili perturbazioni economiche causate da conflitti geopolitici o dagli effetti delle sanzioni finanziarie richiedono maggiore attenzione, capitale sufficiente e sistemi di governance e gestione del rischio solidi nelle banche”, si legge nel rapporto annuale presentato ieri da Buch. Secondo la vigilanza della Bce, "i rischi geopolitici possono portare a maggior avversione al rischio, che potrebbe causare shock di rischio di mercato e di finanziamento”. Secondo Buch, tuttavia, le banche della zona euro hanno posizioni “solide” in termini di capitale e liquidità.
Green deal
Offensiva contro gli ETS – La Francia ha lanciato un'offensiva contro il sistema degli scambi di emissioni ETS, che dovrebbe incoraggiare le industrie a decarbonizzare attraverso un meccanismo di mercato, chiedendo alla Commissione di fissare un “corridoio” di prezzo per evitare la volatilità. I prezzi per tonnellata di CO2 sono attestati attorno a 70 euro, contro il picco di oltre 100 euro del 2023. Tuttavia all'inizio dell'anno hanno superato gli 80 euro. In un “non paper” presentato al Consiglio Ambiente di ieri, Parigi ha chiesto anche di “rivedere la riserva di stabilità del mercato” degli ETS. L'Ue deve incentivare “segnali di prezzo di lungo periodo alle imprese in modo che possano adattarsi e anticipare", ha detto il ministro dell'Ambiente francese, Agnès Pannier-Runacher. La sua collega polacca, Paulina Hennig-Kloska, che ha presieduto la riunione del Consiglio Ambiente, ha detto che c'è una maggioranza dei ministri “è intervenuta a favore” della proposta francese. La commissaria all'Ambiente, Jessika Roswall, ha detto “comprendere le preoccupazioni” e che sta “monitorando la situazione negli Stati membri.
Offensiva contro il CBAM – La Francia, insieme all'Italia e alla Slovacchia, ha lanciato un'offensiva ieri anche contro i CBAM, il Meccanismo di aggiustamento carbonio alla frontiera. Il problema non è tanto la tassa per compensare le emissioni sulle merci importate nell'Ue, ma la fine delle quote gratuite di emissioni del sistema ETS per le industrie energivore. Nel “non paper” presentato dai tre paesi una delle richieste è di mantenere le quote gratuite ETS per le esportazioni “per assicurare la parità di condizioni”. Secondo il documento, è necessario trovare “l'equilibrio appropriato tra misure ambientali e misure di politica industriale”.
Accade oggi
Consiglio Affari generali (sessione Coesione)
Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Kallas riceve il premio Henry Kissinger
Commissione: il commissario Serafin a Milano incontra il sindaco Beppe Sala e il presidente della Regione, Attilio Fontana, e visita il laboratorio di Ispra
Commissione: il commissario Brunner in Slovenia partecipa alla riunione ministeriale del Processo di Brdo
Parlamento europeo: la presidente Metsola in visita a Zagabria
Eurostat: dati sul costo del lavoro nel 2024; dati sulle migrazioni da e verso l'Ue nel 2023; indici di produttività del 2024