Buongiorno! Sono Christian Spillmann e, insieme a David Carretta, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.
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Quale Germania per quale Europa?
Scossa dal disimpegno degli Stati Uniti e dalla messa in discussione delle relazioni transatlantiche da parte di Donald Trump, l'Unione Europea attende un ritorno della Germania sulla scena con la nomina del conservatore Friedrich Merz alla cancelleria. Pragmatico e realista, Merz, 69 anni, è favorevole alle "coalizioni dei volenterosi" per aggirare le inerzie europee, ma la sua libertà d'azione dipenderà dai suoi alleati politici e dall'influenza che conquisterà domenica nelle elezioni legislative il partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD), apertamente sostenuto dall'amministrazione Trump.
L'Unione CDU-CSU, di cui Merz è il candidato, è data in testa con il 30 per cento delle intenzioni di voto, stabile negli ultimi sondaggi. AfD arriva in seconda posizione con il 20-21 per cento, la SPD del cancelliere uscente Olaf Scholz è al 15 per cento, i Verdi al 13 per cento e i Liberali al 4 per cento. Questi ultimi rischiano di uscire dal Bundestag e dal gioco politico. Il partito di estrema sinistra, Die Linke, è accreditato del 6-7 per cento delle intenzioni di voto e l'Alleanza Sarah Wagenknecht (BSW), un'altra formazione populista di estrema sinistra, oscilla tra il 4 e il 5 per cento e potrebbe entrare nel Bundestag.
A meno che l'Unione CDU-CSU non si allei con AfD, una GroKo (grande coalizione) con due soli partiti probabilmente non avrà la maggioranza dei seggi. Merz potrebbe essere costretto a una nuova coalizione tricolore con SPD e Verdi. Tuttavia la scelta del leader conservatore di rompere il cordone sanitario attorno ad AfD in occasione di diversi voti al Bundestag sull'immigrazione ha infranto la cultura del compromesso e reso difficili i rapporti con sia con la SPD sia con i Verdi, spiega Jeremy Cliff, politologo dell'European Council on Foreign Relations (ECFR) a Berlino. Angela Merkel ha criticato "un errore" e respinto la "manovra tattica" verso l'estrema destra di Merz. "L'influenza crescente di AfD creerà un grosso problema per la formazione di una coalizione di governo efficace e stabile", dice Cliff. "AfD non farà parte del prossimo governo, ma perseguiterà Merz durante il suo mandato, perché AfD vuole distruggere la CDU prendendo i suoi elettori", conferma la direttrice del think tank Jana Puglierin. I due politologi hanno pubblicato un'analisi sulla "dottrina Merz".
Quale posizionamento europeo e quale politica estera adotterà il nuovo cancelliere? L'animosità manifestata da Donald Trump nei confronti della Germania fin dal suo primo mandato, la sua volontà di "punire" economicamente i tedeschi, accusati di essere "cattivi pagatori" per l'ombrello di sicurezza americano nella Nato, e il sostegno offerto ad AfD da Elon Musk e dal vicepresidente JD Vance nelle ultime settimane della campagna elettorale hanno sconcertato i tedeschi. La lezione di democrazia impartita dal vicepresidente Vance alla Conferenza per la Sicurezza di Monaco ha indignato. "È chiaro che la nuova amministrazione americana ha una visione del mondo molto diversa dalla nostra. Una visione che non tiene conto delle regole stabilite, delle partnership che si sono sviluppate nel tempo", ha deplorato il presidente Frank-Walter Steinmeier.
La CDU, partito atlantista e vicino ai repubblicani americani, è disorientata. Merz non ama l'America MAGA di Trump. Sembra giunto il momento per la Germania di riprendere il suo posto nell'Ue. Tanto più che i suoi partner europei sono stati esasperati dai ripetuti "no" del cancelliere uscente predecessore Olaf Scholz alle iniziative europee per aiutare l'Ucraina e finanziare il riarmo e gli strumenti necessari per il rilancio della competitività in Europa. "Merz è consapevole che c'è un vuoto da colmare e sente la necessità di mantenere l'unità all'interno dell'Unione", sottolinea Puglierin. “Tutti aspettano il ritorno di una forma di leadership tedesca”. Le prese di posizione di Merz a favore della fornitura all'Ucraina dei missili tedeschi Taurus, rifiutata da Scholz per rimanere allineato agli Stati Uniti, vanno in questa direzione. La Germania si impegnerà più attivamente a favore dell'aiuto all'Ucraina con Merz? La domanda c'è. Tutto dipenderà dalla coalizione e da chi, tra Olaf Scholz e Boris Pistorius, il ministro della Difesa uscente apprezzato a Parigi, dominerà la SPD.
Anche il denaro sarà determinante. Passare dal 2 al 3 per cento del Pil, probabile nuovo obiettivo della Nato per le spese militari, costringerà il governo tedesco a trovare 70 miliardi di euro e sarà difficile farlo accettare all'opinione pubblica, stima Puglierin. La richiesta di Donald Trump di destinare il 5 per cento del Pil è giudicata impossibile dagli alleati, con la notevole eccezione della Polonia. Le soluzioni di finanziamento per la Difesa discusse nell'Ue potrebbero aiutare la Germania. Diversi paesi detti frugali – Danimarca e Finlandia – hanno abbandonato questa categoria per la situazione eccezionale che vive l'Unione.
L'economia tedesca è in cattive condizioni e la situazione potrebbe peggiorare a causa dei dazi imposti da Trump. I nostri colleghi della newsletter economica Blocs non esitano a parlare di "depressione dell'industria tedesca" in un paese che potrebbe affrontare un terzo anno di recessione. "Il freno all'indebitamento, sancito nella costituzione, limita i nuovi prestiti allo 0,35 per cento del Pil. L'argomento ha causato l'implosione della coalizione guidata da Olaf Scholz e, sebbene Merz abbia lasciato intendere che potrebbe rivedere questa regola, l'argomento divide anche i conservatori", sottolinea Blocs.
Ex deputato europeo dal 1989 al 1994, periodo durante il quale ha fatto parte della commissione per gli affari economici e monetari, Merz è favorevole a un'Europa più integrata. Ma è stato influenzato dal suo mentore, l'ex ministro delle Finanze Wolfgang Schauble, nella sua visione di una "Europa dei cerchi concentrici" attorno a Francia e Germania. Merz "vuole forgiare alleanze con la Francia e la Polonia – i tre Paesi costituiscono il gruppo di Weimar – ma anche con le nuove coalizioni dei Paesi baltici e nordici", sottolinea Puglierin. L'Unione è paralizzata dalla regola del veto e dalle difficoltà a trovare un consenso. La formula dei paesi volenterosi ricercata dal presidente francese, Emmanuel Macron, per aiutare l'Ucraina è un modo per andare avanti e Merz è aperto a questo tipo di soluzione, sostiene la direttrice dell'ECFR.
Ma Merz cancelliere rischia di rompere il fragile equilibrio all'interno delle istituzioni europee. Il PPE è la famiglia dominante, maggioritaria all'interno della Commissione presieduta da Ursula von der Leyen del PPE, maggioritaria al tavolo del Consiglio europeo e primo gruppo politico al Parlamento europeo. Ma, dopo l'uscita di scena di Angela Merkel, al PPE manca un leader, un dirigente di un grande paese fondatore. Sarà Merz questo leader? Sostenitore del "Prima la Germania", quale relazione instaurerà con Ursula von der Leyen, di cui critica l'azione e le politiche? Saprà inserire una Germania alla ricerca di un rinascimento economico in un'Europa divisa? Che tipo di relazione vorrà intrattenere con gli Stati Uniti? Quale atteggiamento adotterà nei confronti della Cina dopo aver giudicato gli investimenti in questo paese "una decisione ad alto rischio"? Merz sarà il partner di Emmanuel Macron per rilanciare il motore franco-tedesco e offrire al capo di Stato francese una fine di mandato europea?
"Gli americani difenderanno i loro interessi con le unghie e con i denti e noi dobbiamo rispondere con lo slogan 'Europa First'. Siamo 450 milioni di europei e se uniamo le nostre forze sapremo tener testa agli Stati Uniti. Se ci comportiamo come nani saremo trattati come nani", ha dichiarato Merz in una delle sue ultime apparizioni della campagna elettorale, raccontata da Pascale Hugues, corrispondente del settimanale Le Point. Una risposta molto europea alle molteplici domande sul suo posizionamento.
La frase
“Il presidente Zelensky è stato legittimamente eletto in elezioni libere, corrette e democratiche. L'Ucraina è una democrazia, la Russia di Putin no”.
Il portavoce della Commissione, Stefan de Keersmaecker.
Geopolitica
Gli alleati europei dell'Ucraina a Kyiv lunedì - Antonio Costa, il presidente del Consiglio europeo, ha annunciato che lunedì sarà a Kyiv insieme alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, per il terzo anniversario dall'inizio della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina. "Per riaffermare il nostro sostegno all'eroico popolo ucraino e al presidente democraticamente eletto Volodymyr Zelensky", ha spiegato Costa. L'espressione "presidente democraticamente eletto" è anche una risposta alla messa in discussione della legittimità di Zelensky da parte del presidente Trump. Anche il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ieri ha annunciato che sarà a Kyiv lunedì "per riaffermare il sostegno della Spagna alla democrazia ucraina e al presidente Zelensky".
Gli Stati Uniti rompono l'unità del G7 sulla Russia “aggressore” - E' un altro segnale di rottura tra Stati Uniti e Unione europea sulla guerra in Ucraina. L'amministrazione Trump sta rifiutando di qualificare la Russia come “aggressore” nei negoziati in corso sulla dichiarazione del G7 per il terzo anniversario della guerra. Lo scoop è del Financial Times. L'amministrazione Trump rifiuta anche di di co-sponsorizzare una bozza di risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite per ribadire la condanna dell'aggressione russa e ribadire l'impegno per "la sovranità, l'indipendenza, l'unità e l'integrità territoriale dell'Ucraina all'interno delle sue frontiere riconosciute a livello internazionale". Questo secondo scoop è di Reuters.
Macron difende Zelensky, accusa Putin di uccidere i suoi oppositori - "Il presidente Zelensky è il presidente eletto di un sistema libero. Non è il caso di Vladimir Putin che uccide i suoi oppositori e manipola le sue elezioni". Emmanuel Macron ha preso ieri sera la difesa di Volodymyr Zelensky dopo le virulente accuse mosse dal presidente americano Donald Trump. Il capo di Stato francese ha giudicato irrealistica la richiesta americana di organizzare elezioni in Ucraina e ha messo in guardia contro il "progetto di un cessate il fuoco che non sarà rispettato per organizzare rapidamente elezioni per manipolarle". "Per organizzare elezioni libere, è necessaria una pace duratura", ha spiegato Macron.
Macron vuole chiedere a Trump di non essere "debole" di fronte a Putin - Il capo di Stato francese incontrerà lunedì il presidente Donald Trump a Washington e intende dirgli alcune verità. "Gli dirò 'non puoi essere debole di fronte al presidente Putin. Non è da te, non è il tuo marchio di fabbrica, non è nel tuo interesse. Come puoi poi essere credibile di fronte alla Cina se sei debole di fronte a Putin?'", ha spiegato in un'intervista sui social media. Macron ha spiegato che "Donald Trump crea incertezza negli altri perché vuole fare accordi, trovare accordi. Donald Trump arriva con una nuova amministrazione e il presidente russo non sa cosa farà, si dice che [Donald Trump] è capace di tutto. Bene, questa incertezza è positiva per noi e per l'Ucraina! Semplicemente, dobbiamo riuscire a strutturare ciò che verrà dopo".
La Francia aumenterà le sue spese militari - "Tutti i paesi che sono in prima linea spendono il 4 o 5 per cento del loro prodotto interno lordo mentre noi siamo al 2 per cento. Eravamo a tali cifre negli anni '60-'70 e negli anni '80, cioè per tutto il periodo della guerra fredda. Dovremo reinvestire. Dovremo, con i nostri principali partner in Europa, prendere decisioni forti per andare oltre. Non so se il 5 per cento sia la cifra giusta per la Francia, ma in ogni caso dovremo aumentare", ha annunciato il presidente Macron. La Francia destina il 2 per cento del suo Pil alle spese per la difesa, pari a 60 miliardi di euro. Portarle al 5 per cento implicherebbe destinare 150 miliardi di euro all'anno. Il capo di Stato ha detto di non escludere di "lanciare prodotti di risparmio" e di "fare appello alla nazione" per "finanziare alcuni programmi" di difesa.
Tusk vuole confiscare i 200 miliardi di attivi sovrani russi - Il primo ministro polacco, Donald Tusk, ieri ha chiesto di confiscare gli attivi congelati della Banca centrale russa per finanziare gli aiuti all'Ucraina, nel momento in cui gli europei sono sotto pressione per accettare un accordo di pace sfavorevole a Kyiv. “Basta discutere, è tempo di agire!”, ha scritto Tusk in un post sui social media. “Uno, finanziamo i nostri aiuti all'Ucraina con i beni congelati dalla Russia. Due, rafforziamo la polizia aerea, la sentinella baltica e i confini dell'Ue con la Russia. Tre, adottiamo rapidamente nuove regole fiscali per finanziare la sicurezza e la difesa dell'Ue. Subito!”, ha detto Tusk. La seconda e la terza richiesta del premier polacco potrebbe essere legata al timore che Trump usi il ritiro delle truppe americane dalla Nato come arma di ricatto nei confronti degli europei. “Gli Stati Uniti ci hanno concesso tre settimane per concordare le condizioni della resa dell'Ucraina. Altrimenti gli Stati uniti si ritireranno dall'Europa”, ha detto ieri Mika Aaltola, parlamentare europeo del PPE ed ex direttore dell'Istituto degli affari internazionali finlandese.
Orban minaccia di far saltare le liste nere dell'Ue contro la Russia - Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjártó, ieri ha detto che l'Ungheria non darà il via libera alla proroga delle sanzioni dell'Ue contro individui russi e bielorussi perché “deve essere dato tempo ai colloqui di pace tra Stati Uniti e Russia”. Viktor Orban aveva già messo a repentaglio le sanzioni economiche settoriali contro la Russia tra metà dicembre e la fine di gennaio, prima di togliere il veto all'ultimo minuto in cambio di una dichiarazione della Commissione sulla sicurezza energetica. Le sanzioni economiche sono state rinnovate per sei mesi. Ora si devono rinnovare le liste nere contro personalità ed entità a cui sono stati congelati i beni nell'Ue ed è stato vietato l'ingresso sul territorio europeo. "Non accetteremo di estendere le sanzioni lunedì. C'è tempo fino al 10 marzo", ha detto Szijjártó. La mossa potrebbe essere una tattica per ottenere concessioni. Il ministro ha accusato la Commissione di non aver onorato la promessa di includere l'Ungheria nei colloqui per riavviare il transito del gas ucraino, invitando invece solo Slovacchia e Ucraina. Szijjártó ha aggiunto che l'Ungheria si oppone anche al pacchetto da 20 miliardi di euro per l'Ucraina che sarà discusso lunedì dai ministri degli Esteri. "Non sosterremo la spesa dei soldi dei contribuenti europei per prolungare la guerra", ha detto il ministro.
Rutte accusa gli europei di piagnucolare - Mark Rutte è la voce di Donald Trump contro l'Europa oppure un rappresentante degli interessi europei dentro la Nato? L'interrogativo si pone nel momento in cui il segretario generale dell'Alleanza atlantica non solo difende le posizioni del presidente americano, ma ne adotta anche la retorica. "Mi ha un po' irritato a Monaco per il fatto che la reazione di molti europei, quando è stata annunciata l'iniziativa di pace negli Stati Uniti, sia stata quella di dire 'non siamo coinvolti e non possiamo partecipare a un tavolo'. Ho risposto: organizzatevi. Trovatevi a un tavolo, qualunque cosa questo tavolo comporti esattamente", ha detto Rutte ieri a Bratislava in una conferenza stampa assieme al presidente slovacco, Peter Pellegrini. Per Rutte, non è importante che gli europei siano al tavolo dei negoziati, ma che “in qualche modo in Europa si discuta di come organizzare le garanzie di sicurezza in Ucraina”. Rutte si è detto “felice che almeno si sia smesso di piagnucolare e si sia iniziato ad agire” dopo la riunione di lunedì a Parigi organizzata da Emmanuel Macron.
Rutte vuole il 2 per cento di spesa per la difesa entro l'estate - Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha chiesto ai paesi dell'Alleanza che non raggiungono ancora il 2 per cento della spesa per la difesa di farlo entro la prossima estate, se vogliono evitare l'ira di Donald Trump. "Sono felice che ora 23-24 paesi stiano spendendo il 2 per cento concordato, ma è anche vero che ci sono ancora alcuni paesi che non spendono il 2 per cento, e sto dialogando con loro attivamente e intensamente per assicurarmi che accelerino. Credo che tutti loro debbano farlo entro la prossima estate”, ha detto Rutte. "Dico loro: se non reagite alle mie telefonate, potreste ricevere telefonate da un uomo molto simpatico a Washington che potrebbe essere meno gentile”. Rutte ha ribadito che al vertice della Nato all'Aia saranno fissati obiettivi molto più elevati di quelli attuali per la spesa per la difesa.
Geoeconomia
Sefcovic vuole un accordo con Trump per ridurre i dazi su tutti i prodotti industriali - La missione di Maros Sefcovic, il commissario europeo al Commercio, a Washington non ha portato a risultati immediati. In una conferenza stampa per fare il bilancio dei suoi incontri con i funzionari dell'Amministrazione Trump, Sefcovic ha usato un tono molto moderato. “Penso che entrambi ci rendiamo conto di condividere alcune delle stesse sfide, ad esempio sulle sovracapacità globali guidate da pratiche non di mercato, e che l'Ue è parte della soluzione, non un problema”, ha detto Sefcovic. “Laddove non siamo d'accordo, credo che dovremmo fare del nostro meglio per risolvere il problema in un modo che avvantaggi le aziende e le persone su entrambe le sponde dell'Atlantico”. Il commissario ha spiegato che la “reciprocità deve valere per tutti”. L'Amministrazione Trump ha “la sua lista di lamentele, ma anche noi abbiamo presentato la nostra lista”. Interrogato sulla possibilità di ridurre i dazi sulle automobili importate nell'Ue, Sefcovic ha risposto che la Commissione è pronta “a guardare a come abbassare i dazi su tutti i prodotti industriale, perché questo sarebbe di beneficio per le persone e le imprese su entrambe le parti dell'atlantico”.
Sefcovic chiede a Trump di prendere tempo sui dazi contro l'Ue - “Questa è stata una delle mie richieste”, ha risposto Sefcovic ai giornalisti che gli chiedevano se l'Ue vuole che l'Amministrazione Trump rinvii le sue decisioni sui dazi. “Facciamo in modo di non avere l'impatto negativo di misure e contromisure sul nostro obiettivo di aumentare il nostro commercio”, ha detto Sefcovic. Il commissario non ha ricevuto risposta. “Questo era il mio suggerimento e penso che la parte americana ci rifletterà. Ma il calendario è chiaramente nelle mani degli Stati Uniti”, ha detto Sefcovic. “Era importante generare un momento positivo nella nostra discussione”. Anche se la Commissione è pronta a rispondere in modo fermo, “ogni accordo è meglio delle tensioni, delle misure e delle contromisure”, ha detto il commissario.
Lezioni sull'Iva all'Amministrazione Trump - Sefcovic ha spiegato di aver dovuto fare una lezione sull'Iva ai suoi interlocutori (il Segretario al Commercio Howard Lutnick, il Rappresentante per il Commercio Jameson Greer e il direttore del Consiglio economico nazionale Kevin Hassett), dopo che Trump l'ha paragonata a un dazio. “L'Iva è una tassa sui consumi. Non è di natura discriminatoria. E' rimborsata alle imprese. E' una tassa pagata dai consumatori”, ha detto Sefcovic.
Energia
La soluzione ai prezzi dell'elettricità? Tasse più basse e aiuti di Stato - Abbiamo messo le mani su una bozza del Piano d'azione che la Commissione intende adottare per abbassare il prezzo dell'energia. La strategia dell'elettrificazione è confermata. Alcuni passaggi mirano ad aumentare gli investimenti nella rete, uno dei problemi più urgenti secondo il rapporto di Mario Draghi. Ma le soluzioni di breve periodo sono altre: ridurre le tasse sull'elettricità e aiuti di Stato quando il prezzo del gas sale troppo. La Commissione ricorda che le regole attuali consentono "una tassazione minima (accise) sull'elettricità", compresa la possibilità per gli Stati membri "di abbassare l'aliquota fiscale fino a zero per le industrie ad alta intensità energetica e le famiglie". Secondo la Commissione, "la riduzione della tassazione si è dimostrata molto efficace per contenere le bollette energetiche durante la crisi" del 2022 e 2023. Non ditelo ai ministri delle Finanze, che vogliono allentare la pressione sui bilanci nazionali. Quanto al prezzo del gas, "la Commissione è pronta a supportare gli Stati membri nella progettazione di misure di aiuti di Stato" per "affrontare picchi di prezzo estremi e condizioni di prezzo eccezionali per scollegare la traduzione degli elevati prezzi del gas in prezzi dell'elettricità, sulla base di modelli collaudati in situazioni di emergenza".
Che risultati ha dato RePowerEU? - Molte delle ricette contenute nella raccomandazione erano già state indicate dalla Commissione con RePowerEU, la strategia per ridurre la dipendenza dal gas russo: più concorrenza per i consumatori, accordi PPA e contratti a lungo termine, facilitare le autorizzazioni per progetti di energia rinnovabile, stoccaggio e rete, aggregazione della domanda e acquisti congiunti di gas. Non mancano libri bianchi (sull'integrazione del mercato dell'elettricità), le task force (per l'Unione dell'energia), i piani di azione (per l'elettrificazione), le road map strategiche (per la digitalizzazione) e le strategie (per il riscaldamento e il raffreddamento). Una proposta che rischia di far discutere è la raccomandazione di adottare il "modello giapponese" per finanziare gli investimenti degli esportatori di Gas naturale liquefatto, nel momento in cui la domanda di Gnl dovrebbe essere destinata a scendere.
Sedie musicali
Una staffetta alla presidenza del Comitato delle regioni - La socialista ungherese, Kata Tüttő, ieri è stata eletta presidente del Comitato delle regioni per due anni e mezzo, dopo che il gruppo socialista e quello del PPE hanno trovato un accordo per dividersi la più alta carica dell'istituzione durante questa legislatura. Il PSE cederà la presidenza al PPE a metà mandato. Lo spagnolo Juan Manuel Moreno Bonilla, presidente della regione spagnola dell'Andalusia ed eletto ieri come primo vicepresidente, prenderà il posto di Tüttő nella seconda metà del 2027. L'elezione di Tüttő, consigliere municipale di Budapest, rappresenta un segnale nei confronti dell'Ungheria di Viktor Orban. I membri del Comitato delle regioni hanno anche eletto nuovi presidenti e vicepresidenti delle sei commissioni politiche dell'assemblea e della sua commissione per gli affari finanziari e amministrativi.
Accade oggi
Commissione: la presidente von der Leyen riceve il premier della Romania, Marcel Ciolacu
Commissione: i commissari Virkkunen, Kubilius, Brunner, Zaharieva e McGrath in visita a Helsinki
Commissione: la vicepresidente Ribera pronuncia discorso all’Università autonoma di Madrid
Commissione: il commissario Sefcovic, presiede un incontro con l’industria dell’auto
Banca centrale europea: discorso del capo economista Philip Lane alla FIW Research Confernce on International Economics a Vienna
Eurostat: dati su crimine e vandalismo nel 2023; dati sull'elettricità da fonti rinnovabili nel 2023; struttura della popolazione al primo gennaio 2024