Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
L'Ue guarda l'abisso della solitudine transatlantica
A sette mesi dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, gli europei contemplano con orrore l'abisso in cui cadrebbe la relazione transatlantica in caso di vittoria di Donald Trump. Due riunioni questa settimana potrebbero segnare gli ultimi momenti felici della relazione tra Europa e Stati Uniti prima che gli europei siano condannati alla solitudine di fronte al caos internazionale. I ministri degli Esteri della Nato hanno iniziato a discutere di un piano da 100 miliardi di dollari proposto dal segretario generale, Jens Stoltenberg, per mettere al riparo il sostegno all'Ucraina dalle turbolenze politiche a Washington. Il Consiglio Commercio e Tecnologia (TTC) prometterà più cooperazione su temi strategici come l'Intelligenza artificiale e le reti 6G, ma i suoi risultati sono magri e la sua sopravvivenza è messa in dubbio dal ritorno dell'uomo dell'America First alla Casa Bianca. E' necessario correre ai ripari, prepararsi, anticipare. Ma la stagione elettorale su entrambe le sponde dell'Atlantico non aiuta. E l'Ue non è riuscita ad approfittare dell'amministrazione americana più europeista dell'ultimo ventennio, quella di Joe Biden, per trovare un modo per impedire a Trump di distruggere tutto con una firma su un decreto presidenziale.
Due anni di guerra della Russia contro Ucraina hanno ricompattato le due sponde dell'Atlantico. Ma lo stallo al Congresso sugli aiuti per Kyiv dimostra che le dinamiche della politica interna prevalgono sugli impegni e le alleanze internazionali. Questo è il senso del piano proposto da Stoltenberg alla Nato. Gli alleati dovrebbero fornire cento miliardi di dollari in cinque anni all'Ucraina. L'orizzonte temporale dovrebbe permettere di superare i quattro anni di un secondo mandato Trump o di impedire ai trumpisti di sabotare i piani di aiuti di una eventuale seconda amministrazione Biden. Altrettanto significativa è la proposta di far prendere alla Nato il posto degli Stati Uniti di leadership nella coalizione Ramstein – il gruppo di contatto sulle forniture di armi all'Ucraina. La Nato finora si era tenuta alla larga da un ruolo diretto nella guerra ucraina per evitare qualsiasi rischio di apparire come cobelligerante e fornire a Vladimir Putin una scusa per un conflitto diretto.
Il piano Stoltenberg di fatto sposterebbe il baricentro della Nato verso l'Europa, spingendo gli europei ad assumersi più responsabilità per sé stessi e per l'Ucraina. In un articolo pubblicato su Politico.eu, Annalena Baerbock, Stépahn Séjoruné e Rasoldaw Sikorski, chiedono agli europei (cioè a sé stessi) di "farsi carico della loro giusta quota dell'onere collettivo della Nato e di dimostrare disponibilità ad assumersi maggiori responsabilità per la difesa dell’Europa". Secondo i ministri degli Esteri di Germania, Francia e Polonia (il triangolo di Weimar), “non dobbiamo diventare compiacenti. Al contrario, dobbiamo essere all'altezza del fatto che questo momento può definire il futuro in cui vivranno i nostri figli”.
Il problema con gli europei è che “c'è un enorme divario tra il discorso e l'azione”, spiega l'analista Ulrich Speck. “Il discorso in Europa è 'siamo coscienti della minaccia', ma il livello di azione degli europei occidentali tratta il sostegno militare all'Ucraina come se fosse carità, non un interesse vitale”. In effetti, nella Nato come nell'Ue, gli europei hanno le mani legate dalla linea rossa fissata da Olaf Scholz: evitare di dare un pretesto alla Russia per dichiarare la loro “cobelligeranza” in Ucraina. Trump alla Casa Bianca spingerebbe il cancelliere tedesco a essere ancora più prudente. “Il piano Stoltenberg è più un test per gli europei che per gli americani sulla loro determinazione e capacità di far sopravvivere la Nato”, ci ha spiegato un diplomatico. La grande paura è che con un tratto di penna Trump cancelli gli aiuti all'Ucraina, ritiri le truppe americane dall'Europa e lasci gli europei soli a sé stessi.
Anche la sopravvivenza del Consiglio Commercio e Tecnologia – l'organismo informale creato da Joe Biden e Ursula von der Leyen per uscire dalle guerre commerciali transatlantiche e rilanciare la cooperazione economica – è in pericolo. Quella di oggi è la sesta sessione del cosiddetto “TTC”. L'incontro di oggi a Lovanio tra gli europei Valdis Dombrovskis, Margrethe Vestager e Thierry Breton, e gli americani Antony Blinken, Gina Raimondo e Katherine Tai è l'ultimo prima delle elezioni europee di giugno e delle presidenziali americane di novembre. La delegazione europea e quella americana si congratuleranno per i successi realizzati in questi tre anni grazie alla creazione di dieci gruppi di lavoro. Il TTC è riuscito a “promuovere i nostri valori e la cooperazione contro paesi come Russia e Cina, che applicano approcci diversi sul sistema commerciale e in relazione alle ambizioni tecnologiche”, ci ha detto un funzionario dell'Ue. Il coordinamento sulle sanzioni contro Mosca ha funzionato bene. I conflitti sui semiconduttori si sono ridotti. Ci saranno nuovi annunci sulla collaborazione sulle reti 6G, sulle piattaforme, la standardizzazione, l'Intelligenza artificiale e le catene di approvvigionamento del solare.
In realtà, il bilancio del TTC non è totalmente positivo. Von der Leyen ha investito molto sulla relazione personale con Biden, ma non è riuscita a chiudere a risolvere vecchie dispute commerciali, come quella sui dazi di Trump su alluminio e acciaio, o a trovare una soluzione soddisfacente su quelle nuove, come l'Inflation reduction act introdotto da questa amministrazione. Non è stato ancora possibile nell'ambito del TTC di concludere un accordo tra Stati Uniti e Ue sulle materie prime critiche (ci sarà solo un annuncio su una partnership sostenibile con una ventina di paesi terzi). “Quello che ha fatto il TTC è di concentrarsi sulle aree in cui possiamo cooperare invece che sulle aree in cui abbiamo dispute”, ammette il funzionario. Ma il TTC è considerato da tutti uno strumento utile. BusinessEurope e la Camera di commercio americana ieri hanno pubblicato un comunicato per chiedere che il TTC rimanga "una piattaforma di alto livello per il dialogo e la cooperazione".
L'utilità del TTC per gli Stati Uniti sarà l'argomento principale che la Commissione userà con Trump in caso di ritorno alla Casa Bianca. “Sul mercato delle tecnologie se si vuole essere seri sui chip, sulle catene del valore, sul quantum, sarebbe folle pensare di poterlo fare da soli anche se sei gli Stati Uniti”, ha detto un funzionario. “Il TTC è molto attraente politicamente, perché è sostenuto da una relazione economica gigante”, ha spiegato un secondo funzionario: 4-5 miliardi di euro di beni che ogni giorno passano da una parte all'altra dell'Atlantico. “Lavoriamo per fare in modo che chiunque sieda alla Casa Bianca ritenga conveniente continuare a cooperare su un certo numero di questioni”. L'argomento della convenienza è razionale e forse può funzionare con Trump. Ma gli europei in passato sono già rimasti scottati dalla razionalità. Di fronte a un candidato che promette dazi al 10 per cento su tutte le merci importate, comprese quelle europee, la riunione del TTC di oggi e domani potrebbe essere davvero l'ultima.
La frase
"La crescita economica registrata in Russia nel 2023 è stata il classico risultato di una politica di 'keynesismo di guerra', già osservato in Germania negli anni 1930 (...) Le spese militari e per la sicurezza sono tornate ai livelli dell’era sovietica".
L'Alto rappresentante, Josep Borrell.
PieperGate
Von der Leyen rifiuta di ridiscutere la nomina di Pieper - Ursula von der Leyen non sembra intenzionata ad acconsentire alla richiesta di quattro suoi commissari di ridiscutere nel collegio la nomina di Markus Pieper a Inviato dell'Ue per le Pmi. Come rivelato ieri dal Mattinale Europeo, il 27 marzo Josep Borrell, Thierry Breton, Paolo Gentiloni e Nicolas Schmit una lettera a von der Leyen chiedendo di discutere l'opportunità di andare avanti con l'assunzione di Pieper, dato che la sua nomina ha sollevato “interrogativi sulla trasparenza e l'imparzialità del processo”. Il portavoce della Commissione, Eric Mamer, ieri ha ribadito che agli occhi di von der Leyen tutte le regole sono state rispettate e ha di fatto rigettato la richiesta di una discussione al collegio. La lettera “chiede che la risposta alla interrogazione parlamentare sia soggetta ad approvazione della Commissione. Questo di fatto è sempre il caso”, ha detto Mamer. “I commissari possono sollevare questioni, in questo caso legate a interrogazioni parlamentari, nel contesto del collegio se lo vogliono”.
Il PieperGate in pillole - La Commissione ha nominato Markus Pieper Inviato dell'Ue per le Pmi, con la funzione di Consigliere Hors Classe, il grado di direttore generale e uno stipendio oltre i 20 mila euro (indennità comprese), il 31 gennaio scorso. Deputato europeo della Cdu, lo stesso partito di von der Leyen, Pieper è stato selezionato per l'incarico nonostante sia stato considerato il candidato peggiore dai valutatori interni ed esterni sui tre che erano stati preselezionati. La proposta è stata formalmente presentata dal commissario per l'Amministrazione, l'austriaco del Ppe Johannes Hahn, in accordo con la presidente Ursula von der Leyen e in consultazione con il commissario responsabile. Il commissario responsabile, il francese Thierry Breton, aveva raccomandato un'altra candidata, giudicata migliore dai valutatori interni ed esterni. La proposta di nominare Pieper è stata presentata durante una riunione del collegio a cui Breton non poteva partecipare, perché impegnato in un incontro dei ministri della Difesa dell'Ue. La vicepresidente Vera Jourova ha detto pubblicamente di non essere stata informata della proposta di nomina di Pieper prima della riunione. Il sospetto è che von der Leyen abbia imposto Pieper per ingraziarsi la Cdu e il Ppe in vista della sua candidatura per un secondo mandato come presidente della Commissione. “La creazione dell'incarico non è legata alla persona che alla fine ha ottenuto il posto”, ha assicurato il portavoce Eric Mamer.
Geopolitica
La Nato fa promesse all'Ucraina sulla difesa aerea, ma nulla di concreto - I paesi membri della Nato ieri hanno moltiplicato le promesse di cercare sistemi di difesa area per l'Ucraina, ma senza impegni concreti per proteggere le città dai missili e dai droni della Russia. "Gli alleati comprendono l'urgenza", ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. "Agli alleati ora guarderanno ai loro inventari, per vedere se c'i sono modi per fornire più sistemi, in particolare Patriots, ma anche per assicurare che i sistemi che sono già sul posto abbiano munizioni e pezzi di ricambio", ha detto Stoltenberg. "Non voglio rovinare la festa di compleanno per la Nato, ma mi sento obbligato a inviare un messaggio molto triste a nome degli ucraini sullo attacchi aerei russi sul mio paese", ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. Il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha chiesto "ai partner in Europa e nel mondo di fornire tutto ciò che possiamo".
Geoeconomia
Le Maire vuole che l'Ue mostri i denti alla Cina - Il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire, chiederà all'Unione Europea di "mostrare i denti" alla Cina per difendere i propri interessi economici in una nuova era di "rivalità". "Dobbiamo mostrare i nostri denti ai rivali economici", ha detto ieri Le Maire, annunciando che il tema sarà discusso lunedì a Parigi in un incontro con i ministri dell'Economia di Germania, Robert Habeck, e Italia, Adolfo Urso. "L'era della globalizzazione felice è finita e tutti devono svegliarsi. L'era di una globalizzazione di rivalità è iniziata", ha aggiunto Le Maire. Secondo il ministro francese l'Europa ha bisogno di "strumenti" per ribilanciare il rapporto commerciale con la Cina, in particolare nel settore ambientale. Sempre più analisti stanno sollevando la prospettiva di uno choc economico in Europa provocato da un aumento massiccio delle esportazioni cinesi, dopo che il presidente Xi Jinping ha puntato sulla produzione e l'export per rilanciare l'economia cinese. Le Maire ha ammesso che il principale ostacolo per una posizione più assertiva sulla Cina sta a Berlino. "Tutti sanno che la Germania è riluttante, ma è vitale lavorare su questo, altrimenti rischiamo di lasciare una grande porta aperte nel mercato unico per i prodotti che non rispettano le regole ambientali e non hanno lo stesso costo di produzione".
Recovery
Il Procuratore europeo scopre in Italia la più grande truffa al Recovery fund - L'Italia è il primo beneficiario del Recovery fund post pandemia. E l'Italia è il paese in cui l'Ufficio del procuratore europeo ha scoperto la più grande truffa legata al suo Piano nazionale di ripresa e resilienza. Decine di perquisizioni e sequestri, 22 arresti in Italia, Austria, Romania e Slovacchia: l'indagine è stata condotta dall'ufficio di Venezia del procuratore europeo. La Guardia di finanza italiana ha effettuato sequestri per oltre 600 milioni di euro (compresa una Maserati). Secondo la procura europea, un'associazione criminale ha orchestrato tra il 2021 e il 2023 una frode per ricevere contributi a fondo perduto per la digitalizzazione, l'innovazione e la competitività delle piccole e medie imprese, destinati a espandere le attività commerciali sui mercati esteri. Gli indagati avrebbero creato e depositato bilanci falsi per dimostrare che le società erano attive e redditizie, mentre erano fittizie e inattive. Gli indagati hanno trasferito i fondi sui loro conti bancari in Austria, Romania e Slovacchia non appena hanno ricevuto gli acconti. I soggetti indagati hanno utilizzato tecnologie avanzate, quali VPN, server cloud dislocati all'estero, cripto-asset e software di intelligenza artificiale, al fine di porre in essere condotte fraudolente e occultare e proteggere gli affari illeciti.
La Commissione non commenta la truffa al Recovery - "Prendiamo atto degli annunci delle autorità italiane e dall'Ufficio del procuratore europeo e non abbiamo alcun commento specifico da fare sul caso", ha detto ieri un portavoce della Commissione, interrogato sull'operazione condotta dalla Procura europea. "I Piani nazionali di ripresa e resilienza contiene un quadro di controllo molto solido che si basa sui sistemi di controllo nazionali degli Stati membri", che "devono garantire un'efficace prevenzione e individuazione di corruzione e frodi”, ha aggiunto il portavoce.
Allargamento
L'Ue richiama il governo della Georgia sulla legge copiata dalla Russia - Dallo scorso dicembre la Georgia è ufficialmente un paese candidato, ma il suo governo, fortemente influenzato dalla Russia, si muove come se volesse bloccare le aspirazioni dei cittadini georgiani a entrare nell'Ue. Il partito al potere ha deciso di reintrodurre il progetto di legge sulla “Trasparenza dell’influenza straniera”, fotocopia di una legge analoga in Russia, usata dal Cremlino per sopprimere le voci critiche e la società civile. L'annuncio “solleva serie preoccupazioni””, ha detto ieri il portavoce del Servizio europeo di azione esterna, ricordando l'impegno assunto lo scorso anno dal governo di “ritirare incondizionatamente” il progetto di legge, che aveva portato decine di migliaia di persone in piazza a protestare. “Creare e mantenere un ambiente favorevole per le organizzazioni della società civile e garantire la libertà dei media è al centro della democrazia. È fondamentale anche per il processo di adesione all’Ue”, ha ricordato il portavoce.
Slovacchia
Testa a testa tra Korčok e Pellegrini in Slovacchia - Domani gli elettori della Slovacchia torneranno alle urne per il secondo turno delle elezioni presidenziali. Il risultato si annuncia altamente incerto. Il candidato dell'opposizione, l'ex ministro degli Esteri pro europeo, Ivan Korčok, ha sorpreso tutti al primo turno, conquistando il 42,5 per cento dei voti. Il candidato della maggioranza guidata da Robert Fico, il presidente del Parlamento, Peter Pellegrini, si è fermato al 37 per cento. Pellegrini spera di recuperare i voti degli elettori del candidato dell'estrema destra, il pro russo Štefan Harabin, che il 23 marzo ha ottenuto l'11,8 per cento. Ma gli ultimi sondaggi mostrano un testa a testa all'ultimo voto. Due ricerche di Focus e Median danno Pellegrini in testa rispettivamente con il 50,8 e il 51,1 per cento delle intenzioni di voto. Altri due istituti, Scio e NMS, danno Korčok in vantaggio rispettivamente con il 55 e il 51,7 per cento. Un sondaggio Ipsos mostra un sostanziale pareggio: 50,1 per cento per Korčok contro 49,9 per cento per Pellegrini. Nonostante i poteri limitati del presidente, in gioco c'è il futuro della democrazia e dello stato di diritto, minacciato dalla deriva illiberale del governo Fico. La presidente uscente, Zuzana Čaputová, è riuscita a portare una recente legge che danneggia la lotta alla corruzione davanti alla Corte costituzionale.
Accade oggi
Commissione: punto stampa della presidente von der Leyen con il segretario di Stato, Antony Blinken, e il primo ministro dell'Armenia, Nikol Pashinyan
Commissione: i commissari Vestager, Dombrovskis e Breton partecipano alla sesta riunione ministeriale del Consiglio Commercio e tecnologia Ue-Usa a Leuven
Commissione: il commissario Gentiloni partecipa all'evento '30 anni dell'Osservatorio di Pavia' e interviene all'evento sulle prospettive economiche organizzato da Ambrosetti a Cernobbio
Commissione: il commissario Sinkevicius in visita in Ghana e in Costa d'Avorio
Eurostat: dati sul commercio al dettaglio a febbraio; prezzi della produzione industriale a febbraio; prezzi della produzione servizi nel quarto trimestre