Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue. Oggi è Christian a prendere i comandi.
Macron ha perso la Francia, l'Europa perde la Francia
I risultati delle elezioni europee sono terribili: Emmanuel Macron ha perso la Francia e l'Europa sta per perdere la Francia. Il 50,2 per cento degli elettori francesi ha partecipato al voto e uno su due ha votato per partiti antieuropei - il 37 per cento per Rassemblement National e Reconquête di estrema destra, quasi il 10 per cento per La France Insoumise di estrema sinistra - mentre il 7 per cento dei voti è andato a un partito di destra, i Repubblicani, contrari alla riconferma della tedesca Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea. Se il capo dello Stato è coerente con se stesso, dovrebbe rifiutare la fiducia a von der Leyen, con il rischio di far precipitare l'Unione in una crisi istituzionale.
“Ho ascoltato il messaggio, le preoccupazioni”, ha detto Macron, prima di annunciare la decisione di sciogliere l'Assemblea nazionale e di indire elezioni anticipate per il 30 giugno e il 7 luglio. Stupore e rabbia. La dissoluzione del Parlamento ha fatto il gioco dell'estrema destra, il cui elettorato è galvanizzato dalla vittoria alle elezioni europee. La famiglia Le Pen si sta riunendo di nuovo, dopo la decisione della nipote, Marion Maréchal, capo della lista Reconquête, di abbandonare Eric Zemmour per rinnovare i legami e lavorare con il Rassemblement National guidato dalla zia, Marine Le Pen.
Di fronte all'estrema destra, la destra esita, il centro è disorientato e la sinistra è divisa. Tre settimane sono poche per mettere insieme un Fronte Repubblicano con formazioni politiche che si odiano tra loro. La “maggioranza” di Macron svanirà sullo sfondo. Non presenterà candidati contro i deputati uscenti che fanno parte del campo repubblicano, ha annunciato il ministro degli Esteri Stéphane Séjourné, uno dei pochi a conoscenza del piano del presidente, secondo il quotidiano Le Monde. "Emmanuel Macron non era costretto a prendere questa decisione. Ha lasciato che Jordan Bardella (capo della lista RN per le elezioni europee, ndr) dettasse l'agenda. Sta facendo un gioco pericoloso", ha dichiarato Raphaël Glucksmann, capo della lista socialista. “Decisione suicida”, “pompiere piromane diventato kamikaze suicida”, “apprendista stregone”, “giocatore di poker”, “architetto del caos”: gli epiteti sono molti per criticare il presidente.
“Fraintendere a tal punto lo stato del suo Paese e affidarsi in questo modo a una scommessa elettorale è semplicemente vertiginoso”, ha attaccato l'eurodeputato conservatore francese Arnaud Danjean, vicepresidente del PPE. “Dove porta l'orgoglio...”, ha insistito. "La sconfessione delle elezioni europee non è quella della ‘maggioranza’ presidenziale, per quanto mediocre e piena di contraddizioni, ma il rifiuto quasi epidermico e irrazionale del presidente stesso. Un'elezione legislativa anticipata non risolverà nulla", secondo Danjean. "La crudele ironia al centro delle elezioni europee: a livello europeo, il centro ha resistito. In Francia, sotto la guida di uno dei centristi più europeisti dell'UE, il centro è stato schiacciato", ha spiegato Sophie Pedder, corrispondente a Parigi dell'Economist.
“Il voto in Francia è solo in parte un voto euroscettico”, ci ha detto un responsabile politico francese. "È soprattutto e prevalentemente un voto di politica interna. Queste elezioni europee sono state un voto di metà mandato trasformato in un referendum su Macron. Da qui la natura atipica dei risultati francesi. Dalle mie parti, la maggior parte degli elettori ha votato contro Macron e contro il sistema, che è principalmente parigino prima che di Bruxelles", ci ha spiegato il politico francese.
Il Rassemblement National può continuare a pavoneggiarsi, ma i suoi trenta deputati saranno inutili. Jordan Bardella, invisibile da cinque anni, tornerà alla guida di un gruppo di partiti di estrema destra con meno di 60 eletti, la maggior parte dei quali “tossici”. Gli altri gruppi creeranno un cordone sanitario per emarginarlo al Parlamento europeo. L'estromissione dei tedeschi dell'AfD indebolirà la sua posizione. Come leader del RN, Marine Le Pen sta cercando un'alleanza con Giorgia Meloni, ma l'italiana, che è al potere nel suo paese, non vorrà rovinare i suoi sforzi per essere riconosciuta dai suoi pari nel Consiglio, alleandosi al Parlamento europeo con un gruppo di eurodeputati pro-Putin. La vittoria di Bardella è stata ottenuta spingendo Macron a giocare una partita di politica interna francese.
Secondo Mujtaba Rahman, direttore del centro di analisi Eurasia, era comunque “molto probabile che Macron sarebbe stato costretto a indire elezioni parlamentari anticipate in autunno. Ha ritenuto che sarebbe stato un vantaggio prendere l'iniziativa di un voto anticipato e decidere di 'andare dal popolo' prima di essere costretto a farlo". Conoscitore degli arcani europei, Rahman sottolinea che l'Eliseo “si aspettava una raffica di mozioni di censura sul bilancio 2025. Se Gabriel Attal avesse perso una o più di queste mozioni, Macron sarebbe stato più o meno obbligato a sciogliere l'Assemblea". Ma l'analista ammette di essere perplesso e scettico sulle possibilità di Macron di invertire la tendenza, visto che il 32 per cento alle europee pone Le Pen in una posizione molto, molto forte in vista delle legislative. “La Francia si sta probabilmente avviandosi verso un cattivo equilibrio, o con un primo ministro di estrema destra o con un altro parlamento senza maggioranza”.
Emmanuel Macron potrà avere un ruolo nelle nomine per i vertici europei? Nessuno dei nostri interlocutori ne è convinto. Se segue la sua logica di ascolto dei cittadini, il capo dello Stato dovrebbe rifiutare di riconfermare Ursula von der Leyen per un secondo mandato alla guida della Commissione. La tedesca è diventata l'incarnazione dell'Europa che i partiti nazionalisti e di estrema destra rifiutano. L'estrema destra voterà contro la sua investitura alla sessione inaugurale del nuovo Parlamento il 18 luglio, se verrà proposta dai capi di Stato e di governo. Ma i suoi voti non saranno sufficienti a impedire la sua elezione. Macron potrebbe bocciarla prima, al vertice sulle nomine del 27 e 28 giugno. Ma può permettersi di provocare una crisi istituzionale contro la Germania, di cui Ursula von der Leyen è la candidata?
“Macron non ha alcun asso nella manica a livello europeo”, sostiene un funzionario del Partito Popolare Europeo. "Ursula von der Leyen è la Spitzenkandidat del PPE, il partito che ha vinto le elezioni europee. Ha il suo sostegno, avrà il sostegno dei socialisti e avrà il sostegno dell'ECR (il gruppo dei conservatori e riformisti europei guidato da Fratelli d'Italia, il partito di Giorgia Meloni). E non c'è alcuna alternativa credibile che il Consiglio europeo possa presentare", afferma il funzionario del Ppe, prima di ammettere: “Sarà una riconferma per difetto, senza entusiasmo”.
Macron l'Europeo delude e preoccupa l'Unione Europea. Ma l'UE è diventata l'ultima delle sue preoccupazioni. Vuole cancellare l'immagine di peggior presidente della Quinta Repubblica che comincia a essergli appiccicata addosso. La sua scommessa: mobilitare gli elettori che si sono astenuti dalle elezioni europee per ricostituire un Fronte Repubblicano che blocchi l'estrema destra demonizzandola ed evidenziandone l'incompetenza.“Questa tattica non funziona più”, afferma Edouard Philippe, ex primo ministro di Macron. Il presidente dei Repubblicani (LR) Eric Ciotti ha respinto ieri l'idea di un'alleanza con Emmanuel Macron. Cosa farà la destra francese? Stringerà un patto con l'estrema destra, come in Italia?
Secondo l'Eliseo, Macron e il suo entourage vogliono credere in un sussulto e rifiutano l'idea di un ingresso dell'estrema destra al governo a luglio. Ma Macron sembra pronto ad assumere la responsabilità della politica del tanto peggio tanto meglio: la coabitazione con un governo dominato dal Rassemblement National fino alle elezioni presidenziali del 2027. “Potrebbe considerarla una mossa strategica, per permettere all'opinione pubblica di valutare i fallimenti dell'estrema destra al potere e per dimostrare che, tutto sommato, un governo moderato è preferibile”, scrive il politologo Olivier Costa. Il filosofo e saggista Nicolas Tenzer offre un breve richiamo storico sotto forma di avvertimento: “Sappiamo come l'estrema destra arriva al potere, a volte in modo democratico; sappiamo anche cosa fa lì, che non è propriamente democratico; e sappiamo che, una volta al potere, è molto difficile farglielo abbandonare”.
La frase
“I sistemi politici in Francia e Germania sono molto diversi. L’idea che in Germania si possano indire nuove elezioni o cose del genere non è mai venuta fuori per un secondo”.
Olaf Scholz.
Elezioni europee
I leader del Ppe affinano la strategia per sostenere von der Leyen - Ursula von der Leyen ieri ha tenuto una conferenza stampa a Berlino con il leader della Cdu, Friedrich Merz, reclamando nuovamente la vittoria del Ppe alle elezioni europee e la sua riconferma come presidente della Commissione. “Ora siamo più di 45 seggi davanti al secondo più grande gruppo”, ha detto von der Leyen. La presidente uscente della Commissione ha ribadito di voler costruire una “grande maggioranza per un'Europa forte”. La strategia per ottenere il sostegno dei leader e del Parlamento europeo è presentarsi come un paio di mani sicure per guidare la Commissione. “In questi tempi turbolenti abbiamo bisogno di stabilità, responsabilità e continuità”, ha detto von der Leyen. I capi di stato e di governo del Ppe ieri si sono visti in videoconferenza per affinare la strategia in vista della prima scadenza: la cena informale dei leader del 17 giugno. Prima di sedersi a tavola con Charles Michel e gli capi di stato e di governo, i leader del Ppe si rivedranno di persona in formato ristretto per un vertice della famiglia popolare.
La cena dei 27 sulle nomine sarà senza von der Leyen - Ursula von der Leyen non sarà invitata alla cena informale dei leader del 17 giugno, durante la quale sarà discussa la sua possibile conferma per un secondo mandato come presidente della Commissione. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha deciso di non invitarla dopo aver registrato l'opposizione di una maggioranza di capi di stato e di governo. Michel la scorsa settimana ha parlato al telefono con 23 leader. IN precedenza aveva consultato sul formato e l'agenda della cena sui “top job”. Il 17 giugno sarà un vertice informale dedicato unicamente alla discussione sul processo e sui candidati. “Un'ampia maggioranza di leader ha una forte preferenza per un dibattito a porte chiuse, con nessun candidato presente”, ci ha spiegato una fonte europea. L'obiettivo è avere una discussione “libera e aperta”. Ci sono precedenti: José Manuel Barroso, Herman van Rompuy e Donald Tusk e Charles Michel furono costretti a lasciare la sala al momento della loro conferma. Ma non tutti i leader sono d'accordo con chi non ha voluto von der Leyen alla cena. Un secondo gruppo aveva un “approccio neutrale”, ci ha spiegato la fonte: “Un gruppo molto piccolo ha espresso la preferenza che la presidente della Commissione sia presente”. In ogni caso von der Leyen sarà presente al Consiglio europeo del 27 e 28 giugno, anche se dovrà lasciare la sala al momento della decisione formale su una sua eventuale nomina.
I consigli di Juncker a von der Leyen - Il nostro collega Marco Bresolin del quotidiano italiano La Stampa ha intervistato l'ex presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, che ha una serie di consigli per Ursula von der Leyen. Chiedere i voti a Giorgia Meloni? “Io credo che non vada fatta alcuna coalizione formale con il suo partito”, ha risposto Juncker. La maggioranza tra Ppe, socialisti e liberali sarà sufficiente, perché “non bisogna confondere la situazione attuale con quella del 2019. All’epoca lei non si era candidata, questa volta invece era la capolista del partito che ha vinto le elezioni. Credo che il margine di 40 eurodeputati sarà sufficiente”, ha detto Juncker. Al Consiglio europeo serve il sostegno di Meloni “E chi lo ha detto che un presidente della Commissione non può essere nominato senza il via libera del primo ministro di un grande paese? Il premier britannico David Cameron votò contro di me!”, ha ricordato Juncker: “Tutto dipenderà dalle discussioni che Von der Leyen farà con Meloni, ma se anche lei votasse a favore in Consiglio, non è detto che i suoi eurodeputati faranno lo stesso in Parlamento. Ripeto: von der Leyen non ha bisogno di quei voti”. E con i Verdi? “Sarebbe saggio includerli perché con loro la maggioranza sarebbe più completa”.
Cosa farà Giorgia? - Giorgia Meloni ha vinto la sua scommessa di fare delle elezioni europee un plebiscito personale. Il suo partito Fratelli d'Italia ha ottenuto quasi il 29 per cento dei voti e Meloni ha ottenuto oltre 2 milioni di preferenze sul suo nome, nonostante si sia candidata ben sapendo che non sarebbe andata al Parlamento europeo. La sua influenza nell'Ue esce rafforzata dalle elezioni europee, in particolare dopo le sconfitte subite da Emmanuel Macron e Olaf Scholz. Ma cosa sceglierà di fare Meloni? Aderire alla maggioranza europeista di Ursula von der Leyen o porsi alla testa dei partiti euroscettici e di estrema destra? Una fonte del Ppe ci ha spiegato di aspettarsi una scelta pragmatica del presidente del Consiglio italiano. “Sostenere von der Leyen rafforzerebbe ulteriormente la posizione di Meloni. Unirsi a Marine Le Pen significherebbe marginalizzarsi. Sarebbe controproducente per Meloni”, ci ha detto la fonte. In Italia anche il Partito democratico di Elly Schlein, il principale dell'opposizione, ha ottenuto un buon risultato. Con il 24 per cento e 21 eletti, il Pd diventerà la prima delegazione dei Socialisti&Democratici, superando il Psoe spagnolo. Rivendicherà la presidenza del gruppo socialista? E sosterrà von der Leyen insieme a Meloni?
Hayer promette responsabilità, ma senza l'Ecr nella maggioranza - Valérie Hayer, presidente del gruppo Renew, ha rivendicato il ruolo di forza politica “imprescindibile” per formare una maggioranza al Parlamento europeo, nonostante il calo di seggi e la sconfitta della sua lista in Francia per mano dell'estrema destra di Marine Le Pen. “Il gruppo Renew si assumerà le sue responsabilità. Nessuna coalizione si farà senza di noi”, ha detto Hayer: “Discuteremo con le forze pro europee e pro democratiche di questo Parlamento per costruire una maggioranza pro europea”. Hayer ha ribadito una linea rossa: “Continueremo a lottare contro l’estrema. Sull’Ecr manteniamo la posizione di nessun accordo”. Hayer ha aperto la porta a una conferma di Ursula von der Leyen. “La priorità non è la personalità ma qual è il programma politico”. E ha annunciato di voler essere confermata come presidente del gruppo Renew nella prossima legislatura.
Dombrovskis sarà confermato alla Commissione - Il primo ministro lettone, Evika Silina, si è mossa in fretta sulla scelta del commissario europeo da proporre al prossimo presidente della Commissione. “Valdis Dombrovskis ha ricevuto un sostegno schiacciante da parte degli elettori più importanti. La sua esperienza e conoscenza sono apprezzate anche nelle istituzioni dell'Ue. È nell'interesse della Lettonia rafforzare la propria influenza in Europa. Pertanto propongo Dombrovskis alla carica di commissario europeo, in modo che la candidatura possa essere approvata anche dal governo”, ha detto ieri Silina. Al suo secondo mandato, Dombrovskis è vicepresidente esecutivo responsabile dell'Economia e del commercio. Dopo Ursula von der Leyen, è anche commissario più importante del Ppe. Negli scorsi mesi era circolato il nome di Krisjanis Karins come potenziale commissario della Lettonia, ma è stato costretto a dimettersi da ministro degli Esteri a causa di uno scandalo legato agli aerei charter usati quando era primo ministro.
Accade oggi
Commissione: discorso della presidente von der Leyen a Berlino alla Conferenza sulla Ricostruzione dell'Ucraina; partecipano anche i vicepresidenti Dombrovskis, Sefcovic e Jourova
Servizio europeo di azione esterna: discorso dell’Alto rappresentante Borrell alla Conferenza annuale dell'Union Institute for Security Studies (EUISS)
Commissione: il commissario Lenarcic ad Amman partecipa al summit umanitario su Gaza
Commissione: la commissaria Jourova a Berlino incontra i rappresentanti dei media e delle organizzazioni della società civile
Commissione: la commissaria Simson partecipa alla Settimana europea dell’energia sostenibile 2024
Consiglio: Comitato Politico e di Sicurezza
Nato: il segretario generale Stoltenberg in Lettonia per il Summit B9