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L'Ue non può permettersi la “commedia dell'inazione”
L'Unione europea e i suoi leader hanno dato avvio al vertice del G7 di Kananaskis, in Canada, a una sequenza diplomatica ad alto rischio per i loro interessi economici e strategici, minacciati dalla volontà del presidente americano, Donald Trump, di punire l'Europa per i suoi avanzi commerciali e di abbandonare la sicurezza del vecchio continente. Guerra dei dazi, guerra della Russia contro l'Ucraina, impegno americano nella Nato e ora una nuova crisi nel vicinato prossimo europeo con l'attacco di Israele contro l'Iran. Il vecchio mondo a cui l'Ue era abituata è scomparso in appena cinque mesi di secondo mandato Trump. “L'Occidente come lo conosciamo non esiste più”, aveva detto Ursula von der Leyen già ad aprile in un'intervista a Die Zeit. Ma le sue parole sono rimaste senza conseguenze. La strategia rimane quella di “tenere Trump a bordo a qualsiasi costo”, ci ha spiegato un diplomatico di uno Stato membro. Aggrappandosi alla speranza che il presidente americano non faccia quello che dice, evitando di compiere scelte difficili e dolorose per prendere il proprio destino in mano, l'Ue rischia di produrre una “commedia dell'inazione”.
Il G7 composto da Stati Uniti, Canada, Giappone, Regno Unito, Francia, Germania e Italia, un tempo incarnava l'unità dell'Occidente su valori, economia e geopolitica. Tra i sette “grandi” potevano esserci divergenze, ma i summit servivano del G7 servivano anche per ricomporre fratture. Alcuni membri sono scesi (di molto) nelle classifiche dei paesi più industrializzati, ma il G7 rappresentava un blocco coeso che rendeva tutti più forti. Trasformando gli alleati in avversari, da trattare con maggior disprezzo dei rivali degli Stati Uniti, Trump ha svuotato il G7 del suo senso. Il summit di Kananaskis è stato organizzato per limitare i danni. Non ci sarà una dichiarazione finale. E' ancora troppo vivo il ricordo dell'ultimo summit del G7 con Trump in Canada nel 2018, quando il presidente americano se ne andò in anticipo e ordinò alla delegazione americana di togliere la firma dal documento finale. La presidenza canadese pubblicherà le sue conclusioni. Ma la conclusione è una: l'Occidente non può più contare sul suo principale pilastro, quello americano.
“Commedia dell'inazione” è l'espressione utilizzata da Lorenzo Codogno, ex direttore generale del dipartimento del Tesoro in Italia e fondatore di LC Macro Advisors, per descrivere su Linkedin la posta in gioco del prossimo mese. Vertice del G7, summit della Nato, Consiglio europeo, ultimatum di Trump nei negoziati commerciali, proposta della Commissione sul quadro finanziario pluriennale: invece di essere attori protagonisti di un film d'azione, “i leader dell'Ue sembrano sopraffatti dalla sequenza degli eventi e paralizzati”, ha spiegato Codogno. Il pericolo è “dare vita a una 'commedia dell'inazione'. Questo sarebbe davvero il peggior risultato possibile e i rischi non sono trascurabili. Se, invece, l'Ue prendesse decisioni coraggiose (...), potrebbe rappresentare un punto di svolta per il processo di integrazione europea e per le prospettive di crescita e resilienza dell'Ue e dell'Eurozona”, ha scritto Codogno.
Il G7 di Kananaskis non è ancora il momento delle decisioni coraggiose. Ursula von der Leyen è ancora nella fase dell'appeasement nei confronti di Trump sul fronte commerciale. Sabato la presidente della Commissione ha telefonato al presidente americano. Oltre che di Medio Oriente e di Ucraina, i due hanno discusso dei negoziati commerciali. "Ho ribadito il nostro impegno a raggiungere un buon accordo entro il 9 luglio", ha detto von der Leyen. Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha proposto a Trump un grande scambio: risparmiare all'Ue una guerra commerciale per metterla nelle condizioni di rafforzare la sua difesa. "I rischi dei conflitti commerciali e dei dazi sono più di una distrazione" dall'obiettivo di rendere l'Europa autonoma sulla difesa perché "minano la forza economica che è necessaria per questa transizione strategica", ha scritto Costa sul Financial Times la scorsa settimana. Un appello simile - e sullo stesso giornale - era stato lanciato da Costa a novembre, prima che Trump rientrasse alla Casa Bianca. Invano.
Ci sono ragioni interne all'Ue che costringono von der Leyen e Costa a muoversi con prudenza sui dazi. Germania e Italia non vogliono rispondere in modo simmetrico alla guerra commerciale degli Stati Uniti per i timori che un'escalation possa danneggiare ulteriormente le loro economie. Ma le concessioni fatte finora a Trump – come la sospensione delle misure di ritorsione su alluminio e acciaio, nonostante il mantenimento di gran parte dei dazi americani – non hanno funzionato. La minaccia di Trump è di portare i dazi contro l'Ue al 50 per cento se non sarà trovato un accordo entro il 9 luglio. Diverse fonti ci hanno confermato che il presidente americano intende comunque conservare i dazi “reciproci” del 10 per cento su tutte le importazioni dall'Ue.
La strategia di “tenere Trump a bordo” sull'Ucraina e dentro la Nato non ha portato risultati migliori. Gli ultimatum alla Russia lanciati dai leader europei della coalizione dei volenterosi insieme al presidente americano sono caduti nel vuoto e sono stati dimenticati da Trump. La Commissione la scorsa settimana ha proposto nuove sanzioni europee, che potrebbero essere adottate in un paio di settimane. Ma Trump non sembra intenzionato a seguire gli europei, né il senatore Lindsey Graham, sulla strada delle sanzioni “devastanti” contro la Russia. IN vista del summit Nato della prossima settimana, gli europei hanno acconsentito a portare la spesa per la difesa al 5 per cento come chiesto da Trump. Ma i timori di una riduzione della presenza degli Stati Uniti in Europa rimangono. “Dobbiamo lavorare in modo pragmatico” perché “né l'Europa né gli Stati Uniti possono permettersi di minare l'importanza dell'articolo 5 del trattato Nato per assicurare deterrenza”, ci ha detto Antonio Costa in un incontro a inizio giugno con una serie di media europei.
Eppure un'altra strategia è possibile. Sul commercio, la Francia spera che il G7 sia utile a dimostrare a Friedrich Merz e Giorgia Meloni che l'appeasement non funziona. “Non c'è credibilità se non c'è determinazione a rispondere in caso di mantenimento dei dazi e di trattamento asimmetrico al di là del 9 luglio”, ci ha detto una fonte europea, facendo eco ai ragionamenti dell'Eliseo. “Per ottenere un risultato simmetrico” sui dazi serve una linea più dura, spiega la fonte. Sull'Ucraina, l'Ue avrebbe la possibilità di adottare sanzioni più dolorose per la Russia, usare gli attivi congelati della Banca centrale russa per aiutare Kyiv e aumentare gli aiuti militari, fare pressioni serie sui paesi come la Cina che aiutano lo sforzo di guerra di Mosca. Sulla difesa europea, Ursula von der Leyen ha presentato un piano di riarmo da 800 miliardi, ma non ha voluto spingersi fino a proporre uno strumento di debito comune per mettere tutti gli Stati membri nella condizione di riarmarsi.
Sul piano geopolitico, l'Ue è meno sola di quanto pensi di esserlo. Di fronte a Trump, l'Ue e i membri europei del G7 dovrebbero “lanciare l'idea di una rete, per quanto informale e informale, di un'Alleanza delle Democrazie Liberali”, ha detto l'ex commissario europeo, Mario Monti, in un intervento all'evento annuale dell'Institute for European Policymaking dell'Università Bocconi l'11 giugno. “Un'alleanza di questo tipo mirerebbe a promuovere l'autoidentificazione dei paesi – europei e non europei – che condividono le caratteristiche delle democrazie liberali e a incoraggiare attività comuni”. Secondo Monti, “questa Alleanza potrebbe esercitare una forte attrattiva per nazioni come Canada, Australia, Nuova Zelanda e altre, tradizionalmente vicine agli Stati Uniti ma che ora nutrono dubbi sulla loro traiettoria”. Secondo Monti, l'Alleanza dovrebbe restare aperta agli Stati Uniti, “qualora scegliessero di tornare a un modello che un tempo avevano adottato, ispirato dall'Europa, e che hanno contribuito a perfezionare e diffondere con tanta efficacia in tutto l'Occidente”.
La frase
“Buona telefonata con il presidente Trump prima del summit del G7”.
Ursula von der Leyen.
Geopolitica
L'Ue spettatrice impotente nella guerra tra Israele e Iran - L'Unione europea è rimasta spettatrice impotente mentre nel fine settimana Israele ha proseguito i suoi attacchi contro le infrastrutture nucleari, politiche e militari della Repubblica islamica e l'Iran ha risposto con il lancio di missili balistici contro lo Stato ebraico. "L'Ue sta seguendo con molta attenzione la situazione in Medio Oriente ed esprime la sua più profonda preoccupazione per la pericolosa escalation che minaccia di destabilizzare" la regione, ha detto l'Alto rappresentante, Kaja Kallas, in una dichiarazione a nome dei ventisette. "L'Ue ribadisce il suo forte impegno per la sicurezza regionale, compresa la sicurezza dello Stato di Israele, e invita tutte le parti a rispettare il diritto internazionale, a dar prova di moderazione e ad astenersi dall'intraprendere ulteriori azioni che potrebbero portare a gravi conseguenze, come il potenziale rilascio di materiale radioattivo", ha aggiunto Kallas. L'Alto rappresentante ha ricordato che all'Iran "non deve mai essere consentito di acquisire un'arma nucleare". Tuttavia, "una sicurezza duratura si costruisce attraverso la diplomazia, non l'azione militare", ha detto Kallas, offrendo di contribuire a sforzi diplomatici per ridurre la tensione e trovare una soluzione durevole alla questione del nucleare iraniano.
Francia e Germania esprimono sostegno all'attacco di Israele – Se Ursula von der Leyen e Antonio Costa venerdì si erano limitati a esprimere allarme e a lanciare appelli alla ritenuta, Emmanuel Macron e Friedrich Merz hanno pubblicato dichiarazioni che di fatto costituiscono un via libera all'operazione di Israele contro le installazioni nucleari iraniane. “La Francia ha ripetutamente condannato il programma iraniano in corso e ha adottato tutte le misure diplomatiche a tal fine. In questo contesto, la Francia riafferma il diritto di Israele a proteggersi e a garantire la propria sicurezza”, ha detto Macron dopo i primi attacchi. “Il Governo Federale ha ripetutamente espresso la sua preoccupazione per il programma nucleare iraniano che avanza da molti anni”, ha spiegato Merz: “Questo programma nucleare viola le disposizioni del Trattato di non proliferazione nucleare e rappresenta una seria minaccia per l'intera regione, in particolare per lo Stato di Israele. Riaffermiamo che Israele ha il diritto di difendere la propria esistenza e la sicurezza dei propri cittadini”. Durante una conferenza stampa all'Eliseo, Macron è stato ancora più esplicito. "L'Iran porta una pesante responsabilità nella destabilizzazione di tutta la regione" e ha violato "tutti i suoi obblighi nei confronti della comunità internazionale". Pur non appoggiando apertamente l'attacco di Israele, Macron ha spiegato che i bombardamenti "hanno avuto effetti ricercati da tempo".
Macron fa tappa in Groenlandia per mostrare la solidarietà dell'Ue di fronte a Trump - Sulla via verso il G7 in Canada, il presidente francese, Emmanuel Macron, ieri si è fermato in Groenlandia per mostrare la solidarietà europea di fronte alle minacce di Donald Trump. "Non credo che (minacciare) sia quello che fanno gli alleati", ha detto Macron, accompagnato dal primo ministro danese, Mette Frederiksen. "E' importante che la Danimarca e gli europei si impegnino in questo territorio, che ha una posta in gioco strategica molto alta e la cui integrità territoriale deve essere rispettata", ha spiegato Macron. In un'intervista alla radio RTL, il ministro degli Esteri, Jean-Noel Barrot, ha dichiarato che "la Groenlandia è un territorio europeo ed è normale che l'Europa, e in particolare la Francia, mostrino il loro interesse". La visita è stata accolta positivamente dalle autorità groenlandesi. "La Francia ci è stata accanto fin dalle prime dichiarazioni sull'acquisizione del nostro territorio. Questo sostegno è necessario e gratificante", ha scritto su Facebook il primo ministro della Groenlandia, Jens-Frederik Nielsen, prima della visita di Macron.
Al Consiglio Energia, scontro in vista sull'uscita dagli idrocarburi russi – La Commissione aveva promesso di presentare a giugno le sue proposte legislative per abbandonare definitivamente il gas, il petrolio e l'uranio importato dalla Russia. Ma, anche se i testi non sono stati ancora presentati, la riunione del Consiglio energia di oggi a Lussemburgo si annuncia “accesa”, ci ha detto un diplomatico. Ungheria e Slovacchia intendono dare battaglia contro la fine degli idrocarburi russi, da cui continuano a dipendere. La “road map” con gli obiettivi era stata presentata dalla Commissione a inizio maggio: la fine di tutte le importazioni di gas entro il 2027 (per gli acquisti nello spot market già il 2025), nuove azioni contro la flotta ombra che trasporta il greggio e restrizioni ai nuovi contratti per le forniture di uranio. “Mi aspetto ampio sostegno, anche se non l'unanimità”, ha spiegato il diplomatico, sottolineando che è sufficiente la maggioranza qualificata degli Stati membri per far passare gli atti legislativi. Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha accusato Ursula von der Leyen di “violare vergognosamente la legge dell'Ue” perché propone sanzioni usando gli strumenti della politica commerciale, per evitare la regola dell'unanimità.
Green deal
Al Consiglio Ambiente, obiettivi sulle emissioni al ribasso per il 2040 – C'è un altro dossier su cui la Commissione ha accumulato ritardo: la presentazione della legge climatica con gli obiettivi per la riduzione delle emissioni per il 2040. La proposta arriverà solo il 2 luglio, un trimestre dopo la scadenza iniziale promessa da Ursula von der Leyen. Il tema sarà comunque affrontato dal Consiglio ambiente di domani a Lussemburgo. “Ci aspettavamo di avere la proposta sul tavolo prima, per avere una discussione franca”, ci ha detto un diplomatico europeo. La presidenza polacca del Consiglio dell'Ue ha deciso di avviare comunque il dibattito perché la legge climatica per il 2040 sarà determinante per gli impegni che l'Ue presenterà alla Cop30 che si terrà a novembre in Brasile. Le previsioni sono di impegni al ribasso sia per i contributi dell'Ue alla Cop30 sia per la riduzione del 90 per cento delle emissioni al 2040. “Sul 90 per cento la discussione sarà a livello politico”, ha spiegato il diplomatico, sottolineando che la riduzione delle emissioni è oggi meno prioritaria. “Rispetto alle discussioni precedenti, la situazione è cambiata e ci sono opinioni diverse”. Secondo il diplomatico, gli impegni dell'Ue devono essere “fattibili e accettabili” per tutti gli Stati membri. Sarà la presidenza danese del Consiglio dell'Ue a dover trovare un accordo all'unanimità sugli impegni dell'Ue da presentare alla Cop30.
Stato di diritto
Il PPE abbandona l'estrema destra sulla commissione di inchiesta contro le Ong – Il Partito Popolare Europeo non sosterrà la richiesta del gruppo sovranista dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR) di istituire una commissione di inchiesta al Parlamento europeo sui finanziamenti da parte della Commissione delle organizzazioni non governative. La richiesta dell'ECR, che ha l'appoggio degli altri due gruppi dell'estrema destra (i Patrioti e l'Europa per le nazioni sovrane) sarà discussa dalla Conferenza dei presidenti del Parlamento giovedì. Il voto del PPE, che ha condotto una lunga campagna contro le ONG, è decisivo. Ma il portavoce del PPE venerdì ha accusato l'estrema destra di voler “mettere sotto silenzio la società civile” con la commissione d'inchiesta. “Gli attuali strumenti del Parlamento, incluso il controllo di bilancio, sono molto più potenti di una commissione d'inchiesta che produrrebbe un rapporto su carta e diventerebbe un circo organizzato dall'estrema destra per screditare la Commissione e la società civile”, ha detto il portavoce del PPE.
MFF
La Germania contro lo status quo sul bilancio dell'Ue - Il governo di Friedrich Merz venerdì ha trasmesso la posizione della Germania sul quadro finanziario pluriennale post-2027, rassicurando la Commissione di Ursula von der Leyen sul sostegno tedesco ad alcune delle proposte più innovative che intende presentare a luglio. Il bilancio 2028-34 dell'Ue "non deve essere principalmente orientato al mantenimento dello status quo", dice il documento del governo federale. Per Berlino serve un quadro finanziario pluriennale "modernizzato" per rafforzare le capacità di sicurezza e difesa dell'Ue, così come la sua competitività. La priorità deve andare a spese a valore aggiunto europeo, orientate al futuro. Il bilancio dell'Ue deve essere più semplice e flessibile per rispondere a eventi non previsti. La politica agricola comune e la politica di coesione devono essere adattate al futuro attraverso "riforme e modernizzazione". Il governo Merz, tuttavia, non si spinge fino ad appoggiare l'idea di un assegno unico per accorpare le risorse della della coesione e dell'agricoltura pre allocate agli Stati membri. La Germania chiede un fondo apposito per la coesione, ma con "incentivi più forti per le riforme da parte degli Stati membri". La Pac deve restare "un'area politica indipendente".
L'equilibrismo di Merz sul debito comune dell'Ue – Il documento del governo Merz non prevede una svolta sull'eterna questione delle risorse limitate del bilancio dell'Ue. La Germania rimarrà un paese frugale sul quadro finanziario pluriennale. Berlino rimane contrario ad aumentare il volume del quadro finanziario pluriennale oltre l'1 per cento del reddito nazionale lordo. Inoltre, il debito comune post pandemia di NextGenerationEU deve restare uno "strumento straordinario e temporaneo". Il linguaggio sul debito comune è attentamente calibrato per evitare di fissare linee rosse invalicabili. La porta non è aperta dalla Germania, ma nemmeno chiusa a chiave. Per ridurre il contributo degli Stati membri, il governo Merz è favorevole a nuove risorse proprie.
Sedie musicali
I Paesi Bassi scelgono il successore di Knot alla Banca centrale – Il governo dei Paesi Bassi ha scelto Olaf Sleijpen come prossimo presidente della Banca centrale olandese per sostituire Klaas Knot il primo luglio prossimo, dopo quattordici anni di mandato. Sleijpen è una scelta interna e di continuità, dato che era già membro del comitato esecutivo della Banca centrale olandese. A un falco dovrebbe succedere dunque un falco. Ci sono voci che danno Knot tra i possibili contendenti per succedere a Christine Lagarde come presidente della Bce al termine del suo mandato a fine 2027.
Presidenza
Giù il cappello - Congratulazioni alla Polonia per la sua squadra di portavoce e l'organizzazione di un secondo viaggio per i giornalisti durante il suo semestre di presidenza del Consiglio dell'Ue. Un grande ringraziamento per la gentilezza e la professionalità del team incaricato di organizzare e gestire noi giornalisti, a volte molto esigenti, a volte un po' capricciosi. Con l'occasione, auguriamo un felice compleanno a Inga. Il Mattinale Europeo lo scorso anno aveva salutato la squadra dei portavoce della presidenza belga, attribuendo loro il titolo di europei dell'anno (o almeno del semestre). La Polonia ha preso il testimone. E dal primo luglio lo passa alla Danimarca. L'asticella è stata posizionata molto in alto. Un grande in bocca al lupo.
Accade oggi
G7: summit dei capi di stato e di governo con Antonio Costa e Ursula von der Leyen
Consiglio Energia a Lussemburgo
Presidenza polacca dell'Ue: riunione informale dei ministri dell'Agricoltura a Varsavia
Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sul 40esimo anniversario di Schengen; l'uso illegale degli spyware; il costo umano della guerra russa contro l’Ucraina; il rafforzamento delle aree rurali con la politica della coesione
Parlamento europeo: audizione dei commissari Fitto e Dombrovskis davanti alle commissioni Affari economici e Bilancio
Parlamento europeo: conferenza stampa sul piano d'azione della Bei per gli alloggi
Commissione: il commissario Tzitzikostas partecipa all’International Paris Air Show; incontra il segretario americano ai Trasporti, Sean Duffy
Commissione: il commissario Brunner a Stoccolma incontra i ministri per l'immigrazione, la giustizia e gli affari europei
Banca centrale europea: discorso di Piero Cipollone all'Osservatorio Banca Impresa 2030 a Milano
Corte dei conti dell'Ue: analisi sul prossimo bilancio pluriennale dell’Ue
Eurostat: dati sui posti di lavoro vacanti e l'indice del costo del lavoro nel primo trimestre; dati sulle richieste di asilo in marzo; dati sulle decisioni sull'asilo nel primo trimestre