Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue. Oggi è Christian a prendere i comandi.
Orban contro Weber, la gara a chi è il più furbo dell'Ue
La furbizia maligna è all'opera nell'Unione Europea. Lo ha assicurato Viktor Orban. Belzebù si è impadronito della mente del tedesco Manfred Weber e vuole formare una coalizione “a favore della guerra al Parlamento europeo", ha accusato il premier ungherese. La frase è oltraggiosa, ma riassume la battaglia che si è svolta dietro le quinte per i "Top Jobs" delle istituzioni e che si è conclusa ieri con la conferma dell'accordo per riconfermare Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione e nominare l'ex primo ministro socialista del Portogallo, Antonio Costa, al Consiglio europeo e il primo ministro liberale dell'Estonia, Kaja Kallas, come Alto Rappresentante per la politica estera. Le nomine saranno annunciate al vertice dei leader a Bruxelles di giovedì e venerdì.
Presidente di Fidesz dal 2003 e primo ministro dell'Ungheria dal 2010, Viktor Orban è stato a lungo l'"enfant terrible" del Partito Popolare Europeo, protetto dalla CDU tedesca fino alla sua cacciata nel marzo del 2021. Da allora, Viktor Orban ha coltivato la sua avversione nei confronti di Manfred Weber, accusato di aver lavorato per la sospensione di Fidesz, il suo partito, prima di arrivare alla rottura con la famiglia popolare, quando è stata lanciata una procedura di esclusione grazie a una modifica dello statuto del PPE. La decisione di Manfred Weber di invitare l'avversario di Orban, Peter Magyar, a entrare nel PPE ha scatenato le ostilità attuali. Ex membro di Fidesz, ex marito di Judit Varga, l'ex ministra della Giustizia di Viktor Orban, Peter Magyar è il leader di un partito centrista, Tisza, che ha ottenuto sette dei 21 seggi ungheresi alle elezioni europee.
Viktor Orban ha espresso la sua rabbia all'indomani della cena informale dei leader dell'UE tenutasi a Bruxelles il 17 giugno per discutere le nomine di chi dirigerà la Commissione, il Consiglio europeo e il Servizio di azione esterna per i prossimi cinque anni. Sono i tre “Top Jobs”, a cui si aggiunge l'elezione del presidente del Parlamento europeo. "Nell'Unione europea si è formata una coalizione a favore della guerra e dell'immigrazione, guidata da Manfred Weber del Partito Popolare Europeo, che è un nemico e un avversario di lunga data dell'Ungheria", ha denunciato Orban nelle sue apparizioni sui media ungheresi il giorno dopo la cena dei leader. Viktor Orban ha accusato Manfred Weber di svolgere "il ruolo di Belzebù nel fallimento e nel disordine della politica di Bruxelles". Accanto a lui, "Ursula von der Leyen è un chierichetto", ha detto il premier ungherese. "Hanno concordato un programma che non va bene per l'Ungheria ed è diverso da quello che vuole il popolo ungherese”.
La realtà è meno diabolica, ma è brutale. Il Partito Popolare Europeo ha vinto le elezioni europee. È stato l'unico partito ad aumentare la propria rappresentanza. Oggi ha 13 capi di Stato e di governo che siedono al tavolo del Consiglio europeo, l'organo di governo dell'Ue. Ma le sue componenti principali, la CDU-CSU in Germania, il Partido Popular in Spagna e i Républicains in Francia, sono all'opposizione. I partiti nazionalisti e di estrema destra sono stati contenuti, nonostante la forte crescita in Francia e in Italia, e non riescono a trovare un accordo per formare il gruppo unico al Parlamento europeo che i loro leader sognano. Come Viktor Orban, diventato il "senzatetto" dell'Ue, anche Giorgia Meloni, capo del governo italiano e leader del partito di estrema destra Fratelli d'Italia, è stata tenuta fuori dai negoziati condotti dai negoziatori del PPE, dei socialisti e dei liberali, le tre principali famiglie europeiste. Orban e Meloni non hanno nascosto la loro insoddisfazione al termine della cena di lunedì.
Manfred Weber, rieletto alla presidenza del gruppo PPE in Parlamento, carica che detiene in concomitanza con la presidenza del partito del PPE, è così diventato il kingmaker. Ha invitato i partiti pro-europei del Parlamento a "essere pronti al compromesso" e a "creare solide basi per le maggioranze". L'obiettivo era eleggere Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea per un secondo mandato. Weber è stato a lungo un uomo nell'ombra, schivo, timido. Originario della Baviera e membro della CSU, il partito gemello della CDU, ha trascorso tutta la sua carriera al Parlamento europeo. Candidato del PPE alla presidenza della Commissione nel 2019, ha visto le sue ambizioni frustrate da Emmanuel Macron. Il presidente francese lo ha umiliato pubblicamente dicendo che non aveva "né l'esperienza né l'autorità necessarie" per guidare la Commissione. Weber continua a serbare rancore, anche se pubblicamente smentisce.
Uomo di apparato, Weber ha un potere reale all'interno del Parlamento europeo. La sua elezione a presidente del partito del PPE nel 2022, unita alla sua conferma come leader del gruppo negli ultimi 10 anni, gli ha permesso di politicizzare il dibattito europeo e di avere peso perfino all'interno del Consiglio europeo. Nel corso del tempo è diventato uno stratega e ora si permette di manovrare sulle nomine. Ursula von der Leyen ha vissuto un inferno nel 2019. Considerata dal PPE un'usurpatrice perché imposta da Emmanuel Macron, ha perso una parte importante dei voti dei suoi compagni di partito al momento della conferma al Parlamento europeo, che alla fine ha ottenuto grazie a una risicata maggioranza di 9 voti. Da allora ha subìto una sorta di calvario durante quasi tutte le riunioni con il gruppo del PPE al Parlamento, ci ha detto un funzionario.
Manfred Weber le ha perdonato l'offesa e l'ha nominata “Spitzenkandidat” del PPE per un secondo mandato. E' stato soprattutto un espediente per avere il sopravvento su di lei. Allo stesso modo, Weber è all'origine dell'elezione della maltese Roberta Metsola come presidente del Parlamento europeo, che ora vuole imporre per un secondo mandato. Alla cena del 17 giugno, il PPE ha alzato la posta. Ha chiesto la presidenza del Consiglio europeo per uno dei suoi membri alla fine del primo mandato di due anni e mezzo di Antonio Costa - il presidente del Consiglio è nominato per un mandato di due anni e mezzo, rinnovabile una volta. In alternativa avrebbe voluto un mandato completo di cinque anni per Roberta Metsola alla guida del Parlamento europeo, in modo da avere dei rappresentanti del PPE alla guida di due delle istituzioni dell'Ue per tutta la legislatura.
"Il PPE deve smetterla perché il suo appetito sta rendendo un cattivo servizio ai suoi candidati", ci aveva avvertito un diplomatico europeo di alto livello prima della conferma dell'accordo sul trio von der Leyen-Costa-Kallas. Senza i voti dei socialisti e dei liberali, Ursula von der Leyen non otterrà la maggioranza necessaria di 361 voti per essere investita alla guida della Commissione e il PPE potrebbe perdere l'istituzione che controlla da 20 anni. Manfred Weber aveva giustificato le sue richieste con i posti di responsabilità già ottenuti dalle altre due famiglie. "La Banca europea per gli investimenti è occupata da una socialista spagnola (Nadia Calvino). Un liberale olandese (Mark Rutte) è stato proposto per il posto di Segretario generale della Nato. E per il Consiglio d'Europa, l'istituzione custode dei nostri valori fondamentali, Renew (i liberali) ha proposto il belga Didier Reynders. Il PPE terrà conto di tutto questo al tavolo dei negoziati", aveva spiegato in un'intervista rilasciata a diversi media alla vigilia della cena del 17 giugno. Weber ieri ha prontamente fatto marcia indietro sulla spartizione del Consiglio europeo.
Il consenso sui tre nomi che si era registrato lunedì ieri si è trasformato in un'intesa "stabile". Ma attenzione: "ciò che conta non è l'accordo su tre nomi, ma sulla politica da perseguire", ha avvertito Viktor Orban. Al vertice che si apre domani, i leader europei dovranno concordare anche l'Agenda strategica, che definisce le azioni prioritarie da intraprendere per consentire all'UE di affrontare le sfide economiche e geopolitiche dei prossimi 5 anni e le risorse e gli strumenti per finanziarle. L'adozione di questo programma richiede l'unanimità. Alla fine, Il vero Belzebù dell'Ue potrebbe essere Viktor Orban.
La frase
“Ursula von der Leyen fa la contabile di quello che le dicono i capi di Stato e di governo. Non la sto incolpando, non può fare nulla per riprendere l'autorità”.
Romano Prodi, ex presidente della Commissione europea.
Conclave europeo
Al Consiglio europeo l'accordo sul trio von der Leyen-Costa-Kallas - E' bastata un incontro in teleconferenza ieri tra Donald Tusk e Kyriakos Mitsotakis, Olaf Scholz e Pedro Sanchez, Emmanuel Macron e Mark Rutte per confermare l'intesa che era già stata raggiunta la scorsa settimana sui “Top Jobs”. I sei negoziatori che rappresentano il Partito popolare europeo, il Partito socialista europeo e i liberali di Renew domani proporranno ai capi di stato e di governo di confermare la tedesca Ursula von der Leyen come presidente della Commissione, di nominare il portoghese Antonio Costa presidente del Consiglio e di scegliere l'estone Kaja Kallas come Alto rappresentante per la politica estera. L'accordo è stato confermato da diverse fonti. "I capi di Stato e di governo hanno concordato questa mattina durante una videoconferenza di proporre Ursula von der Leyen per un secondo mandato", ha detto il leader della Cdu tedesca, Friedrich Merz: è una "buona decisione".
Meloni nuovamente esclusa dalle trattative sui “Top Jobs” - Il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, è rimasta nuovamente fuori dai negoziati sulle nomine che saranno approvate al Consiglio europeo. E' la seconda volta, dopo la cena informale di lunedì 17 giugno, durante la quale Meloni ha reagito in modo “furioso”, secondo diversi testimoni. In caso di opposizione della premier italiana, i capi di stato e di governo del Ppe, del Pse e di Renew sono pronti a passare in forza, ricorrendo a un voto a maggioranza qualificata. Al Consiglio europeo non sarà negoziata nemmeno la richiesta avanzata dall'Italia di una vicepresidenza della Commissione e di un portafoglio importante per il commissario italiano. Toccherà a Ursula von der Leyen negoziare con Meloni, ma come capo di governo, non come leader del partito dei Conservatori e riformisti europei. Una delle condizioni poste da socialisti e liberali a von der Leyen è di non fare accordi con l'estrema destra.
Orban furioso per l'accordo sulle nomine - A prescindere da Meloni, il Consiglio europeo con ogni probabilità dovrà ricorrere al voto a maggioranza qualificata per ratificare l'accordo sulle nomine. Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ieri ha reagito in modo furioso su X dopo che l'accordo è stato confermato. “L'accordo che il Ppe ha stretto con la sinistra e i liberali va contro tutto ciò su cui si fonda l'Ue”, ha denunciato Orban: “Invece dell'inclusione, semina i semi della divisione. Gli alti funzionari dell'Ue dovrebbero rappresentare tutti gli Stati membri, non solo la sinistra e i liberali!”. Salvo sorprese, il premier ungherese domani non si priverà del piacere di votare contro von der Leyen, Costa e Kallas e di annunciarlo pubblicamente. Ma il vero pericolo per il successo del Consiglio europeo è un veto di Orban sull'agenda strategica, il documento che fissa le priorità per i prossimi cinque anni.
Divisioni su un'Agenda strategica vuota - Abbiamo messo le mani sulla seconda bozza dell'Agenda strategica che sarà discussa domani dai capi di Stato e di governo, così come sul progetto di conclusioni del Consiglio europeo. Entrambi i testi non affrontano i principali nodi sulle sfide dei prossimi cinque anni, come le modalità per finanziare la montagna di investimenti necessari a rafforzare la difesa europea e alla doppia transizione climatica e digitale. Anche sulle riforme interne in vista dell'allargamento, i due testi rimangono vaghi. Le bozze dovrebbero essere finalizzato oggi, ma "non sarà il documento del secolo", ci ha detto un negoziatore. "La base di lavoro presentata dal Presidente del Consiglio era molto debole e non era possibile rifare tutto", ha spiegato. "Ma ci saranno alcune cose: la difesa, la politica industriale e tecnologica e le grandi questioni che sono state oggetto di dibattito pubblico negli Stati membri, il Patto verde e la competitività, la questione della migrazione, la questione del bilancio", ci ha spiegato il nostro interlocutore. Il campo anti immigrazione, che vorrebbe promuovere il modello Ruanda, ottiene una piccola vittoria. La seconda bozza dell'agenda strategica contiene una frase che lascia la porta aperta a inviare migranti e richiedenti asilo in paesi terzi. “Attraverso il suo approccio di partenariato globale, l’Unione europea continuerà a cooperare in modo reciprocamente vantaggioso con i paesi di origine e di transito e prenderà in considerazione nuove modalità per prevenire e contrastare la migrazione irregolare”. L'espressione chiave per il modello Ruanda è “nuove modalità”.
Parlamento
Iratxe confermata alla guida dei socialisti, ma solo per due anni e mezzo - “Come Socialisti e Democratici abbiamo chiare le nostre linee rosse, che sono con l'Ecr e Id”, ha detto ieri la presidente del gruppo dei Socialisti&Democratici al Parlamento Europeo, Iratxe Garcia Perez, dopo essere stata confermata per un altro mandato. Socialisti e liberali di Renew intendono applicare il cordone sanitario all'estrema destra. Al gruppo dei Conservatori e riformisti europei (Ecr) appartiene Fratelli d'Italia, il partito di Giorgia Meloni. Al gruppo Identità e democrazia (Id) appartiene il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella. Dopo l'accordo sui "Top Jobs" tra i capi di stato e di governo delle famiglie politiche europeiste, Garcia Perez non ha dato per scontato il sostegno dei socialisti a Ursula von der Leyen "Per noi è importante insistere sul fatto di voler un accordo ma allo stesso tempo vogliamo negoziare le politiche. Questo sostegno non può essere un assegno in bianco. Dobbiamo parlare delle nostre priorità e saremo molto seri in merito", ha detto la presidente del gruppo socialista. Garcia Perez dovrebbe essere confermata solo per due anni e mezzo. La segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, ieri ha detto che c'è un accordo per fare in modo che il gruppo sia guidato da un italiano nella seconda metà della legislatura.
Geopolitica
Una conferenza intergovernativa “storica” per l'Ucraina e la Moldavia - L'Unione europea ieri ha avviato formalmente i negoziati di adesione con l'Ucraina e la Moldavia, inviando un segnale di determinazione sulla volontà di proteggere i due paesi dall'aggressione e dall'influenza della Russia. “Questa è una giornata storica per l’Ucraina e l’Ue. La strada per raggiungere questo punto è stata impegnativa e la determinazione dell’Ucraina nell’intraprendere le riforme necessarie è stata davvero impressionante”, ha detto il ministro degli Esteri belga, Hadja Lahbib, che ha presieduto le due conferenze intergovernative a Lussemburgo. “Quando abbiamo firmato la richiesta di adesione all'Ue al quinto giorno della guerra, molti avevano detto che non era nient'altro che un sogno”, ha ricordato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. L'avvio dei negoziati “dimostra che tutti gli ucraini insieme, tutti gli europei insieme, sono capaci di realizzare perfino i sogni più grandi, capaci di vincere”, ha detto Zelensky.
Mandato d'arresto internazionale contro Shoigu e Gerasimov - La Corte penale internazionale ieri ha emesso un mandato d'arresto contro l'ex ministro della difesa russo, Sergei Shoigu, e il capo di stato maggiore dell'esercito, Valery Gerasimov. Entrambi sono sospettati di crimini di guerra e crimini contro l'umanità per gli attacchi missilistici effettuati dalle forze armate russe contro l'infrastruttura elettrica ucraina dal 10 ottobre 2022 fino almeno al 9 marzo 2023. I mandati d'arresto contro Shoigu e Gerasimov “sono un passo fondamentale per garantire la piena responsabilità davanti alla giustizia per i crimini di guerra e crimini contro l'umanità della Russia in Ucraina”, ha detto l'Alto rappresentante, Josep Borrell. “Sosteniamo con forza il lavoro della Corte penale internazionale”.
Antitrust
Vestager contesta l'abuso dominante di Microsoft con Teams - La Commissione europea ieri ha accusato formalmente Microsoft di aver violato le norme sulla concorrenza dell'Ue per aver collegato la sua applicazione Teams alle sue suite Office 365 e Microsoft 365. Secondo la Commissione, Microsoft ha un modello di business incentrato sulle suite che combina più tipi di software in un'unica offerta. Per i servizi di Margrethe Vestager, Microsoft detiene una posizione dominante a livello mondiale nel mercato delle applicazioni di produttività per uso professionale. Collegando Teams alle sue principali applicazioni di produttività, Microsoft avrebbe limitato la concorrenza sul mercato dei prodotti di comunicazione e collaborazione, abusando di una posizione dominante. Malgrado Microsoft abbia iniziato a offrire alcune suite senza Teams, la Commissione ritiene preliminarmente che questi cambiamenti non siano sufficienti a rispondere alle sue preoccupazioni.
Vacca sacra
Niente accordo al Consiglio sulle nuove tecniche genomiche - La presidenza belga del Consiglio dell'Ue ha deciso di ritirare dall'ordine del giorno della riunione degli ambasciatori di oggi l'adozione delle regole sulle nuove tecniche genomiche (Ngt). Il Consiglio dell'Ue non ha ancora raggiunto un'intesa sul mandato negoziale per avviare le trattative con il Parlamento europeo sulla proposta della Commissione. La presidenza belga è stata costretta a constatare che non c'è una maggioranza qualificata sul testo di compromesso. Il dossier delle Ngt passa alla presidenza ungherese dell'Ue. L'Ungheria fa parte della minoranza di blocco sulle nuove tecniche genomiche insieme ad Austria, Croazia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Germania e Bulgaria.
Sentenze
I giudici dell'Ue mettono in difficoltà il governo Meloni - La Corte di giustizia dell'Ue ha inflitto un duro colpo all'Italia dopo aver stabilito che le attività dell'acciaieria ex Ilva di Taranto devono essere sospese se presentano pericoli gravi e rilevanti per l'ambiente e la salute umana. La sentenza su un caso sollevato davanti al Tribunale di Milano contraddice le decisioni prese dai successivi governi italiani dal 2012 per mantenere in attività l'acciaieria, prorogando le scadenze per attuare le misure di protezione dell'ambiente. Secondo la sentenza dei giudici di Lussemburgo, “in caso di pericoli gravi e rilevanti per l’integrità dell’ambiente e della salute umana, il termine per applicare le misure di protezione previste dall’autorizzazione all’esercizio non può essere prorogato ripetutamente e l’esercizio dell’installazione deve essere sospeso”. Inoltre, la Corte ricorda che “in caso di violazione delle condizioni di autorizzazione all’esercizio dell’installazione, il gestore deve adottare immediatamente le misure necessarie per garantire il ripristino della conformità della sua installazione a tali condizioni nel più breve tempo possibile”.
Accade oggi
Parlamento europeo: riunione costitutiva del gruppo Renew
Parlamento europeo: riunione costitutiva del gruppo Ecr
Parlamento europeo: riunione della Conferenza dei presidenti
Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari
Commissione: la presidente von der Leyen riceve il presidente slovacco, Peter Pellegrini
Commissione: discorso del commissario Schmit alla Conferenza europea dei servizi sociali
Commissione: la commissaria Simson a Copenaghen partecipa al decimo Forum sulle infrastrutture energetiche
Banca centrale europea: discorso del capo-economista Philip Lane alla Conferenza di politica monetaria della Banca di Finlandia
Comitato economico e sociale: conferenza sull'Energia abbordabile con il presidente del Cese, Oliver Röpke, e il ministro belga Karine Lalieux
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Eurostat: indici dei prezzi dell'agricoltura nel primo trimestre; censimento popolazione e abitazioni nel 2021