Buongiorno! Sono Christian Spillmann e, con David Carretta e Idafe Martín Pérez, vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
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Trasformare l'Europa in una potenza nucleare per farla rispettare
Donald Trump torna alla Casa Bianca. Gli americani lo hanno eletto, e lo hanno eletto con un mandato forte. Quando entrerà in carica, nel gennaio 2025, avrà tutto il potere e l'Unione Europea tornerà ad avere paura. Cosa deciderà l'imprevedibile e vendicativo miliardario americano? Le sue posizioni durante la campagna elettorale sono sufficienti a preoccupare i suoi alleati. Trump non ama la Nato e non ama l'Ue. Il presidente americano chiuderà l'ombrello di sicurezza? Disimpegnerà gli Stati Uniti dall'Europa mentre la guerra infuria in Ucraina? A Budapest, alla riunione della Comunità politica europea, seguita da un vertice tra i 27, sono state pronunciate parole forti. Ma l'Unione è pronta a usare la sua forza per farsi rispettare? Può garantire la propria sicurezza senza gli Stati Uniti? Questi interrogativi riportano al difficile dibattito sulla capacità di deterrenza nucleare necessaria per fare dell'Europa una “potenza dotata”.
Il 17 ottobre, a Bruxelles, ospite di un vertice europeo, Volodymyr Zelensky ha ricordato che l'Ucraina era una potenza nucleare e che nel 1991, con la firma del Memorandum di Budapest, ha accettato di rinunciare agli armamenti in cambio della garanzia di rimanere sovrana all'interno dei propri confini. La Russia, firmataria di quell'accordo, ha violato il suo impegno nel 2014 con l'annessione della Crimea e di nuovo nel 2022 con l'invasione dell'Ucraina. Per la prima volta, una potenza nucleare, la Russia, ha invaso uno Stato sovrano senza nemmeno dichiarargli guerra. “Putin non si fermerà, ama la guerra”, ha avvertito il presidente ucraino. Ansiose di garantire la loro sicurezza, Svezia e Finlandia hanno aderito alla Nato, un'alleanza di difesa nucleare. Chi potrà garantire la loro protezione se Donald Trump deciderà di rimpatriare i bombardieri strategici americani?
Per il momento si tratta solo di un'ipotesi, ma è presa in considerazione in uno studio pubblicato a settembre dall'Istituto internazionale di studi strategici (IISS). “Se gli Stati Uniti optassero per il disimpegno, gli europei sarebbero colti impreparati nel bel mezzo della guerra russo-ucraina in corso - la più grande sul continente dalla Seconda guerra mondiale - e mal equipaggiati per affrontare la Russia da soli. Nello scenario più estremo, il vuoto di potere permetterebbe a leader ambiziosi di rivendicare la leadership, mentre una cacofonia di appelli nazionali divergenti minerebbe qualsiasi senso di unità europea. Alcuni potrebbero andare per la loro strada e controbilanciare la Russia, anche con mezzi nucleari. Altri potrebbero seguire l'esempio di Mosca. La fine della Nato e dell'Unione Europea potrebbe essere vicina”, scrive Héloïse Fayet, specialista di deterrenza nucleare.
È iniziato un dibattito sul ruolo delle armi nucleari nella sicurezza europea. All'inizio di febbraio abbiamo riportato sul Mattinale Europeo la confusione sull'ombrello francese, dato che la Francia è l'unica potenza nucleare nell'Ue da quando il Regno Unito se n'è andato. Il dibattito è stato rilanciato da Etienne Marcuz, specialista in questioni strategiche. In un lungo “thread” pubblicato su X con il titolo provocatorio “La strada per un ombrello francese”, propone “alcune idee su come possiamo lavorare insieme per costruire un nuovo ombrello nucleare sull'Europa”. “Non lo chiamerei ombrello francese, ma questa riflessione offre molte buone idee su come dare un sapore più europeo al deterrente nucleare francese”, ha reagito Camille Grand, ex vice segretario generale della Nato. Tuttavia trasformare l'Ue in una potenza armata nucleare sarà “molto complicato e difficile nel formato Ue (senza l'altra potenza nucleare europea, il Regno Unito, e con l'Austria e l'Irlanda, che sono molto antinucleari), il che non dovrebbe impedirci di approfondire la discussione tra gli europei”, ha sottolineato.
“Qualunque cosa accada, l'era dell'outsourcing geopolitico è finita”, ha dichiarato il primo ministro polacco, Donald Tusk, prima ancora delle elezioni presidenziali americane. Questa affermazione ha fatto saltare in piedi un ex commissario europeo. “Non si può dire di voler prendere in mano il proprio destino di difesa senza essere una potenza dotata (dell'arma nucleare). Altrimenti è solo filosofia”, ha insistito ci ha detto l'ex commissario. “La Francia è una potenza dotata. Deve far sì che la gente lo accetti, e per farlo deve dire che, se gli Stati baltici vengono attaccati, la Francia è attaccata. Senza protezione nucleare contro la Russia, Germania, Svezia, Finlandia e Polonia non esistono. L'Unione deve organizzarsi per garantire un equilibrio di potere, e il nucleare è al centro di questo equilibrio”, sostiene questo ex commissario.
Donald Trump considera gli europei “cattivi pagatori”. Li ha convinti a destinare il 2 per cento del Pil alle spese per la difesa nel 2024 e ora che si prepara a tornare al potere chiede di aumentarle al 3 per cento, come aveva chiesto anche l'ex segretario generale dell'Alleanza, il norvegese Jens Stoltenberg. Per ottenere ciò che vuole, può ricorrere al ricatto minacciando di rimpatriare i bombardieri strategici negli Stati Uniti. La Francia dovrebbe promuovere la creazione di un “pilastro nucleare europeo all'interno della Nato”, sostiene Héloïse Fayet, che spiega: “Un tale approccio preserverebbe l'autonomia decisionale della Francia”. Ma le armi nucleari “non sono una bacchetta magica”. Fayet suggerisce di “definire meglio il ruolo che la Francia prevede per le forze convenzionali francesi ed europee nella difesa dell'Europa” e auspica “una più chiara delimitazione dei compiti tra i partner nucleari e non nucleari dell'Europa”.
A luglio, a margine del vertice Nato di Washington, sono iniziate le discussioni tra i ministri della Difesa di Francia, Germania, Italia e Polonia, sullo sviluppo congiunto di una capacità europea di attacco convenzionale a lungo raggio. Nelle prossime settimane è previsto un ulteriore incontro tra i quattro ministri. Convenzionale non è nucleare. L'Europa si affermerà come potenza pienamente indipendente? Emmanuel Macron sostiene questa scelta. Ma il presidente francese è ancora ascoltato e credibile? Il suo mandato scade nel 2027 e un partito di estrema destra anti europeo e filorusso, la cui leader Marine Le Pen ha escluso di mettere il deterrente nucleare al servizio della sicurezza dell'Ue, potrebbe prendere il potere.
Che ne è stato degli impegni presi al vertice di Versailles sull'autonomia strategica? Gli europei hanno fatto poco. Le relazioni franco-tedesche sono in stato comatoso e, con esse, il triangolo di Weimar formato con la Polonia. La tentazione di inchinarsi alla tempesta e di comprare più armi e gas dagli Stati Uniti per tenere aperto l'ombrello dello Zio Sam è grande.
La frase
“Donald Trump aiuterà l'Europa a passare all'età adulta”.
Enrico Letta, ex presidente del Consiglio italiano, in un'intervista a L'Echo.
Geopolitica
Il Donald europeo organizza la coalizione dei volenterosi contro il Donald americano - Il primo ministro polacco, Donald Tusk, ha annunciato che nei prossimi giorni terrà una serie di incontri con i leader di Francia, Regno Unito e paesi nordici e baltici per discutere della cooperazione transatlantica dopo l'elezione di Donald Trump e della guerra contro l'Ucraina. “Non c'è dubbio che questo nuovo panorama politico è una seria sfida per tutti, in particolare nel contesto di una possibile fine della guerra russo ucraina come risultato di un accordo tra il presidente russo e il nuovo presidente degli Stati Uniti”, ha detto Tusk. La Polonia assumerà la presidenza di turno del Consiglio dell'Ue il primo gennaio, tre settimane prima dell'insediamento di Trump. Il premier polacco incontrerà a Varsavia il presidente francese, Emmanuel Macron, e il segretario generale della Nato, Mark Rutte. Il premier britannico, Keir Starmer, e Tusk potrebbero incontrarsi a Varsavia o Londra. Mentre un incontro con i leader nordici e baltici si terrà a Stoccolma. Tra i nomi dei leader citati da Tusk ne mancano due di particolare rilievo. Il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, che aspira al ruolo di ponte tra l'Ue e Trump, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, la cui coalizione di governo è implosa e che non aveva invitato Tusk a un incontro con i leader di Stati Uniti, Francia e Regno Unito a ottobre. Ma, secondo alcuni osservatori, la principale ragione della loro esclusione è che Tusk vuole costruire una coalizione di volenterosi per sostenere l'Ucraina.
La Francia si impegna con l'Ucraina - “Forniremo ancora missili Mistral. E per consentire all'Ucraina di effettuare attacchi dietro la linea del fronte, nei giorni scorsi ho firmato un nuovo trasferimento di una decina di missili Scalp”, ha annunciato ieri il ministro della Difesa francese Sébastien Lecornu. I missili Scalp sono missili da crociera con una gittata di 400 km progettati per colpire in profondità nel territorio nemico. I missili Mistral sono missili terra-aria a corto raggio utilizzati per la difesa aerea.
Nordici, Baltici e Polonia chiedono più dazi contro la Russia - Un gruppo di paesi formato da Svezia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lettonia, Lituania e Polonia, ha scritto alla Commissione per chiedere di aumentare i dazi sulle importazioni di beni dalla Russia per indebolirne ulteriormente l'economia nel contesto della guerra di aggressione contro l'Ucraina. "Dobbiamo fare di più per sostenere l'Ucraina e fare pressione economica sulla Russia. La speranza è che insieme possiamo ostacolare le esportazioni russe verso l'UE e indebolire l'economia russa”, ha detto il ministro svedese per la cooperazione e il commercio estero, Benjamin Dousa. Secondo gli otto paesi, un aumento dei dazi ridurrebbe i finanziamenti a disposizione del Cremlino per l'invasione illegale dell'Ucraina. Gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Canada, l'Australia e la Nuova Zelanda hanno già imposto dazi più elevati sulle importazioni di beni russi.
Vertice
Nessuna sorpresa sul debito comune dal vertice di Budapest - La dichiarazione di Budapest per lanciare il nuovo Patto sulla competitività europea non ha riservato sorprese. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è riuscito a salvare una frase per non chiudere definitivamente alla possibilità di strumenti di debito comune. “Esploreremo lo sviluppo di nuovi strumenti”, dice il documento. Ma lo stesso Michel ha riconosciuto che “non c'è un consenso spontaneo sull'argomento”. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha ribadito il mantra delle risorse proprie e dei contributi nazionali, che costituiscono le risorse tradizionali del bilancio dell'Ue. Secondo il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, "i soldi ci sono, devono solo essere incanalati come negli Stati Uniti nella crescita delle aziende. E questa è la sfida centrale per la futura Commissione europea”, ha detto Scholz.
L'appello di Draghi dopo l'elezione di Trump - “Quello che l'Europa non può più fare è posporre le decisioni”, ha detto Mario Draghi venerdì a Budapest prima della discussione con i capi di Stato e di governo sul suo rapporto. Le sue raccomandazioni “sono diventate ancora più urgenti dopo le elezioni negli Stati Uniti. Non c'è alcun dubbio che la presidenza Trump farà grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l'Europa”, ha detto Draghi. Trump “darà grande impulso ulteriore al settore tecnologico”, dove il ritardo dell'Ue è già ampio, ma al contempo “proteggerà le industrie tradizionali che sono proprio le industrie dove noi esportiamo di più negli Stati Uniti”, ha spiegato Draghi. “Dovremo negoziare con l'alleato americano, con uno spirito unitario in maniera tale da proteggere anche i nostri produttori europei”. Secondo l'ex presidente della Bce, ulteriori rinvii per ragioni politiche non sono possibili. “Come avete visto in tutti questi anni si sono posposte tante decisioni importanti perché aspettavamo il consenso. Il consenso non è venuto. E' arrivato solo uno sviluppo più basso, una crescita minore, oggi una stagnazione”, ha detto Draghi.
Commissione von der Leyen II
La strana disciplina dell'Ecr nelle audizioni dei candidati commissari - Il gruppo sovranista dei Conservatori e riformisti europei (Ecr) si è comportato quasi da perfetto europeista quando si è trattato di esprimere il giudizio sui candidati commissari nelle audizioni al Parlamento europeo. Con l'eccezione della belga Hadja Lahbib, su sui si è diviso al suo interno, l'Ecr ha sempre votato a favore dei commissari designati, dimostrandosi più affidabile perfino del gruppo dei Verdi. "Nelle riunioni di valutazione dei candidati, l'Ecr è stato molto disciplinato, quasi timoroso", ci ha detto una fonte del Parlamento europeo. Con ogni probabilità il gruppo di cui fa parte Fratelli d'Italia, il partito di Giorgia Meloni, vuole assicurarsi la conferma di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo nell'audizione di domani. Ma l'attitudine ha sorpreso molti. L'Ecr è pronto a entrare in maggioranza?
Lituania
I socialdemocratici alleati ai populisti antisemiti per formare il governo - Il Partito socialdemocratico, vincitore delle elezioni in Lituania, formerà una coalizione con il partito populista Alba Nemunas, il cui leader Remigijus Zemaitaitis si è dovuto dimettere dal Parlamento dopo che la Corte costituzionale ha stabilito che ha violato il giuramento di non diffondere odio contro gli ebrei in una serie di post sui social media lo scorso anno. Il socialdemocratico Gintautas Paluckas, designato come primo ministro, sabato ha giustificato la scelta come l'unica possibile per avere una coalizione “sostenibile”. “Alcuni dicono che tutto il partito Alba Nemunas è antisemita. Non la pensiamo così”, ha detto Paluckas, assicurando che “non c'è posto per l'antisemitimso, né nel partito socialdemocratico né al governo”. Zemaitaitis, che è sotto processo per antisemitismo e negazionismo dell'Olocausto, non sarà ministro, ma il suo partito avrà tre ministeri tra cui quello della Giustizia.
Geoeconomia
Progressi nei negoziati con Pechino sui dazi sulle veicoli elettrici - Venerdì la Commissione europea ha annunciato "progressi" nei negoziati con Pechino sui dazi imposti dall'Ue sui veicoli elettrici a batteria importati dalla Cina. Una squadra di funzionari della Commissione è stata nella capitale cinese la scorsa settimana per discutere un possibile accordo su un impegno sui prezzi minimo da parte della Cina alternativo ai dazi anti sussidi. "Ci sono stati progressi tecnici su elementi che dovranno essere affrontati per assicurare un impegno sui prezzi che sia al contempo efficace e applicabile", ha detto la Commissione. "Le parti hanno discusso in modo costruttivo e approfondito come istituire un prezzo minimo di importazione per un prodotto così complesso, così come strumenti per monitorare e applicare gli impegni". I negoziati continueranno questa settimana.
Green deal
Una Cop29 senza aspettative - Ursula von der Leyen ha deciso di non fare il viaggio. Charles Michel ha confermato la sua presenza. Ma la Cop29 delle Nazioni Unite che si apre questa settimana a Baku si terrà sotto una cappa di piombo. Non solo la Cop si tiene per la seconda volta in un paese che è regno degli idrocarburi, ma la presidenza Trump annuncia il disimpegno totale degli Stati Uniti dagli obiettivi fissati con l'accordo di Parigi. A Baku, la Cop29 dovrebbe adottare un nuovo obiettivo quantitativo collettivo sui finanziamenti per il clima. L'Ue è già il primo contributore di finanziamenti internazionali per il clima e vorrebbe allargare il gruppo della generosità. L'Ue spera anche di riconfermare gli obiettivi energetici globali concordati lo scorso anno alla Cop28 di Dubai per la transizione dai combustibili fossili, per triplicare gli investimenti nelle energie rinnovabili e per raddoppiare le misure di efficienza energetica entro il 2030.
Digitale
La Commissione accusa Temu di violare la legge sulla protezione dei consumatori - Dopo la procedura formale ai sensi del Digital Services Act, la Commissione europea e le autorità nazionali per la protezione dei consumatori di Belgio, Germania e Irlanda hanno accusato il colosso cinese dell'e-commerce Temu di violare la legislazione europea sui consumatori. Le pratiche abusive di Temu includono falsi sconti, pressione per completare gli acquisti con false informazioni su quantità limitate o scadenze, fornire informazioni incomplete o non corrette su restituzioni e rimborsi, valutazioni false e difficoltà a mettersi in contatto per domande o reclami. Temu ora ha un mese di tempo per rispondere e proporre degli impegni per adeguarsi alla legislazione europea. Altrimenti rischia una multa sulla base del fatturato annuale negli Stati membri in cui l'indagine è in corso.
Accade oggi
Commissione: la commissaria Urpilainen a Parigi per il Paris Peace Forum
Eurostat: indice del volume del commercio al dettaglio nel 2023; dati sull'occupazione a tempo pieno e parziale nel 2023; dati sull'istruzione secondaria nel 2022