Buongiorno! Sono Idafe Martín Pérez e, con Christian Spillmann e David Carretta, vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Non dimenticate di sostenere il Mattinale passando a un abbonamento a pagamento.
Perché la politica migratoria della Spagna va controcorrente rispetto all'Ue
"Gli spagnoli sono figli della migrazione, non saremo i genitori della xenofobia", aveva dichiarato il primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez, il 9 ottobre scorso al Congresso dei Deputati. Quella frase era stata scelta come slogan per spiegare che la politica migratoria della Spagna, che per anni ha seguito quella europea, ora sta iniziando a cambiare e ad allontanarsi da quella dei suoi partner dell’Ue. Sánchez aveva portato questo discorso al Consiglio Europeo di ottobre. Mentre tutti parlavano di aumentare le deportazioni, lui affermava che "l’immigrazione legale è un modo per finanziare le nostre economie". La Spagna vuole affrontare la questione migratoria con un approccio pragmatico, sostenendo che le motivazioni sono sia economiche sia legate ai diritti umani.
I capi di Stato e di governo torneranno a discutere delle politiche migratorie nel Consiglio europeo di giovedì. La direzione è sempre più “Europa fortezza”. La Commissione di Ursula von der Leyen ha appena autorizzato la Polonia, la Finlandia e i Baltici a sospendere il diritto di asilo per l'uso dei migranti come arma da parte di Russia e Bielorussia. Il commissario agli Affari interni, Magnus Brunner, vuole pagare i rifugiati siriani perché tornino in Siria nonostante le incertezze sul futuro del paese. La Commissione si prepara a presentare proposte per istituire degli “hub di rimpatrio” (parola diventata sinonimo di “deportazione”) in paesi terzi. La politica estera dell'Ue è condizionata dall'ossessione migratoria. La Spagna di Sánchez ha scelto la strada opposta.
Carlos Cuerpo, ministro dell’Economia spagnolo, lo spiega così al Mattinale europeo: "L’immigrazione è un elemento molto positivo per l’economia spagnola, che si sta distinguendo rispetto ad altre economie dell’area euro. La crescita della popolazione ci sta permettendo di mantenere la forza lavoro, cosa che non accade in altre economie. La diminuzione della forza lavoro è la principale causa di perdita di ricchezza, di decrescita e di riduzione del potenziale di crescita a medio e lungo termine".
Mentre la maggior parte degli Stati membri irrigidiscono le loro normative migratorie, limitano il diritto d’asilo con l’approvazione della Commissione e alimentano dibattiti come quello sui centri di detenzione per migranti in paesi terzi (nonostante il fallimento del piano del presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, in Albania), la Spagna sta preparando riforme legislative che faciliteranno la regolarizzazione di oltre mezzo milione di migranti irregolari presenti nel paese. La riforma renderà anche più semplice per i nuovi arrivati regolarizzare la loro situazione e accedere al mercato del lavoro.
Il cambio di rotta della Spagna si spiega con diverse ragioni, la prima delle quali è economica. Nonostante il tasso di disoccupazione si attesti intorno all’11 per cento (alto per gli standard europei, ma il più basso in Spagna negli ultimi 17 anni), settori essenziali della struttura economica del paese, come il turismo, la sanità, l’industria automobilistica (la Spagna è il secondo produttore di automobili in Europa dopo la Germania) e i servizi in generale, stanno iniziando ad avere difficoltà a trovare manodopera, sia qualificata sia non qualificata. I bassi salari spiegano solo una parte di questo problema. Le difficoltà nel trovare lavoratori in settori generalmente a basso salario sono aumentate parallelamente all’incremento del salario minimo. Durante i sette anni di governo del presidente Mariano Rajoy (dal 2011 a metà 2018), il salario minimo è aumentato in media di 13 euro all’anno. Nei successivi sette anni, sotto Sánchez, è aumentato in media di 63 euro all’anno.
Il ruolo di Yolanda Díaz, ministra del Lavoro e leader di Sumar, partner minore della coalizione di sinistra, è stato fondamentale in questo cambiamento. E le previsioni della CEOE (la Confederazione delle grandi imprese spagnole), degli economisti (generalmente conservatori) e dei partiti di opposizione, secondo cui gli aumenti del salario minimo avrebbero portato a un aumento della disoccupazione, non si sono mai avverate. La Spagna continua ad aumentare il salario minimo al di sopra dell’inflazione, crea posti di lavoro e non riesce comunque a trovare lavoratori per molti settori. La soluzione, secondo il governo, è importare manodopera.
Nonostante l’aumento della popolazione (uno dei più rapidi in Europa, con il paese che si avvia verso i 50 milioni di abitanti tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026) e un tasso di disoccupazione ancora elevato, che molti economisti considerano strutturale, le aziende incontrano difficoltà a trovare camionisti, elettricisti, operai edili, camerieri e assistenti per anziani. Nel piano di bilancio inviato dal governo spagnolo a Bruxelles, si sottolinea che questa riforma avrà un tale impatto economico tale da consentire un aumento di tre decimi del tasso di crescita economica tra il 2025 e il 2031. Una delle ragioni del balzo economico spagnolo nel decennio precedente alla crisi finanziaria del 2008 era stata proprio l’arrivo di oltre quattro milioni di immigrati.
Il nuovo regolamento sull’immigrazione faciliterà la vita a oltre 6,5 milioni di immigrati residenti in Spagna e a quelli che arriveranno d’ora in poi. Madrid ha deciso di cambiare il modo in cui affronta la regolarizzazione dei migranti senza documenti. Invece di lanciare una procedura unica, come fatto in varie occasioni in passato per una regolarizzazione di massa, il governo ha scelto di modificare le normative per rendere questa regolarizzazione più semplice. Le autorità spagnole ritengono che regolarizzare in modo graduale e silenzioso sia più efficace e generi meno polemiche politiche.
Carlos Cuerpo spiega che il compito delle amministrazioni pubbliche è ora quello di "favorire l’incorporazione e l’integrazione di questi migranti nel modo più rapido ed efficiente possibile nella nostra forza lavoro, garantendo al contempo un’occupazione dignitosa".
Per gli immigrati già presenti in Spagna e quelli che arriveranno sarà più rapido e facile ottenere permessi di soggiorno e di lavoro. I permessi saranno rinnovabili per periodi più lunghi rispetto agli attuali. Sarà semplificato il loro accesso all’impiego. Decine di migliaia di richiedenti asilo a cui è stata negata la richiesta negli ultimi anni, e che sono rimasti in Spagna in modo irregolare, potranno ora ottenere la residenza legale. Inoltre, un’iniziativa legislativa popolare che ha raccolto oltre 700.000 firme chiede una regolarizzazione di massa per tutti i migranti senza documenti.
Alle ragioni economiche si aggiungono motivazioni legate ai diritti umani. La ministra responsabile delle Migrazioni, Elma Saiz, ha spiegato al Mattinale Europeo che si tratta di una "questione di diritti umani". In Spagna, la gestione dell’immigrazione non è affidata al Ministero dell’Interno, ma a quello dell’Inclusione e della Sicurezza Sociale. La ministra ha dichiarato che "la politica migratoria spagnola è responsabile, umanitaria e profondamente rispettosa dei diritti umani". Saiz sostiene che il governo debba agire con fermezza contro i discorsi d’odio: "non basta non essere razzisti, bisogna essere antirazzisti e combattere le fake news e i discorsi denigratori nei confronti della popolazione straniera". La ministra è convinta che "il tempo dimostrerà che la Spagna è dalla parte giusta della storia".
Gemma Pinyol-Jiménez, esperta in migrazioni presso l’Università di Barcellona, spiega al Mattinale Europeo che " oltre alle ragioni economiche, l’impegno per una revisione approfondita delle regole può essere letto anche in chiave politica. In un momento di crescente polarizzazione, i cambiamenti nella regolamentazione possono essere interpretati come dei messaggi. " Questa esperta ritiene che, a livello nazionale, "il regolamento cerca di offrire nuove vie legali di ingresso e di migliorare gli strumenti di regolarizzazione".
A livello europeo, Sánchez si pone in opposizione alla maggioranza degli Stati membri e persino, cosa nuova, alla Commissione guidata da von der Leyen, che ha dato la benedizione ai piani di Meloni. Lo scorso anno, la Spagna aveva sostenuto la riforma delle regole europee sull’asilo, che puntava, tra le altre cose, a consentire l’espulsione dei richiedenti asilo respinti. Oggi, la Spagna sta riformando le sue normative per regolarizzare la maggior parte di queste persone. Questo cambiamento, rapido e profondo, ha ragioni economiche. Ma nasconde anche un calcolo politico: quello di dividere la destra spingendo il Partido Popular tra le braccia dell'estrema destra, perché i nazionalisti baschi e catalani di destra non si alleeranno mai con VOX.
Secondo Pinyol-Jiménez, a livello europeo "può essere interpretato come un’alternativa alla visione restrittiva e incentrata sul controllo che caratterizza gran parte degli Stati membri e la stessa Commissione".
La frase
“E' il mio primo veto ungherese, ma possono assicurare che non sarà l'ultimo”.
Kaja Kallas.
Geopolitica
Kallas di fronte al primo veto ungherese - “E' stato il mio primo Consiglio Affari esteri e posso dirlo: è diverso dal Consiglio europeo”, ha detto ieri l'Alto rappresentante, Kaja Kallas, dopo la sua prima riunione con i ministri degli Esteri dell'Ue. Kallas ha cercato subito di imporre la sua impronta, interrompendo i ministri che parlavano troppo a lungo e focalizzando il dibattito sulle questioni essenziali. Ha anche cercato di superare il veto dell'Ungheria e della Slovacchia sulla sua proposta di sanzioni mirate contro i dirigenti della Georgia responsabili della repressione dei manifestanti pro europei. Kallas ha chiesto se i due paesi erano disposti a un'astensione costruttiva. La risposta è stata negativa. “Con le sanzioni dobbiamo essere 27 a bordo, e non ci siamo”, ha ammesso l'Alto rappresentante. “E' il mio primo veto ungherese, ma possono assicurare che non sarà l'ultimo”. Kallas intende proporre “soluzioni” per superare le obiezioni di Budapest sulla Georgia come sull'Ucraina.
Secondo Kallas, una forza di pace non serve perché Putin non vuole la pace - “Prima di tutto deve esserci la pace per poter inviare le forze di pace. E la Russia non vuole la pace. Questo è chiaro”, ha detto ieri l'Alto rappresentante, Kaja Kallas, prima della riunione del Consiglio Affari esteri, rispondendo alle domande dei giornalisti su una forza militare europea in Ucraina in caso di cessate il fuoco. Kallas è convinta che Donald Trump si sbagli quando pensa di poter convincere Vladimir Putin a un cessate il fuoco oppure è un modo per nascondere la mancanza di determinazione e capacità degli europei? “Putin non si fermerà finché non sarà fermato”, ha detto Kallas, lanciando un appello a fornire più munizioni, più sistemi di difesa aerea e più fondi per l'industria militare ucraina: “Più (gli ucraini) sono forti sul campo di battaglia, più forti sono al tavolo negoziale”. Ma dal suo primo Consiglio Affari esteri non sono arrivati segnali di svolta. Le discussioni serie sull'Ucraina e Trump si apriranno domani sera nel mini vertice organizzato dal segretario generale della Nato, Mark Rutte, con Volodymyr Zelensky e i leader di Germania, Francia, Italia e Polonia.
Approvato un piccolo quindicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia - Il Consiglio dell'Ue ha formalmente approvato il quindicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per la sua guerra di aggressione contro l'Ucraina, concentrandosi sulle misure per combattere l'elusione delle sanzioni. L'Ue ha sanzionato 52 nuove navi della flotta ombra russa, che trasportano petrolio in violazione del tetto sul prezzo del greggio fissato dal G7, nelle consegne di armi, nel furto di grano o nel supporto al settore energetico russo. Nella lista nera dell'Ue sono stati aggiunti 54 individui e 30 entità, responsabili di azioni che compromettono l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina. L'Ue ha anche sanzionato sette persone ed entità cinesi per aver facilitato l'elusione delle sanzioni dell'Ue o fornito componenti sensibili per droni e componenti microelettronici all'industria militare russa. Il pacchetto include un divieto di esportare beni e tecnologie verso 32 società che sostengono il complesso militare e industriale della Russia (20 aziende russe, sette sotto la giurisdizione cinese o di Hong Kong, due dalla Serbia e una ciascuna da Iran, India ed Emirati Arabi Uniti). Ora saranno applicate restrizioni più severe all'esportazione per quanto riguarda beni e tecnologie a duplice uso e articoli di tecnologia avanzata.
Prime sanzioni contro l'esercito ibrido di Putin - Il Consiglio dell'Ue ieri ha deciso per la prima volta di imporre misure restrittive nei confronti di 16 individui e tre entità responsabili delle azioni destabilizzanti della Russia all'estero, nell'ambito del nuovo regime di sanzioni sulle minacce ibride da parte della Federazione russe. Nella lista nera dell'Ue sono stati inseriti la GRU Unit 29155 (un'unità segreta all'interno dell'agenzia di intelligence militare russa nota per il suo coinvolgimento in omicidi, sabotaggi e attacchi informatici in tutta Europa), il Groupe Panafricain pour le Commerce et l'Investissement (una rete di disinformazione che porta avanti operazioni di influenza segrete filo-russe, in particolare nella Repubblica Centrafricana e in Burkina Faso) e African Initiative (un'agenzia di stampa coinvolta nella diffusione di propaganda e disinformazione russa nel continente africano). Tra le persone sanzionati ci sono Sofia Zakharova, capo dipartimento presso l'Ufficio del Presidente della Federazione Russa per lo sviluppo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e delle infrastrutture di comunicazione, e Nikolai Tupikin, capo e fondatore di GK Struktura.
I ministri degli Esteri d'accordo per parlare con il nuovo leader siriano - Se si può parlare con i talebani, si può praticamente parlare con chiunque, anche se una settimana fa si era detto che non si sarebbe parlato con Hayat Tahrir Al-Sham (HTS), il gruppo guidato da Ahmad Al-Sharaa, più noto come Abu Mohammed al-Golani. Ieri l'Alto Rappresentante, Kaja Kallas, ha annunciato di aver inviato un diplomatico europeo (il tedesco Michael Ohnmacht) a Damasco con la missione di stabilire un contatto "con la nuova leadership", guidata da Al-Golani. L'HTS è incluso nella lista europea dei gruppi terroristici. Questo movimento diplomatico è portato avanti sia dalle istituzioni europee che da diversi Stati membri. Kallas ha dichiarato ieri che né la Russia né l'Iran hanno posto in Siria e che l'Unione Europea valuterà le mosse della nuova leadership a Damasco prima di prendere altre decisioni. Kallas ha affermato davanti alla stampa che molti ministri degli Esteri hanno sottolineato durante la riunione che l'UE deve porre come condizione per riprendere i rapporti con Al-Golani l'eliminazione di qualsiasi influenza russa.
Von der Leyen impegna l'Ue in Siria e annuncia una partnership con la Giordania – Mentre i ministri degli Esteri ieri discutevano della politica dell'Ue sulla Siria, Ursula von der Leyen non ha perso tempo in interminabili riunioni per cercare di trovare una linea comune tra ventisette Stati membri. In viaggio verso la Turchia per incontrare Recep Tayyip Erdogan, von der Leyen ha fatto tappa in Giordania per incontrare il re Abdullah II. Al termine dell'incontro ha rilasciato una dichiarazione che impegna l'Ue, anche se la politica estera dovrebbe essere di competenza del presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, e dell'Alto rappresentante, Kaja Kallas. “L'Ue collaborerà a stretto contatto con la Giordania e i nostri partner per garantire una transizione politica in Siria”, ha detto von der Leyen, sottolineando che l'approccio sarà “graduale”. Il primo passo sarà di consegnare aiuti umanitari attraverso la Giordania e di sostenere il rapido recupero dei servizi e delle infrastrutture di base in Siria. Von der Leyen ha anche annunciato il lancio di “un partenariato strategico rafforzato tra l'Ue e la Giordania”. Il re Abdullah II è atteso a Bruxelles all'inizio del 2025, ha detto la presidente della Commissione.
Germania
Scholz ufficialmente sfiduciato - Come previsto il cancelliere Olaf Scholz ieri ha perso il voto di fiducia al Bundestag chiudendo il capitolo di un governo minato dalle divisioni della coalizione semaforo e aprendo la strada alle elezioni anticipate già fissate per il 23 febbraio. Scholz ha detto che questo evento raro per il sistema politico tedesco consentirà agli elettori di esprimersi sulla questione “fondamentale” della direzione del paese. Tra i deputati presenti, 394 hanno votato contro la fiducia mentre 207 hanno votato a favore, con 116 astensioni. "Avete avuto la vostra occasione, non l'avete colta", ha detto Friedrich Merz, leader dell’Unione CDU-CSU e favorito per sostituire Scholz alla cancelleria. Merz ha accusato Olaf Scholz di lasciare il paese “in una delle peggiori crisi economiche del dopoguerra”.
PPE
Quanto costa ai contribuenti europei la vita di lusso di Manfred Weber? - Manfred Weber, presidente del gruppo e del partito del PPE, non bada a spese quando si tratta di usare i fondi dei contribuenti europei. I nostri amici di Table.media nel fine settimana hanno rivelato il trattamento da vip che lo stesso Weber riserva a sé stesso per portare avanti le sue ambizioni politiche. Oltre allo stipendio di deputato europeo, Weber riceve un salario mensile di 14.020 euro al mese dal partito del PPE (che è finanziato dal bilancio dell'Ue). Quando un leader di partito ha un mandato o una carica governativa, generalmente non riceve stipendio, ma Weber ha modificato le regole quando ha assunto la guida del partito del PPE. Come presidente del gruppo, ha diritto a un'indennità parlamentare ulteriore di 8.419,90 euro netti e può richiedere un'indennità giornaliera di 350 euro per alloggio, pasti e spese accessorie per 365 giorni l'anno. Ci sono altri privilegi per cui Weber ha lottato nel corso degli anni. Come se non bastasse, Weber si fa rimborsare dal Parlamento europeo il trattamento VIP all'aeroporto di Monaco (più di 10 mila euro l'anno) e il servizio limousine per gli spostamenti dalla sua abitazione nel distretto di Kelheim nella Bassa Baviera con un costo stimato per i contribuenti europei 100 mila euro l'anno.
Stato di diritto
I fondi dell'Ungheria rimangono sospesi per le violazioni dello Stato di diritto – La Commissione ieri ha deciso di mantenere congelati gran parte dei fondi dell'Ue destinati all'Ungheria perché il governo di Viktor Orban non ha affrontato in modo sufficiente le violazioni dei principi dello Stato di diritto. Circa 19 miliardi di euro rimarranno bloccati ai sensi del regime di condizionalità previsto per proteggere il bilancio dell'Ue dalle violazioni dello Stato di diritto, di cui 9,7 miliardi di fondi della coesione e 10,4 miliardi del Fondo per la ripresa post pandemia. Una legge notificata alla Commissione il 2 dicembre 2024 non è sufficiente per affrontare i rischi di conflitti di interessi nei consigli di amministrazione dei cosiddetti "trust di interesse pubblico". Nella sua decisione, la Commissione ha sottolineato anche alcune carenze nell'affrontare violazioni nei settori degli appalti pubblici, dell'azione penale, del conflitto di interessi e della lotta alla corruzione.
La Commissione contesta a Orban i limiti ai servizi alla procreazione medicalmente assistita – La Commissione ieri ha inviato un parere motivato all'Ungheria per le regole introdotte nel giugno 2022 che riservano l'erogazione di servizi di procreazione medicalmente assistita alle sole strutture statali o controllate dallo Stato. L'Ungheria non consente più agli operatori privati di fornire trattamenti per la fertilità sul suo territorio. Secondo la Commissione, queste restrizioni violano la libertà di stabilimento dell'Ue e non sono giustificate da alcuna considerazione di interesse pubblico. La misura non serve a tutelare la sanità pubblica e l'ordine pubblico. Non vi sono prove che la sicurezza e il livello di qualità della procreazione medicalmente assistita non siano stati garantiti da prestatori di servizi privati prima del giugno 2022. La misura non sembra inoltre migliorare l'accesso alla procreazione medicalmente assistita, in quanto ha ridotto il numero dei prestatori di servizi. L'Ungheria ora ha di 2 mesi per rispondere e adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell'Ue.
Post Brexit
La Commissione porta il Regno Unito davanti alla Corte sui diritti dei cittadini dell'Ue – La Commissione ieri ha deciso di deferire il Regno Unito alla Corte di giustizia per mancato rispetto del diritto dell'Ue sulla libera circolazione dei cittadini dell'Ue e dei loro familiari alla fine del 2020, prima della fine del periodo transitorio post Brexit. La Commissione ritiene che vi siano state diverse carenze nell'attuazione del trattato sul funzionamento dell'Unione europea da parte del Regno Unito, che continuano a colpire i cittadini dell'Ue ai sensi dell'accordo di recesso. In particolare, la Commissione contesta la violazione il diritto di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, la libera circolazione dei lavoratori e la libertà di stabilimento. La legislazione nazionale britannica limita l'ambito dei beneficiari del diritto dell'Ue sulla libera circolazione. Le carenze permangono, in particolare sui diritti dei lavoratori e i diritti dei familiari allargati.
Spazio
L'Ue si lancia nella concorrenza Starlink - La Commissione europea ieri ha firmato il contratto di concessione per l'infrastruttura per la resilienza, l'interconnettività e la sicurezza via satellite IRIS2, una costellazione multiorbitale di 290 satelliti, con il consorzio SpaceRISE. Questo partenariato svilupperà, dispiegherà e gestirà il nuovo sistema dell'Ue. Per la Commissione, si tratta di un passo significativo verso la sovranità e la connettività sicura dell'Europa, offrendo servizi avanzati di connettività agli utenti governativi e colmando le lacune in materia di connettività in tutta l'Ue. Il sistema IRIS2 sfrutterà i vantaggi dei satelliti Medium Earth Orbit (MEO) e Low Earth Orbit (LEO). Il consorzio SpaceRISE, incaricato dell'attuazione di questo progetto, comprende tre operatori europei di reti satellitari (SES SA, Eutelsat SA e Hispasat S.A.) sostenuti da un team centrale di subappaltatori e partner (Thales Alenia Space, OHB, Airbus Defence and Space, Telespazio, Deutsche Telekom, Orange, Hisdesat e Thales SIX). A quando la concorrenza a Starlink, il sistema satellitare di Elon Musk? “Il contratto di concessione ha una durata di 12 anni. I primi servizi saranno offerti il prossimo anno. Il sistema sarà pienamente disponibile entro il 2030”, ha risposto un portavoce della Commissione. Il bilancio complessivo è di 10,6 miliardi di euro, di cui 6 miliardi provengono dal bilancio dell'Ue, 0,5 dall'Agenzia spaziale europea e 4,1 miliardi di investimenti privati.
Spiagge libere
La Commissione contesta alla Spagna le norme sulle concessioni balneari - La Commissione ieri ha inviato un parere motivato alla Spagna per il mancato rispetto della direttiva Bolkestein sui servizi, contestando i metodi di aggiudicazione e proroga delle concessioni balneari da parte delle autorità spagnole. La Spagna prevede la possibilità di rilasciare concessioni per la costruzione di strutture permanenti (quali ristoranti o allevamenti ittici) sul demanio pubblico costiero semplicemente dietro presentazione di una domanda, mentre la direttiva stabilisce un obbligo esplicito di ricorrere a una procedura di gara imparziale e trasparente. La Commissione ritiene inoltre che la proroga della durata di tali concessioni, in alcuni casi fino a 75 anni, comporti un diritto preferenziale a favore degli operatori storici. Inoltre, nella misura in cui ostacolano l'accesso a tali concessioni da parte di operatori di altri Stati membri, le norme nazionali limitano indebitamente la libertà di stabilimento. La Spagna ora dispone di 2 mesi per rispondere e adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell'Ue. Forse Pedro Sanchez può chiedere consiglio a Giorgia Meloni su come evitare sanzioni. La Commissione recentemente ha concluso un accordo con il governo italiano per evitare di portare l'Italia davanti alla Corte nonostante un contenzioso durato 15 anni.
Dogane
L'enorme cantiere della centralizzazione dei dati doganali europei - A volte i dossier tecnici di cui tratta l'Unione europea sono quelli destinati a incidere di più sulla vita quotidiana di cittadini e imprese. Un esempio è la proposta della Commissione del 2023 per rifondare il funzionamento delle dogane nell'Ue. "La più ambiziosa e più completa riforma dalla creazione della nostra unione doganale nel 1968", aveva detto l'allora commissario all'Economia, Paolo Gentiloni. I nostri amici di Blocs - una newsletter settimanale sul commercio internazionale a cui vi consigliamo di abbonarvi - sono andati a vedere a che punto è questo enorme cantiere e in particolare la creazione di un EU data hub. L'idea è di centralizzare tutte le informazioni sulle merci importate e trattarle con l'intelligenza artificiale per ottimizzare i controlli. Un accordo tra Consiglio e Parlamento europeo potrebbe essere raggiunto a metà del 2025. Ma una serie di imprese che rappresentano l'industria e i trader hanno seri dubbi sulla fattibilità del progetto.
Accade oggi
Consiglio Affari generali
Consiglio Ambiente
Commissione: la presidente von der Leyen in Turchia, incontra il presidente Recep Tayyip Erdogan
Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari
Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sulla Siria; la repressione dei manifestazioni in Georgia;
Parlamento europeo: cerimonia di consegna del premio Sakharov la disinformazione su piattaforme social; l'uso dello stupro come arma di guerra in Repubblica democratico del Congo e Sudan; la disinformazione e la falsificazione storica sull’invasione russa dell’Ucraina; la situazione delle donne in politica nei Paesi candidati all’adesione; la visione europea per il turismo sostenibile
Parlamento europeo: conferenze stampa dei presidenti dei gruppi politici
Corte dei conti dell'Ue: relazione sul modo in cui la Commissione rileva e corregge le violazioni del diritto dell’Ue
Commissione: il commissario Brunner pronuncia discorso di apertura all’EuroChanukah
Consiglio: conferenza di adesione con l'Albania
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Eurostat: dati sul commercio internazionale beni a ottobre; aspettativa di vita nel 2023; sondaggio sull'utilizzo della tecnologia da parte delle famiglie nel 2024