Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann e Idafe Martín vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
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Perché l'Ue avrebbe bisogno di un Musk
"Musk è l'uomo giusto nel continente sbagliato" è il titolo provocatorio di un articolo di Janan Ganesh pubblicato il 27 novembre dal Financial Times. La tesi? La dimensione sovradimensionata dello stato e della regolamentazione pubblica in Europa ha bisogno della rivoluzione di efficienza di Musk molto più che negli Stati Uniti. Il titolo è provocatorio perché, nel momento in cui il padrone di X si è lanciato in una campagna di destabilizzazione politica nel vecchio continente sostenendo apertamente le forze di estrema destra e contestando la legittimità democratica dell'Ue, il solo evocare Elon come soluzione ai problemi europei provoca repulsione. Ma la penna brillante di Janan Ganesh mette il dito nella piaga dell'Ue e dei suoi Stati membri. Lanciandosi nel più grande esercizio regolatorio mai realizzato da una democrazia di mercato, e nel momento in cui si prepara a condurre politiche industriali attive per cercare di colmare il suo divario di competitività, l'Ue potrebbe compromettere la sua prosperità.
Musk è stato nominato da Trump per tagliare la burocrazia del governo federale negli Stati Uniti. Anche la Commissione di Ursula von der Leyen ha una sua figura simile. Il lettone Valdis Dombrovskis sarà il commissario responsabile della sburocratizzazione, che risponderà direttamente alla presidente. La domanda che dovrebbero porsi von der Leyen e Dombrovskis non è tanto se il dirompente politico Musk sarebbe un buon commissario, ma se nell'Ue di oggi il dirompente imprenditore Elon sarebbe in grado di avere il successo che ha avuto negli Stati Uniti.
“Sospetto che un Elon Musk non possa esistere nell'Ue”, ci ha risposto l'economista spagnolo ed ex parlamentare europeo, Luis Garicano: “Sicuramente dobbiamo avere ingegneri del suo calibro, ma chi è il ragazzo tedesco che avvia una fabbrica di veicoli elettrici nel suo garage invece di fare domanda alla Volkswagen? Se ha successo, può aumentare facilmente le vendite in tutta Europa, in assenza di un vero mercato unico? Da dove vengono i suoi finanziamenti? Se fallisce, può rimettersi in piedi o sarà nei guai per il resto della sua vita, cercando di ripagare i suoi debiti?”.
Luis Garicano a settembre ha lanciato Silicon Continent, una newsletter settimanale con Pieter Garicano, beneficiario di una borsa Emergent Ventures del Mercatus Center. In una serie di articoli i due rimettono in discussione alcuni degli assunti centrali che hanno guidato la politica dell'Ue nell'ultimo decennio, e ancor più le iniziative della Commissione von der Leyen I sulla transizione climatica e digitale. Il 6 novembre, il giorno dopo la rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca, Pieter Garicano ha pubblicato un articolo per spiegare che l'Ue non può più permettersi l'era delle "luxury rules". Si tratta delle regole che si può avere il lusso di permettersi perché prosperi e sicuri.
Le luxury rules sono "le leggi che ci fanno sentire bene con noi stessi e solo le società privilegiate possono permettersi. Sono le scelte che, in assenza della sicurezza fornita dall'America, l'Europa non potrebbe fare in modo sicuro", spiega Pieter Garicano: "Le politiche europee sono un prodotto di lusso. Non nel senso che le politiche europee sono costose (anche se lo sono), ma perché servono la stessa funzione sociale di beni di lusso", ma alla fine sono dannose per uno stato che ha di fronte sfide di sicurezza molto reali.
Pieter Garicano non manca di esempi. La decisione della Germania di chiudere le centrali nucleari nel 2011. Il divieto di fracking per estrarre gas da scisto. Il rapido passaggio all'energia solare ed eolica intermittente, senza l'aggiunta di altre centrali nucleari. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni più ambiziosi che negli Stati Uniti e in Cina. La scelta di porre fine al motore a combustione nel 2035. Il GDPR e l'AI Act che impongono enormi costi di conformità con molteplici livelli di regole rendendo quasi impossibile la creazione di nuove aziende tecnologiche. “Questo va bene se non si ha bisogno di innovazione e si è felici di affidarsi agli americani per fare da apripista. Ma è molto più pericoloso se gli europei temono che gli Stati Uniti non rispondano alle loro chiamate”, spiega Pieter Garicano. “Il risultato è stato un continente che è al primo posto nel mondo per i quadri di conformità e non è in grado di proteggersi”.
I numeri sono una condanna senza appello. “Negli ultimi 50 anni l'Europa non ha creato da zero una sola impresa con una valutazione superiore a 100 miliardi di euro; nello stesso periodo gli Stati Uniti hanno creato sei aziende con un valore superiore a 1.000 miliardi di euro”, dice Pieter Garicano. “La cultura dell'Europa corre a regolamentare invece che a crescere”, aggiunge Luis Garicano, che il 13 novembre ha pubblicato un altro articolo sul “Circolo vizioso della conformità” spiegando come l'Ue stia creando “una nuova classe dirigente, che però non fa leggi né fornisce servizi” ma “controlla caselle e rilasci timbri di approvazione”. Secondo Luis Garicano, “dal reporting ESG agli audit di sostenibilità, dalla protezione dei dati alla verifica della catena di approvvigionamento (…), l'attività economica europea è sempre più governata da un gruppo di esecutori di regole che, anziché creare attività economica, la riducono”.
Molti dei rilievi di Luis e Pieter Garicano si ritrovano nel rapporto di Mario Draghi sul futuro della competitività europea. Nel suo discorso al Parlamento europeo il 27 novembre Ursula von der Leyen ha promesso una “bussola sulla competitività”. Tuttavia il pericolo è che, più che seguire le raccomandazioni sulla deregolamentazione, la Commissione scelga di dare priorità alla politica industriale, aumentando ulteriormente il ruolo della potenza pubblica rispetto a quello del mercato. Il problema culturale non è solo a Bruxelles, ma anche negli Stati membri. Luis Garicano sottolinea che la Spagna, nonostante non abbia alcun attore di frontiera nell'Intelligenza artificiale, si è affrettata a istituire una agenzia sull'AI con un presidente, un direttore, due vice, un segretario generale e dieci dipartimenti per “regolare prima dell'innovazione”.
Immaginate se un Musk europeo avesse osato lanciare nello spazio satelliti per mettere in piedi un sistema di comunicazioni privato, usando i suoi lanciatori privati. Un'autorità pubblica avrebbe immediatamente obiettato per la mancanza di autorizzazioni e regolamentazioni e per i rischi di inquinamento dello spazio. Lo spirito di imprenditorialità nell'Ue è represso. Un esempio che il Mattinale Europeo ha vissuto in prima persona è questo: chi crea una start-up in Estonia da un altro paese usando i vantaggi della e-residency oggi non può aprire un conto corrente su una banca online estone e rischia di ritrovarsi sospettato di evasione fiscale nel suo stato membro di residenza.
Il colpo di genio economico della realizzazione nel mercato interno dell'Ue negli anni 1980 era stato liberare le imprese dai vincoli imposti dagli Stati membri, attraverso l'armonizzazione di standard e regole. Creare attività economica era diventato più facile per tutti. E a beneficio di tutti, non solo le imprese ma anche i consumatori. Jacques Delors, di fatto, aveva agito come l'Elon Musk nominato da Trump per liberare l'economia europea dalle miriadi regolamentazioni nazionali. Quel processo non solo si è arrestato, ma ha fatto passi indietro in nome dell'Europa che protegge. Di fronte a Trump, alla minaccia di sicurezza posta dalla Russia e a quella economica posta dalla Cina, forse serve meno protezione, più cultura del rischio e più libertà economica.
La frase
“Se vogliamo fermare la fase calda della guerra, dobbiamo mettere sotto l'ombrello Nato il territorio dell'Ucraina che abbiamo sotto il nostro controllo”.
Volodymyr Zelensky.
Geopolitica
Zelensky apre al cessate il fuoco sotto l'ombrello della Nato - “Se vogliamo fermare la fase calda della guerra, dobbiamo portare sotto l'ombrello della Nato il territorio dell'Ucraina che abbiamo sotto il nostro controllo”, ha detto venerdì il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, aprendo per la prima volta alla possibilità di un cessate il fuoco sulle linee attuali della guerra condotta dalla Russia. La condizione posta da Zelensky è tuttavia di difficile realizzazione, se non impossibile. L'ingresso nella Nato è escluso per il veto di alcuni membri dell'Alleanza, contrari anche solo a un invito formale all'Ucraina. In alcune capitali – tra cui Parigi e Varsavia – si sta studiando la possibilità di offrire garanzie di sicurezza e l'invio di soldati sul terreno, nella speranza che possano avere l'effetto deterrente dell'articolo 5 del trattato dell'Organizzazione dell'Atlantico del nord. “Dobbiamo farlo in fretta” ha detto Zelensky, sottolineando che l'ombrello della Nato sarebbe la “garanzia che Putin non tornerà”. Il presidente ucraino non è tuttavia pronto a cedere formalmente parti del territorio ucraino. “Sul territorio (occupato) dell'Ucraina, l'Ucraina può riprenderlo in un modo diplomatico”, ha detto Zelensky.
Politica, armi e denaro dell'UE insieme a Kyiv - Antonio Costa, Kaja Kallas Marta Kos insieme a Kyiv. L'Ue ha voltato pagina rispetto ai battibecchi tra i leader delle sue istituzioni e ha posto fine alla frammentazione delle sue azioni. Il presidente del Consiglio, incarnazione della leadership europea, l'Alto rappresentante per la politica estera, coordinatore delle forniture di armi, e la commissaria per l'Allargamento, custode dei finanziamenti europei, si sono recati a Kyiv ieri, nella mattinata del primo giorno di insediamento delle nuove istituzioni dell'Ue, per dimostrare l'importanza del sostegno all'Ucraina contro la Russia e la volontà di lavorare insieme. Tuttavia, i sentimenti restano contrastanti. L'incontro è stato molto cerimonioso e i discorsi degli europei sono stati convenzionali. Gli scambi sono stati poco calorosi. Era come se gli europei venuti a Kiev fossero estranei al presidente Zelensky. “Sosterremo l'Ucraina per tutto il tempo necessario, a qualsiasi costo”, ha dichiarato Antonio Costa dopo aver invitato il presidente ucraino a partecipare al vertice europeo di dicembre. “Il mio messaggio è chiaro: l'Europa vuole che l'Ucraina vinca questa guerra e noi faremo tutto il necessario perché ciò accada”, ha dichiarato Kaja Kallas. Tante belle parole, ma alle parole dovranno seguire i fatti perché “se continua così, l'Ucraina può perdere la guerra”, ha avvertito l'ex ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, in un'intervista al Financial Times. Donald Trump farà cadere l'Ucraina o costringerà Zelensky a una pace ingiusta. È imperativo che gli Stati membri forniscano le armi promesse, sblocchino i 6,6 miliardi di euro del Fondo europeo per la pace per finanziare l'acquisto di sistemi di difesa aerea, accelerino la consegna di aerei da combattimento per proteggere lo spazio aereo dell'Ucraina, si preparino all'adesione di questo gigantesco paese e non esitino più a utilizzare i beni russi congelati dalle sanzioni. Kaja Kallas si è impegnata in questo senso.
Le ultime raccomandazioni di Borrell: meno retorica, più azione - “Il mio vecchio amico Jacques Delors diceva: 'Bisogna conciliare i discorsi della domenica con le azioni del lunedì'. Ma per farlo abbiamo bisogno di una politica estera veramente integrata che combini il potere degli Stati membri, che agiscono insieme nel Consiglio, con tutte le politiche gestite dalla Commissione e con la legittimità democratica di questa Assemblea. Devo ammettere che questo obiettivo è stato raggiunto solo in parte negli ultimi cinque anni”. Josep Borrell ha consegnato le chiavi del Servizio per l'azione esterna a Kaja Kallas, nuovo Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, terza donna a ricoprire l'incarico. Lo spagnolo ha dato all'ex primo ministro estone i suoi ultimi consigli e raccomandazioni in un post sul blog del SEAE. Borrell ricorda il ruolo e le prerogative dell'Alto rappresentante, raccomanda di “emettere un debito comune europeo per sostenere la nostra difesa e l'industria della difesa”. E dice una verità: “in termini di politica estera e di sicurezza europea, abbiamo ancora molto lavoro da fare per combinare efficacemente il potere degli Stati membri e le politiche gestite dalla Commissione”.
In Georgia la repressione contro i manifestanti, Kallas promette conseguenze - Durante il fine settimana decine di migliaia di persone sono scese nelle strade in Georgia per protestare contro l'annuncio del governo guidato da Sogno Georgiano di voler sospendere il percorso di adesione all'Ue fino al 2028. Le autorità hanno risposto con una violenta repressione e centinaia di arresti. “Stiamo dalla parte del popolo georgiano e la loro scelta per un futuro europeo”, ha detto il nuovo Alto rappresentante, Kaja Kallas, ieri nel suo primo giorno di lavoro. La violenza e le decisioni del governo georgiano “avranno conseguenze dirette da parte dell'Ue”, ha detto Kallas.
Il Kosovo accusa i serbi per l'attacco all'acquedotto - Venerdì 29 novembre un'esplosione ha danneggiato un acquedotto strategico nel nord del Kosovo in quello che l'Alto rappresentante, Josep Borrell, ha definito un "attacco terroristico". Il primo ministro kosovaro, Albin Kurti, ha attribuito la responsabilità a dei "professionisti. Crediamo che sia opera di bande dirette dalla Serbia". L’esplosione a Vrage, 60 chilometri a nord di Pristina, ha interrotto la fornitura di acqua in alcune città e alle due principali centrali elettriche del paese. Borrell non ha voluto attribuire responsabilità. Si tratta di "un atto spregevole di sabotaggio alle infrastrutture civili critiche del Kosovo, che forniscono acqua potabile a una parte considerevole della popolazione del Kosovo e sono una componente essenziale del sistema energetico del Kosovo”, ha detto Borrell, che tuttavia non ha voluto attribuire responsabilità. Le autorità kosovare hanno annunciato l'arresto di otto sospetti. Il presidente serbo, Aleksandar Vucic, sabato ha definito le accuse delle autorità del Kosovo "irresponsabili" e "senza fondamento".
Transizione
Passaggio di poteri e grandi ambizioni - Venerdì, la campanella che simboleggia l'autorità del presidente del Consiglio europeo è passata dalle mani di Charles Michel a quelle di Antonio Costa, sotto lo sguardo divertito della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, in piedi tra i funzionari dell'istituzione. Una nuova pagina della storia dell'UE è stata girata. La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, oggi riunirà le sue due controparti in terreno neutro per chiudere il capitolo delle relazioni acrimoniose tra Consiglio europeo e Commissione. I passaggi di consegne tra i commissari sono stati discreti. Alcuni, come Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, hanno lasciato delle raccomandazioni. Altri hanno scritto un messaggio su X per salutare. Ursula von der Leyen ha offerto ai suoi ex commissari un drink d'addio sabato sera in una sala del municipio che si affaccia sulla Grand Place di Bruxelles e ha postato un breve filmato su Instagram per farlo sapere. Nel suo primo discorso, Antonio Costa ha puntato in alto. “Dobbiamo scrivere un nuovo capitolo per l'Unione europea come progetto di pace. Diventando più forti, più efficaci, più resistenti e, sì, più autonomi in termini di sicurezza e difesa. Tutto questo continuando a lavorare per un forte partenariato transatlantico”.
I socialisti europei curano le loro ferite - Il congresso del Partito Socialista spagnolo, tenutosi questo fine settimana a Siviglia, è servito affinché i socialisti europei iniziassero a curare le loro ferite e a ristabilire buone relazioni dopo le tensioni generate dai negoziati per approvare il nuovo Collegio dei Commissari. Il tedesco Olaf Scholz ha elogiato il lavoro della leader del gruppo S&D al Parlamento Europeo, la spagnola Iratxe García, e Sánchez è stato sostenuto dal francese Raphaël Glucksmann, dal portoghese Pedro Nuno, dall’italiana Elly Schlein e dallo svedese Stefan Lofven. García aveva spinto al massimo per far sì che il suo gruppo, composto da 130 europarlamentari, accettasse l’accordo raggiunto con il leader del PPE Manfred Weber e la leader di Renew Valérie Hayer, che garantiva il mantenimento della carica di vicepresidente esecutivo della Commissione Europea per l’italiano Raffaele Fitto. Il congresso di Siviglia rappresenta il primo passo verso la riconciliazione.
Francia
Settimana decisiva per il primo ministro Barnier minacciato da Le Pen - E' rottura tra il primo ministro, Michel Barnier, e il partito di estrema destra del Rassemblement National, da cui dipende la sopravvivenza del suo governo. Ieri sera, su TF1, Marine Le Pen ha annunciato la decisione del suo partito di votare a favore della censura, “a meno che il Primo Ministro non faccia una spettacolare inversione di rotta”. Michel Barnier oggi dovrebbe impegnare la responsabilità del suo governo per evitare il voto sulla legge finanziaria sulla sicurezza sociale. La sinistra presenterà una mozione di censura. Potrebbe essere discussa già mercoledì. Se i 124 deputati del Rassemblement National e i loro 16 alleati del partito di Eric Ciotti si uniranno ai deputati del Nuovo Fronte Popolare, l'alleanza dei partiti di sinistra guidati dall'estrema sinistra della France Insoumise, il governo cadrà e la famiglia conservatrice del Partito Popolare Europeo perderà uno dei suoi primi ministri. Ma restano ancora alcuni “se” e molti “ma” prima del caos che si annuncia per la Francia e l'Ue.
Romania
Socialdemocratici in vantaggio nelle legislative, in attesa delle decisioni sulle presidenziali - Gli elettori rumeni ieri sono tornati alle urne per le elezioni legislative, dopo che il primo turno delle presidenziali ha prodotto un risultato choc, con il successo di un candidato di estrema destra semi sconosciuto. Secondo gli exit-poll il Partito Socialdemocratico al governo è arrivato in testa con il 25,5 per cento dei voti, in calo rispetto alle precedenti legislative. L'estrema destra di AUR guadagna terreno, piazzandosi al secondo posto con il 19,3 per cento. I liberali di USR sono al terzo posto con il 15,7 per cento, mentre i conservatori del PNL precipitano al 15,3 per cento. Un altro partito di estrema destra, SOS RO-NI dovrebbe entrare in Parlamento. Se i risultati ufficiali confermeranno gli exit-poll, in un panorama sempre più frammentato, sarà difficile formare un governo a Bucarest. La Romania aspetta anche la decisione della Corte costituzionale che oggi potrebbe annullare il primo turno delle presidenziali.
Irlanda
Il Fianna Fail davanti al Fine Gail nelle legislative - La scommessa del primo ministro Simon Harris non ha pagato. Il Fianna Fail, partito che fa parte della famiglia liberale di Renew, è arrivato in testa nelle elezioni legislative di venerdì in Irlanda. IL conteggio è ancora in corso, così come l'attribuzione dei seggi, complicata dal sistema elettorale irlandese che prevede il trasferimento dei voti. Ma il Fianna Fail di Micheal Martin è risultato il partito più votato con il 21,86 per cento, superando il Fine Gail di Harris con il 20,80 per cento. I due partiti saranno condannati a governare insieme. Il Sinn Fein è arrivato al terzo posto a poca distanza con il 19.01 per cento. Martin tornerà a occupare il posto di Taoiseach, togliendo un posto al Partito popolare europeo dentro il Consiglio europeo?
Brum brum
Il PPE chiede di revocare la data del 2035 per i veicoli elettrici - Il gruppo del Partito popolare europeo si prepara a chiedere alla nuova Commissione di Ursula von der Leyen di cancellare la data del 2035 per la fine delle auto con motore a combustione e il passaggio ai veicoli elettrici, mettendo in discussione uno dei principali provvedimenti del Green deal. “Il divieto imminente del 2035 sui motori a combustione interna dovrebbe essere revocato per riflettere la neutralità tecnologica, ovvero consentire un mix di tecnologie. Mentre i veicoli elettrici svolgeranno un ruolo importante nella transizione verso un futuro neutrale dal punto di vista climatico, anche altre tecnologie possono contribuire a raggiungere i nostri obiettivi”, si legge in una bozza di documento che fissa la posizione del PPE sulla crisi del settore automobilistico. Il “position paper” sarà discusso e adottato nella riunione del gruppo del PPE dell'11 dicembre. Modifiche sono ancora possibili. Ma rappresenta comunque un cambio di rotta significativo del PPE e una sfida diretta agli altri gruppi politici che hanno appena confermato la nuova Commissione sulla base della promessa di von der Leyen di “mantenere la rotta sugli obiettivi del Green deal”.
Antitrust
Vestager chiude la saga Alitalia - Venerdì 29 novembre, alle sei del pomeriggio, Margrethe Vestager ha preso la sua ultima decisione come commissaria responsabile della Concorrenza: chiudere la saga dei fallimenti e dei salvataggi di Alitalia, l'ex compagnia di bandiera italiana. La Commissione ha approvato l'ultima fase del processo di acquisizione di ITA, la compagnia nata dalle ceneri di Alitalia, da parte di Lufthansa. EasyJet, IAG e Air-France-Klm sono state considerate adatte per prendere il controllo di alcuni slot e rotte che Lufthansa e ITA dovranno cedere per evitare una posizione dominante e garantire concorrenza. ITA cederà a EasyJet degli slot all'aeroporto di Milano Linate e alcune rotte tra Roma o Milano e diversi aeroporti dell'Europa centrale. IAG e Air-France-Klm firmeranno accordi per garantire un numero sufficiente di voli tra l'Italia e l'America del nord. Vestager ha dovuto gestire gli aiuti di Stato ad Alitalia fin dall'inizio del suo mandato. Anche i suoi predecessori, Joaquin Almunia e Neelie Kroes, se ne erano dovuti occupare. Teresa Ribera riuscirà a scampare alla storia infinita dei fallimenti di Alitalia?
Accade oggi
Consiglio Occupazione e affari sociali
Parlamento europeo: incontro tra i presidenti Metsola, von der Leyen e Costa
Parlamento europeo: audizione in commissione Esteri con il rappresentante speciale dell’Ue in Medio Oriente, Sven Koopmans
Commissione: la commissaria Roswall alla Cop16 sulla desertificazione a Riyadh
Banca centrale europea: la presidente Lagarde partecipa al gruppo Clima e ambiente della Bei a Lussemburgo
Eurostat: dati sulla disoccupazione in ottobre; dati sulla sicurezza del trasporto marittimo nel 2023
Gli Usa innovano, la Cina copia, l'Europa fa le regole