Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Perché il PieperGate è la punta dell'iceberg von der Leyen
Ursula von der Leyen rimane la favorita per guidare la Commissione nella prossima legislatura. Nonostante l'eccitazione creata attorno a una potenziale nomina di Mario Draghi ai vertici delle istituzioni dell'Ue, malgrado la girandola di nomi che circolano come piano B, la presidente uscente e candidata del Partito Popolare Europeo ha più chance di tutti gli altri. La mancanza di entusiasmo per la sua nomina a Spitzenkandidat al Congresso del PPE a Bucarest l'ha indebolita. Il PieperGate – lo scandalo sulla sua decisione di imporre la nomina dell'europarlamentare della Cdu, Markus Pieper, a Inviato dell'Ue per le Pmi per ragioni personali e politiche – ancora di più. La rinuncia di Pieper è un sollievo per von der Leyen. Ma rischia di essere di corta durata. Perché l'episodio ha rivelato il suo modo di governare: la Commissione è un'istituzione al servizio della sua persona, non solo dell'interesse generale. Ultimo esempio: sette funzionari della Commissione sono stati portati da von der Leyen al quartier generale del PPE per la campagna elettorale.
Nemmeno questa volta, come nel caso Pieper, sarebbe stata violata una regola specifica. I margini di interpretazione dei codici di condotta consentono a von der Leyen di fare quasi tutto ciò che le pare. CI sono anche numerosi precedenti. Martin Selmayr si mise in aspettativa per guidare la campagna di Jean Claude Juncker come Spitzenkandidat nel 2014 e si portò dietro un paio di altri funzionari della Commissione. Con von der Leyen il problema è di opportunità, qualità, modalità e quantità. Uno dei sette funzionari della Commissione che sono andati in aspettativa per fare campagna per la candidata del PPE è il suo capogabinetto, il tedesco Bjorn Seibert. A prima vista è una scelta comprensibile. Seibert è al fianco di von der Leyen dai tempi in cui era ministra a Berlino. E' la sua mente, oltre che il suo braccio. Ma è anche l'uomo che tiene i contatti e tira le fila per conto della presidente von der Leyen a livello europeo e globale. Selmayr non era capogabinetto del presidente José Manuel Barroso. Dirigeva il gabinetto della commissaria lussemburghese Viviane Reding.
Il secondo funzionario della Commissione importato al PPE è Alexander Winterstein, portavoce della campagna della Spitzenkandidat von der Leyen. La tempistica della sua nomina a direttore nella Direzione generale Comunicazione della Commissione un mese prima del suo trasferimento al PPE ha fatto discutere. I portavoce della Commissione negano, ma alcuni suoi colleghi sospettano una promozione preventiva. Sarebbe un altro caso di favoritismo per interesse personale di von der Leyen dopo il caso Pieper. Altri tre funzionari della Commissione fanno parte del Servizio dei portavoce. Sophie Dupin de Saint-Cyr è responsabile delle attività media e social media della presidente. Oscar Sanchez Benitez è il multimedia editor. Elisabeth Sursberg è il funzionario di collegamento con il gabinetto della presidente. Un'altra funzionaria in campagna per la Spitzenkandidat del PPE lavora al servizio di protocollo della Commissione: Emilia Surowska, responsabile delle visite e delle missioni. Infine c'è il fotografo della presidente von der Leyen.
I funzionari della Commissione sono tutti andati in aspettativa non retribuita. Nei prossimi due mesi è il PPE che pagherà il loro stipendio. O almeno così dovrebbe essere. Interrogato dal Mattinale Europeo, un portavoce della Commissione non ha voluto commentare “per motivi di protezione dei dati personali”. La loro assunzione per la campagna era stata annunciata pubblicamente sul sito del PPE. Poi i loro nomi sono stati ritirati in attesa della firma del contratto. Ma, secondo le nostre informazioni, dentro l'amministrazione del PPE ci sono dubbi sulla possibilità di pagarli. Per ragioni regolamentari, il Parlamento Europeo potrebbe rifiutare di rimborsare i loro stipendi nell'ambito dei sussidi per la campagna elettorale e il PPE non avrebbe sufficienti risorse proprie per coprire i loro stipendi.
Sette funzionari, di cui il capogabinetto e un direttore, comunque non sono pochi. In termini di metodo significa privare la Commissione di risorse, anche se per un periodo limitato e nel momento in cui la legislatura si sta chiudendo. Nomi e funzioni delle persone prescelte lasciano intravedere un'altra delle caratteristiche di von der Leyen: la presidente della Commissione si fida solo dei suoi, una squadra ristretta, chiamata a controllare tutto e tutti. Il PPE ha i suoi dipendenti, i suoi portavoce e i suoi manager di campagna elettorale. Ha anche un contratto con una piccola agenzia di comunicazione tedesca, Cosmonauts & Kings, gestita da Juri Schnoller, che aveva già frequentato il PPE nel 2014 e 2019. Von der Leyen ha sfiduciato la campagna elettorale preparata dal PPE?
Il fatto che Bjorn Seibert sia andato a dirigere la campagna di von der Leyen è stato letto da molti a Bruxelles come un sintomo di debolezza. Dopo il Congresso del PPE, i commenti critici di Emmanuel Macron sulla sua decisione di candidarsi per un partito e il PieperGate, per la candidata von der Leyen meglio avere l'uomo di fiducia al proprio fianco. Per il suo ruolo di capogabinetto presidente è anche una risorsa essenziale della presidente della Commissione von der Leyen. “Con chi parla ora il consigliere alla Sicurezza nazionale del presidente Biden Jake Sullivan?”, chiede una nostra fonte. In teoria Seibert non dovrebbe occuparsi degli affari della presidente Commissione durante l'aspettativa che durerà fino al 10 giugno. Ha lasciato l'ufficio e il computer ufficiale. In realtà Siebert continua a seguire tutto ciò che accade al tredicesimo piano del Berlaymont, la sede della Commissione, e delle relazioni internazionali della presidente. “Seibert è in tutti i gruppi whatsapp”, spiega un secondo interlocutore.
Il PieperGate ha rivelato come von der Leyen abbia usato la Commissione per regolare un problema interno alla Cdu. Il gruppo di sette funzionari in aspettativa per servirla in campagna elettorale fa capire che von der Leyen considera la Commissione come una cosa sua. Lei e la sua squadra ristretta non esitano a usarla anche per vendicarsi con chi viene percepito come un avversario. Non è ancora uno scandalo, ma c'è un altro episodio rivelatore. Lo scorso febbraio l'Alto rappresentante, Josep Borrell, ha selezionato l'irlandese Simon Mordue come nuovo vicesegretario generale del suo Servizio di azione esterno. Mordue è attualmente il consigliere per la politica estera del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, con cui von der Leyen e la sua squadra sono in conflitto da diversi anni. Mordue è anche un alto funzionario della Commissione e la presidente e il suo capogabinetto non hanno ancora dato il loro assenso al suo trasferimento al Servizio europeo di azione esterna.
E' il collegio che formalmente deve approvare il trasferimento di Mordue, la cui nomina è bloccata da oltre due mesi. Ma è la presidente con il suo capogabinetto che fissa l'ordine del giorno, comprese le nomine. Borrell ha sollecitato il via libera per Mordue direttamente con von der Leyen, ma senza successo. Esasperato, il 16 aprile, Borrell ha annunciato pubblicamente che Mordue “è selezionato come vice segretario generale per le questioni economiche e globali” in un comunicato con le nomine degli ambasciatori dell'Ue nel resto del mondo. E' un nuovo tentativo di spingere von der Leyen a mettere la firma sul trasferimento. Senza trasferimento e nomina Mordue non può entrare in carica.
Le ragioni della presa in ostaggio di Simon Mordue, funzionario apprezzato in tutte le istituzioni, (compresi quasi tutti i suoi colleghi nella Commissione a cui ancora appartiene formalmente), non sono chiare. Alcuni nostri interlocutori evocano una “vendetta” di Seibert nei confronti di Mordue, che è un fidato collaboratore di Michel. Altri pensano che von der Leyen e Seibert abbiano voluto condizionare le scelte degli ambasciatori dell'Ue da parte di Borrell per piazzare alcuni dei funzionari a loro vicini. Von der Leyen e Seibert si sono giustificati con la necessità di rispettare la parità di genere: serve una donna. Ma un fatto è chiaro. “Simon Mordue non è stato nominato dal Servizio europeo di azione esterna. E' selezionato dopo una procedura di selezione. I prossimi passi saranno decisi a tempo debito dal collegio”, ci ha detto un portavoce della Commissione.
La frase
"Se tutte le parole pronunciate qui a Bruxelles negli ultimi anni sulla difesa comune potessero essere trasformate in proiettili e lanciarazzi, l'Europa sarebbe diventata la potenza più forte del mondo. E il posto più sicuro".
Donald Tusk.
Vertice
Conclusioni annacquate sull'Unione dei mercati dei capitali - L'Unione dei mercati dei capitali è stato il tema più caldo del Consiglio europeo che si è chiuso ieri a Bruxelles. I capi di stato e di governo avrebbero dovuto dare un impulso decisivo a questo dossier, che da anni è bloccato all'Ecofin, l'istituzione dove siedono i ministri delle Finanze. Ma un gruppo di quattordici paesi si è ribellato al tentativo di Emmanuel Macron, Olaf Scholz, Giorgia Meloni, Pedro Sanchez e Mark Rutte di forzare loro la mano. I tre principali oppositori sono stati Lussemburgo, Svezia e Irlanda, contrari all'armonizzazione e alla supervisione europea, perché i loro mercati dei capitali funzionano già molto bene. Ci sono volute ore di negoziati per giungere a questo compromesso sulla supervisione. Il Consiglio europeo "invita la Commissione a valutare le condizioni per consentire alle autorità europee di vigilanza di vigilare efficacemente sugli attori dei mercati finanziari e dei capitali transfrontalieri di maggiore rilevanza sistemica, e a lavorare a tali condizioni, con l'obiettivo di rafforzare l'integrazione finanziaria e garantire la stabilità finanziaria, semplificando i processi e riducendo i costi di conformità, tenendo conto degli interessi di tutti gli Stati membri". E' una frase che vuol dire tutto e niente. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha comunque rivendicato "un passo enorme nella giusta direzione".
Il rapporto Letta “non finirà in un cassetto" - Il rapporto di Enrico Letta sul mercato unico “non finirà in un cassetto”, ci ha assicurato Emmanuel Macron al termine del suo briefing con la stampa al termine del vertice. "Altrimenti non avremmo fatto tutto questo", ha sottolineato il presidente francese. Enrico Letta si è detto rassicurato dall'accoglienza riservata al suo lavoro. Ma la discussione sulle sue proposte per il futuro del mercato interno e la risposta alle esigenze di finanziamento è stata difficile. Quattordici Paesi "hanno fatto commenti sull'Unione dei mercati dei capitali, ma non erano tutti contrari per le stesse ragioni", ha spiegato Emmanuel Macron. È stato raggiunto un consenso dopo che tutte le preoccupazioni sono state dissipate a seguito di un lunghissimo dibattito”, ha detto Macron. Tuttavia ci sono ancora alcune riserve. "Ci stiamo occupando solo di attori sistemici, come nel caso della supervisione delle banche", ha detto Macron. E la questione della "convergenza fiscale non è la più urgente", ha aggiunto. Si tratta di trovare una risposta ai 300 miliardi di euro all'anno di risparmi europei che vengono dirottati verso gli Stati Uniti e altri paesi. "Stiamo costruendo una nuova cattedrale, un complemento essenziale dell'Unione bancaria", ha detto Macron.
Vestager contro la coppia Letta-Draghi sui campioni europei - "Non si promuove la competitività abbandonandola all’interno dell’Ue nella speranza che i monopoli europei possano competere meglio con i rivali al di fuori dell’Ue" ha detto ieri la vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager, rispondendo alle proposte di Enrico Letta e Mario Draghi di modificare le regole sulla concorrenza per adattarle alla competizione di Stati Uniti e Cina. "I campioni globali sono competitivi all’estero quando sono spinti a essere efficienti, snelli e innovativi perché devono affrontare la concorrenza interna", ha spiegato Vestager. "La competitività all’interno del mercato unico si traduce in competitività esterna. Ma se si proteggono le grandi aziende dalla concorrenza interna, si rischia di logorare il tessuto dell’economia europea nel suo complesso. I fornitori, i clienti, gli sfidanti e i consumatori finali di questi 'campioni' ne pagherebbero il prezzo". Vale anche per il settore delle telecomunicazioni. "Alcuni sostengono che alle società di telecomunicazioni nell’Ue dovrebbe essere consentito di fondersi all’interno dei mercati nazionali per stimolare gli investimenti, anche a costo di prezzi più alti, minore scelta o minore qualità per i consumatori. Non sono d’accordo: nessuna prova suggerisce che mercati nazionali più concentrati portino a risultati migliori. E certamente il consolidamento a livello nazionale non porterebbe alla creazione di attori paneuropei", ha avvertito.
Geopolitica
La Nato chiede ai suoi membri di fornire all'Ucraina la difesa antiaerea - Oggi è prevista una riunione del Consiglio Nato-Ucraina, ha annunciato il segretario generale dell'Alleanza Jens Stoltenberg. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky interverrà in videoconferenza. Kyiv chiede la consegna urgente dei sistemi di difesa missilistica russi. La Nato ha dato il via libera alla fornitura di queste armi. "Se gli alleati devono scegliere tra il raggiungimento degli obiettivi di capacità della Nato e la fornitura di capacità come la difesa aerea all'Ucraina, dovrebbero dare priorità al sostegno all'Ucraina", ha dichiarato Jens Stoltenberg. Un centinaio di sistemi di difesa aerea Patriot sono in servizio nei paesi della Nato, in particolare per proteggere le installazioni e le basi dell'Alleanza. La Germania ha annunciato la fornitura di un sistema e si stanno esercitando forti pressioni sulla Spagna, che ne ha tre, e sulla Grecia, che ne ha sei. Lunedì a Bruxelles è prevista una riunione "Jumbo" dei ministri degli Esteri e della Difesa dell'UE e si attendono annunci.
Mark Rutte, molto determinato a difendere l'Ucraina - "Sappiamo che molti Paesi hanno un gran numero di sistemi Patriot e non vogliono fornirli direttamente. Possiamo acquistarli da loro e consegnarli all'Ucraina. Abbiamo i soldi a disposizione" ha sostenuto il primo ministro olandese dimissionario durante i suoi interventi di mercoledì e giovedì alla Nato e al vertice europeo di Bruxelles. Gli Stati Uniti hanno una sessantina di sistemi Patriot in magazzino, ma non ne hanno forniti all'Ucraina nonostante gli appelli urgenti di Kyiv. Mark Rutte è in corsa per la carica di Segretario Generale della Nato, ma la sua candidatura è bloccata da Turchia, Ungheria e Romania, che sono a favore di un altro candidato, il presidente rumeno Klaus Iohannis.
Sanzioni per chi è coinvolto nella disinformazione - In vista delle elezioni europee, l'Unione europea vuole difendersi e contrastare gli atti di destabilizzazione e manipolazione dell'informazione. Su iniziativa di Francia, Polonia, Paesi Bassi e Stati baltici si sta studiando un sistema di sanzioni contro chi è coinvolto nella destabilizzazione. Al termine del vertice di Bruxelles, Emmanuel Macron ha denunciato un'operazione di intossicazione da parte della Russia in merito agli acquisti di gas naturale liquefatto della Francia dalla Russia. "La Francia è il paese meno dipendente dal gas grazie al suo modello basato sul nucleare e sulle energie rinnovabili", ha spiegato il presidente francese durante il suo briefing con la stampa. "Dobbiamo guardare a questi attacchi con il senno di poi", ha avvertito Macron. Tuttavia, il capo di Stato ha riconosciuto che il gas russo viene acquistato da intermediari di tutto il mondo e che queste operazioni fanno parte di un piano per aggirare le sanzioni europee.
Elezioni europee
Giovedì il discorso della Sorbona 2.0 di Macron - Emmanuel Macron terrà il suo secondo discorso sull'Europa "giovedì prossimo, alla Sorbona, a fine mattinata", ha annunciato ieri lo stesso presidente francese al termine dell'ultimo vertice europeo prima delle elezioni europee. "Indicherò la direzione che prenderemo", ha aggiunto. Emmanuel Macron intraprenderà poi la sua campagna elettorale, durante la quale intende "esprimere le mie convinzioni". Pronunciato nel settembre del 2017, quattro mesi dopo la sua elezione e appena dopo le elezioni legislative in Germania, con il primo discorso della Sorbona aveva tracciato la sua visione dell'Ue. I sondaggi sulle intenzioni di voto dei francesi non sono favorevoli alla lista di Macron Besoin d'Europe guidata da Valérie Hayer. Secondo i sondaggi, otterrebbe tra il 16% e il 19% dei voti, molto indietro rispetto alla lista del movimento di estrema destra Rassemblement National di Marine Le Pen. Il partito di Macron otterrebbe 17 eurodeputati rispetto ai 23 del 2019, secondo le proiezioni di Europe Elects.
Meloni considera la candidatura Draghi “filosofia” - "Io sono contenta che si parli di un italiano, ma questo dibattito è filosofia”, ha detto ieri il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, rispondendo alle domande dei giornalisti sulla possibile candidatura di Mario Draghi per uno dei “Top Job” delle istituzioni dell'Ue. “La tendenza di decidere prima che i cittadini votano non mi troverà mai d'accordo. Sono i cittadini che decidono le maggioranze, per questo non parteciperò al dibattito”, ha aggiunto Meloni. "Quello che mi interessa è che sia Draghi che Enrico Letta, che sono considerati due europeisti, ci dicono che l'Europa va cambiata”, ha detto Meloni.
Brexit
La Commissione propone un accordo con il Regno Unito sulla mobilità dei giovani - La Commissione ieri ha proposto al Consiglio di avviare i negoziati con il Regno Unito su un accordo volto a facilitare la mobilità dei giovani. La Brexit ha ridotto la mobilità tra l’Ue e il Regno Unito, in particolare le opportunità offerte ai giovani di sperimentare la vita dall'altra parte della Manica e di beneficiare degli scambi giovanili, culturali, educativi, di ricerca e di formazione. L'obiettivo dell'accordo è di rendere più semplice per i giovani cittadini dell’Ue e del Regno Unito studiare, lavorare e vivere rispettivamente nel Regno Unito e nell’Ue. La proposta stabilisce le condizioni che dovrebbero essere soddisfatte (età, durata massima del soggiorno, condizioni di ammissibilità, norme per verificarne il rispetto) per consentire ai giovani di spostarsi senza essere vincolati a uno scopo specifico come studio, formazione o lavoro, e senza essere vincolati a quote. Secondo la proposta della Commissione, i cittadini dell’Ue e del Regno Unito di età compresa tra i 18 e i 30 anni potrebbero rimanere fino a 4 anni nel paese di destinazione.
Accade oggi
Nato: Consiglio Nato-Ucraina
Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell partecipa alla riunione dei ministri degli Esteri del G7 a Capri
Presidenza belga dell'Ue: riunione informale dei ministri della Protezione consumatori
Parlamento europeo: visita della presidente Metsola a Lisbona e conferenza stampa con il premier portoghese, Luis Montenegro
Parlamento europeo: conferenza stampa pre sessione
Commissione: la vicepresidente Vestager a Copenaghen interviene all'Agenzia europea per l'ambiente
Commissione: il commissario Hahn a Berlino interviene al Opengala 'Rebuild Ukraine'
Commissione: il commissario Schmit presenzia alla firma della dichiarazione per migliorare le condizioni degli autisti non-Ue
Commissione: il commissario Gentiloni a Washington per le riunioni di primavera dell'Fmi e della Banca mondiale
Commissione: il commissario Breton in visita in Slovenia
Consiglio: riunione del Coreper I
Eurostat: dati su Pil e occupazione nel quarto trimestre del 2023