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Perché Raffaele Fitto non è un pericoloso anti europeista
E' arrivato il giorno del giudizio per le tre donne e i tre uomini che Ursula von der Leyen vuole al suo fianco come vicepresidenti esecutivi della Commissione. Oggi sarà la giornata più lunga delle audizioni del Parlamento europeo per valutare i candidati commissari. E' l'ultima occasione per i deputati di condizionare le scelte di von der Leyen, di mettere paletti alla sua squadra e di affermare la loro influenza sulla Commissione. I protagonisti dell'ultima maratona sono la spagnola Teresa Ribera, la finlandese Henna Virkkunen, il francese Stéphane Séjourné, l'estone Kaja Kallas, la rumena Roxana Mînzatu e l'italiano Raffaele Fitto. E' soprattutto su quest'ultimo che gli occhi di molti sono puntati.
Esponente di Fratelli d'Italia (il partito di Giorgia Meloni, che a Bruxelles è considerato di estrema destra), ministro del governo più di destra della storia italiana (di cui due partiti, tra cui il suo, volevano uscire dall'euro), ex co-presidente del gruppo sovranista dei Conservatori e riformisti europei (ECR), Fitto è un pericoloso nazional-populista anti europeo? La risposta è “no”. E non aspettatevi una clamorosa bocciatura. Al massimo qualche domanda scritta aggiuntiva.
La scelta di Ursula von der Leyen di affidare a Fitto una delle sei vicepresidenze della Commissione ha provocato molta irritazione nei gruppi di centrosinistra, che hanno votato la fiducia a luglio per un secondo mandato alla presidente. E' la prima volta che una vicepresidenza viene attribuita al gruppo sovranista ECR, che dalla sua nascita per volontà dei Tory britannici si è spostato molto a destra, diventando una forza anti-sistema dell'Ue. Von der Leyen si è giustificata con la necessità di preservare l'equilibrio geografico e politico. In fondo – ha spiegato a settembre la presidente della Commissione – anche il Parlamento europeo ha eletto due vicepresidenti del gruppo ECR. Che male c'è se, oltre al legislatore, lo fa anche l'esecutivo comunitario?
L'argomento non regge sul piano istituzionale. La scelta è politica. Nonostante Giorgia Meloni non abbia sostenuto la sua riconferma, von der Leyen ha mantenuto un ottimo rapporto personale e politico con il presidente del Consiglio italiano. La scelta di Fitto è anche il riflesso del vento politico (di destra) che soffia sull'Ue.
A settembre, dopo la designazione di Fitto, la presidente del gruppo socialista, Iratxe Garcia Perez, ha minacciato di non votare la Commissione, accusando von der Leyen di aver tradito gli impegni assunti al momento della riconferma. La presidente del gruppo liberale di Renew, Valérie Hayer, ha deplorato la scelta e promesso di non cooperare con l'estrema destra. Il gruppo dei Verdi ha espresso la sua opposizione. Nelle ultime settimane socialisti, liberali e verdi hanno anche lasciato intendere di voler tentare una manovra: far togliere a Fitto la vicepresidenza, lasciandogli la sua attuale delega per la politica di coesione.
Ora che è arrivato il momento della verità, la ribellione contro von der Leyen si sta trasformando in un flebile brusio di protesta. Come nella favola di Esopo “Il Leone e l'asino che andavano a caccia insieme”, i gruppi di centrosinistra hanno giocato il ruolo dell'asino, von der Leyen quello del leone. Le gesta gloriose dell'asino ingannano solo chi non lo conosce.
I gruppi del PPE e dei socialisti hanno concluso un patto di non aggressione per evitare di farsi la guerra nelle audizioni, che ha retto alla prima settimana di valutazione dei commissari. Il PPE ha deciso di proteggere Raffaele Fitto come se fosse parte della sua famiglia politica. Se i socialisti e i liberali dovessero contestarne la conferma, il PPE è pronto a prendere in ostaggio la socialista spagnola Teresa Ribera e il liberale francese Stéphane Séjourné.
“Nessuno ha interesse a un conflitto”, ci ha spiegato una fonte del PPE. Von der Leyen e i leader dei gruppi politici hanno fretta. L'entrata in funzione della Commissione è già stata ritardata di un mese. Nel frattempo Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti. L'Ue deve uscire dal suo lungo periodo di transizione post elezioni europee il più presto possibile. E' un incentivo in più per evitare di provocare un incidente su Fitto.
Al di là delle motivazioni di opportunità, c'è una ragione molto più basilare per cui Raffaele Fitto dovrebbe passare la sua audizione: il candidato designato da Giorgia Meloni è lungi dall'essere un pericoloso fascista. Raffaele Fitto è un (ex) democristiano, che può avere molti difetti (è un barone politico locale del sud Italia), ma non quello di essere un nazional-populista anti europeo. Lo sa bene il Partito democratico italiano che, pur appartenendo al gruppo dei Socialisti&Democratici, è intenzionato a votare a suo favore. Lo ha scritto lui stesso nelle risposte scritte ai deputati. “Ho iniziato la mia carriera politica nel partito i cui valori ha condiviso, inclusa la sua vocazione europea: la Democrazia cristiana”, ha scritto Fitto, senza citare Fratelli d'Italia.
Se Raffaele Fitto è finito in Fratelli d'Italia è più per l'opportunismo politico e la tradizione trasformista che caratterizzano da sempre la politica italiana. Dopo la Democrazia cristiana, Fitto ha aderito a Forza Italia, il partito di Silvio Berlusconi, con cui è stato anche eletto due volte al Parlamento europeo. In effetti tra il 1999 e il 2000 e tra il 2014 e il 2015 è stato un deputato del PPE. La sua rottura con Forza Italia e con il PPE è dovuta a un conflitto locale: la scelta del candidato per la regione Puglia, di cui è stato presidente, nelle elezioni regionali del 2015. Dopo vari tentativi infruttuosi di federare altri piccoli partiti originati dall'implosione della Democrazia cristiana, mentre Berlusconi era entrato inesorabilmente in declino, il 6 dicembre del 2018 Fitto decide di entrare in Fratelli d'Italia. L'anno dopo è rieletto al Parlamento europeo e diventa il co-presidente del gruppo ECR.
All'epoca Fratelli d'Italia era ancora un piccolo partito anti-europeo, che tentava di fare concorrenza alla Lega di Matteo Salvini chiedendo di far uscire l'Italia dall'euro e dall'Ue. Raffaele Fitto è l'artefice della conversione di Giorgia Meloni a un approccio pragmatico sull'Ue. E' stato lui a consigliarle di non cercare un'alleanza con la francese Marine Le Pen, ma di guardare al gruppo dell'ECR, perché al suo interno c'era il PiS polacco, considerato di estrema destra, ma pur sempre un partito al governo. E' stato lui a farla eleggere nel 2020 presidente del partito ECR e tessere i legami prima con il PPE e poi con Ursula von der Leyen. Meloni lo ha ricompensato con l'incarico di ministro per gli Affari europei, dove Fitto ha fatto costantemente da ponte con Bruxelles e con le altre capitali.
Raffaele Fitto “è costruttivo”, ci ha spiegato un anno fa un ministro di un altro Stato membro. Con il il rapporto “funziona molto bene. Vuole che l'Ue funzioni”, ha aggiunto il ministro. Le altre capitali hanno apprezzato i tentativi di mediazione che Fitto ha fatto per convincere l'Ungheria di Viktor Orban a togliere veti sull'Ucraina.
Anche la sua gestione dei fondi del Piano di ripresa e resilienza è stata giudicata positivamente. “Raffaele Fitto è stato molto concentrato su questo. La continuità degli esborsi è un'enorme vittoria per lui”, ci ha confermato il ministro. Con un paradosso. Nel 2021 Fitto non aveva votato a favore di NextGenerationEU. Nel febbraio del 2021 i deputati di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo si astennero nel voto sul Dispositivo per la ripresa e la resilienza, criticando con virulenza il fondo post-Covid di von der Leyen. Ecco, se c'è una domanda che andrebbe posta a Raffaele Fitto, è questa: perché Giorgia Meloni e il suo partito cambiano così facilmente idea?
La frase
“Se l'Ucraina crollasse e Putin vincesse la guerra è certo che non sarebbe una vittoria per i dirigenti americani”.
Josep Borrell, parlando con l'Afp di Donald Trump.
Commissione von der Leyen II
Le altre audizioni dei vicepresidenti da seguire - Oltre a Raffaele Fitto, sarà importante seguire anche le altre audizioni dei candidati vicepresidenti della Commissione. Le tre ore di interrogatorio serviranno a capire quanto i pesi massimi che non appartengono alla famiglia del PPE (Teresa Ribera, Stéphane Séjourné e Kaja Kallas) intendono discostarsi dalla linea dettata da Ursula von der Leyen. L'audizione di Teresa Ribera, designata per il Green deal, si annuncia surriscaldata. Il PPE, su istigazione del Partido Popular, intende “grigliare” la socialista spagnola, in parte per ragioni di politica interna. Il Partido Popular sostiene che Ribera abbia delle responsabilità nella catastrofe provocata da Dana a Valencia, perché dal suo ministero dipendono organismi come l'Agenzia meteorologica e le confederazioni idrografiche regionali. Dimentica che le responsabilità principali sono del governo regionale valenciano (del Partido Popular), il cui presidente è scomparso (ha trascorso più di quattro ore in un ristorante, isolato, senza rispondere al telefono) quando avrebbe dovuto attivare tutti i meccanismi di allerta. “Il mondo, l'Europa, la Spagna hanno bisogno di più Teresa Ribera e di meno negazionisti del cambiamento climatico", ha risposto ieri Pedro Sanchez durante una conferenza stampa.
La conferma di Varhelyi ancora in sospeso - Il Parlamento europeo non è ancora riuscito a dare il via libera al commissario ungherese, Oliver Varhelyi, nonostante le sue risposte alle domande supplementari poste dai deputati dopo la sua audizione. “Abbiamo appena deciso di rinviare la decisione sul commissario di Fidesz”, ha scritto su X Pascal Canfin, coordinatore di Renew nella commissione Ambiente. Alcuni gruppi politici vorrebbero togliere al commissario nominato da Viktor Orban alcune responsabilità legate alla salute e al benessere animale. La decisione dei coordinatori delle commissioni Ambiente e Agricoltura sarà presa domani. Non è escluso un voto di tutti i membri delle due commissioni.
Migranti
Un tribunale porta l'accordo di Meloni con l'Albania davanti alla Corte dell'Ue - Il tribunale di Roma ieri ha inflitto un nuovo colpo al protocollo tra l'Italia e l'Albania sull'esternalizzazione delle procedure di asilo, decidendo di portare davanti alla Corte di giustizia dell'Ue l'applicazione del concetto di “paese terzo sicuro” da parte del governo di Giorgia Meloni. I giudici hanno anche ordinato di portare in Italia sette migranti che erano stati trasferiti in Albania per la mancata convalida del fermo entro le 48 ore previste dalla legge. La decisione dovrebbe portare di fatto a una sospensione del protocollo con l'Albania, dato che potrebbe essere applicata a gran parte dei richiedenti asilo non solo nei centri albanesi ma anche in Italia, fino alla sentenza della Corte dell'Ue. Un migrante che proviene da un paese non sicuro non può essere sottoposto alle cosiddette “procedure accelerate di frontiera”, ma deve essere soggetto alle procedure di asilo ordinarie. Il tribunale di Roma ha ricordato che se la domanda di asilo viene rigettata nella procedura ordinaria, il migrante può essere rimpatriato anche in un paese non sicuro.
Controlli alle frontiere dei Paesi Bassi dal 9 dicembre - Il governo olandese ieri ha annunciato che inizierà a effettuare controlli alle frontiere con la Germania e con il Belgio, in deroga alla libera circolazione di Schengen, a partire dal 9 dicembre. Il ministro per l'immigrazione, Marjolein Faber, non ha fornito dettagli su come funzioneranno, ma ha spiegato che saranno fatti sforzi per ridurre al minimo l'impatto sulla circolazione delle merci e sui lavoratori transfrontalieri. L'obiettivo del governo è ridurre l'immigrazione "irregolare", in particolare respingere i migranti che hanno precedentemente presentato domanda di asilo in un altro Stato membro dell'Ue, ha detto Faber.
Geopolitica
Macron e Starmer promettono un sostegno indefettibile all'Ucraina - Emmanuel Macron e Keir Starmer hanno celebrato sugli Champs-Élysées il 106° anniversario dell'Armistizio del 1918, riaffermando "la loro determinazione a sostenere" l'Ucraina "in modo indefettibile e per tutto il tempo necessario". La continuazione dell'assistenza militare da parte degli Stati Uniti sembra essere messa in discussione con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. I due leader francese e britannico intendono fare pressione su Joe Biden affinché elimini le restrizioni sui missili a lungo raggio per consentire all'Ucraina di colpire la Russia in profondità. Macron riceve oggi all'Eliseo il segretario generale della Nato, Mark Rutte, per un incontro dedicato alle “sfide che l'Alleanza deve affrontare, in particolare il sostegno all'Ucraina” dopo l'elezione di Trump. Macron intende sottolineare “il ruolo centrale della NATO per la sicurezza collettiva” e la necessità di “sviluppare un pilastro europeo”, ha precisato l'Eliseo. Nel frattempo, il primo ministro polacco, Donald Tusk, ha confermato la sua intenzione di formare una "coalizione dei volenterosi" con i paesi nordici e baltici, la Francia e il Regno Unito. “Ci coordineremo attivamente con i paesi che condividono la nostra visione della situazione geopolitica e transatlantica, così come dell'Ucraina”, ha dichiarato Tusk. "Non desideriamo un'escalation del conflitto, ma l'Ucraina non deve essere indebolita o costretta a capitolare, poiché ciò costituirebbe una seria minaccia per la Polonia", ha detto Tusk.
Per Baerbock, l'Ucraina non può aspettare la crisi politica tedesca - Il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbok, ieri ha detto che l'Europa e l'Ucraina non possono permettersi di “aspettare la primavera per affrontare il periodo di transizione che Vladimir Putin ha sempre atteso dopo il risultato delle elezioni negli Stati Uniti”. L'appello sembra più indirizzato tanto a Olaf Scholz quando ai partner europei. Il cancelliere la scorsa settimana aveva indicato la volontà di andare a elezioni anticipate a marzo, anche se nel fine settimana ha aperto alla possibilità di anticipare la data del voto. Secondo Baerbock, l'Europa deve mobilitare “subito” tutto l'aiuto possibile perché l'Ucraina si trova in “una fase decisiva” della guerra condotta dalla Russia. Il ministro degli Esteri auspica che la Germania riesca a aumentare le spese a favore di Kyiv “almeno per coprire i bisogni essenziali della difesa aerea, in particolare la difesa contro i droni”. Baerbock ha anche detto che l'obiettivo del 2 per cento di spesa per la difesa fissato dalla Nato “non basta più nella nostra epoca”. Il suo collega Robert Habeck, ministro dell'Economia, ha chiesto alla Cdu-Csu di approvare un nuovo Fondo speciale per l'esercito prima delle elezioni, avvertendo che dopo il voto potrebbe esserci una minoranza di blocco formata dall'estrema destra e dall'estrema sinistra.
Borrell parla di “pulizia etnica” di Israele a Gaza - L'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, ieri è tornato ad accusare Israele di violare il diritto internazionale, utilizzando per la prima volta l'espressione "pulizia etnica" per qualificare l'operazione in corso a Gaza. "Condanno fermamente l'ultimo attacco israeliano a Jabalia, nella Striscia di Gaza, che ha causato numerose vittime civili", ha scritto Borrell sulla piattaforma X. "Per descrivere ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza settentrionale, si ricorre sempre più spesso alle parole 'pulizia etnica'. La realtà quotidiana degli spostamenti forzati viola il diritto internazionale", ha aggiunto Borrell. L'Alto rappresentante ha anche denunciato "l'uso della fame come arma di guerra (che) è contrario al diritto internazionale umanitario". Per Borrell, una carestia "prodotta dall'uomo deve essere evitata. Israele come potenza occupante ha l'obbligo di agire per far entrare gli aiuti" a Gaza.
Lituania
Accordo di coalizione a tre, con aumento della spesa per la difesa - Il Partito socialdemocratico in Lituania ieri ha firmato un accordo di coalizione con altri due partiti, tra cui il movimento populista Alba sul Nemunas, il cui leader è sotto processo per antisemitismo. Il socialdemocratico Gintautas Paluckas è stato designato per diventare il nuovo primo ministro. L'altro partner di coalizione è l'Unione democratica per la Lituania, un partito di centrosinistra affiliato ai verdi europei, di cui fa parte l'ex commissario europeo Virginijus Sinkevičius. Sebbene sia stato eletto nel Parlamento nazionale, Sinkevičius ha scelto di restare al Parlamento europeo, apparentemente in dissenso con l'ingresso in coalizione di Alba sul Nemunas. “Credo di avere una visione leggermente diversa della coalizione di governo”. Questo mi ha aiutato a prendere la decisione finale, ha detto Sinkevičius a ELTA. La coalizione avrà 86 seggi sui 141 del Parlamento di Vilnius. L'accordo prevede di sostenere “pienamente l'Ucraina nella sua vittoria e ricostruzione”. Inoltre, il nuovo governo dovrebbe impegnarsi a aumentare la spesa per la difesa al 3,5 per cento del Pil, contro il 3,2 per cento previsto quest'anno.
Sedie musicali
Il Belgio ha un nuovo rappresentante permanente - Cambio al vertice della rappresentanza permanente del Belgio presso l'Unione europea. L'ambasciatore Peter Moors è diventato da ieri il nuovo rappresentante permanente, succedendo a Willem van de Voorde. Moors è stato capo gabinetto del primo ministro Alexander De Croo. Van de Voorde ha guidato la rappresentanza del Belgio dal 2020, compreso il semestre di presidenza del Consiglio dell'Ue nella prima parte di quest'anno.
Accade oggi
Parlamento europeo: audizioni dei vicepresidenti designati Ribera, Virkkunen, Séjourné, Kallas, Minzatu e Fitto
Consiglio europeo: discorso del presidente Michel alla Cop29 a Baku
Commissione: la presidente von der Leyen incontra il futuro presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa
Commissione: il commissario Schinas riceve il ministro dell'Asilo e dell'Immigrazione dei Paesi Bassi, Marjolein Faber-van de Klashorst
Commissione: i commissari Hoekstra e Ivanova a Baku per la Cop29 sul cambiamento climatico
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Banca centrale europea: Piero Cipollone presiede una conferenza sulle Sanzioni finanziarie e le loro implicazioni per il sistema monetario internazionale organizzato dalla Bce e dalla Federal Reserve a Francoforte
Eurostat: dati sui sacchetti di plastica nel 2022; dati sull'istruzione terziaria nel 2022