Buongiorno! Sono David Carretta e, insieme a Christian Spillmann, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.
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Trump, l'Europa, l'Ucraina e la definizione di Einstein di follia
Donald Trump, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky si ritroveranno a Istanbul domani per negoziare un cessate il fuoco in Ucraina? Il leader russo non ha ancora risposto alla proposta del presidente ucraino. Ma alcune capitali europee sono sempre più allarmate dalla scommessa ad alto rischio di affidarsi a un presidente americano volubile e imprevedibile per costringere Putin ad accettare una pace giusta e durevole. L'Unione europea o la coalizione dei volenterosi europei non hanno il controllo degli eventi. Se il leader russo si presenterà a Istanbul, Trump potrebbe allinearsi a Putin, mettere in un angolo Zelensky, accusarlo di non volere una pace e staccare definitivamente la spina del sostegno americano. E' lo scenario opposto a quello sperato da Zelensky e dagli europei: convincere finalmente Trump che l'unico ostacolo alla pace è Putin. “Continuiamo a cadere nella definizione di Einstein di follia”, ci ha detto un diplomatico: “fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati differenti”.
La sequenza diplomatica che si è aperta sabato con la visita a Kyiv di Emmanuel Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz e Donald Tusk, con l'ultimatum concordato con Trump su un cessate il fuoco di trenta giorni senza condizioni, è parte del tentativo degli europei di tenere gli Stati Uniti nel campo dell'Ucraina. Trump non è cambiato rispetto al suo primo mandato. Distratto, disinteressato o incapace di comprendere le implicazioni più profonde delle sue scelte, il presidente americano decide sulla base dell'ultima persona che gli ha parlato al telefono o dal vivo. Macron insiste per un ultimatum a Putin? Trump pubblica un post su Truth a favore del cessate il fuoco di 30 giorni. L'immobiliarista diventato inviato speciale, Steve Witkoff, gli dice che è meglio avere colloqui diretti a Istanbul come proposto da Putin? Trump pubblica un post su Truth in cui intima a Zelensky di accettare “immediatamente”. Il gioco è considerato estremamente pericoloso da alcuni paesi europei, pessimisti di fronte alla sequenza in corso. Ma Macron, Starmer, Merz e Tusk hanno deciso di giocarlo. Il loro obiettivo è tenere a bordo Trump.
Nessuno sa cosa accadrà domani a Istanbul, se Putin si presenterà, se invierà il suo ministro degli Esteri Sergei Lavrov oppure una delegazione di più basso livello. Zelensky ieri ha chiarito che lui incontrerà solo Putin. Se Trump dovesse atterrare in Turchia in assenza del leader russo potrebbe sentirsi umiliato e reagire di conseguenza. Ma se Putin dovesse presentarsi a sorpresa e convincere Trump a mettere in un angolo Zelensky, una ripetizione dello scontro nello studio ovale della Casa Bianca sarebbe la catastrofe per gli ucraini e per gli europei. A Trump importa la sua audience interna, in particolare quella del MAGA, che spinge per il disimpegno dell'America ed è favorevole alla Russia. Il campo dei pessimisti in Europa ritiene che lo scenario migliore sia quello in cui non accade nulla. Non ci sono ancora le condizioni necessarie a convincere Trump a diventare più aggressivo con Putin. Lo dimostra la mancata reazione del presidente americano alla scelta del Cremlino di ignorare bellamente l'ultimatum sul cessate il fuoco.
Secondo il campo dei pessimisti in Europa, le probabilità di una pace giusta e durevole sono zero. Putin non ha cambiato i suoi obiettivi di guerra. Semmai il suo appetito è cresciuto non solo nella guerra contro l'Ucraina, ma anche in quella contro l'Occidente. La formula tradizionale “pace in cambio di territorio” non funzionerà. Per ragioni tattiche Putin può accettare una tregua, ma solo se questo gli permetterà di fare passi avanti nei suoi obiettivi di lungo periodo. Un cessate il fuoco umiliante, per esempio, farebbe collassare l'unità politica a Kyiv attorno a Zelensky, portando alla destabilizzazione dell'Ucraina. Putin è convinto che il tempo sia dalla sua parte e che gli europei non rimarranno al fianco dell'Ucraina senza gli Stati Uniti. Il leader russo spera in Trump per un accordo con gli Stati Uniti che dia alla Russia il controllo de facto di quel che resta dell'Ucraina e rimetta in discussione l'architettura di sicurezza europea a favore di Mosca.
Più che giocare la partita a poker ad alto rischio con Trump, alcune capitali europee ritengono che l'Europa dovrebbe concentrarsi su ciò che può controllare e decidere da sola. La priorità dovrebbe essere di convincere Putin che il tempo non è dalla sua parte, aumentando la pressione sulla Russia con le sanzioni, gli aiuti militari e le garanzie di sicurezza per l'Ucraina. Il lavoro da fare è molto, ci sono difficoltà, i ritardi si accumulano.
L'Ue oggi dovrebbe annunciare un accordo sul diciassettesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Ma “non è la madre di tutte le sanzioni”, riconosce un funzionario. Le sanzioni “massicce” di cui parlano i leader della coalizione dei volenterosi – dazi del 500 per cento sui paesi che importano petrolio russo - dipendono non solo dal Congresso americano, ma anche dalla volontà di Trump di metterle in opera. Gli Stati Uniti sono in grado di staccare la spina anche degli aiuti militari forniti dagli europei, se i sistemi di armamenti sono stati comprati dagli americani. I negoziati interni alla coalizione dei volenterosi per una “forza di rassicurazione” vanno avanti. Ma il contingente militare europeo non è pronto a essere dispiegato in modo efficace in caso di cessate il fuoco domani. La coalizione dei volenterosi si è messa solo da poco a lavorare su un elemento basilare: un meccanismo di monitoraggio del cessate il fuoco.
L'Ue, a causa dei veti del premier ungherese Viktor Orban, ha raggiunto i limiti di ciò che può fare in termini di sanzioni. La dipendenza dagli Stati Uniti lega ulteriormente le mani dei volenterosi europei. La coalizione non può usare le infrastrutture e le capacità di pianificazione della Nato perché sono calcate sulle strutture americane. Le armi americane negli arsenali dei paesi europei potrebbero essere disattivate da Trump se trasferite all'Ucraina senza il loro consenso. Affinché la forza di rassicurazione sia efficace, come minimo gli Stati Uniti dovrebbero sostenerla passivamente. Lo scenario peggiore sarebbe di danneggiarla attivamente. “Questo è il risultato di 80 anni trascorsi a non prendere in mano la propria sicurezza”, ci ha detto una fonte. Non è una fonte francese, ma di un paese tradizionalmente atlantista.
La frase
“Penso che Zelensky abbia fatto bene a dire di essere disposto a incontrare Putin (...). Ma non credo che Putin oserà farlo”.
Kaja Kallas, Alto rappresentante per la politica estera.
Geopolitica
L'Ue pronta a lavorare sul diciottesimo pacchetto di sanzioni - Gli ambasciatori dei ventisette Stati membri oggi dovrebbero trovare un accordo sul diciassettesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, ma diversi governi scalpitano per avviare subito il lavoro su un diciottesimo pacchetto. “Sosterremo un 18esimo pacchetto di sanzioni se la scadenza per una tregua non dovesse essere rispettata? Decisamente. Dobbiamo essere duri con la Russia. Anche perché non abbiamo ancora visto davvero alcun negoziato” ha detto il ministro delle Finanze svedese, Elisabeth Svantesson, prima della riunione dell'Ecofin di ieri. “Siamo pronti a continuare a mettere pressione sulla Russia, incluso lavorando su nuove sanzioni”, ha detto il commissario all'Economia, Valdis Dombrovskis. Tuttavia Dombrovskis ha indicato altre potenziali strade che permetterebbero di evitare una decisione all'unanimità e il rischio di un veto dell'Ungheria. Oltre alla “road map” per abbandonare il petrolio e il gas russi entro il 2027, la Commissione potrebbe alzare a livelli proibitivi i dazi sulla Russia, come ha già fatto sui prodotti agricoli.
Uno Special Purpose Vehicle per gli attivi russi congelati? - Mentre discute di nuove sanzioni, l'Ue è confrontata al problema della minaccia di un veto dell'Ungheria al rinnovo delle vecchie sanzioni. La scadenza è fissata per il 31 luglio. L'Alto rappresentante, Kaja Kallas, ha assicurato che c'è un “piano B” e un “piano C”, ma la priorità attualmente è trovare un consenso a ventisette. Ma, se Viktor Orban dovesse confermare il veto, l'Ue si troverebbe di fronte a quello che alcuni diplomatici definiscono uno scenario “catastrofico”: l'improvviso scongelamento di oltre 200 miliardi di euro di attivi sovrani russi immobilizzati dalle sanzioni. Il commissario all'Economia, Valdis Dombrovskis, ieri ha ricordato che dai proventi derivanti dai 200 miliardi, che appartengono alla Banca centrale russa, dipende il rimborso prestito da 50 miliardi fornito dal G7 all'Ucraina. Se gli attivi sovrani fossero scongelati, il conto lo dovrebbero pagare gli Stati membri dell'Ue e gli altri membri del G7, Stati Uniti compresi. “Qualsiasi azione deve tenere conto di questo”, ha detto Dombrovskis. All'Ecofin di ieri si è discusso degli attivi congelati. Un'idea che sta prendendo piede è di trasferirli dalla società belga Euroclear a uno Special purpose vehicle, una società finanziaria privata, di cui gli azionisti sarebbero alcuni paesi europei. Lo Special purpose vehicle potrebbe anche essere un passo verso la confisca degli attivi congelati russi.
Macron spera di mantenere Trump impegnato a favore dell'Ucraina - Il presidente francese ha respinto le accuse di bellicosità rivolte al suo impegno a favore dell'Ucraina e ha difeso la necessità di un cessate il fuoco come preludio ai negoziati di pace tra Mosca e Kiev. "Non vogliamo scatenare una terza guerra mondiale", ha affermato il capo di Stato durante un'intervista televisiva. "Avere un cessate il fuoco è ciò che permette la migliore situazione umanitaria e di entrare in discussioni che permetteranno di affrontare le questioni territoriali", ha sostenuto. Emmanuel Macron ha giustificato la necessità di sanzionare la Russia se il presidente Putin rifiuta la richiesta di cessate il fuoco. Ma ha riconosciuto che senza gli Stati Uniti, queste sanzioni perderebbero il loro peso. "La nostra volontà, se la Russia rifiuta il cessate il fuoco, è di prendere sanzioni nei prossimi giorni, in stretta collaborazione con gli Stati Uniti d'America". Emmanuel Macron ha precisato di non avere informazioni privilegiate sullo spostamento di Vladimir Putin a Istanbul giovedì per i colloqui con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma il presidente francese ha ricordato che l'incontro è stato proposto dal presidente russo.
Macron realista sugli Stati Uniti - "Sappiamo che gli interessi americani saranno sempre meno in Europa", ha sottolineato il capo di Stato durante il suo intervento. "Lo sappiamo da una quindicina d'anni, da quando gli Stati Uniti hanno deciso di non andare in Siria con noi, da quando si sono ritirati unilateralmente dall'Afghanistan e da quando viviamo questi ultimi mesi, è 'America first' ed è legittimo", ha ricordato. Macron ha precisato che gli europei hanno bisogno degli Stati Uniti d'America in Europa.
Macron sulla linea di Trump per la sicurezza dell'Europa - "La Francia non pagherà per la sicurezza degli altri", ha avvertito il capo di Stato interrogato sull'estensione della deterrenza nucleare francese ad altri paesi europei. "C'è sempre stata una dimensione europea nella deterrenza nucleare, ma non la dettagliamo per mantenere l'ambiguità strategica", ha sostenuto. Macron ha posto tre condizioni preliminari: "La Francia non pagherà per la sicurezza degli altri", ciò che viene messo in atto "non verrà a detrimento di ciò che abbiamo per noi" e l'unico decisore dello scatenamento di un lancio di missile nucleare francese è il presidente della repubblica, capo delle forze armate.
Macron preoccupato per i beni russi congelati - Il capo di Stato si è detto preoccupato per il finanziamento dell'aiuto all'Ucraina con i beni russi congelati in Europa. "Non abbiamo il quadro legale per farlo", ha spiegato Emmanuel Macron. La priorità è "assicurarli" perché "dobbiamo essere sicuri che se, per caso, a un certo punto, non ci fosse più l'unanimità sulle sanzioni, non scompaiano". L'unanimità dei 27 è richiesta per rinnovare le sanzioni economiche adottate contro la Russia per prosciugare i finanziamenti del suo sforzo per la guerra scatenata contro l'Ucraina. Macron ha ricordato che gli interessi prodotti dai beni russi sono stati già utilizzati per garantire prestiti all'Ucraina e dovranno essere utilizzati per aiutare gli ucraini a ricostruire.
Costa perdona Vucic per la parata con Putin sulla Piazza Rossa - L'Unione europea aveva promesso che il presidente serbo, Aleksandar Vucic, avrebbe subito "conseguenze" per la sua decisione di partecipare alla parata militare del 9 maggio sulla Piazza Rossa, accettando l'invito di Vladimir Putin nel pieno della guerra contro l'Ucraina. Invece, il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, in visita nella regione, ha scelto di minimizzare l'affronto accettando la spiegazione molto poco credibile offerta dal leader serbo. "Ritengo molto importante chiarire il significato della visita del presidente Vucic a Mosca la scorsa settimana. Come mi ha spiegato, si trattava di celebrare un evento del passato, ma nel presente la Serbia è pienamente impegnata nel processo di adesione all'Ue", ha detto Costa. "La Serbia sa che, per questo, abbiamo bisogno di un pieno allineamento con la nostra politica estera e di sicurezza comune". Almeno Costa ha espresso un piccolo rimprovero nei confronti di Vucic. "Non possiamo riscrivere la storia. Capisco perfettamente che la Serbia celebri la propria liberazione, ma non possiamo celebrare la liberazione di 80 anni fa e non condannare l'invasione di altri paesi oggi", ha detto il presidente del Consiglio europeo.
Riarmo
La presidenza polacca vuole un accordo in maggio su SAFE - L'Ecofin di ieri ha cercato di uscire dallo stallo sui negoziati su SAFE, lo strumento del piano di riarmo per fornire 150 miliardi di prestiti agli Stati membri per gli acquisti di armi. Nella discussione tra i ministri delle Finanze dell'Ue c'è stato “un sostegno molto forte per una rapida conclusione dei negoziati”, ha detto il ministro delle Finanze polacco, Andrzej Domański, che ha presieduto l'Ecofin. Sbloccare i 150 miliardi di prestiti è una “priorità”, perché avrà “un impatto non solo per la sicurezza dell'Europa, ma anche per il nostro Pil e per l'innovazione”. Domański ha riconosciuto che ci sono ancora “un paio di problemi” da risolvere, che richiederanno alcuni aggiustamenti. Tuttavia Domański si è detto fiducioso di riuscire a finalizzare l'accordo “possibilmente in maggio”.
La Polonia non rinuncia al debito comune per il riarmo - Il ministro Andrzej Domański ieri ha spiegato che, se la priorità attuale è l'accordo su SAFE, la Polonia non intende rinunciare all'idea di uno strumento di debito comune per finanziare la difesa europea. Il tema era già stato discusso dai ministri delle Finanze all'Ecofin informale di aprile a Varsavia. “Appena riusciremo ad assicurare SAFE ci saranno i seguiti della nostra discussione a Varsavia”, ha detto Domański, sottolineando che nell'Ecofin di ieri alcuni stati membri hanno chiesto di compiere “ulteriori passi”. Secondo la Polonia, c'è “la necessità di ulteriori strumenti” per finanziare la difesa.
L'Amministrazione Trump si intromette in SAFE - L'Amministrazione di Donald Trump è contraria a introdurre una clausola “buy european” nel piano di riarmo presentato da Ursula von der Leyen, in particolare nello strumento di prestito SAFE. “Nel momento in cui lavoriamo insieme per rafforzare la cooperazione transatlantica sulla base industriale della difesa, le capacità dell'industria della difesa devono includere anche il trattamento equo per le imprese tecnologiche di difesa americane”, ha detto ieri l'ambasciatore americano alla Nato, Matthew Whitaker. “Escludere industrie di membri non Ue dalle iniziative di difesa dell'Ue minerebbe l'interoperabilità della Nato, rallenterebbe il riarmo dell'Europa, aumenterebbe i costi e soffocherebbe l'innovazione”, ha avvertito Whitaker. Paradosso: l'ambasciatore americano ha ribadito la richiesta di aumentare la spesa militare, l'obiettivo del 5 per cento del Pil da fissare al vertice della Nato all'Aia e l'intenzione di Trump di concentrarsi su altre minacce rispetto a quelle che pesano sull'Europa.
Kallas richiama i paesi lontani dalla guerra - L'Alto rappresentante, Kaja Kallas, ieri ha lanciato un avvertimento ai paesi che non percepiscono la minaccia della Russia perché “lontani dalla guerra” sul pericolo di farsi illusioni sulla loro sicurezza. “Abbiamo 27 Stati membri in Europa e alcuni sono più lontani dalla guerra che si sta svolgendo in Ucraina. E allora hanno l'illusione che non li riguardi. Forse la loro opinione pubblica ha la sensazione che non li coinvolga poi così tanto”, ha spiegato Kallas in una conferenza stampa a Copenhagen con il ministro degli Esteri danese, Lars Lokke Rasmussen. “Dobbiamo cambiare mentalità, capire che la difesa non è una questione nazionale, ma regionale. Siamo tutti coinvolti. Se succede qualcosa in una parte d'Europa, ha un impatto anche su tutti gli altri”, ha aggiunto l'Alto rappresentante, invitando a “fare di più” per spendere nella difesa.
L'Ue e Trump
Elon Musk incassa oltre 330 milioni di euro dall'Ue - Elon Musk, miliardario americano alla testa di un impero tecnologico, consigliere di Donald Trump e acerrimo nemico dell'Ue e delle sue democrazie, è anche un beneficiario del bilancio comunitario. Lo ha scoperto l'eurodeputato dei Verdi, Daniel Freund, presentando un'interrogazione al commissario al Bilancio, Piotr Serafin. I fondi dell'Ue ricevuti dalle società controllate da Musk ammontano a oltre 330 milioni di euro, di cui 180 milioni Space X, 158 milioni Tesla e 630 mila euro la piattaforma X. Tesla Motors Netherlands BV ottiene fondi per la Connecting facility per le infrastrutture di ricarica lungo la rete transeuropea di trasporto. Nel 2024 Space X ha ricevuto un contratto eccezionale dall'Agenzia spaziale europea per due lanci di satelliti Galileo. La piattaforma X ha incassato 630 mila euro di pubblicità a pagamento. “L'Ue dovrebbe interrompere i pagamenti a Elon Musk. Quest'uomo e' un nemico dichiarato dell'Unione europea e dei nostri valori fondamentali. E' inaccettabile che continuiamo a pagare centinaia di milioni di sussidi all'uomo più ricco del mondo”, ha detto Freund.
Vacca sacra
Arriva l'Omnibus per gli agricoltori - La Commissione oggi presenterà il primo Omnibus per l'agricoltura, un pacchetto di misure per semplificare la Politica agricola comune e rendere più facile a governi e agricoltori distribuire e ricevere gli aiuti europei. Il settore aveva già beneficiato di una serie di misure dopo le proteste degli agricoltori del 2023-24, compreso un taglio delle condizionalità ambientali e un aumento delle soglie per concedere aiuti di Stato. Nonostante l'accusa di voler fare marcia indietro sul Green deal, la Commissione dovrebbe introdurre ulteriori flessibilità per le buone condizioni agronomiche e ambientali (GAEC è l'acronimo in inglese), cioè gli standard minimi che gli agricoltori devono rispettare per ricevere i fondi della Pac. I governi potranno modificare più facilmente i loro piani strategici nazionali e avranno il diritto di sostenere agricoltori e imprese agricoli con soglie de minimi più elevate. La Commissione vuole anche limitare i controlli sugli agricoltori.
Energia
Contexte si lancia in inglese e raccoglie le confidenze del danese Jorgensen - Un "Omnibus" è in preparazione per la politica energetica, ha annunciato il commissario danese all'Energia Dan Jorgensen in un'intervista concessa al sito francofono Contexte. Un bello scoop per segnare l'ingresso di Contexte nella corte dei grandi a Bruxelles con un'edizione in inglese. I nostri amici e colleghi restano molto specializzati quando parlano il linguaggio della bolla. Gli "Omnibus" nel vocabolario della Commissione non designa un treno che serve tutte le stazioni, ma uno strumento giuridico utilizzato per ridurre le formalità amministrative e alleggerire le legislazioni. Tutto un programma. "Sto esaminando l'intero acquis [legislazione europea] per vedere dove possiamo fare le cose in modo più intelligente ed efficace, senza ovviamente nuocere alla transizione verde", ha affermato Dan Jorgensen. Il commissario è ambizioso, perché ambisce a ridurre i tempi di attesa "totalmente inaccettabili" per il rilascio di permessi per i progetti di energie rinnovabili. Ma non sarà semplice, ha riconosciuto, perché l'Ue ha leggi ambientali concepite per proteggere gli uccelli e gli habitat naturali.
Istituzioni
Roberta Metsola mette in guardia l'Europa - La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola (PPE), ha invitato ieri gli europei a preoccuparsi dei segnali lanciati dalla crescita dei partiti anti-europei alle ultime elezioni. "Il centro politico ha forse retto - appena - ma in un'era di iperpolarizzazione, ignorare i segnali d'allarme stridenti che sono risuonati sarebbe imprudente", ha avvertito in un intervento durante un dibattito franco-tedesco sul tema "L'Europa al bivio" organizzato a Bruxelles. "Abbiamo bisogno di determinazione, di coraggio politico, per mostrare che siamo ancora un continente in ascesa. Per provare che siamo aperti agli affari. Alle idee. A nuovi modi di risolvere i vecchi problemi. È così che sfidiamo i cinici e che batteremo coloro che sono determinati a vedere l'Europa fallire", ha sostenuto. Roberta Metsola ha lanciato un appello a “un’Europa diversa, più realista, più autocritica", un'Europa a sostegno delle sue industrie, con meno regolamentazione e più innovazione, un'Europa diffidente verso i populisti e più in sintonia con le aspettative dei cittadini. La presidente del Parlamento europeo ha sostenuto "un cambiamento di mentalità e un recentramento delle priorità" e ha chiesto alle istituzioni di agire diversamente, di lavorare più rapidamente, con fiducia, e di essere più coraggiose nelle decisioni.
Accade oggi
Consiglio europeo: il presidente Costa a Podgorica incontra il presidente del Montenegro, Jakov Milatovic; a Pristina incontra il presidente del Kosovo, Vjosa Osmani
Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari (dibattito di orientamento sul prossimo quadro finanziario pluriennale)
Commissione: conferenza stampa dei commissari Fitto, Hansen e Dombrovskis sulla semplificazione della Pac
Consiglio: riunioni del Coreper I e II
Comitato delle regioni: sessione plenaria (dibattito con la commissaria Zaharieva)
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sugli scambi di sms tra la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla
Nato: riunione del Comitato militare
Nato: riunione informale dei ministri degli Esteri ad Antalya
Eurostat: dati sulle ore di lavoro nel 2024