Buongiorno! Sono Christian Spillmann e, con David Carretta e Idafe Martín Pérez, vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
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Sostegno all'Ucraina: l'UE forte a parole ma avara di risorse
I leader dell'Unione Europea fanno sempre più dichiarazioni di sostegno al popolo ucraino, impegnato da 1.000 giorni in una battaglia impari contro la Russia, ma si dimostrano incapaci di fornire le armi richieste dal presidente Volodymyr Zelensky per sconfiggere il nemico, e alcuni sono pronti a vendere l'Ucraina a Vladimir Putin in nome della pace e in cambio di vantaggi economici.
Volodymyr Zelensky ha parlato in videoconferenza ai membri del Parlamento europeo riuniti ieri a Bruxelles per una sessione plenaria straordinaria. “Continueremo a sostenere l'Ucraina giorno dopo giorno e per tutto il tempo necessario”, ha dichiarato la presidente del Parlamento, Roberta Metsola. Il presidente ucraino ha ringraziato per questo impegno e ha ribadito la necessità di fermare il finanziamento dello sforzo bellico della Russia attraverso “sanzioni ferme”, in particolare contro la flotta di petroliere fantasma utilizzate per trasportare il petrolio russo, e attraverso “azioni militari contro le basi logistiche, i depositi e le basi aeree” utilizzate dalle forze russe e dal contingente nordcoreano inviato in Russia per sferrare i loro attacchi all'Ucraina.
Volodymyr Zelensky ha anche criticato i leader europei che “pensano di poter vendere l'Ucraina in cambio di qualcosa” e ha messo in guardia dalle divisioni che si stanno creando all'interno dell'UE. “Nessuno può affermare di trovarsi in acque calme quando la tempesta imperversa”.
Gli interventi dei presidenti dei gruppi politici hanno dato vita a uno scambio piuttosto vivace. La vicepresidente del gruppo di estrema destra dei Patrioti per l'Europa, l'europarlamentare ungherese Kinga Gal, si è detta contraria all'invio di armi all'Ucraina a causa del rischio di “escalation” e ha invitato a negoziare la pace il prima possibile. “Con l'elezione di Donald Trump, abbiamo maggiori possibilità di raggiungere questo obiettivo”, ha affermato. La francese Valérie Hayer, presidente del gruppo Renew (Liberali), ha risposto al vetriolo: “Alcuni sostengono di essere pacifisti, ma sono alleati di Vladimir Putin nel promuovere la legge del più forte”, ha accusato Hayer.
La retorica e le divisioni in Parlamento sono solo parole. La realtà è un'altra cosa. L'Unione Europea non è all'altezza della situazione. Due riunioni dei ministri degli Esteri e poi dei ministri della Difesa, lunedì e martedì, non hanno prodotto alcun risultato. L'Ue non è in grado di stanziare i 6,6 miliardi di euro della European Peace Facility per finanziare la fornitura di armi all'Ucraina, di cui 5 miliardi nel 2024. Colpa del veto ungherese. “L'Ungheria non si muove e siamo in una situazione di stallo perché tutte le soluzioni che ho proposto sono state, per un motivo o per l'altro, respinte”, ha ammesso l'Alto rappresentante, Josep Borrell, al termine di questi due incontri, gli ultimi del suo mandato.
L'ex primo ministro estone, Kaja Kallas, nominata per succedere a Borrell, erediterà questo dossier avvelenato dall'Ungheria. La European Peace Facility è l'unico strumento finanziario a sua disposizione. Essendo un fondo esterno al bilancio comunitario, finanziato dai contributi degli Stati membri, sfugge al controllo della Commissione e del Parlamento europeo. Tuttavia, per l'utilizzo dei fondi è richiesta l'unanimità degli Stati membri.
Il via libera del presidente americano, Joe Biden, sull'uso dei missili ATACMS per colpire obiettivi in territorio russo ha dato un certo impulso. Ma la loro gittata è limitata a 300 km. “Non è molto”, ha commentato Josep Borrell, che si è detto “non molto impressionato” dalla decisione americana, anche se è “meglio di niente”. Almeno, la decisione di Biden ha rinnovato la pressione sulla Germania affinché fornisca missili balistici Taurus, che hanno una gittata di oltre 500 km, e dovrebbe accelerare la fornitura di missili franco-britannici Scalp (Storm Shadow nella versione britannica), dato che gli ucraini hanno esaurito le loro scorte.
Gli alleati dell'Ucraina non stanno rispettando i loro impegni. “Non abbiamo ancora ricevuto tutti i sistemi di cui abbiamo bisogno dai nostri alleati”, ha ricordato il Presidente Zelensky in un messaggio su X. “Gli aiuti militari europei sono di una portata senza precedenti. Abbiamo fornito armi per un valore di 45 miliardi di euro. Ma il livello degli aiuti rimane insufficiente per far pendere la bilancia a favore dell'Ucraina. Stiamo dando all'Ucraina quanto basta per sopravvivere, e a volte anche meno”, ha ammesso Josep Borrell.
“L'Ucraina ha bisogno di più difesa aerea, munizioni e armi a lungo raggio. Ha anche bisogno di un'autorizzazione per colpire obiettivi militari in profondità nel territorio russo”, ha detto Borrell. Invitato alla riunione dei ministri della Difesa, il nuovo segretario generale della NATO, l'olandese Mark Rutte, ha lanciato un appello simile. “Quando gli alleati consegnano sistemi d'arma, non dovrebbero esserci restrizioni”.
Ieri l'Ucraina ha usato i suoi primi missili ATACMS contro obiettivi nella regione di Bryansk. “Cinque sono stati abbattuti e i detriti di un sesto hanno causato un incendio nell'area tecnica di un'installazione militare”, ha annunciato il Ministero degli Esteri russo. In realtà, è stato colpito un arsenale di armi. “L'Ucraina ha capacità a lungo raggio. Ha i suoi droni a lungo raggio. Abbiamo i Neptune a lungo raggio e ne abbiamo più di uno. Ora abbiamo gli ATACMS e li useremo tutti”, ha assicurato Zelensky.
Josep Borrell sostiene la necessità di aiutare l'industria della difesa ucraina a finanziarsi con i fondi provenienti dai proventi degli attivi russi congelati dalle sanzioni, ma anche di confiscare questi attivi, che ammontano a 300 miliardi di euro, per destinarli alla difesa dell'Ucraina. “È perfettamente normale che l'aggressione di Putin abbia un costo”, ha spiegato Borrell.Il dibattito è iniziato all'interno dell'Ue e spetterà a Kaja Kallas portarlo a termine con successo. “Sono una giurista. Si può fare. Avrà un effetto sull'esito della guerra”. Kaja Kallas si sta giocando la sua credibilità e quella dell'Ue. Perché solo le azioni contano.
La frase
“Dobbiamo mantenere il sangue freddo, riflettere in modo chiaro e non cedere alla paura”.
Andrii Sybiha, ministro degli Esteri ucraino, sulla revisione della dottrina nucleare russa, che estende la possibilità di usare armi atomiche.
Commissione von der Leyen II
Manfred Weber, Iratxe García e Valerie Hayer compiono 18 anni - Il sangue non scorrerà e, come chiedeva questo martedì il Mattinale Europeo, alla fine i leader politici hanno iniziato a comportarsi da adulti. I leader del Partito Popolare Europeo, il tedesco Manfred Weber, del gruppo dei socialisti, la spagnola Iratxe García, e di quello dei liberali, la francese Valérie Hayer, si sono incontrati ieri per la prima volta in 10 giorni per negoziare invece di lanciarsi accuse reciproche. Weber, García e Hayer puntano a concludere un doppio accordo: da una parte, l’approvazione del collegio dei commissari della presidente Ursula Von der Leyen, e dall’altra, la definizione delle linee politiche della legislatura appena iniziata, per allontanare il PPE dai gruppi di estrema destra. Questo patto dovrebbe includere buona parte dei Verdi e almeno gli italiani del gruppo ECR, ormai chiaramente inseriti all'interno del cordone sanitario. Questo doppio accordo è una condizione posta da socialisti e liberali per impedire che Weber continui a giocare su due fronti, con loro o con i gruppi di estrema destra.
I contorni dell'accordo che viene cucinato al Parlamento europeo - Martedì mattina sembrava esserci un accordo per approvare i vicepresidenti e il commissario ungherese, Oliver Varhelyi. In cambio del sostegno dei conservatori alla spagnola Teresa Ribera, numero due di fatto della Commissione, i socialisti dovrebbero votare per l’italiano Raffaele Fitto (ECR) e per l'ungherese Oliver Varhelyi (Patrioti). Durante la giornata e fino a quasi mezzanotte si è continuato a negoziare. Ma senza successo. Le trattative proseguiranno questa mattina. Fonti vicine agli ultimi sviluppi davano per certo l’accordo nei prossimi giorni, assicurando che c’è una volontà politica: “la pentola è sul fuoco con tutti gli ingredienti, serve solo qualche ora o qualche giorno per completare la ricetta”. L’ultimo ostacolo sembra provenire dai socialisti. Senza questo accordo politico, più della metà dei loro eurodeputati potrebbe rifiutarsi di votare per la Commissione, così come buona parte degli ambientalisti. Salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, il voto sul collegio dei commissari dovrebbe avvenire mercoledì prossimo, il 27 novembre, in plenaria.
Geopolitica
Il direttorio diplomatico europeo e il direttorio della difesa europea - Ieri a Varsavia si è tenuta una riunione ristretta dei ministri degli Esteri di Polonia, Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Spagna per discutere del sostegno all'Ucraina e del rafforzamento della difesa europea dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane. Secondo la dichiarazione finale, la Nato rimane il pilastro dell'architettura della difesa. I sei paesi riconoscono anche che, “in molti casi, per far fronte alle crescenti minacce alla sicurezza e soddisfare i requisiti di deterrenza e difesa in tutti i settori dell'area euro-atlantica, sarà necessaria una spesa superiore al 2 per cento del Pil”. Nel testo c'è anche un'apertura agli Eurobond per la difesa. I cinque membri dell'Ue del direttorio si impegnano a usare “tutte le leve a nostra disposizione, tra cui il potere economico e finanziario dell'Ue”, e a discutere “finanziamenti innovativi”. Dopo il direttorio diplomatico, ci sarà il direttorio della difesa. Il tedesco Boris Pistorius ha invitato i ministri della Difesa di Polonia, Francia, Regno Unito e Italia la prossima settimana a Berlino.
Pistorius denuncia un sabotaggio contro i cavi sottomarini nel Mar Baltico - I danni causati a due cavi di comunicazione in fibra ottica sottomarini nel Mar Baltico devono essere considerati come un sabotaggio e un atto di guerra ibrida, ha detto ieri il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, che tuttavia non ha voluto attribuire la responsabilità direttamente alla Russia. "Nessuno crede che questi cavi siano stati tagliati accidentalmente. Inoltre, non voglio credere alle versioni secondo cui sono state delle ancore a causare accidentalmente danni a questi cavi", ha detto Pistorius prima del Consiglio Difesa dell'Ue. "Pertanto, dobbiamo affermare, senza sapere specificamente da chi provenga, che si tratta di un'azione ibrida. E dobbiamo anche presupporre, senza saperlo ancora, che si tratti di sabotaggio", ha aggiunto Pistorius. Il sabotaggio contro i cavi che collegano Finlandia e Germania e Svezia e Lituania è stato discusso alla riunione dei ministri della Difesa dell'Ue di ieri. Ma l'Alto rappresentante, Josep Borrell, si è mostrato molto prudente. “Non posso attribuire questo incidente a qualcuno. Sarebbe irresponsabile. Vorrebbe dire mettere benzina sul fuoco”, ha detto Borrell. Secondo la comunità OSINIT (Open Source Intelligence), il principale sospetto è una nave cinese (la Yi Peng 3) che è transitata sopra i due cavi quando hanno smesso di operare. Un'altra nave cinese aveva tranciato un cavo e un gasdotto tra Finlandia ed Estonia nel 2023.
La Lituania chiede sanzioni per i cavi tranciati nel Mar Baltico - "Alla luce dei recenti incidenti, in cui i cavi delle telecomunicazioni nel Mar Baltico sono stati danneggiati, dopo l'indagine l'Ue e gli Stati membri devono sfruttare al meglio il suo più recente regime di sanzioni per tale sabotaggio di infrastrutture critiche", ha detto ieri il ministro della Difesa lituano, Laurynas Kasčiūnas, in una dichiarazione congiunta con il suo omologo svedese, Pal Jonson. I due ministri si sono detti "profondamente preoccupati" dal sabotaggio contro un cavo sottomarino che connette la Lituania e la Svezia. "Situazioni come queste devono essere valutate sullo sfondo della crescente minaccia posta dalla Russia nel nostro vicinato. Questo include un numero crescente di attività ibride in Europa. Salvaguardare la nostra infrastruttura critica condivisa è fondamentale per la nostra sicurezza e la resilienza delle nostre società", hanno detto Kasčiūnas e Jonson. Non è un'attribuzione, ma quasi.
Kallas potrebbe copiare i francesi sulla creazione di brigate ucraine - La Francia ha appena completato l'addestramento della brigata “Anna di Kyiv” dell'esercito dell'Ucraina, equipaggiandola interamente con armamenti francesi. Solo il campo di battaglia dirà se l'esperimento ha avuto successo. La grande differenza con l'addestramento fornito dall'Ue sta nelle armi e negli equipaggiamenti, ma anche nella compattezza di un'intera brigata pronta a combattere. Il Mattinale Europeo ha già rivelato che l'Ucraina avrebbe bisogno di 14 brigate per continuare a combattere in modo efficace ripianando le perdite. Il Servizio europeo di azione esterna proporre un'idea alla nuova Alto rappresentante, Kaja Kallas: fare come i francesi per addestrare ed equipaggiare due o tre brigate. I finanziamenti dell'Ue per l'addestramento ci sono. Con questo meccanismo potrebbero essere aggirati veti dell'Ungheria sulla fornitura di armi. Infine, le brigate ucraine potrebbero essere equipaggiate con armamenti europei.
Cybersicurezza
La mappa dei cyberattacchi contro il settore energetico - In un rapporto pubblicato ieri, Eurelectric ha lanciato l'allarme sulla sicurezza informatica nel settore energetico, avvertendo che i cyberattacchi contro le infrastrutture dell'Ue sono in rapido aumento. Dal 2022, anno di inizio dell'aggressione russa contro l'Ucraina, il centro per la sicurezza informatica ha registrato 48 attacchi pubblicamente noti contro società di energia e utility europee, 31 attacchi ransomware di cui quasi la metà con furto di dati, e 15 attacchi che hanno interessato la tecnologia operativa delle reti. Inoltre, di tutti gli obiettivi geografici, gli attacchi ai paesi dell'Ue sono aumentati dal 9,8% al 46,5% durante i primi sei mesi del 2023. A livello globale, il 61 per cento di tutti gli attacchi informatici registrati è arrivato dalla Russia nel 2023. Eurelectric, l'associazione che rappresenta l'industria dell'elettricità, chiede di promuovere una forza lavoro qualificata e facilitare gli investimenti contro i cyberattacchi, sottolineando che l'Ue sta investendo meno in sicurezza informatica rispetto al Nord America e all'Asia Pacifico. Eurelectric chiede anche di evitare norme aggiuntive, oltre a quelle che sono appena entrate in vigore.
Stato di diritto
La presidenza ungherese costretta a discutere delle violazioni dello Stato di diritto di Orban - Il Consiglio Affari generali di ieri è stato il teatro di uno spettacolo inusuale. La presidenza ungherese del Consiglio dell'Ue è stata costretta a discutere delle violazioni dello Stato di diritto da parte del governo… ungherese. L'audizione sulla base dell'articolo 7 del trattato era stata chiesta dalla Germania. Violando la prassi europea, l'Ungheria ha insistito per presiedere la riunione, invece di cedere la presidenza a un altro Stato membro, perché direttamente parte in causa. Già questo ha creato un clima controverso. "L'Ungheria ha deciso di tenere il suo destino nelle sue mani", ci ha detto un diplomatico. Durante la riunione diversi Stati membri hanno contestato la mancanza di progressi sullo Stato di diritto. Un esempio: il Belgio ha fatto una dichiarazione a nome del Benelux per sottolineare che gran parte delle preoccupazioni iniziali della procedura dell'articolo 7 rimangono irrisolte dopo sei anni. Peggio: in Ungheria si osserva un ulteriore deterioramento con la creazione del nuovo Ufficio per la protezione della sovranità, che minaccia lo spazio civico, o la repressione sulla libertà dei media e il pluralismo. Il commissario alla Giustizia, Didier Reynders, ha ricordato che 19,2 miliardi di euro di fondi dell'Ue sono attualmente bloccati per violazioni dello Stato di diritto. La presidenza ungherese del Consiglio ha riconosciuto che diversi Stati membri vogliono regole più strette sulla condizionalità, ma il rappresentante dell'Ungheria ha annunciato passi per cercare di scongelare i fondi dell'Ue entro la fine dell'anno.
L'Italia non sostiene la Commissione contro la legge anti Lgbt in Ungheria davanti alla Corte - L'Italia è l'unico paese fondatore dell'Ue a non aver sostenuto la Commissione nella causa davanti alla Corte di giustizia dell'Ue contro l'Ungheria per violazione dei diritti fondamentali dopo l'adozione della legge anti Lgbt. La Commissione aveva deciso di portare il governo di Viktor Orban davanti ai giudici nel luglio del 2022. Il caso è stato discusso ieri davanti alla Grande Chambre della Corte: 25 giudici più l'Avvocato generale. Il Parlamento europeo ha sostenuto la Commissione, così come Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia. L'avvocato generale presenterà il suo parere il 5 giugno del 2025.
Proibizionismo
Italia e Romania rifiutano la raccomandazione della Commissione su fumo e aerosol - L'Italia e la Romania hanno messo a verbale del Consiglio la loro opposizione alla proposta di raccomandazione della Commissione sugli ambienti liberi da fumo e aerosol. Secondo un documento del 14 novembre presentato dai due paesi, “la procedura applicata per la discussione e l'approvazione da parte del Consiglio di questo atto avrebbe necessitato di tempi e modalità migliori”. Roma e Bucarest lamentano anche il fatto che “emendamenti significativi proposti dagli Stati membri non siano stati adeguatamente considerati e inclusi nel testo”. Secondo Italia e Romania, la Commissione non ha presentato “un'adeguata valutazione d'impatto”. Quanto alla sostanza, i due paesi ritengono che “le misure generalizzate sui prodotti che emettono aerosol in determinate aree esterne, con specifico riferimento agli esercizi di servizio e ai luoghi di lavoro, mancano di una solida base scientifica”. Inoltre, “l'introduzione di raccomandazioni riguardanti misure ampie e generalizzate riferite alle aree esterne, non chiaramente identificate e associate a concetti come la presenza di traffico pedonale intenso, manca di fondamento giuridico e genera potenziale incertezza sul suo significato e sulla sua corretta attuazione”. Nel documento Italia e Romania annunciano la loro intenzione di non applicare la raccomandazione.
Accade oggi
Consiglio Commercio
Parlamento europeo: riunione della Conferenza dei presidenti
Commissione: la commissaria Kyriakides partecipa all’European Cancer Summit
Commissione: la commissaria McGuinness pronuncia discorso al Collegio d'Europa
Banca centrale europea: pubblicazione della Financial Stability Review
Banca centrale europea: discorso della presidente Lagarde a una conferenza della Bce sulla stabilità finanziaria e le politiche macroprudenziali
Comitato delle regioni: 30esimo anniversario con Roberta Metsola, Ursula von der LEyen, Antonio Costa e gli ex presidenti del CoR Blanca, Bore, Bresos, Markkula, Lambertz e Tzitzikostas
Comitato delle regioni: sessione plenaria (dibattiti sulla Cop29 e le inondazioni in Spagna)
Corte dei conti dell'Ue: relazione speciale sulla digitalizzazione dell'assistenza sanitaria nell'Ue
Eurostat: produzione nel settore delle costruzioni a settembre; censimento agricolo del 2020; dati sulla produzione di biciclette nelle 2023