Buongiorno! Sono Christian Spillmann e, insieme a David Carretta, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.
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L'UE senza una politica per il Medio Oriente
"L'Iran non deve dotarsi di armi nucleari". Tutti ripetono questa frase da anni e cercano di scongiurare la minaccia. Il regime iraniano ha giocato con gli occidentali, ha finto di negoziare, ha continuato il suo programma e ha arricchito l'uranio. L'Europa ha protestato, ha minacciato. Invano. Israele è passato all'azione, ha colpito, decimato il comando militare e gli scienziati iraniani coinvolti nel programma nucleare. L'Iran ha risposto. L'Europa ha lanciato un appello alla "de-escalation". Israele si è assicurato la supremazia aerea. Washington ha inviato armi e aerei nella regione, ha assicurato con il Regno Unito la distruzione dei missili iraniani. L'Europa è stata lasciata in disparte, perché non ha alcun peso in una regione, di cui denuncia la destabilizzazione da parte del regime iraniano e dei suoi "proxy", i gruppi armati diventati i suoi bracci armati a Gaza, in Libano, in Siria e in Libano.
Venti mesi dopo l'attacco condotto da Hamas contro Israele il 7 ottobre e la guerra lanciata dal governo di Benjamin Netanyahu contro l'organizzazione islamista a Gaza, l'Unione europea è ancora priva di una politica per il Medio Oriente. Minata dalle sue divisioni interne, con i ventisette Stati membri divisi tra filoisraeliani e filopalestinesi, i leader dell'Ue non sono in grado di offrire altro che cacofonia. Israele ha aperto un nuovo fronte con l'attacco alle installazioni nucleari e militari della Repubblica islamica dell'Iran. L'operazione appare a diversi osservatori come un tentativo di provocare la caduta del regime iraniano. Ursula von der Leyen, accusata di aver dato a Netanyahu un assegno in bianco per agire impunemente a Gaza dopo i massacri del 7 ottobre, ha nuovamente giustificato l'azione israeliana. La presidente della Commissione europea ha parlato al telefono con il primo ministro israeliano. "Ho sottolineato che Israele ha il diritto di difendersi. L'Iran è la principale fonte di instabilità regionale", ha spiegato von der Leyen sui social media.
Problema: chi ha attaccato è Israele, non l'Iran. Il voto di giovedì scorso di una risoluzione da parte dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica delle Nazioni Unite, che accusa l'Iran di non rispettare i suoi obblighi in materia di non proliferazione nucleare, è la giustificazione avanzata da Israele per il suo intervento. È accettata da Ursula von der Leyen. "L'Europa è sempre stata chiara: l'Iran non potrà mai dotarsi di armi nucleari", ha ricordato la presidente della Commissione. "Abbiamo costantemente espresso vive preoccupazioni sui programmi nucleari e di missili balistici dell'Iran – gli stessi missili che colpiscono indiscriminatamente città non solo in Israele, ma anche in Ucraina", ha insistito von der Leyen. L'Iran ha smesso di fornire missili alla Russia dopo l'attacco israeliano per usarli nella guerra scatenata dallo Stato ebraico.
Le bombe e i missili contro l'Iran rientrano nel diritto di Israele a difendersi? I portavoce della Commissione non hanno potuto rispondere chiaramente ieri. A forza di esercizi di equilibrismo retorico, l'Ue è diventata inudibile. E le accuse di doppio standard si moltiplicano nuovamente, perché, se condanna la Russia per l'aggressione all'Ucraina, Ursula von der Leyen si astiene dal condannare Israele per l'attacco contro l'Iran.
Le due voci dell'Unione europea autorizzate a esprimere posizioni di politica estera hanno adottato posizioni lontane da quelle espresse da von der Leyen. Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha chiesto di evitare "un'escalation pericolosa" e ha lanciato appelli alla "moderazione e alla diplomazia". Questa è la posizione espressa dall'Alto Rappresentante, Kaja Kallas, e dalle ventisette capitali. Il negoziato è stata "complicato", ci ha confermato una fonte europea. Il risultato è un appello "a tutte le parti a rispettare il diritto internazionale, a mostrare moderazione e a evitare di prendere ulteriori misure che potrebbero avere gravi conseguenze come un potenziale rilascio radioattivo". La dichiarazione di Kallas ricorda il mancato rispetto da parte dell'Iran degli obblighi del trattato di non proliferazione, ma punta anche il dito contro Israele. "Una sicurezza duratura si costruisce con la diplomazia, non con l'azione militare", ha dichiarato l'Alto Rappresentante a nome di tutta l'Ue.
Ursula von der Leyen ha nuovamente oltrepassato la linea concordata dai ventisette e le sue competenze durante il suo colloquio con Netanyahu? La presidente della Commissione considera l'attacco condotto da Israele contro l'Iran come legale e legittimo? "Non posso dire di più", ha risposto ieri il portavoce in carica della Commissione. Kaja Kallas ha convocato oggi una videoconferenza con i ministri degli Affari esteri. "La discussione verterà sulla situazione provocata dal conflitto tra Israele e Iran e sul pericolo di escalation in Medio Oriente. L'esame della richiesta di sospensione dell'accordo Ue-Israele (per le violazioni dei diritti umani a Gaza) non è all'ordine del giorno. Segue un altro calendario", ha spiegato il portavoce di Kallas.
Il Medio Oriente è diventato un fardello per Ursula von der Leyen che si vanta di fare politica estera senza avere né questa competenza né un mandato degli Stati membri per farlo. Il 13 ottobre 2023, Ursula von der Leyen si era recata in Israele per mostrare la sua solidarietà a nome dell'Ue dopo il massacro di oltre 1.200 israeliani e la presa in ostaggio di altre centinaia durante il raid lanciato il 7 ottobre dall'organizzazione terroristica Hamas da Gaza. Von der Leyen aveva affermato il diritto dello Stato ebraico a difendersi. Dopo la sua visita, Netanyahu ha scatenato l'operazione militare nella Striscia di Gaza. L'operazione è diventata una guerra spietata. Continua ancora oggi con la distruzione delle infrastrutture civili e gli spostamenti di popolazione per stanare ed eliminare i leader dell'organizzazione terroristica considerata uno dei "proxy" del regime iraniano.
Le scelte su Israele e Gaza di Ursula von der Leyen, che all'epoca ignorò la posizione adottata dai 27 durante una videoconferenza organizzata d'urgenza dall'Alto Rappresentante Josep Borrell, le erano valse rimostranze da parte di alcuni leader europei, costretti a convocare un vertice straordinario per rettificare la posizione dell'Ue. Ursula von der Leyen è stata accusata di aver assimilato tutti i palestinesi a Hamas.
La presidente della Commissione è stata riconfermata per un nuovo mandato nonostante questo "grave errore politico" e continua a immischiarsi nelle relazioni complesse e difficili tra l'Ue e Israele. Ursula von der Leyen ha così ignorato lo scorso anno una richiesta dell'Irlanda e della Spagna di rivedere l'accordo di associazione UE-Israele. Solo quando i Paesi Bassi hanno insitito, invocando la violazione dell'articolo 2 sui diritti umani, e Kallas ha ottenuto il sostegno della maggioranza degli Stati membri al Consiglio degli Affari esteri, il processo è stato avviato. Ci è voluto il rischio di carestia nella Striscia di Gaza provocato dal blocco degli aiuti umanitari da parte di Israele perché von der Leyen criticasse apertamente l'azione del governo Netanyahu. La svolta è avvenuta dopo il tono molto duro verso Israele adottato dal nuovo cancelliere tedesco, Friedrich Merz. Durante una discussione telefonica con il re Abdullah II di Giordania, il 27 maggio, von der Leyen ha finalmente definito la situazione degli abitanti della Striscia di Gaza "ripugnante".
Tuttavia l'Ue rimane troppo divisa per avere un peso nei drammatici conflitti del Medio Oriente. Ursula von der Leyen ha probabilmente allineato le sue dichiarazioni alle reazioni di Germania e Francia. Il cancelliere Merz, come il presidente francese Emmanuel Macron, hanno menzionato il diritto di Israele a difendersi nei comunicati pubblicati dopo i primi missili contro la Repubblica islamica. Tuttavia, anche se influenti e direttamente coinvolti nei negoziati con l'Iran sul suo programma nucleare (la Francia e la Germania sono membri del E3 con il Regno Unito) Berlino e Parigi non sono tutta l'Ue. Alcuni governi ritengono che Israele abbia violato il diritto internazionale. La Spagna di Pedro Sanchez ha condannato "l'escalation militare in Medio Oriente a seguito degli attacchi israeliani". L'Italia di Giorgia Meloni ha dichiarato che la priorità deve essere "una soluzione diplomatica".
Le divisioni tra i ventisette su Israele contribuiscono alla marginalizzazione dell'Ue in Medio Oriente. Era già successo quando il governo di Benjamin Netanyahu aveva lanciato la sua operazione per decapitare Hezbollah e creare una zona di sicurezza nel sud del Libano. Le posizioni comuni servono tuttavia a prendere le distanze da derive pericolose, come la tentazione di lasciare fare a Israele nella speranza che liberi il mondo dal regime della Repubblica islamica provocandone la caduta.
La videoconferenza organizzata da Kaja Kallas è un tentativo di riprendere l'iniziativa, anche se l'Ue avrà difficoltà a esercitare un'influenza. È il paradosso della vicinanza con il Medio Oriente: le potenziali ripercussioni negative di questa nuova guerra scatenata da Israele - in materia di sicurezza, economica, energetica o migratoria - si faranno sentire soprattutto in Europa. Con i messaggi fuori linea di von der Leyen, ci sono anche ripercussioni per il sostegno alla causa ucraina. "Ursula von der Leyen offre ancora una volta un'altra scusa al Sud del mondo per accusare l'UE di doppio standard", ci ha detto un diplomatico.
La frase
"Trump ti rispetta se non sei in ginocchio. Ho l'impressione che ci siano governi europei che vogliono compiacerlo”.
L'ex presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, al Financial Times.
G7
Trump rimpiange l'assenza di Putin al summit del “G7 meno 1” - Il G7 di Kananaskis è iniziato nel peggior modo possibile. Incontrando Mark Carney, il premier canadese e ospite del summit, Donald Trump si è messo subito a rimpiangere l'uscita della Russia di Vladimir Putin dal G8 nel 2014. “Un grosso errore”, ha detto il presidente americano: “Barack Obama e una persona chiamata Trudeau non volevano avere la Russia dentro. Ho sempre detto che era un errore, perché non ci sarebbe una guerra ora se ci fosse la Russia dentro”. In realtà, la partecipazione di Putin al G8 fu sospesa proprio a causa di una guerra contro l'Ucraina. Dopo l'annessione illegale da parte della Russia della Crimea e l'intervento a favore dei separatisti nel Donbass, il summit del 2014 previsto a Sotchi fu cancellato. La Russia formalizzò l'uscita tre anni dopo. “Putin parla con me, non parla con nessun altro, perché si è sentito molto insultato quando è stato cacciato dal G8”, ha insistito Trump. Lo scambio con Carney, che ha interrotto il presidente americano mentre se la prendeva con le città democratiche che proteggono i migranti, illustra l'essenza e i pericoli di questo summit dei sette grandi: il G7 è diventato un G7 meno 1. Ma è un “uno” di cui nessuno vuole fare a meno, perché rimane la prima potenza mondiale. Il G7 “non è nulla senza la leadership degli Stati Uniti", ha detto Carney: "Lavoriamo insieme agli Stati Uniti e ai partner del G7 per affrontare le più importanti questioni geopolitiche, economiche e tecnologiche”.
Trump lascia il G7 dopo aver deluso gli europei sulle sanzioni alla Russia - Il presidente americano Donald Trump questa notte ha lasciato in anticipo il vertice del G7 in Canada, citando "cose importanti" da fare sul Medio Oriente. Non prima però di aver deluso gli europei, annunciando loro che non intende imporre rapidamente sanzioni contro la Russia, malgrado Vladimir Putin non abbia accettato la sua richiesta di cessate il fuoco. Almeno Ursula von der Leyen ha avuto un altro breve incontro con Trump, mentre Antonio Costa gli ha regalato una maglietta del calciatore Cristiano Ronaldo con la dedica "giochiamo per la pace".
Von der Leyen pronta ad accettare il “dazio di base” del 10 per cento? - Nella delegazione dell'Unione europea presente a Kananaskis c'è stata un'aggiunta dell'ultimo minuto. Il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, si è aggiunto a Ursula von der Leyen e Antonio Costa per proseguire le discussioni commerciali con le sue controparti americane. E' previsto un incontro con il Rappresentante per il Commercio, Jamieson Greer, per dimostrare la volontà di entrambe le parti di accelerare le discussioni in vista dell'ultimatum di Trump del 9 luglio, quando i dazi contro l'Ue potrebbero essere portati al 50 per cento. Ursula von der Leyen sembra disposta a fare una grande concessione a Trump. Secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt, la Commissione è pronta ad accettare il “dazio di base” del 10 per cento di Trump, se il presidente americano applicherà la stessa aliquota anche ad alluminio e acciaio, automobili, semiconduttori, farmaceutica e legno (su cui gli Stati Uniti già applicano o vogliono applicare dazi di almeno il 25 per cento). In cambio l'Ue abbasserebbe i suoi dazi sulle automobili americane e ridurrebbe gli standard di conformità. La Commissione ha ricevuto un mandato per negoziare un accordo zero dazi contro zero dazi sui prodotti industriali. Ma alcuni paesi, come Italia e Germania, sono pronti ad accettare un accordo asimmetrico per timore di un'escalation dei dazi.
Juncker critica von der Leyen per la sua tattica con Trump – L'ex presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, che aveva concluso con Trump un'intesa commerciale nel 2018, ha usato un'intervista al Financial Times per criticare la tattica scelta da Ursula von der Leyen, che ha lasciato al commissario Maros Sefcovic il compito di negoziare con gli Stati Uniti. "Non ci sarà alcun accordo senza la presenza attiva del presidente della Commissione”, ha detto Juncker, sottolineando il fatto che von der Leyen non ha cercato attivamente un incontro con Trump nei primi mesi del suo mandato. I due si sono semplicemente incontrati al funerale di papa Francesco in maggio. Juncker ha ricordato di aver incontrato Trump sette volte prima dell'accordo del 2018. Il calendario ufficiale degli incontri bilaterali di Ursula von der Leyen non include un faccia a faccia con Trump. Juncker ha anche criticato la mancanza di coerenza della strategia della Commissione che prima ha annunciato una ritorsione per i dazi di Trump su alluminio e acciaio, per poi sospenderli immediatamente nel giorno della loro entrata in vigore. "Non so se questo sia un segno di debolezza, ma è segno di scarsa preparazione", ha detto l'ex presidente della Commissione. Trump “ti rispetta se non sei in ginocchio. Ho l'impressione che ci siano governi europei che vogliono compiacerlo”, ha detto Juncker.
Geopolitica
Un accordo più vicino sulle sanzioni alla Russia, ma senza un nuovo tetto al prezzo del greggio – Gli ambasciatori dei ventisette Stati membri ieri hanno avuto una seconda discussione sul diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. La Commissione ha presentato alcuni emendamenti, che non sono stati sufficienti a trovare un accordo all'unanimità. Ma il lavoro prosegue e un nuovo testo dovrebbe essere sottoposto agli ambasciatori questa settimana, forse già domani. Alcuni paesi vogliono una stretta sulle criptovalute e un inasprimento delle sanzioni per limitare l'elusione delle sanzioni. Ma ci sono riserve sulla proposta di ridurre da 60 a 45 dollari al barile il tetto al prezzo del greggio russo. Gli Stati Uniti non sembrano pronti a sostenere questa misura, necessaria per ridurre le entrate petrolifere della Russia, nell'ambito del G7. Di conseguenza Ursula von der Leyen sarebbe pronta a rinunciare alla sua proposta. L'Ue non vuole ridurre il tetto al prezzo del petrolio russa in modo autonomo.
25 paesi per abbandonare il gas russo, Ungheria e Slovacchia contro – Al Consiglio energia di ieri la presidenza polacca dell'Ue ieri ha raccolto il consenso di altri 24 paesi per la proposta che sarà presentata oggi dalla Commissione di vietare le importazioni di gas russo. Le proteste di Ungheria e Slovacchia non sono servite a nulla. Il commissario all'Energia, Dan Jorgensen, ha confermato che i testi legislativi saranno presentati oggi a Strasburgo. “Son molto felice che nella discussione che abbiamo avuto oggi, in termini generali, i ministri sono stati molto positivi e fermi nell'impegno di sostenere l'obiettivo della road map che è liberarci dalla dipendenza energetica”, ha detto Jorgensen: “Non permetteremo più a Putin di usare l'energia come arma contro noi. Gli Stati membri non si faranno più ricattare dalla Russia. Non vogliamo continuare a finanziare indirettamente la guerra di Putin”. Jorgensen ha comunque assicurato che la proposta “terrà conto delle diverse sfide che alcuni Stati membri hanno di fronte. Ungheria e Slovacchia dovrebbero avere due anni in più per porre fine ai loro contratti di lungo periodo con la Russia.
L'Ungheria vuole che la Commissione paghi le penali per i suoi contratti - Divieto immediato di firmare nuovi contratti con la Russia, obbligo di porre fine a quelli di breve periodo alla fine dell'anno e interruzione di quelli di lungo periodo alla fine del 2028. Sono queste le principali misure che la Commissione dovrebbe presentare oggi per porre fine all'importazione di tutto il gas russo. Per aggirare potenziali veti, sarà una proposta di politica commerciale oppure usare l'articolo 122 del trattato, per i quali basta il voto a maggioranza qualificata degli Stati membri. Nel dibattito di ieri al Consiglio energia, il ministro degli Esteri ungheresi, Peter Szijjarto, ha chiesto di inviare la proposta perché destinata ad aumentare i prezzi dell'energia e ha ricordato che l'Ungheria ha un contratto con la Russia fino al 2037. "Chi paga le penali se violiamo i contratti?". Il commissario Dan Jorgensen ha risposto che grazie al divieto imposto dall'Ue, le società europee potranno invocare la “forza maggiore”. In ogni caso “non offriamo compensazioni”, ha detto Jorgensen.
Nessuna marcia indietro sulla rinuncia al gas russo, nemmeno con la pace – Un accordo di pace tra Russia e Ucraina non porterebbe alla riapertura del mercato europeo per il gas russo, ha detto ieri il commissario all'Energia, Dan Jorgensen. “Un divieto è un divieto che resterà in vigore fino a quando qualcuno non deciderà di toglierlo”, ha spiegato Jorgensen al termine del Consiglio Energia. “Anche se ci sarà una pace, e tutti speriamo ci sarà presto, questo non ci porterà a importare di nuovo gas russo. Sarebbe un errore perché riempiremmo di nuovo le casse di Putin”, ha detto il commissario. “Non dobbiamo ripetere gli errori del passato”. Il divieto di importazione “è qualcosa che resterà non solo nel breve periodo, ma anche nel lungo periodo”.
Riarmo
Arriva il quinto pacchetto Omnibus, questa volta per semplificare le regole per il riarmo - Oggi la Commissione presenterà un nuovo pacchetto “Omnibus”, questa volta dedicato alla difesa per cercare di semplificare le regole dell'Ue che ostacolano il rafforzamento dell'industria militare. “Senza questa semplificazione non sarà possibile raggiungere alcun altro risultato in termini di prontezza della difesa”, ha spiegato il commissario Andrius Kubilius la scorsa settimana, sottolineando che la “tradizionale burocrazia che forse è adatta in tempo di pace blocca gli sforzi per aumentare la produzione”. Il pacchetto Omnibus includerà maggiore flessibilità per gli stati membri negli appalti congiunti, maggiore flessibilità negli accordi quadro con l'industria e facilitazioni per gli appalti per l'innovazione. La semplificazione dovrebbe toccare la direttiva sugli appalti pubblici della difesa e la direttiva sui trasferimenti intra-Ue di prodotti per la difesa. La Commissione intende anche mettere mano ai permessi per l'industria e agli obblighi di rendicontazione, nonché alle regole sulla concorrenza e sulla finanza sostenibile.
Green deal
L'Italia entra nell'alleanza per il nucleare, la Germania diventa osservatrice – L'energia atomica sta vivendo una rinascita all'interno dell'Unione europea, dopo che l'Italia di Giorgia Meloni ha deciso di imboccare la strada del ritorno al nucleare e dopo l'arrivo al potere di Friedrich Merz in Germania. Al Consiglio Energia di ieri a Lussemburgo, l'Italia ha confermato il suo ingresso nell'Alleanza per il nucleare lanciata dalla Francia, mentre la Germania ha scelto di entrare come osservatore. “Oggi abbiamo un vero cambio di paradigma sul nucleare in Europa”, ha detto il ministro francese dell'Energia, Marc Ferracci. La prima Commissione di Ursula von der Leyen aveva fatto resistenza contro il nucleare, favorendo il gas come energia di transizione e sostegno alle rinnovabili, in linea con le priorità dei governi di Angela Merkel e Olaf Scholz. La seconda Commissione von der Leyen è molto più aperta, dopo che Merz ha abbandonato la sua opposizione al nucleare. La prova: il Programma indicativo nucleare 2025, pubblicato il 12 giugno, prevede un ruolo centrale per l'atomo nella decarbonizzazione con 241 miliardi di investimenti per 109 gigawatts di capacità.
Digitale
Ritardi nel decennio digitale - La Commissione ieri ha pubblicato il suo rapporto 2025 sullo Stato del decennio digitale, che valuta i progressi realizzati nella transizione per l'infrastruttura, le imprese, le competenze e i servizi pubblici in vista del 2030. Ci sono progressi, ma rimangono anche delle criticità. L'implementazione delle infrastrutture di connettività, come la fibra ottica e le reti 5G stand-alone, è ancora in ritardo. L'adozione dell'Intelligenza Artificiale (IA), del cloud e dei big data da parte delle aziende è migliorata, ma deve accelerare, liberandosi dalla dipendenza di fornitori esterni. Poco più della metà degli europei (55,6 per cento) possiede un livello base di competenze digitali. Secondo la Commissione, la mancanza di una collaborazione efficace tra il settore civile e quello della difesa sta causando ritardi nel progresso delle tecnologie digitali a uso duale, come l'intelligenza artificiale, l'informatica quantistica e i semiconduttori. “Per raggiungere gli obiettivi del 2030, l'Ue e i suoi Stati membri devono continuare a lavorare insieme per invertire queste tendenze e rafforzare la nostra sovranità digitale e tecnologica”, ha avvertito la vicepresidente, Henna Virkkunen.
Polonia
La polacca LOT compra 40 Airbus A220 - Per chi conosce la Polonia è una rivoluzione europeista. La compagnia LOT, che ha sempre privilegiato costruttori non europei come l'americana Boeing e la brasiliana Embraer, ha annunciato il suo primo acquisto dall'europea Airbus. LOT comprerà aerei 40 A220 da Airbus, con un'opzione di acquisto per altri 44, per espandere il suo ruolo di hub dell'Europa centrale e orientale. I dirigenti della compagnia hanno parlato di una scelta puramente commerciale. Ma dietro c'è molta politica. Donald Tusk vuole rafforzare l'alleanza con la Francia di Emmanuel Macron. L'accordo di ieri è "il più grande investimento nella storia della compagnia aerea nazionale polacca", ha spiegato il primo ministro: “Stiamo costruendo un leader nel trasporto aereo in Europa".
Spagna
Sanchez si difende dagli scandali di corruzione usando lo spauracchio dell'estrema destra – Il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ieri ha escluso nuovamente dimissioni o elezioni anticipate, dopo lo scandalo di corruzione che ha portato alle dimissioni del segretario organizzativo del suo Partito socialista. “Non permetteremo che la potenziale corruzione di pochi metta a repentaglio il buon andamento della Spagna. Non permetteremo loro di compromettere l'integrità di una delle amministrazione pubbliche più pulite nella storia del nostro paese. Non permetteremo che faccia cadere il più grande governo progressista ancora in piedi nell'Unione europea”, ha detto Sanchez dopo una riunione della direzione del Psoe. Lo spauracchio del ritorno al potere del Partido popular con l'estrema destra di Vox è la tattica scelta da Sanchez. “Consegnare le redini del paese a una coalizione del PP e di Vox sarebbe un'enorme irresponsabilità”, ha detto il premier socialista., spiegando di voler “restare al timore e far fronte alla tempesta” fino alla fine della legislatura nel 2027.
Accade oggi
G7: summit dei capi di stato e di governo con Antonio Costa e Ursula von der Leyen
Consiglio Ambiente a Lussemburgo
Presidenza polacca dell'Ue: riunione informale dei ministri dell'Agricoltura a Varsavia
Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sulla lotta agli abusi sessuali sui minori; il Patto europeo sugli Oceani; il rapporto sull'attuazione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza; la revisione dell'Accordo di associazione Ue-Israele; il rapporto sullo Stato di diritto 2024; gli ultimi sviluppi su diritti passeggeri aerei)
Commissione: conferenza stampa del commissario Jorgensen sul divieto di importazione di gas dalla Russia
Commissione: conferenza stampa dei commissari Dombrovskis e Kubilius sul pacchetto Omnibus per la difesa
Commissione: conferenza stampa della commissaria Albuquerque sul quadro per la securitizzazione
Parlamento europeo: discorso solenne del re Abdullah II di Giordania
Parlamento europeo: conferenza stampa dei leader dei gruppi politici
Parlamento europeo: conferenza stampa sulla direttiva anti-corruzione
Parlamento europeo: audizione in commissione Difesa del commissario Kubilius sul pacchetto Omnibus di semplificazione per la difesa
Eurostat: investimenti nella protezione dell'ambiente nel 2022