Buongiorno! Sono David Carretta e, insieme a Christian Spillmann, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.
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Un'estate con due guerre commerciali
Superata la tappa della presentazione del Quadro finanziario pluriennale, Ursula von der Leyen non potrà iniziare le sue vacanze estive a causa di due guerre commerciali che minacciano l'Unione europea e le sue economie. La presidente della Commissione il 24 luglio sarà a Pechino insieme al presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, per un summit molto atteso con Xi Jinping, nel momento in cui i conflitti commerciali si moltiplicano e la Cina impone restrizioni sulle esportazioni di terre rare. Una settimana dopo, il primo agosto, gli Stati Uniti imporranno dazi del 30 per cento sull'Ue, se il presidente Donald Trump non accetterà un accordo che, per quanto sfavorevole, possa limitare i danni per gli europei. Entrambi gli appuntamenti diranno se la volontà di “potenza” espressa dall'Ue e dai suoi leader è solo uno slogan. “Se oggi accettiamo i dazi sull'Ue facendo spallucce per lasciare passare il temporale, domani è la Cina e poi di nuovo alla Cina che torneranno per aumentare ancora i dazi”, ha avvertito il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot.
I negoziati con l'Amministrazione Trump proseguono. Il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, ieri era a Washington. Su pressione di Germania e Italia, ma con il consenso di gran parte degli Stati membri, la Commissione ha scelto di non entrare in un rapporto di forza con Trump. Le contromisure per i dazi americani su alluminio e acciaio adottate ad aprile, che colpirebbero 21 miliardi di prodotti degli Stati Uniti, sono ancora congelate. Un secondo pacchetto di contromisure per rispondere ai dazi sulle automobili e al “dazio di base” del 10 per cento, del valore di 72 miliardi, è stato presentato agli Stati membri. Nonostante una richiesta esplicita della Francia, la Commissione non ha voluto avviare le procedure per usare lo strumento anti coercizione.
Le minacce dell'Ue avvengono più attraverso fughe di notizie pilotate sui media letti a Washington che con atti concreti di Ursula von der Leyen e della sua squadra. Ieri il Financial Times ha riportato che la Commissione sta studiando la possibilità di adottare contromisure contro i servizi americani, non solo quelli digitali. Ma la stessa Commissione ha nuovamente rallentato la sua indagine sulla piattaforma X, sospettata di violare il regolamento sui servizi digitali DSA, e ha abbandonato la proposta di creare una nuova risorsa propria nel bilancio pluriennale con l'imposizione di una tassa sui giganti del digitale. La fuga di notizie sul Financial Times potrebbe essere destinata a calmare la Francia e la manciata di paesi che sostengono la richiesta di usare lo strumento anti coercizione. Tutto è fatto da von der Leyen per non provocare Trump in una strategia remissiva che finora non ha portato risultati.
Anche se sostenuta da gran parte degli Stati membri, Ursula von der Leyen è sempre più criticata per la sua strategia negoziale. La Francia ha chiesto alla presidente della Commissione di “cambiare metodo”. “Il ricatto economico deve avere conseguenze”, dice un appello lanciato dall'europarlamentare di Renew, Sandro Gozi. Diversi ex alti funzionari della Commissione hanno un giudizio negativo dell'operato della loro vecchia istituzione. Marco Buti, che ha diretto la direzione generale Economia e Finanze, ha detto al quotidiano La Stampa che la Commissione si è dimostrata “debole e indecisa”. L'ex commissario Thierry Breton da settimane sostiene che è Ursula von der Leyen a dover negoziare direttamente con Trump, invece di lasciare il compito a funzionari attraverso un dialogo tecnico. Lui e altri sostengono la necessità di nominare un capo negoziatore per Trump, alla testa di una squadra ristretta e determinata, come era stato fatto con Michel Barnier per la Brexit. “E' una discussione che non è tecnica (…), è un negoziato politico. Dei tecnici di fronte a dei politici non vincono mai”, ha detto ieri Breton a BFM.
Indecisa la presidente della Commissione lo è anche sulla Cina. In due discorsi, prima al Forum economico di Davos e poi davanti alla Conferenza degli ambasciatori dell'Ue, Ursula von der Leyen aveva aperto alla possibilità di concludere accordi con Pechino sull'accordo ai rispettivi mercati e sugli investimenti. Donald Trump era appena rientrato alla Casa Bianca. Da allora, per von der Leyen, la Cina è diventata una variabile di aggiustamento agli umori del presidente americano. Il 6 maggio von der Leyen e Antonio Costa hanno scambiato lettere molto cordiali con Xi Jinping sulla necessità di rafforzare i legami in occasione del 50esimo anniversario dell'instaurazione delle relazioni diplomatiche Ue-Cina. Poi al G7 in Canada di giugno, Ursula von der Leyen ha reso pubblico un suo intervento molto duro contro Pechino, accusando la Cina di “distorsione intenzionale" dei mercati e di provocare “un nuovo choc”.
Il messaggio di von der Leyen era destinato a blandire Trump. In un'audizione al Parlamento europeo, il vice direttore generale del Commercio della Commissione, Leopoldo Rubinacci, ha spiegato che gli americani chiedono all'Ue di “seguirli al 100 per cento” sulla Cina. Ma il messaggio è stato ascoltato anche a Pechino. I rapporti si sono ulteriormente deteriorati all'inizio di luglio, quando il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha incontrato l'Alto rappresentante, Kaja Kallas, per discutere dei contenziosi. Pechino ha deciso di ridurre la durata del summit da due giorni a uno. Il declassamento non è solo simbolico. L'industria europea è minacciata dalle restrizioni imposte dalla Cina sulle esportazioni di terre rare. Le richieste della Commissione di allentarle sono rimaste inascoltate. Mercoledì 16 luglio, il ministero del Commercio cinese ha ampliato la lista di tecnologie su cui impone restrizioni all'export a catodi per batterie e tecnologie di estrazione del gallio.
Secondo Janka Oertel, direttrice del programma Asia dell'European Council on Foreign Relations, “cedere alla pressione cinese oggi porterà solo a minacce più sofisticate domani”. Da parte della Commissione “serve una risposta unita e assertiva dell'Ue per fermare il ciclo di coercizione e proteggere l'industria europea”. Ma, come con Trump, entrare in un vero rapporto di forza con la Cina potrebbe avere ripercussioni negative su economie europee già fragili. In una conversazione telefonica con il premier cinese, Li Qiang l'8 aprile, Von der Leyen gli ha chiesto di tenere sotto controllo la diversione dei prodotti cinesi colpiti dai dazi americani verso l'Ue. Tra indecisione, ambiguità e volontà di limitare i danni, il summit Ue-Cina del 24 luglio rischia di trasformarsi in un fallimento senza risultati concreti.
Dopo la vittoria di Trump alle presidenziali in novembre, i leader dell'Ue si erano lanciati in una sessione di automotivazione, sostenendo che l'Europa è una potenza, una grande economia, un grande mercato e che può farcela anche da sola a giocare in un mondo di bulli. Alla prova dei fatti, la fiducia in sé stessi sembra mancare, che sia sulla guerra della Russia contro l'Ucraina o le guerre commerciali americane e cinesi. L'Ue non può permettersi vacanze. Ancor meno von der Leyen, che ha perso la fiducia di socialisti e liberali, ha subito una rivolta sul suo bilancio pluriennale ed è messa in discussione per i negoziati con Trump. Per riaffermare la sua autorità, dovrà portare dei risultati a settembre, quando pronuncerà il suo discorso sullo Stato dell'Unione. Noi del Mattinale Europeo, invece, ci prendiamo una piccola vacanza. Da lunedì entreremo in modalità estiva e vi forniremo maggiori dettagli sull'attività del prossimo mese. Intanto, grazie per la vostra continua lettura.
La frase
“L'Unione Europea è stata brutale, e ora si sta comportando in modo molto gentile. Vogliono raggiungere un accordo, e sarà molto diverso dall'accordo che abbiamo avuto per anni”.
Donald Trump.
Geopolitica
Lo slovacco Fico annuncia la fine del veto sul diciottesimo pacchetto di sanzioni - Il primo ministro slovacco, Robert Fico, ha annunciato la fine del veto del suo paese sul diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. In un video pubblicato su Facebook, Fico ha spiegato che "a questo punto sarebbe controproducente continuare a bloccare" le sanzioni. Il premier slovacco ha spiegato di aver ricevuto garanzie dalla Commissione in caso di problemi di approvvigionamento o aumenti del prezzo dopo il divieto di importazione di gas russo. La presidenza danese del Consiglio dell'Ue dovrebbe convocare una riunione degli ambasciatori dei ventisette Stati membri per formalizzare il via libera. Il pacchetto, tra le altre cose, dovrebbe includere una riduzione del tetto al prezzo del petrolio del 15 per cento rispetto ala media degli ultimi tre mesi. Le altre misure includono l'inclusione di centinaia di petroliere della flotta ombra russa nella lista nera, restrizioni per il settore bancario e finanziario e un divieto di importare gas russo via i gasdotti Nord Stream.
La Nato accelera la fornitura di Patriot all'Ucraina - Il comandante supremo alleato in Europa, il Generale Alexus Grynkewich, ieri ha detto che la Nato sta accelerando le forniture di sistemi Patriot all'Ucraina, dopo aver ricevuto istruzione di consegnare i sistema di difesa aerea "il più rapidamente possibile". Il generale Grynkewich ha parlato a una conferenza a Wiesbaden. "Non rivelerò ai russi né a nessun altro il numero esatto di armi che stiamo trasferendo né i tempi di queste consegne, ma quello che posso dire è che i preparativi sono in corso. Stiamo lavorando a stretto contatto con i tedeschi per il trasferimento dei sistemi Patriot e le istruzioni che ho ricevuto sono di agire il più rapidamente possibile. È quello che stiamo facendo", ha spiegato. Il generale ha confermato che i sistemi presenti in Europa potranno essere sostituiti da nuovi Patriot americani.
La Corea entra in Horizon - La Repubblica di Corea ieri è diventata il primo paese asiatico ad associarsi a Horizon Europe, il programma di ricerca e innovazione dell'Ue con un bilancio di 93,5 miliardi di euro per il periodo 2021-27. I ricercatori e le organizzazioni coreane potranno partecipare a diverse aree del programma alle stesse condizioni degli Stati membri dell'Ue. In particolare, potranno beneficiare del pilastro 2 di Horizon, che ha un bilancio 52,4 miliardi di euro e si concentra su sfide globali condivise come il clima, l'energia, l'economia digitale e la salute. La Repubblica di Corea contribuirà inoltre finanziariamente al bilancio del programma. L'iniziativa di allargare Horizon a paesi terzi dell'Asia rientra nella strategia di alleanze dell'Ue con paesi che condividono gli stessi principi.
MFF
Germania e Finlandia si uniscono ai Paesi Bassi nel gruppo dei frugali – I primi a reagire al bilancio da 2 trilioni di euro di Ursula von der Leyen sono stati i Paesi Bassi, ma non sono gli unici Stati membri a ritenere che l'ammontare del nuovo Quadro finanziario pluriennale sia troppo alto. "Un significativo aumento del bilancio dell'Ue non è giustificabile in un periodo in cui tutti gli Stati membri stanno compiendo notevoli sforzi per consolidare i propri bilanci nazionali. Pertanto, non potremo accettare la proposta della Commissione", ha detto un portavoce del governo di Friedrich Merz. Pur apprezzando lo sforzo di modernizzazione, la Germania è anche contraria a tassare le grandi imprese per finanziare il bilancio con una nuova risorsa propria. Il governo finlandese è altrettanto critico. "La Finlandia ritiene che il livello complessivo della proposta della Commissione europea per il prossimo Quadro finanziario pluriennale dell'Ue per il periodo 2028-2034 sia troppo elevato", ha detto il governo di Helsinki.
La presidenza danese spera di presentare una scatola negoziale in dicembre – Nel giargone dell'Ue si chiama “negotiating box”: scatola negoziale. Al suo interno ci sono le poste di bilancio e le cifre destinate alle varie politiche che, a partire dalla proposta di Ursula von der Leyen, saranno negoziate per i prossimi due anni. La presidenza danese dell'Ue inizierà subito le discussioni con i governi. Una prima occasione ci sarà al Consiglio Affari generali di oggi. L'obiettivo è di presentare una “scatola negoziale” a dicembre, al termine del semestre di presidenza, per permettere ai leader di avere una prima discussione strutturata. Ma diversi Stati membri hanno espresso dubbi sull'entità del bilancio e su diverse proposte di von der Leyen. “Chiaramente, l'entità del bilancio è un grosso problema”, ci ha detto un diplomatico. Per contro c'è “ampio sostegno” sulla semplificazione e la modernizzazione.
Migranti
La Spagna supera la Germania per domande d'asilo, i venezuelani superano i siriani - Nel mese di aprile, la Spagna è diventato il primo paese dell'Ue per numero di richieste di asilo, superando Francia, Germania e Italia, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. Le richieste dii protezione internazionale in aprile sono state 48.520, con un calo del 37 per cento rispetto allo stesso mese del 2024. La caduta del regime di Bashar al Assad in Siria ha avuto un impatto significativo. Quest'anno i venezuelani sono diventati il più ampio gruppo nazionale in termini di domande di asilo nell'Ue (7.015 in aprile), davanti ad afghani (5.125) e siriani (2.895). Non arrivano in barca, ma in aereo. La Spagna ha ricevuto 11.305 richieste di protezione internazionale, contro le 11.105 in Francia, le 9.105 in Germania e le 4.780 in Italia.
Socialisti
I socialisti europei a Congresso per la mobilitazione progressista - Il Partito Socialista Europeo ha annunciato che terrà il suo congresso ad Amsterdam dal 16 al 18 ottobre, due settimane prima delle elezioni legislative anticipate nei Paesi Bassi. I socialisti europei riusciranno a dare una mano a Frans Timmermans, che guida la coalizione tra laburisti e verdi e spera di superare il partito di estrema destra PVV di Geert Wilders? "Il mondo si trova a un punto di svolta. Le voci autoritarie stanno guadagnando terreno. I pilastri della democrazia e la promessa di progresso sociale sono sottoposti a crescenti pressioni", ha detto il PSE in un comunicato. "Vogliamo mobilitare tutti coloro che si impegnano per la giustizia sociale, la democrazia e un futuro sostenibile in Europa e nel mondo". Il Congresso "sarà tutt'altro che la solita politica: sarà una Mobilitazione Progressista, una grande conferenza di idee che riunirà persone di ogni estrazione sociale per affrontare le principali sfide del nostro tempo e per dare forma a una visione condivisa per un futuro più equo, giusto e sostenibile". Ma servirà anche una discussione seria su quale ruolo i socialisti vogliono avere nella "maggioranza von der Leyen" e al Parlamento europeo, nel momento in cui il PPE sta spostando sempre più verso l'estrema destra l'agenda dell'Ue.
Accade oggi
Consiglio Affari generali
Presidenza danese dell'Ue: riunione informale ministri Mercato interno e industria a Copenhagen
Commissione: il vicepresidente Fitto a Roma partecipa al Congresso della Cisl e a Bari partecipa all’evento “La nuova politica di coesione”
Eurostat: dati sulla produzione nel settore delle costruzioni a maggio; bilancia pagamenti a maggio; dati sulla durata della vita lavorativa nel 2024