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Trump: una fronda europea contro la guerra simmetrica dei dazi
L'Unione europea deve rispondere in modo duro alla guerra commerciale di Donald Trump oppure una politica di rappresaglie rischia di innescare una reazione a catena che aggraverebbe i danni per la sua economia? Nel momento in cui la Commissione sta cercando di affinare la sua risposta ai primi dazi su alluminio e acciaio e sulle automobili, e mentre si prepara al “Liberation day” promesso da Trump il 2 aprile, cresce la pressione su Ursula von der Leyen per limitare l'uso delle contromisure commerciali e lasciare che gli Stati Uniti si facciano del male da soli. I governi Francia, Italia e Irlanda sono già riusciti a far rinviare l'entrata in vigore dei dazi europei sul bourbon americano per paura che Trump possa imporre un dazio del 200 per cento sui prodotti alcolici europei. Uno studio commissionato dal Parlamento europeo a un gruppo di economisti sostiene che “misure protezionistiche di reazione potrebbero esacerbare la crisi economica anziché apportare sollievo” all'economia europea.
A lungo minacciata, la guerra commerciale di Trump ha preso forma il 12 marzo, quando sono entrati in vigore i dazi su alluminio e acciaio. La scorsa settimana è arrivata la seconda salva con l'imposizione dei dazi sulle automobili e la componentistica importate dagli Stati Uniti. Mercoledì 2 aprile è atteso il “Liberation day”, come lo ha chiamato Trump: quel giorno saranno imposti “dazi reciproci” a molti altri prodotti. La definizione usata dal presidente americano è così ampia – va ben oltre i dazi imposti dagli altri paesi per includere tasse e regolamentazione - che nessuno sa esattamente cosa aspettarsi in termini di ammontare di dazi e prodotti presi di mira. Secondo il Financial Times, il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, che è stato a Washington la scorsa settimana, ritiene che l'Amministrazione possa imporre dazi del 20 per cento sulle importazioni europee. I settori colpiti dovrebbero includere la farmaceutica, i semiconduttori e i prodotti in legno.
La Commissione di Ursula von der Leyen si era preparata alla guerra commerciale di Trump ben prima della sua rielezione. Già dalla scorsa estate è stata istituita una task force formata da un ristretto gruppo di funzionari per elaborare scenari e immaginare reazioni. Von der Leyen ha assicurato di volere il dialogo, ma anche promesso di rispondere in modo “fermo e proporzionato” se necessario. Questa espressione si riferisce alla tradizionale risposta utilizzata dall'Ue: applicare contromisure commerciali con dazi su importazioni americane di valore equivalente alle esportazioni europee colpite dai dazi degli Stati Uniti. E' ciò che la Commissione ha fatto il 12 marzo, annunciando contromisure su 26 miliardi di euro di importazioni americane. Dopo il rinvio di una prima serie di dazi, l'entrata in vigore è prevista per metà aprile.
Di fronte ai dazi di Trump contro le automobili europee e al “Liberation day”, a rigor di logica, la rappresaglia dell'Ue dovrebbe espandersi ulteriormente. Le esportazioni di auto europee verso gli Stati Uniti (senza la componentistica) da sole valgono 39,5 miliardi di euro l'anno. Una delle possibilità studiate dalla Commissione è di espandere la risposta per colpire non solo le merci, ma anche i servizi americani, in particolare quelli forniti dai giganti del digitale. L'Ue potrebbe far ricorso allo strumento anti coercizione, che permette di usare un'ampia gamma di contromisure come limitazioni alle esportazioni, alla protezione della proprietà intellettuale, agli investimenti, ai finanziamenti e agli appalti pubblici. Ma la strategia della fermezza promessa da von der Leyen sta incontrando una crescente resistenza non solo da parte di alcuni governi.
Lo studio commissionato dal Parlamento europeo sui rischi per l'area euro derivanti dal protezionismo degli Stati Uniti è stato firmato da sette economisti, alcuni dei quali legati a Mario Draghi. Tra loro c'è Francesco Giavazzi, che è stato consigliere economico di Draghi quando era presidente del Consiglio in Italia. Il documento affronta sia gli scenari, i rischi e le implicazioni macroeconomici, sia quelli di politica monetaria e fiscale, suggerendo un approccio diverso dalla tradizionale risposta di dazi contro dazi che la Commissione sembrava intenzionata ad adottare. Lo studio suggerisce anche alla Bce di evitare di alzare i tassi di interesse per timore di inflazione importata. Al contrario, la Bce potrebbe giocare la sua parte, cercando di abbassare il tasso di cambio dell'euro per ridurre i costi dei prodotti europei in direzione degli Stati Uniti. Una reazione sbagliata da parte della Commissione e della Bce potrebbe portare a un “shock stagflazionistico, con un rallentamento simultaneo dell'attività economica dell'area dell'euro e pressioni inflazionistiche dell'indice dei prezzi al consumo”.
Giavazzi e gli altri economisti sostengono che la Commissione deve evitare due "passi falsi specifici". Il primo è imporre "restrizioni alle società tecnologiche statunitensi" perché questo rallenterebbe i progressi tecnologici delle imprese europee e minerebbe la crescita della produttività in Europa. Il secondo passo falso è adottare "ampie misure protezionistiche di ritorsione, innescando una guerra commerciale globale che sconvolgerebbe le importazioni di prodotti intermedi e le catene di fornitura globali dell'Ue". Gli autori sostengono che l'impatto sull'economia di dazi del 10 per cento americani sulle esportazioni europee sarà limitato (una riduzione del Pil dello 0,27 per cento nell'area euro). Per contro "le misure di ritorsione da parte dell’Ue potrebbero avere effetti più gravi e danneggiare direttamente i consumatori europei".
Secondo lo studio, una guerra tariffaria simmetrica, con dazi del 10 per cento, su entrambe le sponde dell'Atlantico potrebbe ridurre il Pil dell'area dell'euro dello 0,8-1,2 per cento, far perdere più di 500.000 posti di lavoro e aumentare l'inflazione di 0,3-0,5 punti percentuali. Giavazzi e gli altri economisti suggeriscono alla Commissione e alla Bce di concentrasi su una strategia di diversificazione commerciale, incentivi all'innovazione e flessibilità monetaria “per assorbire le ricadute negative delle politiche commerciali statunitensi”.
Le raccomandazioni di Giavazzi e degli altri economisti non fanno l'unanimità. Sul Grand Continent, David Amiel e Shahin Vallée promuovono un "protezionismo di dissuasione capace di colpire in profondità". Lo studio per il Parlamento europeo non prende in considerazione altri effetti del protezionismo di Trump, come la possibile delocalizzazione di una parte dell'industria europea negli Stati Uniti per aggirare i dazi americani. La strategia della fermezza della Commissione è stata immaginata come uno strumento di negoziato con un presidente americano transazionale: con un mix di carote (acquisti di gas naturale liquefatto e armi) e bastoni (i dazi di rappresaglia), l'Ue può offrire a Trump un “deal” che può rivendere alla sua base MAGA.
Tuttavia le conclusioni dello studio di Giavazzi saranno usate dai leader europei che vogliono evitare una guerra commerciale con Trump per interesse nazionale o vicinanza ideologica. Il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, si è detta contraria al “circolo vizioso” delle rappresaglie commerciali. "A volte ho l'impressione che rispondiamo semplicemente d'istinto", ha detto Meloni in un'intervista al Financial Times. "In questi argomenti devi dire, 'State calmi, ragazzi. Pensiamoci'".
Altri leader sono sempre più esitanti. Il premier polacco, Donald Tusk, ha chiesto alla Commissione di reagire “con buon senso, con calma, ma non in ginocchio”. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha assicurato che gli europei “si proteggeranno rispondendo” ai dazi di Trump, ma il suo governo è stato decisivo per spingere la Commissione a ritardare i dazi sul bourbon per non far correre rischi allo champagne. Un gruppo di governi vorrebbe da von der Leyen più coraggio. Il Belgio ha chiesto di usare lo strumento anti coercizione per colpire i giganti dei digitali.
“Le divisioni che stanno emergendo indeboliscono l'Ue”, ammette un diplomatico europeo. Inoltre, con la Germania in fase di transizione in attesa del nuovo governo, manca un attore chiave. “Quando Friedrich Merz sarà cancelliere, probabilmente sapremo se la Commissione von der Leyen sceglierà la guerra simmetrica dei dazi con Trump”, dice il diplomatico.
La frase
“Conosco Giorgia Meloni come leader forte e appassionata, con un ruolo molto importante a livello europeo, ed è positivo che abbia un rapporto diretto (con Donald Trump). Più legami ci sono tra le due sponde dell'Atlantico, meglio è".
Ursula von der Leyen in un'intervista al Corriere della Sera.
Geopolitica
Trump "arrabbiato" con Putin, minaccia sanzioni - "Solo poche ore fa, il presidente Trump mi ha chiamato per dirmi che era 'pissed off' (arrabbiato) con il presidente russo Putin e che aveva minacciato di imporre dazi secondari sul petrolio russo", ha annunciato ieri la rete televisiva americana NBC News. "Se la Russia e io non riusciamo a raggiungere un accordo per porre fine al bagno di sangue in Ucraina, e se penso che sia colpa della Russia - cosa che potrebbe non essere - ma se penso che sia colpa della Russia, imporrò dazi secondari sul petrolio, su tutto il petrolio proveniente dalla Russia", ha dichiarato il presidente Trump. "Dazi del 25 per cento possono essere decisi in qualsiasi momento", ha avvertito. Il presidente americano ha la sensazione di essere ingannato dal presidente russo e che l'atteggiamento del presidente russo alimenti le critiche contro di lui negli Stati Uniti. Trump e Putin dovrebbero parlarsi al telefono questa settimana. Donald Trump ha precisato che Putin sapeva che era arrabbiato con lui, ma "la rabbia si dissipa rapidamente, se fa la cosa giusta".
La "Golf Diplomacy" di Stubb con Trump - Il presidente della Finlandia, Alexander Stubb, sabato ha compiuto una visita a sorpresa a Mar-a-Lago per incontrare il presidente americano, Donald Trump, e... giocare una partita a golf insieme. L'Ucraina è stata uno dei temi di discussione. La Finlandia è tra i più forti sostenitori di Kyiv. "Durante la visita abbiamo discusso delle relazioni tra Finlandia e Stati Uniti e di questioni di politica estera attuali, tra cui l'Ucraina", ha scritto Stubb sulla piattaforma X, postando una foto con Trump sul campo da golf. "Il presidente Stubb e io non vediamo l'ora di rafforzare la partnership tra Stati Uniti e Finlandia, e ciò include l'acquisto e lo sviluppo di un gran numero di rompighiaccio di cui gli Stati Uniti hanno molto bisogno, e garantire pace e sicurezza internazionale per i nostri paesi e il mondo", ha scritto Trump sulla sua piattaforma Truth Social. La Finlandia è il principale produttore mondiale di navi rompighiaccio.
La tentazione tedesca di farla finita con le sanzioni alla Russia - L'unanimità dei partiti centristi in Germania a favore delle sanzioni contro la Russia per la guerra di aggressione contro l'Ucraina è sempre più in bilico, dopo l'avvio da parte di Donald Trump di negoziati per un cessate il fuoco. I risultati dei colloqui di Trump non si vedono, ma questo non ha impedito a un'importante personalità della CDU, il partito cristiano democratico del futuro cancelliere Friedrich Merz, di chiedere la fine delle sanzioni europee. "Quando capisci che stai indebolendo te stesso più del tuo avversario, allora devi chiedersi se tutto questo è giusto", ha detto all'agenzia DPA il premier della Sassonia, Michael Kretschmer. Di fronte all'iniziativa di Trump, le sanzioni europee sono "completamente datate e non rientrano in nulla in ciò che gli americani stanno facendo ora", ha aggiunto Kretschmer. Diverse personalità della SPD negli scorsi mesi hanno messo in discussione la politica di sostegno all'Ucraina portata avanti dall'Ue. Nelle ultime settimane, anche alcuni esponenti della CDU hanno auspicato di restaurare le relazioni economiche con la Russia in caso di accordo di pace.
Frederiksen in Groenlandia dopo le minacce dell'Amministrazione Trump - Il primo ministro danese, Mette Frederiksen, sarà in Groenlandia dal 2 al 4 aprile per incontrare il suo nuovo governo, nel momento in cui l'Amministrazione Trump continua a usare una retorica bellicosa minacciando di prendersi il territorio autonomo sotto sovranità della Danimarca. Sabato, annunciando la visita, Frederiksen ha spiegato di voler "continuare la stretta e fiduciosa cooperazione tra Groenlandia e Danimarca". Il giorno prima, durante una visita nella base americana nel nord della Groenlandia, il vicepresidente americano, JD Vance, ha accusato la Danimarca di non proteggere adeguatamente il territorio. Dopo le elezioni dell'11 marzo, la scorsa settimana i principali partiti groenlandesi hanno formato un governo di grande coalizione e nominato Jens-Frederik Nielsen come primo ministro. Nielsen, che è anche il leader del partito meno indipendentista della Groenlandia, alla vigilia della visita di Vance ha chiesto unità per resistere alla “forte pressione” che viene dagli Stati Uniti.
Netanjahu in Ungheria nonostante il mandato d'arresto della Corte penale internazionale - Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanjahu, mercoledì 2 aprile si recherà in Ungheria su invito del suo omologo ungherese, Viktor Orban, nonostante il mandato d'arresto della Corte penale internazionale. La visita durerà fino al 6 aprile, ha annunciato l'ufficio del premier israeliano. Orban aveva definito la decisione della Corte penale internazionale come “vergognosa” e annunciato che non avrebbe dato esecuzione al mandato d'arresto. La sfida del premier ungherese non è solo rivolta all'Aia. La linea ufficiale dell'Ue è di pieno sostegno alla Corte penale internazionale e alle sue decisioni. Tuttavia c'è un precedente che pesa sulla credibilità dell'Ue: l'Italia non ha eseguito un mandato d'arresto nei confronti di un funzionario libico ricercato per crimini di guerra e crimini contro l'unanimità. Inoltre diversi Stati membri – tra cui Francia, Italia e Germania – hanno detto pubblicamente che non avrebbero proceduto all'arresto di Netanyahu, su cui pesa l'accusa di crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
L'Ue e Trump
"Ingerenze americane" sulle imprese francesi, test diplomatico per Parigi - Diverse decine di aziende francesi hanno ricevuto una lettera dall'ambasciata degli Stati Uniti chiedendo loro di certificare per iscritto il loro impegno a rispettare la legge federale che vieta la discriminazione promuovendo la diversità e l'inclusione per i posti di lavoro e di "favorire le opportunità lavorative basate sul merito", pena l'impossibilità di lavorare con il governo americano. La lettera, pubblicata dal Figaro, invita a compilare il modulo in inglese allegato alla richiesta e a restituirlo firmato "entro cinque giorni". Rabbia del governo francese. "Le ingerenze americane nelle politiche di inclusione delle aziende francesi, come le minacce di dazi ingiustificati, sono inaccettabili", ha affermato venerdì il ministero del Commercio estero francese. "La Francia e l'Europa difenderanno le loro imprese, i loro consumatori, ma anche i loro valori", ha avvertito il governo. Un nuovo braccio di ferro tra Parigi e Washington.
Stato di diritto
Il Parlamento vota sulle ONG e mette in pericolo LIFE - La commissione Ambiente del Parlamento europeo questa sera voterà su due mozioni di rigetto del programma pluriennale di lavoro di Life, il programma faro della Commissione sull'Ambiente. Una delle due mozioni è stata presentata da un deputato del PPE insieme a un deputato del gruppo della destra sovranista ECR. L'altra mozione è stata presentata dal gruppo di estrema destra dei Patrioti per l'Europa. Insieme, PPE ed estrema destra hanno i voti per mettere in discussione LIFE. La ragione sono le false accuse lanciate contro le Ong all'inizio dell'anno di aver ricevuto fondi dalla Commissione per fare lobby sui deputati europei sulle politiche climatiche e ambientali. Le accuse sono state lanciate da deputati del PPE e rilanciate da quelli dell'estrema destra, in una campagna che rischia di minare le basi della democrazia europea. "Questo non è solo un attacco ai finanziamenti ambientali, è un tentativo politico di mettere a tacere la società civile e smantellare il controllo democratico in Europa", ha spiegato Faustine Bas-Defossez, Policy Director presso l'European Environmental Bureau. Il rigetto "danneggerebbe non solo le ONG, ma anche migliaia di PMI, agricoltori, ricercatori e comunità locali in tutta Europa che lavorano a progetti locali per il nostro bene comune", ha aggiunto Bas-Defossez. Effettivamente sui 771 milioni di euro l'anno del programma LIFE solo 15 milioni sono assegnati a delle ONG.
La Commissione difende LIFE - Un portavoce della Commissione ha rigettato le accuse contenute nelle due mozioni di rigetto su cui si esprimeranno i parlamentari europei. “La decisione di attuazione della Commissione è stata attentamente preparata ed elaborata in conformità con i poteri di attuazione concessi alla Commissione ai sensi del regolamento LIFE. L'attuale programma di lavoro pluriennale per il 2025-2027 ha seguito la stessa procedura del suo predecessore e il suo contenuto è pienamente allineato alle disposizioni del regolamento LIFE”, ci ha detto il portavoce. “Le due obiezioni sollevate dal Parlamento non riflettono accuratamente l'attenta considerazione e la diligenza impiegate nella preparazione del programma di lavoro pluriennale LIFE”. La Commissione ricorda che “il sostegno alle organizzazioni senza scopo di lucro tramite sovvenzioni operative è un requisito legale del regolamento LIFE, adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Se la Commissione rinuncia alle sovvenzioni operative alle ONG, non rispetterà il regolamento LIFE”.
Migranti
L'Italia trasforma i centri per richiedenti asilo in Albania in “return hub” - Giorgia Meloni ha deciso di cambiare destinazione d'uso ai centri che aveva creato in Albania per esternalizzare le procedure di asilo, dopo che diversi tribunali italiani hanno constato la legalità del dispositivo in base alla legislazione europea. Il suo governo venerdì ha approvato un decreto che trasforma le strutture albanesi in “return hub”: centri di deportazione dove trasferire i migranti che hanno ricevuto l'ordine di espulsione in attesa che siano effettivamente rimpatriate. La legislazione europea attuale vieta questo tipo di pratiche. E' la ragione per cui la Commissione ha previsto la possibilità di introdurre dei “return hub” nella sua proposta di regolamento sui rimpatri presentata l'11 marzo. “Non sono possibili”, ci aveva detto quel giorno un funzionario della Commissione. Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha detto che c'è stata una “verifica” con la Commissione e si è conclusa positivamente con “la possibilità di andare avanti”. La Commissione ha dimostrato grande creatività giuridica per giustificare le politiche migratorie del governo Meloni.
Francia
Marine Le Pen di fronte all'ineleggibilità nel 2027 - La leader del Rassemblement National saprà oggi se potrà candidarsi per l'estrema destra alle elezioni presidenziali francesi del 2027. I giudici del tribunale penale di Parigi emetteranno la loro decisione nel caso degli assistenti parlamentari europei impiegati dal Front National, diventato Rassemblement National. Marine Le Pen è accusata di "appropriazione indebita di fondi pubblici e complicità" in questo caso. Il pubblico ministero aveva chiesto, il 13 novembre 2024, cinque anni di carcere, di cui tre con la condizionale, 300.000 euro di multa e cinque anni di ineleggibilità con esecuzione provvisoria. Il presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella, ha stabilito come regola nel 2024 di "non avere condanne penali" per rappresentare il suo partito.
Vacca sacra
La Commissione in soccorso del vino in crisi - Venerdì la Commissione ha proposto una serie di misure per soccorrere il settore vitivinicolo da una crisi sempre più profonda, provocata dal calo dei consumi interni ed esterni dovuto a un cambio delle preferenze dei consumatori. La proposta è il risultato del lavoro del gruppo di alto livello sulla politica vitivinicola. Per ridurre la produzione in eccesso, la Commissione vuole autorizzare gli Stati membri a ricorrere a misure come l'estirpazione e la vendemmia verde (rimozione delle uve acerbe prima della vendemmia). Ai produttori sarà concessa un'ulteriore flessibilità per quanto riguarda il regime di autorizzazioni per il reimpianto. Gli Stati membri potranno aumentare l'assistenza finanziaria massima dell'Ue fino all'80 per cento dei costi di investimento per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici. La Commissione intende facilitare la commercializzazione di prodotti innovativi, come il vino a basso tenore alcoolico. Sono previsti aiuti ulteriori per sviluppare il turismo legato al vino e le campagne promozionali dei vini europei nei paesi terzi.
Accade oggi
Consiglio europeo: il presidente Costa interviene al summit Sos Ocean a Parigi
Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sulle linee guida bilancio 2026; l'Unione dei risparmi e degli investimenti; la bussola della cultura europea; la libertà dei ricercatori negli Usa; la trasparenza nelle politiche anticorruzione in Ue)
Parlamento europeo: audizione dei commissari Dombrovskis e Fitto sul Patto di stabilità e crescita e sull'attuazione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza
Servizio europeo di azione esterna; l'alto rappresentante Kallas e il commissario Kubilius a Madrid partecipano all’incontro Weimar+
Commissione: il vicepresidente Stéphane Séjourné a Haguenau visita Lithium de France
Commissione: il commissario Brunner a Londra partecipa al summit sulla sicurezza del confine
Eurostat: dati sui decreti di espulsione e i rimpatri effettuati nel quarto trimestre 2024; indicatori della qualità della vita nel 2022