Buongiorno! Sono David Carretta e, insieme a Christian Spillmann, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.
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Una censura ridicola, una maggioranza a pezzi, un Parlamento ai margini
Il Parlamento europeo questa settimana ha offerto uno spettacolo “ridicolo” sulla mozione di censura contro la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, presentata da un deputato rumeno di estrema destra e sonoramente bocciata dalla plenaria ieri. “Ridicolo” è il commento che ci ha riservato un alto funzionario dell'Ue, dopo aver ascoltato il dibattito tra i leader dei gruppi politici di lunedì, trasformatosi in rissa tra le forze che compongono la maggioranza pro-europea. Ma non è stato il solo episodio ridicolo di questa censura. I socialisti, dopo aver minacciato l'astensione, si sono allineati a von der Leyen letteralmente inventandosi una vittoria sul Fondo sociale europeo. I deputati di Fratelli d'Italia, il partito di Giorgia Meloni che fa parte del gruppo sovranista ECR, non hanno partecipato al voto, malgrado il fatto che abbiano un vicepresidente della Commissione. Nel frattempo il PPE continua a minare la stabilità della sua presidente della Commissione, ricercando alleanze con i gruppi di estrema destra. Ursula von der Leyen ha passato la prova della censura. Manfred Weber può essere il vincitore per un altro giorno. Ma a perdere è l'Ue.
Ridicola è stata la mozione di censura presentata dal deputato rumeno, Gheorghe Piperea, membro del gruppo ECR, sul Pfizergate. Lo scandalo legato allo scambio di sms tra Ursula von der Leyen e l'amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, durante i negoziati sui vaccini Covid riguarda i metodi usati dalla presidente della Commissione. La centralizzazione, la mancanza di trasparenza, l'assenza di responsabilità sono stati condannati dalla Corte di giustizia dell'Ue, dalla Corte dei conti e dall'Ombudsman. Ci sarebbe stato molto da discutere. Ma il testo presentato da Piperea e sottoscritto da altri 71 deputati era un concentrato di teorie complottiste e no-vax. Inoltre, non aveva alcuna possibilità di essere approvato. La soglia dei due terzi dei votanti al Parlamento europeo non sarebbe mai stata raggiunta. Una mozione di censura “inutile”, come ha detto il presidente del gruppo del PPE, Manfred Weber. Il voto si è concluso con 175 voti a favore della censura, 360 contrari e 18 astensioni.
Ridicolo è stato il dibattito tra i leader dei gruppi politici. Ci sarebbe stato molto da discutere sulla presidente della commissione, al di là del Pfizergate: la virata a destra della sua Commissione, la moltiplicazioni dei pacchetti di deregolamentazione Omnibus, la proposta di un “modello Ruanda” per i richiedenti asilo, l''abuso dell'articolo 122 del trattato per bypassare il Parlamento. Limitata al minimo per contenere i danni per von der Leyen, la discussione si è trasformata in una rissa tra i leader della maggioranza pro europea. A nome del PPE Manfred Weber ha rivendicato la libertà di allearsi con l'estrema destra su singole proposte. La socialista Iratxe Garcia Perez è intervenuta a lungo per criticare Weber, senza quasi menzionare Ursula von der Leyen. La liberale Valérie Hayer almeno ha chiesto alla presidente della Commissione di riprendere il controllo della sua famiglia politica, il PPE. “Ridicoli”, ci ha detto l'alto funzionario dell'Ue. Ai suoi occhi i leader della maggioranza pro-europea avrebbero potuto e dovuto unirsi per criticare l'estrema destra e proiettare un'immagine di coesione in tempi di crisi e incertezze. Invece “si sono lanciati nella bassa politica”.
Ridicolo è stato il comportamento del PPE e del suo capogruppo, che afferma la necessità di comportarsi in modo “responsabile”, ma non perde occasione per destabilizzare la maggioranza pro-europea. Manfred Weber lo ha fatto in modo provocatorio anche alla vigilia del voto sulla mozione di censura, quando il PPE ha votato con i gruppi dell'estrema destra in due occasioni. La prima, puramente simbolica, per rigettare un atto di esecuzione della Commissione sulla legge sulla deforestazione, che è già entrato e resterà in vigore. La seconda, più grave, per rifiutare la procedura di urgenza sulla proposta della Commissione per gli obiettivi climatici 2040, che il Parlamento europeo deve approvare entro ottobre e che ora sarà nelle mani di un relatore del gruppo di estrema destra dei Patrioti.
Ridicola è stata la gestione della mozione di censura da parte del gruppo socialista e della sua leader, Iratxe Garcia Perez. I socialisti hanno minacciato per tre giorni di astenersi per inviare un chiaro segnale a Ursula von der Leyen del loro malessere per come gestisce la Commissione, oltre che per il doppio gioco del PPE con l'estrema destra. Mercoledì sera, alla vigilia del voto, hanno annunciato che avrebbero sostenuto Ursula von der Leyen, dopo aver “ottenuto un'importante vittoria per i cittadini di tutta Europa. Il Fondo sociale europeo (FSE) sarà incluso nel prossimo Quadro finanziario pluriennale”. I socialisti hanno detto che Ursula von der Leyen era prona a eliminare il FSE dalla proposta del bilancio 2028-34 che presenterà la prossima settimana. In realtà, sarebbe stato giuridicamente impossibile: il FSE è iscritto nel trattato. A forza di minacce e ritirate giustificate sulla base di concessioni cosmetiche – era già accaduto sulla fiducia alla Commissione von der Leyen II, sul primo pacchetto semplificazione e sul ritiro della direttiva contro il greenwashing – i socialisti perdono credibilità.
Ridicolo è stato il gruppo ECR, di cui è membro Piperea, ma che si è spaccato in due sulla mozione di censura. Il partito di Fratelli d'Italia era contrario all'iniziativa e l'ha sconfessata. Ma metà del gruppo, compreso il partito nazionalista polacco del PiS, ha seguito Piperea. Alla fine 39 deputati ECR su 79 hanno sostenuto la censura. Altri 35 non hanno partecipato al voto, compresi i deputati di Fratelli d'Italia. Nemmeno loro, che hanno un vicepresidente della Commissione, sanno bene se stare dentro o fuori dalla maggioranza che sostiene Ursula von der Leyen, di cui Giorgia Meloni è una delle alleate.“L'ECR è un gruppo fantasma con metà dei suoi membri (polacchi e rumeni) più vicini ai Patrioti”, ha spiegato il professor Alberto Alemanno.
“Siete ridicoli”, aveva detto Jean-Claude Juncker per apostrofare gli europarlamentari nel luglio del 2017 intervenendo in un'aula praticamente praticamente deserta durante il dibattito sulla presidenza maltese del Consiglio dell'Ue. Solo una trentina di deputati erano presenti per discutere con il premier di Malta, Joseph Muscat. La situazione non è cambiata. Durante la sessione di questa settimana del Parlamento europeo, la premier danese Mette Frederiksen ha partecipato al dibattito sulla presidenza del suo paese del consiglio dell'Ue, che è stato boicottato da quasi tutti i leader dei gruppi politici. Uniche eccezioni: la socialista Iratxe Garcia Perez e il sovranista Nicolas Procaccini. Ma quest'ultimo ha parlato a titolo personale, non a nome del gruppo.
La mancanza di rispetto nei confronti di Frederiksen è solo uno dei tanti casi di un Parlamento concentrato su sé stesso, le sue piccole dinamiche e i suoi miseri conflitti. E' passato un anno dall'inizio della legislatura, ma sessione dopo sessione il Parlamento europeo appare sempre più marginale. I dibattiti sono sempre più insignificanti. Il lavoro sui testi legislativi viene compromesso dalle procedure di urgenza. I deputati mettono il loro stampino sugli Omnibus. Nei negoziati con il Consiglio, le divisioni interne alla maggioranza pro-europea hanno impedito al Parlamento di esprimersi su provvedimenti importanti, come la direttiva sui diritti delle vittime a giugno.
La presidente Roberta Metsola non è in grado di difendere le prerogative del Parlamento di fronte a Commissione e Consiglio. Ancor meno di imporre a Manfred Weber, a cui deve la sua elezione, una linea più responsabile con il resto della maggioranza pro europea. La censura non ha indebolito o rafforzato Ursula von der Leyen. Ha semplicemente messo in mostra la grave crisi che attraversa il Parlamento europeo.
La frase
“Abbiamo bisogno che tutti affrontino le nostre sfide comuni. Insieme. Quando forze esterne cercano di destabilizzarci e dividerci, è nostro dovere rispondere in linea con i nostri valori. Grazie e lunga vita all'Europa”.
Ursula von der Leyen dopo che il Parlamento ha bocciato la mozione di censura.
Geopolitica
Ucraina, i volenterosi europei sono pronti - Keir Starmer ed Emmanuel Macron hanno presieduto ieri un consiglio di guerra con i membri della coalizione dei volenterosi europei pronti a garantire un cessate il fuoco in Ucraina. La riunione, organizzata in occasione di una visita ufficiale del presidente francese a Londra, si è tenuta in videoconferenza dal centro di comando della Nato di Northwood, a nord-ovest di Londra. "Abbiamo un piano che è pronto per essere implementato e lanciato nelle ore successive [alla firma di] un cessate il fuoco", ha annunciato il presidente francese. "Lo inseriamo in una prospettiva di lungo termine con un nuovo quartier generale a Parigi, che è già operativo e che sta finalizzando le strutture di comando e controllo", in coordinamento con Kyiv, ha precisato il primo ministro britannico. Ma manca l'essenziale: l'accordo della Russia per un cessate il fuoco.
La forza franco-britannica, punta di diamante della coalizione dei volenterosi - La forza di spedizione congiunta franco-britannica (CJEF) sarà la base della futura forza internazionale per l'Ucraina. "Stiamo portando questa forza congiunta dal livello di una brigata a quello di un corpo d'armata, cioè fino a 50.000 uomini in grado di essere impiegati in un impegno maggiore, il che rappresenterebbe una moltiplicazione per cinque", ha precisato Emmanuel Macron. Illustrazione della partnership tra Francia e Regno Unito, questa forza potrà, "con Francia e Regno Unito come nucleo centrale", aggregare "altri partner europei ed essere messa a disposizione della Nato", ha indicato il capo di Stato francese. La CJEF è il pilastro operativo degli Accordi di Lancaster House firmati il 2 novembre 2010 e diventati l'illustrazione della volontà politica del Regno Unito e della Francia di rafforzare la loro cooperazione nel campo della difesa. La forza permette di disporre di una capacità comune che può essere impegnata in operazioni bilaterali o nel quadro di una coalizione internazionale.
Sanzioni per costringere Putin a negoziare - Tre emissari americani hanno partecipato alla riunione della coalizione dei volenterosi. L'emissario americano Keith Kellogg e due senatori americani, tra cui il repubblicano Lindsey Graham, che ha un piano di sanzioni drastiche contro la Russia, ma fatica a convincere Donald Trump a passare all'azione, sono tra i partecipanti alla riunione. "Dobbiamo riorientare i nostri sforzi verso la preparazione della pace costringendo Putin a sedersi al tavolo dei negoziati (...). Questa pressione coordinata farà la differenza", ha affermato Keir Starmer.
Annunci a Roma - La Germania è pronta ad acquistare sistemi Patriot americani per poi trasferirli all'Ucraina, ha annunciato il cancelliere Friedrich Merz durante la Conferenza per la ricostruzione a Roma. L'Unione europea ha annunciato la mobilitazione di 2,3 miliardi di euro (2,69 miliardi di dollari) per aiutare la ricostruzione dell'Ucraina e la creazione di un fondo speciale europeo per la ricostruzione con un capitale iniziale di 220 milioni di euro. "Con 2,3 miliardi di euro di accordi firmati, vogliamo sbloccare fino a 10 miliardi di euro di investimenti per ricostruire le case, riaprire gli ospedali, rilanciare le imprese e garantire l'energia", ha dichiarato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Il pacchetto di 2,3 miliardi di euro comprende 1,8 miliardi di euro di garanzie sui prestiti e 580 milioni di euro di sovvenzioni.
Un conflitto mortale, una ricostruzione ipotetica - I dati delle Nazioni Unite hanno gettato un'ombra ieri sui membri delle delegazioni giunte a Roma per la quarta conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina. "La moltiplicazione degli attacchi con missili a lungo raggio e droni in tutto il paese ha seminato ancora più morte e distruzione tra i civili lontani dalla linea del fronte", ha sottolineato Danielle Bell, capo della Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina. Il bilancio da gennaio è implacabile: in sei mesi, più di 6.700 civili sono stati uccisi o feriti, un aumento di oltre il 50 per cento rispetto al primo semestre del 2024. Dall'inizio della guerra condotta dalla Russia in Ucraina, le Nazioni Unite hanno registrato un totale di quasi 13.600 civili uccisi, di cui circa 700 bambini, e più di 34.000 feriti. I negoziati per un cessate il fuoco tra Ucraina e Russia sono in stallo. Nessun progresso tangibile è stato compiuto, ha deplorato l'Onu. Le posizioni rimangono inconciliabili: Kyiv rifiuta qualsiasi concessione territoriale, mentre Mosca condiziona qualsiasi accordo al riconoscimento delle sue annessioni. "Affinché un ritorno alla pace rimi con giustizia e ricostruzione, sarà ancora necessario, come ricordano tutti gli attori presenti, che le promesse di solidarietà internazionale si traducano, senza indugio, in azioni concrete", sottolinea l'Onu.
Zelensky ringrazia Meloni per la Conferenza sulla ricostruzione, ma l'urgenza è la difesa aerea - E' difficile parlare di ricostruzione del proprio paese, quando viene bombardato ogni giorno da centinaia di droni e decine di missili. E' accaduto anche la scorsa notte, con quattrocento droni contro Kyiv e altre città. Gli attacchi della Russia si stanno intensificando. Ieri Volodymyr Zelensky era a Roma per la Conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina organizzata dall'Italia. "Sono grato a Giorgia Meloni", ha detto Zelensky. "Il livello delle decisioni e degli incontri è davvero elevato. Insieme stiamo rafforzando il futuro dell'Ucraina". Ma "la nostra priorità assoluta in questo momento è la difesa aerea e la produzione di droni, in particolare intercettori", ha detto Zelensky. Saremmo lieti di vedere investimenti italiani in tutto ciò che protegge le vite umane in Ucraina oggi". Il presidente ucraino ha anche chiesto di accelerare sulle sanzioni e l'integrazione europea. "Naturalmente abbiamo discusso anche di ricostruzione. Apprezziamo la disponibilità dell'Italia ad assumersi il patrocinio del restauro di Odessa", ha detto.
La Commissione chiede all'Italia di cancellare il concerto del maestro della propaganda di Putin – Il caso sta facendo molto discutere in Italia. La regione Campania, con i fondi nazionali della coesione, ha organizzato un concerto del direttore d'orchestra russo, Valery Gergiev, conosciuto per la sua vicinanza a Vladimir Putin e il suo sostegno alla guerra contro l'Ucraina. “Mastro di propaganda”, lo ha definito la fondazione dello scomparso Alexey Navalny. La Commissione europea di fatto chiede alle autorità italiane di cancellare l'evento. “Le decisioni in materia di cultura rimangono nazionali, ma non devono compromettere la risposta dell'Ue all'aggressione russa. Gli Stati membri e le istituzioni dovrebbero agire in linea con le sanzioni dell'Ue ed evitare di dare spazio a individui che hanno attivamente sostenuto o giustificato l'aggressione del Cremlino”, ci ha detto un portavoce della Commissione. “Nel regime di Putin, le istituzioni culturali controllate dallo Stato sono un'estensione della propaganda di Stato. L'Ue esorta le organizzazioni culturali a collaborare con artisti che si battono per i valori democratici e a respingere la strumentalizzazione della cultura da parte degli Stati aggressori”, ha aggiunto.
Kallas incassa un accordo con Israele sugli aiuti per Gaza – L'Alto rappresentante, Kaja Kallas, ha concluso un accordo con il governo israeliano, che dovrebbe permettere di migliorare la situazione umanitaria a Gaza e disinnescare potenziali conflitti tra i ministri degli Esteri dell'Ue sul futuro dell'accordo di associazione con Israele. L'accordo prevede che Israele consenta l'arrivo di aiuti su larga scala direttamente alla popolazione, anche se con misure che garantiscano che non vi sia un dirottamento verso Hamas. Le misure includono un sostanziale aumento del numero di camion giornalieri per il trasporto di cibo e beni non alimentari in entrata a Gaza, l'apertura di diversi valichi di frontiera sia nell'area settentrionale sia in quella meridionale della Striscia, e la riapertura dei corridoi umanitari giordano ed egiziano. La distribuzione di generi alimentari dovrebbe avvenire tramite panetterie e cucine pubbliche in tutta Gaza. Israele avrebbe anche accettato la ripresa delle consegne di carburante per le strutture umanitarie, la protezione degli operatori umanitari e la riparazione su infrastrutture vitali.
Il dilemma dell'accordo di associazione - “Contiamo su Israele affinché metta in pratica tutte le misure concordate”, ha detto ieri Kallas dopo l'accordo con il governo israeliano. Il tema dell'accordo di associazione Ue-Israele sarà all'ordine del giorno del Consiglio Affari esteri del 15 luglio. Malgrado l'accordo, alcuni ministri si aspettano che Kallas presenti una serie di opzioni per sanzionare Israele, se non metterà in pratica le promesse sull'ingresso di aiuti umanitari a Gaza. Ma tutte le opzioni a cui sta guardando il Servizio europeo di azione esterna – sospendere l'accordo di associazione in tutto o in parte, escludere Israele dai programmi di ricerca e innovazione, sanzionare i ministri estremisti, bloccare il commercio con le entità israeliane nei territori occupati – richiedono l'unanimità o la maggioranza qualificata. Ed entrambe sono impossibili da raggiungere. L'accordo di Kallas permetterà di rinviare eventuali decisioni a dopo la pausa estiva, levando i governi pro e anti Israele dall'imbarazzo.
Guerra commerciale
L'Ue attende di capitolare a Trump – Oggi, domani, lunedì? Gli Stati membri sono entrati in una fase di attesa sull'accordo di principio che la Commissione sta negoziando con l'Amministrazione Trump sui dazi. “Può esserci un accordo entro lunedì o non esserci accordo entro lunedì. ma chiaramente i negoziati sono in una fase intensa e probabilmente finale”, ci ha detto un diplomatico europeo. Tutto dipende dalla decisione o meno di Trump di firmare. Quel che è certo a tutti gli Stati membri è che sarà un accordo penalizzante per l'Ue. Sarà imposto un dazio di base del 10 per cento con poche eccezioni. Ci saranno alcune concessioni minime. Per contro non ci sono impegni fermi da parte americana sui dazi potenziali contro prodotti farmaceutici e semiconduttori. Risultato: “non ci troveremo in un posto migliore rispetto a dove siamo partiti”, spiega il diplomatico europeo. “Ci saranno dazi più alti per l'Ue e l'accordo avrà un impatto negativo per il nostro commercio”. Gli europei sono stati “esposti a minacce molto serie” da parte di Trump, che ha legato i negoziati commerciali ad altre dimensioni della relazione transatlantica, compresa la sicurezza e la difesa, nonché il sostegno all'Ucraina. L'Ue non intende adottare misure di riequilibrio imponendo dazi agli Stati Uniti per paura di un'escalation da parte di Trump.
Von der Leyen avverte di non farsi illusioni sui rapporti con gli Stati Uniti - “Stiamo lavorando senza sosta per trovare un accordo iniziale con gli Stati Uniti, per mantenere i dazi il più bassi possibile e per garantire la stabilità di cui le imprese hanno bisogno”, ma “non siamo ingenui. Sappiamo che il rapporto con gli Stati Uniti potrebbe non tornare a essere quello di una volta”, ha detto ieri la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. L'occasione era un intervento al Forum economico Francia-Italia Confindustria-Medef a Roma. Von der Leyen ha implicitamente ammesso la ragione per cui non vuole entrare in un rapporto di forza con Trump. ho ascoltato le nostre imprese. E il loro messaggio è stato chiarissimo. Hanno bisogno di certezza e prevedibilità nel commercio transatlantico. Ecco perché la nostra priorità è stabilizzare la situazione con gli Stati Uniti". La presidente della Commissione ha spiegato di voler rispondere al cambiamento strutturale dei rapporti con gli Stati Uniti, rafforzando e diversificando le relazioni commerciali con il resto del mondo. Secondo von der Leyen, “in un mondo flagellato dalla volatilità globale, sempre più paesi si stanno rivolgendo all'Europa”.
MFF
La PAC non è un bene pubblico europeo – Ieri abbiamo pubblicato un intervento di Jean-Luc Demarty, ex direttore generale della Commissione, che ha criticato i piani di Ursula von der Leyen per la PAC nella proposta di Quadro finanziario pluriennale (QFP) che sarà presentata la prossima settimana. Se volete leggere qualcosa di completamente diverso, vale la pena dare un'occhiata a questo paper del think tank Bruegel sul QFP che, di fatto, propone di rinanzionalizzare la PAC. “La PAC continua a riflettere il sostegno nazionale-settoriale invece che la fornitura di beni pubblici a livello Ue”, scrivono gli economisti del Bruegel. Secondo loro, il QFP dovrebbe concentrarsi sulla “fornitura di beni pubblici di interesse pubblico autentici, come l'azione per il clima, la ricerca, la competitività, le infrastrutture transfrontaliere e la sicurezza”. Il bilancio pluriennale dovrebbe essere portato all'1,7 per cento del Reddito nazionale lordo, trasferendo le risorse destinate ai sussidi agricoli a livello nazionale, dicono gli economisti del Bruegel. “Le norme che disciplinano la PAC dovrebbero continuare a essere stabilite a livello Ue”, ma “il finanziamento delle sue componenti non beni pubblici a livello europeo dovrebbe essere trasferito ai bilanci nazionali”. Se impossibile per ragioni politiche, “l'entità del QFP deve essere aumentata al 2 per cento del Reddito nazionale lordo per far fronte alle esigenze di spesa aggiuntive che sarebbero meglio gestite a livello Ue”.
Migranti
La rotta del Mediterraneo centrale torna a gonfiarsi - Nella prima metà dell'anno, gli attraversamenti irregolari della frontiera esterna dell'Ue sono diminuiti del 20 per cento, ma la rotta del Mediterraneo centrale ha registrato un aumento consistente (il 12 per cento) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo i dati pubblicati ieri da Frontex. La ragione è la Libia, che è tornato a essere il principale paese di partenza verso l'Ue. Circa 20.800 migranti sono sbarcati in Italia, con un aumento dell'80 per cento rispetto allo scorso anno. La Libia alimenta gli ingressi irregolari anche sulla rotta del Mediterraneo centrale. Anche se il numero di migranti arrivato in Grecia è calato complessivamente di quasi un quarto, Frontex ha registrato un notevole aumento negli ultimi mesi degli arrivi attraverso il cosiddetto “corridoio Libia-Creta”. Anche sulla rotta del Mediterraneo occidentale stato registrato un aumento del 19 per cento rispetto alla prima metà del 2024 con l'Algeria come principale paese di partenza. La corsa dell'Ue per fare accordi con i paesi terzi dall'altra parte del Mediterraneo non sembra efficace. Secondo Frontex, le reti di trafficanti stanno adattando le loro attività e utilizzano sempre più rotte alternative dal Nord Africa.
Riarmo
La Commissione pensa a una deroga al Patto di stabilità per permettere all'Italia di spendere per la difesa – Il commissario agli Affari economici, Valdis Dombrovskis, ieri ha detto di essere in contatto con il governo italiano per trovare una soluzione per fare in modo che esca dalla procedura per deficit eccessivo, se aumenterà la spesa per la difesa ricorrendo alla clausola nazionale di salvaguardia. Le regole del Patto di stabilità e crescita sono state modificate appena un anno fa. In teoria un paese non può uscire dalla procedura se il suo deficit non scende sotto il 3 per cento. Ma la Commissione potrebbe interpretare il Patto di stabilità in modo diverso attraverso il cosiddetto “codice di condotta” o attraverso delle “linee guida”. “Non cambiamo le regole, ma vogliamo portare maggiore chiarezza”, ha detto un portavoce della Commissione, confermando che “la discussione è in corso”. I risultati sono previsti “in autunno”.
Accade oggi
Presidenza danese dell'Ue: riunione informale dei ministri dell'Ambiente ad Aalborg
Consiglio europeo: il presidente Costa a Srebrenica per la commemorazione del 30esimo anniversario del genocidio
commissione: la presidente von der Leyen riceve il direttore della coalizione delle organizzazioni ambientaliste Green 10
Commissione: il commissario Dombrovskis a Roma incontra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni
Commissione: la vicepresidente Ribera in visita in Cina
Commissione: la commissaria Albuquerque in visita a Budapest
Banca centrale europea: Piero Cipollone partecipa alla Conferenza sulla ricostruzione dell'ucraina a Roma
Eurostat: dati sulla popolazione nel 2024
Molto bravi
Veramente ben fatta, grazie 🙏