Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Maggioranza, D'Hondt e cordone sanitario
Ci scuseranno i nostri lettori più esperti della bolla dell'Unione Europea. Oggi Il Mattinale Europeo cercherà di spiegare ai comuni mortali come funziona il Parlamento europeo, il “cordone sanitario” contro l'estrema destra, l'elezione di presidenti e vicepresidenti, tra regole istituzionali e prassi politiche. Una delle accuse ricorrenti dell'estrema destra contro i gruppi della maggioranza è che non le viene permesso di occupare posti di potere e responsabilità nell'Unione europea e più in particolare al Parlamento europeo. E' un metodo “totalmente antidemocratico”, ha detto l'eurodeputato del Rassemblement National, Jean-Paul Garraud, lunedì durante il lancio del gruppo di estrema destra “Patrioti per l'Europa” promosso da Viktor Orban. Ma cosa significa “cordone sanitario”? Perché viene praticato alla ripartizione D'Hondt degli incarichi? Ed esiste davvero una maggioranza al Parlamento europeo?
Partiamo dalla fine, cercando di chiarire un equivoco comune. Una maggioranza formale al Parlamento europeo non esiste e non è mai esistita. Nel 2019 c'era stato un tentativo di negoziare un documento programmatico comune tra i quattro principali gruppi europeisti – Partito popolare europeo, Socialisti&Democratici, liberali di Renew e Verdi – ma non ha portato a nessun risultato. Dopo le elezioni europee del 9 giugno, l'esercizio non è stato ritentato. Il 18 luglio si verificherà se esiste una maggioranza per sostenere la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, per un secondo mandato. Ma, per il resto della legislatura, la maggioranza sarà solo informale. Ppe, Socialisti e Renew (ed eventualmente i Verdi) non saranno vincolati da un contratto di governo, come accade in Germania e in altri paesi. Questa maggioranza informale, tuttavia, permette al Parlamento europeo di funzionare, esercitando un ruolo di leadership in coordinamento con i gruppi che non ne fanno parte.
Il primo atto di una legislatura è l'elezione del presidente del Parlamento europeo, seguita a ruota dall'elezione dei vicepresidenti e dei questori e da quella dei presidenti e dei vicepresidenti delle commissioni parlamentari. Quest'anno si comincerà il 16 di luglio durante la plenaria di Strasburgo. Secondo il regolamento del Parlamento, in teoria tutti possono candidarsi, basta avere il sostegno di un certo numero di altri deputati o di uno o più gruppi politici. Ma i posti vengono assegnati preventivamente con una ripartizione tra i gruppi politici proporzionale alla loro forza numerica. E' il metodo D'Hondt, inventato dallo studioso belga Victor D'Hondt nel 1878 per attribuire i seggi nei sistemi elettorali che utilizzano il proporzionale. Nel caso del Parlamento europeo, il numero totale dei componenti di un gruppo viene diviso per 1, 2, 3, 4, 5 (eccetera), fino al numero di incarichi da assegnare. I posti vengono poi attribuiti in ordine decrescente. Il Ppe, che è il più grande gruppo con 188 eletti, ha la prima scelta (e il maggior numero di incarichi). I Socialisti&Democratici, che è il secondo gruppo con 136 eletti, ha la seconda scelta. E così via.
Il presidente del Parlamento europeo è l'incarico che vale più di tutti e per prassi viene attribuito in modo particolare. Generalmente, Ppe e socialisti si dividono l'incarico per due anni e mezzo, metà legislatura ciascuno. In un solo caso è stato eletto un presidente liberale (Pat Cox tra il 2002 e il 2004), quando il Ppe ha rotto il patto informale di grande coalizione con i socialisti. La presidente uscente Roberta Metsola, maltese candidata dal Ppe, dovrebbe ottenere un secondo mandato senza difficoltà. Dal 2027 toccherà a un socialista, con ogni probabilità un esponente del Partito democratico italiano. Poi il metodo D'Hondt scatta per le vicepresidenze del Parlamento europeo. Tre al Ppe, quattro ai socialisti, due a Renew e all'ECR, uno ciascuno alla Sinistra, ai Verdi e ai “Patrioti per l'Europa”.
Nella notte tra lunedì e martedì i gruppi si sono distribuiti le presidenze delle commissione. Il Partito popolare europeo ha scelto Affari esteri, Agricoltura, Industria, Affari costituzionali, Pesca, Controllo di bilancio e Salute. Socialisti&Democratici si sono presi Affari economici, Ambiente, Commercio internazionale, Affari regionali e Donne. Conservatori e riformisti europei hanno voluto Bilancio, Libertà pubbliche e Petizioni. Renew ha preselezionato Sviluppo, Affari giuridici e sottocommissione Difesa. I “Patrioti per l'Europa” hanno chiesto Cultura e Trasporti. I Verdi hanno voluto Mercato interno e sottocommissione Diritti umani. La Sinistra ha strappato Occupazione e Fisco. Ma attenzione! Questa ripartizione per il momento è il risultato di un semplice calcolo. Dopo il D'Hondt entra in gioco il “cordone sanitario”.
Il “cordone sanitario” è il rifiuto da parte di più gruppi di cooperare con uno o altri gruppi per una ragione specifica. Storicamente è stato applicato ai gruppi di estrema destra, che nel corso degli anni hanno assunto diverse forme e denominazioni. Nel 2019 il cordone sanitario è stato imposto a Identità e democrazia e, parzialmente, ai Conservatori e riformisti europei. Nel caso di ID è stato applicato in modo generalizzato. Nel caso dell'ECR in modo individuale, a seconda del candidato proposto per un determinato incarico. Lo stesso schema dovrebbe essere applicato nel 2024. Nessuna presidenza o vicepresidenza al gruppo dei “Patrioti per l'Europa”, erede di ID. Il vicepresidente del Parlamento europeo che il metodo D'Hondt attribuisce ai “Patrioti”, per decisione politica finirà al gruppo socialista, consentendo così ai Socialisti&Democratici di averne cinque. Anche le presidenze delle commissione Cultura e Trasporti, che in teoria spetterebbero ai “Patrioti”, finiranno a deputati di altri gruppi.
Quanto all'ECR dipenderà dalle commissioni e dai deputati che candiderà per le presidenze. Non ci saranno problemi per confermare il belga della N-VA Johan van Overtveldt alla presidenza della commissione Bilancio. Per contro, difficilmente socialisti, liberali e verdi voterebbero a favore di un deputato di Fratelli d'Italia o del partito polacco Legge e Giustizia (PiS) per la presidenza della commissione Libertà pubbliche, che si occupa di diritti fondamentali e migranti. E' la ragione per cui il PPE e l'ECR hanno raggiunto un accordo informale per effettuare uno scambio: la commissione Libertà pubbliche sarà diretta da un popolare, mentre la presidenza della commissione Agricoltura andrà ai sovranisti dell'ECR.
Il “cordone sanitario” è anti democratico, come denunciato i “Patrioti per l'Europa”? L'affermazione è discutibile. In realtà, non esiste nessuna regola scritta. Formalmente ad eleggere i presidenti e i vicepresidenti della plenaria o delle commissioni sono gli stessi deputati attraverso un voto perfettamente democratico. Il cordone sanitario consiste nel presentare una candidatura concorrente opposta a quella del candidato del gruppo dei Patrioti e un voto in blocco a suo favore da parte di tutti i deputati degli altri gruppi. La sua eliminazione rispetta le regole della democrazia. con conseguente equa eliminazione.
Negli Stati membri poi ci sono tradizioni e pratiche diverse. In alcuni paesi – come l'Italia – sono i partiti della maggioranza che hanno, oltre al presidente di ciascun ramo del Parlamento, la presidenza di tutte le commissioni parlamentari (con l'eccezione delle cosiddette commissioni di garanzia che si occupano di servizi segreti o sorveglianza della televisione pubblica). In altri – come in Germania – si cerca un accordo consensuale tra i gruppi e in caso contrario applica una ripartizione simile al D'Hondt (il metodo Sainte-Laguë-Schepers per il Bundestag tedesco).
Al Parlamento europeo, il gruppo di estrema destra “Patrioti per la democrazia” non si oppone solo a determinate politiche, ma all'intero sistema. “E' chiarissimo che chiunque venga eletto dai popoli europei deve avere l'occasione di lavorare qui nel Parlamento Europeo come membro eletto e noi dobbiamo garantire queste condizioni di lavoro”, ha spiegato il capogruppo del Ppe, Manfred Weber. “Un'altra questione è chi rappresenta le istituzioni: coloro che vanno contro il progetto e le istituzioni europee, come Viktor Orban, che ha detto pubblicamente di voler smantellare il Parlamento Europeo, non possono rappresentare il Parlamento Europeo come istituzione”, ha ricordato Weber. Contestando la legittimità democratica dell'Ue, l'estrema destra si mette fuori del suo sistema istituzionale.
La frase
"Uccide il marito e dichiara la moglie terrorista. Tipico di Putin".
L'oppositrice in esilio Yulia Navalnaya, vedova del defunto Alexei Navalny, dopo che la Russia l'ha inserita in una lista di "terroristi ed estremisti".
Maggioranza
L'orientamento “negativo” degli eurodeputati di Meloni su von der Leyen - Il co-presidente del gruppo ECR, Nicola Procaccini, esponente del partito Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, ieri ha detto che per il momento c'è un orientamento “negativo” sul voto per confermare Ursula von der Leyen presidente della Commissione per un secondo mandato. “Ad oggi, in base alla piattaforma programmatica che noi abbiamo letto (...), mi sembra una piattaforma programmatica troppo simile a quella degli scorsi cinque anni. E quindi se abbiamo dato un giudizio critico degli scorsi cinque anni, questo ci porta verso un voto negativo”, ha detto Procaccini. La scelta non è definitiva. Lo stesso procaccini ha detto che intende aspettare l'incontro di von der Leyen con il gruppo ECR di martedì prossimo a Strasburgo. In ogni caso i deputati di Fratelli d'Italia seguiranno le “indicazioni che riceveremo dal primo ministro (Meloni)”, ha spiegato Procaccini. Con 23 eletti, Fratelli d'Italia potrebbe rivelarsi decisiva per la conferma di Ursula von der Leyen il 18 luglio nella plenaria di Strasburgo.
Polemica sul capogabinetto di von der Leyen a caccia di voti al Parlamento - Il direttore di Transparency international, Nick Aiossa, ieri ha scritto alla Commissione per chiedere informazioni sul ruolo del capogabinetto di Ursula von der Leyen, Björn Seibert, nella campagna condotta al Parlamento europeo per trovare i voti necessari alla sua conferma. “Seibert ha accompagnato la signora von der Leyen negli incontri che si sono svolti con gruppi politici e singoli deputati al Parlamento europeo per garantire impegni di voto per il voto della prossima settimana. Data la natura di queste attività di campagna, a nostro avviso dovrebbe essere ancora in congedo, come previsto dalle norme dello statuto dei funzionari, che giustamente gli imponevano di prendere un congedo in precedenza”, si legge nella lettera indirizzata al capogabinetto del commissario responsabile dell'Amministrazione, Johannes Hahn. “Vorremmo sapere se il signor Seibert ha ricevuto l'approvazione necessaria per questa attività e quali linee guida specifiche si applicano in questo caso”. Transparency international aveva già chiesto in aprile chiarimenti sul ruolo che avrebbe ricoperto Siebert dopo le elezioni europee in vista della conferma di von der Leyen, ma senza ricevere risposte dalla Commissione.
Sedie musicali
Il segretario generale del Ppe si dimette, Weber rafforza il suo controllo - Simon Busuttil, il segretario generale del gruppo del PPE, ieri ha annunciato le sue dimissioni e la nomina di Ouarda Bensouag come suo successore per dirigere l'amministrazione del gruppo più grande del Parlamento europeo. "Nel momento in cui l'attuale legislatura del Parlamento europeo si avvia alla conclusione, ho deciso che questo è il momento giusto per me per lasciare il mio incarico di segretario generale del gruppo", ha scritto Busuttil in un'email, che abbiamo potuto consultare. Ouarda Bensouag è la capogabinetto di Manfred Weber, che con questa sostituzione rafforza ulteriormente il suo controllo sul PPE. Oltre a presiedere il gruppo, Weber è anche il presidente del partito europeo del PPE. Bensouag è "il braccio destro di Weber che rafforza la sua presa sul Ppe", ci ha detto una fonte. Fino a poco tempo fa, Weber aveva preparato un altro "paracadutaggio" per la sua più stretta collaboratrice: Bensouag era stata nominata per un posto di direttore dentro l'amministrazione del Parlamento europeo, ma il suo trasferimento era stato congelato fino all'inizio della nuova legislatura.
Geopolitica
Nato, un 75° anniversario pieno di cose non dette - I dubbi sulla capacità del presidente Joe Biden di fare campagna e vincere contro Donald Trump e le libertà che si è concesso il primo ministro ungherese Viktor Orban hanno scosso le discussioni dei leader dei paesi dell'Alleanza riuniti al vertice di Washington per il 75° anniversario della Nato. Ma nulla è stato detto pubblicamente. "Orban ha mantenuto un basso profilo durante la sessione e nessuno ha detto nulla", ci ha rivelato un partecipante. Il vertice ha adottato una dichiarazione ricca di impegni e i leader si sono scambiati parole amichevoli. È stato molto lontano dal vertice di Londra del 2019 per il 70° anniversario della Nato, con gli scontri tra il presidente francese Emmanuel Macron e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan e l'incidente provocato dal presidente Donald Trump, infastidito dalla presa in giro di cui era stato bersaglio durante una divagazione filmata tra il canadese Justin Trudeau, il britannico Boris Johnson, l'olandese Mark Rutte ed Emmanuel Macron durante il ricevimento a Buckingham Palace.
Orban incontra Donald Trump dopo il vertice Nato - Il primo ministro Viktor Orban ha intrapreso quella che definisce una “missione di pace” tra Russia e Ucraina. Ha incontrato il presidente Zelensky a Kyiv e poi si è recato a Mosca il 5 luglio per un colloquio con Vladimir Putin. La missione è stata un fallimento. La Russia ha bombardato un ospedale pediatrico a Kyiv alla vigilia del vertice Nato a Washington. Ma Viktor Orban non intende demordere. "La missione di pace continua. Ho avuto un importante incontro con il presidente Erdogan a Washington. Il presidente è un partner importante nella nostra missione di pace! La Turchia è l'unico Paese che è riuscito a svolgere il ruolo di mediatore tra le parti in conflitto nella guerra tra Russia e Ucraina", ha detto il leader ungherese giovedì dopo l'incontro con Erdogan. L'annuncio dell'incontro con Donald Trump nella sua tenuta in Florida è in linea con questa logica, ma consente anche a Viktor Orban di posizionarsi in vista della rielezione del candidato repubblicano, che il premier ungherese auspica apertamente.
L'Unione Europea in uno stato di debolezza di fronte a Orban - All'interno dell'Unione Europea ci sono mugugni, rancore e proteste contro Viktor Orban. Ma nessuno vuole prendere la palla al balzo e sancire il fatto che Orban sta usando la presidenza ungherese del Consiglio per condurre la sua "missione di pace" senza alcun mandato per sabotare la stessa Ue. La risposta finora è solo simbolica. Finlandia, Svezia, i tre Stati baltici e la Polonia boicotteranno le riunioni ministeriali informali organizzate dalla presidenza ungherese del Consiglio dell'Ue a luglio. Ma, come abbiamo spiegato sul Mattinale Europeo, non sono previste sanzioni. "Orban può anche abusare della presidenza dell'Ue, ma di certo non rappresenta né la Nato né l'Ue. Non sta parlando a nome del mio paese o di qualsiasi altro paese che non sia il suo", ha dichiarato il capo della diplomazia lituana Gabrielius Landsbergis. "Questa sarebbe dovuta essere una dichiarazione di Scholz, Macron e altri capi di Stato e di governo dell'Ue qualche tempo fa. È positivo che Landsbergis sia intervenuto, ma ci dice qualcosa sulla mancanza di leadership all'interno dell'Ue e sul fatto che gli attori più potenti non sono in grado di parlare e agire con forza", ha commentato l'analista tedesco Ulrich Speck.
Mosca prende di mira i leader delle industrie della difesa dell'UE - Gli Stati Uniti e la Germania hanno sventato un complotto russo per assassinare Armin Papperger, amministratore delegato del produttore di armi e fornitore di automobili tedesco Rheinmetall, ha rivelato la CNN, citando "cinque funzionari statunitensi e occidentali informati sul caso". Rheinmetall è il maggior produttore tedesco di proiettili d'artiglieria da 155 mm. L'azienda si sta preparando ad aprire una fabbrica di veicoli blindati in Ucraina nelle prossime settimane. Le operazioni clandestine russe e i tentativi di sabotaggio sono stati tra gli argomenti discussi dai leader della Nato al vertice di Washington. Gli alleati vogliono migliorare la condivisione delle informazioni. Le rivelazioni sull'attentato all'amministratore delegato di Rheinmetall hanno sollevato la questione della reazione dell'Alleanza. L'articolo 5 stabilisce che un attacco armato contro uno Stato membro della Nato è un attacco contro tutti. L'invocazione dell'articolo 5 consente agli alleati di fornire l'assistenza che ritengono necessaria, in qualsiasi forma, per rispondere a una determinata situazione. Si tratta di un obbligo individuale che incombe su ogni alleato e ogni alleato è responsabile di determinare ciò che ritiene necessario fornire nel contesto in questione.
Antisemitismo
L'antisemitismo onnipresente nelle società europee - Un’indagine pubblicata ieri dall'Agenzia per i diritti fondamentali dell'Unione europea rivela che gli ebrei in tutta l'Ue continuano a sperimentare e incontrare antisemitismo su base praticamente continua, nella vita reale come online. "L’antisemitismo continua a pervadere la sfera pubblica, riproducendo e radicando stereotipi negativi sugli ebrei. Questo limita gravemente la loro capacità di vivere una vita apertamente ebraica, ha un effetto dissuasivo sulla loro partecipazione alla società e ha un impatto negativo sul loro benessere psicologico”, dice l'Agenzia. Il sondaggio è stato realizzato prima degli attacchi del 7 ottobre condotti da Hamas contro Israele e della risposta israeliana a Gaza. Nel complesso, l'80 per cento per cento degli intervistati ritiene che l'antisemitismo sia aumentato nel loro paese nei 5 anni precedenti il sondaggio. Le manifestazioni più problematiche dell'antisemitismo sono i "contenuti antisemiti su Internet e sui social media" (91 per cento), seguiti da "antisemitismo negli spazi pubblici" (78 per cento), "profanazione dei cimiteri ebraici" , "vandalismo contro edifici o istituzioni ebraiche" e "antisemitismo nei media" (tutti 76 per cento), "graffiti antisemiti" (75 per cento) e "antisemitismo nella vita politica" (73 per cento). Il 96 per cento degli intervistati ha riferito di aver riscontrato episodi di antisemitismo online o offline nei 12 mesi precedenti l’indagine. Le manifestazioni antisemite più comuni “stereotipi negativi che accusano gli ebrei di detenere potere e controllo sulla finanza, sui media, sulla politica o sull’economia” (85per cento), “negare a Israele il diritto di esistere come Stato” (79 per cento) e "ritenere gli ebrei collettivamente responsabili delle azioni di Israele", "negazione dell'Olocausto/banalizzazione o distorsione dei fatti storici" e "paragonare la politica di Israele alla politica nazista" (tutti 78 per cento).
Antitrust
Apple firma una tregua con Vestager su Apple Pay – Il contenzioso tra la Commissione e Apple sul potenziale abuso di posizione dominante di Apple Pay si è concluso con una rara tregua tra Margrethe Vestager e il colosso americano, dopo che Apple ha presentato una serie di concessioni per aprire alla concorrenza il suo sistema tecnologico di pagamento senza contatto. Apple consentirà agli sviluppatori di accedere alla sua tecnologia“tap-and-go” (o Near-Field Communication) senza dover pagare il colosso americano. Le concessioni permettono ad Apple anche di rispettare le nuove regole introdotte dal Digital Markets Act. La decisione “apre la concorrenza in questo settore cruciale, impedendo ad Apple di escludere altri portafogli mobili dall’ecosistema dell’iPhone”, ha detto la vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager. Il colosso americano ha evitato una sanzione che avrebbe potuto arrivare fino a 40 miliardi.
Vestager difende la decisione su Lufthansa e ITA - Abbiamo approfittato della conferenza stampa di Margrethe Vestager su Apple per chiedere alla vicepresidente della Commissione se il via libera all'acquisizione della compagnia aerea ITA da parte di Lufthansa sia stato deciso per ragioni politiche, come molti sospettano. I toni della risposta sono stati seccati. Le pressioni da parte del governo italiano, le fughe di notizie dal G7 in Italia, la tempistica a ridosso della conferma della nomina di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione, la poca trasparenza nel comunicare le ragioni del via libera: non siamo gli unici ad aver messo insieme una serie di indizi sospetti. Una decisione politica? "Non lo è", ha risposto Vestager, negando di aver preso la decisione per aiutare von der Leyen. "Se il Parlamento [europeo] si rendesse conto che si tratta di una decisione politica per aiutare il presidente eletto a ottenere il sostegno dell'Italia, il Parlamento si arrabbierebbe e questo potrebbe causare enormi problemi alla presidente", ha detto Vestager.
Sentenze
La Corte Ue salva i lupi da von der Leyen - La Corte di giustizia dell'Unione Europea ieri ha fissato una serie di paletti per concedere una deroga al divieto di caccia al lupo, dopo che alcune organizzazioni per la protezione degli animali e dell'ambiente hanno contestato la decisione del governo del Land del Tirolo di abbattere un lupo che aveva ucciso circa 20 pecore. Lo scorso anno la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, aveva promosso una modifica dello stato di protezione del lupo ed esortato gli stati membri a usare le deroghe in modo flessibile per permettere il loro abbattimento. L'annuncio aveva sollevato sospetti di conflitto di interessi, dato che un pony di von der Leyen era stato ucciso da un lupo. La Corte dell'Ue ha stabilito che per concedere una deroga al divieto di caccia al lupo, la popolazione di lupi deve trovarsi in uno stato di conservazione soddisfacente sia a livello locale sia a livello nazionale, ma anche a livello transfrontaliero. Inoltre, la deroga non deve pregiudicare il mantenimento dello stato di conservazione soddisfacente per nessuno dei tre livelli. I danni gravi devono, almeno in gran parte, essere imputabili all'esemplare considerato. Infine, non deve esserci nessun'altra soluzione valida all'abbattimento.
I giudici di Lussemburgo infliggono un altro colpo ai balneari in Italia - Le concessioni balneari in Italia sono oggetto di una dura battaglia politica tra Roma e Bruxelles. L'Italia è sotto procedura di infrazione per non aver mai applicato la direttiva Bolkestein che impone di mettere a gara le concessioni delle spiagge. La Corte di giustizia dell'Ue ha già condannato l'Italia, ma la Commissione esita a chiedere di infliggere una multa. Ieri la Corte ha inflitto un altro colpo alla lobby italiana dei balneari stabilendo che la norma italiana che prevede che le opere non amovibili costruite sulle spiagge vengano acquisite a titolo gratuito dallo Stato italiano al termine di una concessione, non costituisce una restrizione alla libertà di stabilimento. Il ricorso era stato presentato dalla Società Italiana Imprese Balneari che gestisce, sul territorio del Comune di Rosignano Marittimo, uno stabilimento sul quale ha costruito una serie di opere. Al termine della concessione, al momento del rinnovo, le opere costruite su tale demanio sono state acquisite a titolo gratuito dallo Stato italiano, come previsto dal codice di navigazione italiano, imponendo di conseguenza il pagamento di canoni demaniali maggiorati.
Geoeconomia
La Commissione contesta la nuova inchiesta commerciale della Cina - La controffensiva della Cina per la decisione della Commissione di imporre dazi anti sussidi sui veicoli elettrici potrebbe essere molto più ampia di quanto temuto. Il ministero del Commercio cinese mercoledì ha annunciato l'avvio di un'inchiesta su quelle che considera pratiche sleali da parte dell'Ue, non solo nel settore del commercio ma anche degli investimenti. L'indagine riguarda prodotti come le locomotive, l'energia fotovoltaica e l'energia eolica. Sono i settori su cui la Commissione è intervenuta con i nuovi strumenti anti sovvenzioni per proteggere il mercato interno, costringendo delle imprese cinesi a ritirarsi da gare di appalto in Romania e Bulgaria. Pechino ha avviato inchieste anche sul cognac e sulla carne suina in provenienza dall'Ue. La Commissione contesta l'approccio scelto da Pechino. “Ci aspettiamo che qualsiasi utilizzo degli strumenti di politica commerciale da parte della Cina sia pienamente conforme alle regole e alle procedure dell’OMC a cui tutti abbiamo aderito”, ci ha detto un portavoce della Commissione.
Migranti
I migranti e i rifugiati ucraini salvano l'Ue dal declino demografico nel 2023 - Dopo un calo nel 2020 e nel 2021 a causa dell’impatto della pandemia di Covid-19, la popolazione dell’Ue è aumentata per il secondo anno consecutivo, passando da 447,6 milioni il primo gennaio 2023 a 449,2 milioni di persone il primo gennaio 2024. Tuttavia, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat, il saldo naturale è negativo (più morti che nascite) ed è stato più che compensato dal saldo migratorio positivo. La crescita demografica osservata può essere in gran parte attribuita all’aumento dei movimenti migratori e all’afflusso di sfollati dall’Ucraina che hanno ricevuto lo status di protezione temporanea. Inoltre, sette paesi hanno registrato un calo della popolazione lo scorso anno, compresa l'Italia. I maggiori aumenti sono stati registrati in Spagna (+525.100), Germania (+330.000) e Francia (+229.000).
Accade oggi
Presidenza ungherese dell'Ue: riunione informale dei ministri dell'Ambiente a Budapest
Commissione: il vicepresidente Sefcovic a Zagabria incontra il premier Andrej Plenkovic
Commissione: il commissario Hahn a Porschach in Austria interviene all’Europaforum 2024
Eurostat: dati sulla spesa per l'educazione finanziaria nel 2021; statistiche sull'acqua nel 2022