Buongiorno! Sono David Carretta e, insieme a Christian Spillmann, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.
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Perché il PfizerGate non è uno scandalo sui vaccini
Il Tribunale dell'Unione europea domani pronuncerà una sentenza che potrebbe lasciare una macchia sulla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. I giudici di Lussemburgo sono chiamati a esprimersi su un ricorso presentato dalla giornalista del New York Times, Matina Stevis, cui la Commissione ha rifiutato una richiesta di accesso ai documenti relativi agli scambi di messaggi tra von der Leyen e l'amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, durante i negoziati per gli acquisti di vaccini tra il 2021 e il 2022. Sono i famosi “sms” con cui i due avevano comunicato nel periodo più delicato della pandemia, quando Stati Uniti, Unione europea, Regno Unito, Russia e Cina facevano a gara a chi avrebbe avuto più rapidamente accesso ai miliardi di dosi necessari a vaccinare l'intera popolazione contro il Covid-19. Complottisti, no-vax e anti europei lo hanno ribattezzato “PfizerGate”: un presunto scandalo, dal valore di decine di miliardi di euro, di commistione tra interessi privati e pubblici ai danni dei cittadini. Non è così. Gli acquisti congiunti dei vaccini da parte della Commissione sono uno dei grandi successi del primo mandato di Ursula von der Leyen. Quel che il “PfizerGate” rivela è un problema completamente diverso: l'ossessione della presidente e dei suoi più stretti collaboratori per la centralizzazione, la segretezza e l'immagine di von der Leyen.
Gli acquisti congiunti di vaccini contro il Covid-19 sono stati una scommessa politica senza precedenti e vincente da parte di Ursula von der Leyen. Nella primavera del 2020, quando Donald Trump lanciò la corsa globale ai vaccini per uscire dai lockdown della pandemia, l'Ue non aveva né le strutture amministrative né gli strumenti giuridici per procedere allo stesso modo degli Stati Uniti. La sanità è una competenza esclusiva degli Stati membri. Gli acquisti di vaccini pure.
Dietro alla decisione della Commissione di proporre gli acquisti congiunti per tutta l'Ue c'era un'impellenza politica. Se ciascuno Stato membro fosse andato avanti da solo, quelli più ricchi o più avanzati sul piano della ricerca avrebbero avuto accesso più rapidamente alle dosi, innescando un processo di recriminazioni nazionaliste e una potenziale implosione dell'Ue. Nell'estate del 2020 gli Stati membri hanno acconsentito di delegare alla Commissione gli acquisti, ma nell'ambito di un comitato in cui sedeva un loro rappresentante, che prendeva le decisioni all'unanimità, senza obbligo di partecipare ai singoli contratti. Il processo è stato lungo, faticoso e pieno di ostacoli per la Commissione.
E' il dicembre del 2020 il momento di svolta nella lotta contro la pandemia di Covid-19. Quel mese i primi vaccini di Pfizer vengono messi sul mercato nel Regno Unito, seguiti da quelli di Moderna e Astrazeneca. L'Ue ha già negoziato i contratti di acquisto, ma ha un ritardo rispetto a britannici e americani dovuto alle capacità di produzione delle società farmaceutiche. All'inizio del 2021 il tema diventa sempre più scottante sul piano politico. Mentre Stati Uniti e Regno Unito corrono, l'Ue è lenta e i vaccini acquistati dalla Commissione non arrivano negli Stati membri secondo il calendario previsto. I governi e le opinioni pubbliche nazionali attribuiscono la responsabilità a Bruxelles. L'amministratore delegato di Astrazeneca, Pascal Soriot, in un'intervista al quotidiano italiano la Repubblica accusa la Commissione di aver negoziato male i contratti. Secondo Soriot, non c'è alcun obbligo di consegnare il numero di dosi concordate, ma semplicemente di fare il miglior sforzo.
Molto di ciò che viene scritto e detto in quei giorni contro la Commissione è falso. Astrazeneca perderà una causa intentata dalla Commissione per violazione del contratto davanti a un tribunale in Belgio. Ma con i lockdown ancora in corso il tema è esplosivo. E' in quel momento che si instaura la relazione speciale tra von der Leyen e Bourla.
Il 28 aprile del 2021, sul New York Times, la giornalista Matina Stevis ha raccontato come la presidente della Commissione si è assicurata un rapporto diretto e molte più dosi instaurando grazie al rapporto diretto e personale con l'amministratore delegato di Pfizer. Già nel gennaio del 2021 la presidente della Commissione si assicura una revisione del contratto con Pfizer per raddoppiare il numero di dosi per l'Ue. Nelle settimane successive, Bourla accetterà di accelerare le consegne dei vaccini compensando i ritardi di Astrazeneca. Von der Leyen e l'amministratore delegato di Pfizer discutono al telefono e via “sms”. E' stato lo stesso Bourla a spiegarlo a Matina Stevis, che ha intervistato anche la presidente della Commissione.
Ursula von der Leyen ha una formazione medica e si interessa direttamente di tutti gli aspetti legati ai vaccini. La relazione speciale ha anche altre ragioni. Pfizer, a differenza di Moderna, piccola startup farmaceutica con sede negli Stati Uniti, ha importanti capacità di produzione nell'Ue e si dimostra più affidabile di Astrazeneca. Soprattutto, il vaccino contro il Covid-19 di Pfizer ha origine nella collaborazione con una società biotech tedesca, BioNTech, che ha sviluppato la tecnologia rivoluzionaria mRNA.
Alla fine del 2021 l'Unione europea può dichiarare “missione compiuta”. L'80 per cento della popolazione è stata vaccinata contro il Covid-19. Gli Stati membri dell'Ue sono stati più efficaci degli Stati Uniti e del Regno Unito, per non parlare di Cina e Russia. E' in quel momento che gli “sms” di von der Leyen con Bourla si trasformano nel “PfizerGate”. La presidente della Commissione ha negoziato in segreto con l'amministratore delegato di Pfizer? Cosa si nasconde dietro? Quali interessi personali ha la presidente della Commissione o il marito? Frédéric Baldan, un lobbista belga no vax, ha presentato una denuncia davanti alla magistratura belga contro von der Leyen, accusandola di abuso di potere, distruzione di documenti pubblici, perseguimento di interessi illeciti e corruzione, e di danneggiamento delle finanze pubbliche del Belgio.
La macchina della propaganda e della disinformazione dei partiti estremisti si è messa in moto. Attorno al “PfizerGate” sono emerse sui social media, sui siti complottisti ma anche al Parlamento europeo e nei parlamenti nazionali le teorie più assurde, che la Commissione non è riuscita a frenare, preferendo mantenere il segreto sugli “sms”.
La prima richiesta di accesso ai documenti sugli “sms” del “PfizerGate” risale al luglio del 2021, ad opera di Alexander Fanta, giornalista del sito netzpolitik.org. Ed è stata subito rifiutata dalla Commissione che si è giustificata con il fatto di non aver trovato i documenti. Nel settembre dello stesso anno l'Ombudsman europeo (il difensore civico), Emily O'Reilly, aveva avviato un'inchiesta per cattiva amministrazione. Essendosi scontrata al costante rifiuto di cooperare, nel luglio del 2022 O'Reilly ha chiuso l'inchiesta con una dura critica alla Commissione. Matina Stevis del New York Times si è vista rifiutare l'accesso agli “sms” nel novembre del 2022. Lei e il giornale americano hanno così deciso di ricorrere al Tribunale dell'Ue per annullare la decisione della Commissione.
La linea di difesa di von der Leyen è fragile e regge a un filo giuridico molto sottile. La Commissione non ha mai ammesso l'esistenza degli “sms”, né la loro eventuale distruzione. Le regole interne prevedono di conservare e registrare solo i documenti importanti che non siano di breve durata. Ma, secondo la Commissione, gli “sms” con Bourla non sono importanti e dunque non devono essere considerati come documenti. “Abbiamo la conferma che una ricerca approfondita è stata effettuata e nessun documento è stato trovato”, ci ha detto una fonte della Commissione. Chi ha effettuato la ricerca e stabilito se gli “sms” sono importanti? Non il servizio giuridico o il segretariato generale. Con ogni probabilità è stato il capo-gabinetto della stessa von der Leyen, Bjorn Seibert. “Nella cerchia attorno alla persona che ha generato gli “sms” - cioè la presidente - ci sono persone con sufficiente responsabilità per valutare l'importanza dell'informazione e il rispetto degli standard”, ci ha confermato la fonte della Commissione.
Il processo davanti ai giudici europei non riguarda i vaccini, ma il modo in cui von der Leyen e la sua squadra operano. Mania per il controllo assoluto, centralizzazione in un gruppo ristretto di persone, segretezza della comunicazione, mancanza di trasparenza, mai ammettere un errore o uno sbaglio per non rovinare l'immagine della presidente. Nel caso degli “sms” con Bourla, von der Leyen e i suoi consiglieri si sono arrogati il diritto di decidere se si tratta di documenti rilevanti, diventando giudici di sé stessi. Quando i giornalisti fanno bene il loro lavoro – Matina Stevis, che ora dirige l'ufficio del New York Times in Canada, è una collega straordinaria e rigorosa – la trasparenza e la verità dovrebbero essere il modo migliore di rispondere per la presidente di un'istituzione che si dice attaccata alla democrazia. E per assicurarsi che il successo di Ursula von der Leyen sui vaccini non venga messo in discussione dai nemici dell'Ue.
La frase
"Per molti aspetti l'Ue è più cattiva della Cina".
Donald Trump.
Geopolitica
Trump a Istanbul per un incontro Zelensky-Putin? - Vladimir Putin non ha ancora accettato la richiesta di un cessate il fuoco avanzata dalla coalizione dei volenterosi in coordinamento con gli Stati Uniti. Il leader russo non ha nemmeno fatto sapere se sarà a Istanbul giovedì, dove Volodymyr Zelensky ha detto di volerlo aspettare “personalmente” per avviare negoziati di pace diretti dopo un cessate il fuoco. Ma Donald Trump ha creato la sorpresa ieri, annunciando la possibilità di andare in Turchia. "Non so dove sarò in quel preciso momento, sarò da qualche parte in Medio Oriente, ma volerei lì se pensassi che è utile". Trump ha spiegato di avere “la sensazione” che Zelensky e Putin “faranno un accordo”. Zelensky ha definito le parole di Trump “molto importanti” e ha auspicato la sua presenza in Turchia. “Questa è l'idea giusta. Possiamo cambiare molte cose”.
Gli europei rilanciano l'ultimatum a Putin, ma dipendono da Trump per le sanzioni - Riuniti a Londra nel formato Weimar+, i ministri degli Esteri di Regno Unito, Francia, Germania, Polonia, Italia e Spagna ieri hanno preso atto che “la Russia non ha dimostrato alcuna intenzione seria di fare progressi” dopo l'ultimatum inviato dai leader della coalizione dei volenterosi sabato sull'accettazione del cessate il fuoco. “Deve farlo senza tardare”, hanno detto gli europei. Il portavoce del Cremlino ha detto che “per la Russia il linguaggio degli ultimatum è inaccettabile”. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, ha elencato le “sanzioni particolarmente potenti e massicce” che dovrebbero convincere Putin ad accettare il cessate il fuoco. Le misure dovrebbero prendere di mira “i settori energetico e finanziario”, in particolare “il petrolio che rappresenta il 25 per cento del bilancio della Russia” con un dazio del 500 per cento da parte degli Stati Uniti per i paesi che importano il greggio russo, ha spiegato Barrot. Nei fatti le nuove sanzioni contro la Russia dipendono da Trump.
Domani possibile accordo nell'Ue sul diciassettesimo pacchetto di sanzioni - Nella riunione di ieri degli ambasciatori dei ventisette Stati membri è emerso ottimismo per la possibilità di raggiungere un accordo sul diciassettesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Il pacchetto non è massiccio, come quello che dovrebbe essere imposto se Putin rifiuterà il cessate il fuoco. L'Ue intende portare a 200 navi l'elenco delle petroliere della flotta fantasma russa sotto sanzioni. Gran parte delle delegazioni ha sostenuto l'ultima proposta della Commissione e della presidenza polacca del Consiglio. “La discussione è stata molto consensuale e rapida”, di ha detto un diplomatico. Alcuni Stati membri hanno espresso una riserva per verificare gli ultimi dettagli. Ma diverse fonti sostengono che, se non ci sono sorprese, un accordo sarà raggiunto nella riunione degli ambasciatori di domani, per arrivare a un'adozione formale del diciassettesimo pacchetto di sanzioni al Consiglio Affari esteri del 20 maggio.
Von der Leyen vuole sanzionare preventivamente Nord Stream 2 per scoraggiare gli americani - Sabato mattina, nel suo intervento in videoconferenza alla riunione della coalizione dei volenterosi in corso a Kyiv, Ursula von der Leyen ha evocato la possibilità di sanzionare il consorzio Nord Stream 2 per punire la Russia in caso di rifiuto del cessate il fuoco. Il gasdotto non è più operativo dopo che Gazprom ha interrotto le forniture e solo uno dei due tubi sottomarini è ancora funzionante dopo un sabotaggio. “Come sapete il Nord Stream 2 non è operativo, ma non si sa mai come potrebbe evolversi la situazione”, ci ha detto la portavoce della Commissione. “Sanzionare chiunque sia coinvolto nel consorzio del Nord Stream 2 invia chiaramente un segnale: probabilmente non vale la pena considerare di investire nel Nord Stream 2. Questo è il senso della proposta". E' un segnale diretto agli Stati Uniti, dove si moltiplicano le indiscrezioni su un possibile investimento in Nord Stream insieme alla Russia in caso di accordo di pace?
Il Cremlino accusato di un atto di sabotaggio in Polonia - L'accusa viene dal primo ministro, Donald Tusk, e la prima conseguenza è la chiusura del consolato russo a Cracovia. "Ora sappiamo con certezza che il grande incendio del centro commerciale Marywilska a Varsavia (nel 2024) è stato causato da un incendio doloso commissionato dai servizi segreti russi. Alcuni degli autori sono già stati arrestati, tutti gli altri sono identificati e ricercati. Vi arresteremo tutti!", ha detto Donald Tusk. "Le prove dicono che i servizi segreti russi hanno commesso un atto riprovevole di sabotaggio contro il centro commerciale di via Marywilska. Ho deciso di ritirare il mio consenso al funzionamento del consolato della Federazione Russa a Cracovia", ha annunciato il ministro degli Affari Esteri Radoslaw Sikorski. Nessuna vittima è stata registrata in questo incendio, ma il fatto che si tratti di un atto di sabotaggio attribuibile ai servizi russi e che il bersaglio non sia un'infrastruttura militare, ma un centro commerciale, conferma la volontà del Cremlino di seminare il caos nei paesi in prima linea nel sostegno all'Ucraina.
L'Eliseo denuncia le fake news diffuse dal Cremlino - L'immagine sta facendo il giro dei social media e mostra il presidente francese Emmanuel Macron raccogliere un fazzoletto di carta posato sul tavolo nel vagone dove si sono sistemati i leader francese, tedesco e britannico nel treno verso Kyiv. Il fazzoletto di carta viene presentato come una bustina di cocaina. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, non ci è andata leggera. "Sembra che il francese, l'inglese e il tedesco siano saliti su un treno... e abbiano preso una dose. Il destino dell'Europa è nelle mani di personaggi drogati". L'Eliseo ha reagito con fermezza: "Quando l'unità europea diventa scomoda, la disinformazione arriva a far passare un semplice fazzoletto per droga. Queste fake news sono diffuse dai nemici della Francia, all'estero come all'interno. Dobbiamo rimanere vigili di fronte alle manipolazioni", ha detto la presidenza francese.
Rutte ad Ankara per incontrare Erdogan prima di una riunione della Nato - Il segretario generale della Nato è atteso oggi ad Ankara per incontrare il presidente Recep Tayyip Erdogan, prima della riunione informale dei ministri degli Affari Esteri dell'Alleanza, che si terrà ad Antalya il 14 e 15 maggio. Ma c'è una precisazione della Nato: "non ci sarà alcuna opportunità per i media". Il leader russo, Vladimir Putin, ha respinto la richiesta di cessate il fuoco degli occidentali, denunciata come "un ultimatum" e ha proposto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky di incontrarlo il 15 maggio ad Ankara. Il presidente americano Donald Trump, che ha sostenuto la richiesta di cessate il fuoco, ha preso atto del rifiuto di Putin ma ha incoraggiato Zelensky a recarsi ad Ankara.
Zelensky invita Leone XIV in Ucraina, il papa rimane in contatto - Volodymyr Zelensky ha annunciato ieri di essersi intrattenuto con Leone XIV e di aver chiesto l'aiuto del Vaticano per far liberare i migliaia di bambini ucraini deportati in Russia per restituirli alle loro famiglie. "È stata la nostra prima conversazione, ma è stata già molto calorosa e davvero ricca", ha commentato il presidente ucraino. "Ho invitato Sua Santità a effettuare una visita apostolica in Ucraina. Una tale visita porterebbe una reale speranza a tutti i credenti e a tutto il nostro popolo. Abbiamo convenuto di rimanere in contatto e di pianificare un incontro di persona in un futuro prossimo", ha detto Zelensky.
L'Ue saluta lo scioglimento del Pkk - Il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) ieri ha annunciato la decisione di "sciogliersi e porre fine al conflitto armato con la Turchia" durato 40 anni, in quella che potrebbe essere una svolta nelle relazioni tra Ankara e la comunità curda. Il Pkk "crede che i partiti politici curdi si assumeranno le loro responsabilità per sviluppare la democrazia curda e garantire la formazione di una nazione curda democratica”, ha detto il gruppo classificato dalla Turchia come terrorista. La reazione dell'Ue è positiva. "L'Unione europea ritiene che l'avvio di un incredibile processo di pace che miri a una soluzione politica alla questione curda sarebbe un passo positivo per raggiungere una soluzione pacifica e sostenibile”, ha detto un portavoce del Servizio europeo di azione esterna.
Guerra commerciale
L'Ue saluta la de-escalation tra Stati Uniti e Cina - Domenica Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un accordo per una de-escalation nella guerra commerciale lanciata dal presidente Donald Trump. In un comunicato congiunto ieri sono stati rivelati i dettagli. Gli Stati Uniti porteranno gran parte dei loro dazi al 30 per cento. La Cina risponderà con un'aliquota al 10 per cento per le sue contromisure commerciali. La tregua parziale sarà in vigore per 90 giorni. Il tempo per negoziare un vero accordo. “L'Ue accoglie con favore l'annuncio da parte di Stati Uniti e Cina di una revoca dei dazi doganali per 90 giorni”, ha detto un portavoce della Commissione. “L'Ue ha sempre dichiarato la sua opposizione a tali dazi e accoglie con favore qualsiasi misura che sostenga la stabilità e la prevedibilità del commercio e degli investimenti globali, a condizione che vengano rispettate le regole globali”, ha aggiunto il portavoce.
Euro
L'Eurogruppo rassicurato dalla Germania - La Germania di Friedrich Merz rispetterà o meno il Patto di stabilità e crescita dopo aver allentato il freno al debito per riarmarsi e creato un fondo da centinaia di miliardi di euro per le infrastrutture? Alla sua prima riunione dell'Eurogruppo, il ministro delle Finanze e leader della SPD, Lars Klingbeil, è rimasto vago. "Superare il 3% di deficit? Sono al mio quinto giorno in carica, ci stiamo mettendo subito al lavoro per preparare il bilancio per il 2025. Stiamo lavorando su questo a pieno ritmo. Ma tutte queste questioni verranno chiarite nelle prossime settimane”, ha detto Klingbeil invitando tutti ad aspettare il progetto di bilancio che sarà presentato entro giugno. Il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, si è detto convinto che la politica fiscale del governo tedesco “sarà coerente con le regole dell'area euro e dell'Unione europea”. Donohoe ha sottolineato che le decisioni del nuovo governo “sono da accogliere con favore” data la necessità di maggiori investimenti nelle infrastrutture, nella competitività e nella sicurezza”.
Digitale
L'Italia chiede all'Ue di vietare i cellulari nelle scuole almeno fino a 14 anni - Un governo sovranista, che spesso si lamenta del potere eccessivo di Bruxelles su questioni nazionali limitate, ieri ha chiesto all'Ue di occuparsi di un tema di competenza degli Stati membri. Durante una riunione del Consiglio Istruzione, il ministro italiano Giuseppe Valditara ha proposto di “eliminare il cellulare dalle scuole dell'Ue” almeno fino a 14 anni. “Stiamo ragionando se non sia opportuno estendere ulteriormente questo divieto anche oltre, come qualche paese europeo ha fatto, visti i dati drammatici, l'impatto sullo sviluppo psico-emotivo, sulla concentrazione, sulla memorizzazione e sullo sviluppo della fantasia", ha detto Valditara. L'Italia ha rivendicato il sostegno di Austria, Francia, Ungheria, Slovacchia, Svezia, Lituania, Cipro, Grecia, Lussemburgo e Belgio. Valditara ha anche accennato alla possibilità che l'Italia chieda “una proposta per una regolamentazione stringente dell'uso dei social sotto i 15 anni”.
Accade oggi
Ecofin
Consiglio Cultura e sport
Presidenza polacca dell'Ue: riunione informale dei ministri dell'Energia a Varsavia
Consiglio europeo: il presidente Costa a Belgrado incontra il presidente serbo Aleksandar Vucic; a Sarajevo incontra la presidenza del Bosnia-Erzegovina
Commissione: la presidente von der Leyen riceve rappresentanti delle associazioni vittime Dana di Valencia
Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Kallas partecipa al Summit per la democrazia di Copenaghen
Parlamento europeo: la presidente Metsola riceve l'Ombudsman europeo, Teresa Anjinho, e interviene a evento organizzato da Ard & Zdf
Parlamento europeo: audizione in commissione Sviluppo della commissaria Lahbib
Parlamento europeo: audizione in commissione Ambiente dei commissari Séjourné e Varhelyi
Parlamento europeo: audizione in commissione Industria della vicepresidente Ribera
Parlamento europeo: audizione in commissione Libertà civili del commissario Brunner
Parlamento europeo: audizione in commissione Salute della commissaria Lahbib e della direttrice dell’Ecdc, Pamela Rendi-Wagner
Parlamento europeo: audizione in commissione Affari costituzionali del commissario Sefcovic
Nato: il segretario generale Rutte in Turchia incontra il presidente, Recep Tayyip Erdogan
Eurostat: dati sulla vendita di pesticidi nel 2023