Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Ursula, candidata a presidente della marcia indietro
La campagna elettorale di Ursula von der Leyen per essere confermata presidente della Commissione europea è all'insegna dell'indietro tutta. European Green deal, agricoltura, adesione dell'Ucraina, rispetto dello stato di diritto: a meno di cento giorni dalle elezioni europee, non c'è tema (o quasi) su cui von der Leyen non abbia segnalato un voltafaccia. L'opportunismo elettorale lo esige. Per ottenere un secondo mandato, la presidente della Commissione ha bisogno del sostegno di molti grandi elettori. Innanzitutto quello del suo partito nazionale, la Cdu, ed europeo, il Ppe. Entrambi hanno preteso concessioni sul Green deal e sull'agricoltura per fingere di mostrarsi entusiasti dietro la sua candidatura. Poi von der Leyen ha bisogno del sostegno di una maggioranza dei capi di stato e di governo, quelli che al Consiglio europeo di fine giugno dovrebbero nominarla per un altro mandato. A ciascuno ha riservato favori particolari, ma la tendenza generale è chiara: addio “Green deal”, la prossima Commissione si concentrerà sul “Security deal”. Infine, von der Leyen ha bisogno di una maggioranza assoluta in Parlamento. E' lì che potrebbero emergere gli effetti controproducenti delle retromarce. Visto lo scontento, i 361 voti non sono scontati.
La conferenza stampa di Ursula von der Leyen e il presidente del Ppe Manfred Weber mercoledì 21 febbraio è stata un'illustrazione della campagna indietro tutta che sta conducendo la presidente della Commissione. Una delle vittime è l'Ucraina. Von der Leyen all'improvviso ha annunciato che il quadro negoziale – uno dei passi necessari per avviare formalmente i negoziati – non sarà pronto “prima delle elezioni europee, ma dopo”. “La mia ipotesi migliore è che non sarà pronto prima delle elezioni europee, ma dopo”, ha detto von der Leyen: “Ci vorrà del tempo, ma immagino che verso l'estate, all'inizio dell'estate saremo pronti". Le sue parole sono state una doccia fredda per il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e i sostenitori europei dell'Ucraina. L'adozione del quadro negoziale era attesa a marzo per permettere la rapida convocazione di una conferenza intergovernativa che deve dare il calcio d'inizio ai negoziati. L'annuncio di von der Leyen farebbe slittare la conferenza intergovernativa e i negoziati praticamente alla fine dell'anno.
I Verdi europei hanno definito “la marcia indietro di Von der Leyen sull'Ucraina” come “irresponsabile”. Secondo la loro Spitzenkandidat, Terry Reintke, “Von der Leyen mette in secondo piano i colloqui di adesione” ed “è un segnale molto strano nei confronti dell’Ucraina”. Tanto più che l'annuncio è arrivato poco prima del secondo anniversario della guerra di aggressione della Russia. A Kyiv sabato, con grandi sorrisi, von der Leyen ha fatto finta di nulla ed è tornata alla linea originale, spiegando che il quadro per i negoziati di adesione sarà presentato “a metà marzo”. Doppio linguaggio? Von der Leyen aveva già frenato sull'avvio del processo di “screening” della legislazione ucraina, un altro passo essenziale per portare avanti i negoziati di adesione. La presidente della Commissione non ha dato spiegazioni. Ma il sospetto è che la campagna per la sua rielezione abbia un impatto. Alcuni governi non vogliono aprire le porte dell'Ue a Kyiv così in fretta. Le proteste degli agricoltori per le importazioni dell'Ucraina mostrano quanto il tema rischi di diventare politicamente sensibile.
Mercoledì 21 febbraio, dopo l'incontro con il gruppo del Ppe, von der Leyen ha annunciato un'altra marcia indietro. Questa volta riguarda uno dei provvedimenti centrali del Green deal, marchio di fabbrica del suo primo mandato: il regolamento sulle auto a zero emissioni. A partire dal 2035, sulla base delle tecnologie attuali, solo le automobili elettriche potranno essere immatricolate. Ma il regolamento non piace alla Cdu e al partito gemello bavarese della Csu. Non piace nemmeno ad altri partiti del Ppe, come gli italiani di Forza Italia. Al fianco di Weber, von der Leyen ha lasciato intendere che potrebbe esserci un cambio di direzione rispetto alla strategia del tutto auto elettrica: la clausola di revisione fissata per il 2026 può “garantire un'apertura” a tecnologie alternative all’elettrico, ha detto la presidente della Commissione, contraddicendo la sua linea passata.
Von der Leyen non ha atteso la sua candidatura per iniziare l'opera di smantellamento del Green deal. Già a settembre, nel suo discorso sullo Stato dell'Unione, aveva ceduto alle pressioni di alcuni capi di stato e di governo che chiedevano una “pausa” sulla nuova legislazione ambientale e climatica. Von der Leyen ha assistito incurante allo svuotamento della legge sul ripristino della natura ed ha ritirato una direttiva per dimezzare l'uso di pesticidi entro il 2030. La collera rurale ha spinto la presidente della Commissione a fare molte altre concessioni sull'agricoltura. Oltre a una serie di misure di breve periodo, Von der Leyen ha espresso la disponibilità a una riforma della Pac che è stata appena riformata. Ha chiuso gli occhi sugli embarghi nazionali imposti da Polonia, Ungheria e Slovacchia all'importazione di prodotti agricoli ucraini. Ha accettato di sospendere i negoziati di libero scambio con il Mercosur. Eppure gli accordi commerciali dovrebbero essere uno dei pilastri della visione di von der Leyen per un'Ue geopolitica.
“Il Ppe e von der Leyen devono dimostrare se sono impegnati per il Green deal o se continueranno a cercare di rallentarlo o fare marcia indietro. Gli elettori hanno bisogno di chiarezza su questo”, ha detto Bas Eickhout, l'altro Spitzenkandidat dei Verdi. Gli stessi Verdi hanno anche contestato le scelte del Ppe e di Von der Leyen su democrazia e stato di diritto. “I criteri che la presidente della Commissione von der Leyen ha messo sul tavolo per decidere con quali partiti il Ppe potrebbe collaborare sono a dir poco ambigui”, ha detto Eichout: “Il Ppe farà accordi post elettorali con il PiS, che ha cercato di smantellare il sistema giudiziario e l’indipendenza della Polonia quando era al governo? O con Vox, la cui leadership sostiene che la vita fosse migliore sotto Franco che sotto governi democraticamente eletti? Il Ppe coopererà con Fratelli d’Italia i cui rappresentanti esercitano una censura diretta sulla televisione pubblica italiana?”.
I Verdi si sono detti disponibili a far parte della prossima maggioranza con von der Leyen presidente della Commissione, ma fissando alcune condizioni, come preservare il Green deal. Forse loro non saranno decisivi per il voto di riconferma al Parlamento europeo. Ma, se socialisti e liberali dovessero iniziare a porsi le stesse domande, le chance di riconferma di von der Leyen si ridurrebbero al minimo.
La frase
"Il consenso intorno al tavolo è che dobbiamo prepararci al fatto che la Russia tra qualche anno attaccherà i nostri Paesi".
Emmanuel Macron.
Geopolitica
Gli alleati dell'Ucraina devono essere preparati a un attacco da parte della Russia - L'incontro di ieri a Parigi sull'Ucraina organizzato da Emmanuel Macron ha proiettato gli europei in una nuova dimensione: quella della guerra con la Russia, e quindi la necessità di essere pronti allo scontro e di preparare l'opinione pubblica. Ne abbiamo parlato ieri sul Mattinale Europeo. Il Presidente francese e i suoi ospiti - i leader o i loro ministri della maggior parte dei Paesi dell'UE, della Norvegia, del Regno Unito e degli Stati Uniti - hanno discusso le loro opzioni strategiche. "L'analisi collettiva e il consenso attorno al tavolo è che dobbiamo prepararci, tra qualche anno, a un attacco della Russia ai nostri Paesi", ha dichiarato Emmanuel Macron all'apertura dell'incontro. Sono tempi gravi e l'avvertimento di Emmanuel Macron è agghiacciante. "Siamo indubbiamente in un momento in cui tutti noi dobbiamo fare un salto di qualità. Deve essere chiaro", ha aggiunto. Sull'Ucraina "stiamo garantendo la nostra difesa collettiva. Non vogliamo entrare in guerra con il popolo russo e intendiamo mantenere il controllo dell'escalation", ha concluso Macron.
I punti salienti della Conferenza di sostegno all'Ucraina a Parigi - Il messaggio chiave del Presidente Macron al termine dell'incontro è stato questo: "nulla deve essere escluso per impedire alla Russia di vincere la guerra in Ucraina". L'idea di inviare truppe europee in Ucraina è stata discussa, ma "non ha trovato consenso" durante l'incontro, ha detto Macron. "Non ho detto che la Francia è contraria all'invio di truppe di terra", ha aggiunto il presidente francese. La Conferenza ha lanciato una nona coalizione di alleati per fornire missili a lungo raggio all'Ucraina. La Germania fornirà i missili Taurus? La risposta del Cancelliere Olaf Scholz per ora è negativa. La Francia, invece, parteciperà al finanziamento richiesto dalla Repubblica Ceca per l'acquisto di 800.000 proiettili da 155 e 122 mm al di fuori dell'UE. Il tabù francese della preferenza comunitaria è definitivamente rotto? La Francia sostiene la proposta dell'Estonia di un grande prestito europeo per finanziare la modernizzazione degli eserciti europei. "Sarebbe opportuno che gli Stati membri dell'UE fornissero una garanzia per consentire alla Commissione europea di emettere debito per finanziare spese eccezionali che riguardano tutti noi", ha dichiarato Macron.
La Svezia entra finalmente nella NATO - Saranno 32 gli alleati che celebreranno il 75° anniversario della NATO a Washington in luglio. Gli svedesi hanno impiegato 21 mesi per entrare nella NATO. Hanno dovuto superare il blocco turco, poi il ricatto ungherese, accettare di rinunciare ad alcuni dei loro valori e sorridere ai due despoti che terrorizzano impunemente l'Alleanza. Ma ieri il Parlamento ungherese ha votato la ratifica dell'ingresso della Svezia. Ciononostante, c'è voluta una grande pressione degli alleati alla riunione dei ministri della Difesa del 12 febbraio per far capire a Viktor Orban che stava iniziando a logorare tutti.
La BEI finanzierà la difesa europea - La Banca europea per gli investimenti ha ancora 6 miliardi di riserva nel suo programma di finanziamento fino al 2027. Su richiesta degli Stati membri, intensificherà gli investimenti per rafforzare l'industria europea della sicurezza e della difesa, ha annunciato la Presidente della BEI, Nadia Calvino, in un'intervista pubblicata ieri da El Pais. Ma il ruolo della BEI non è quello di finanziare la produzione e l'acquisto di armi. "Le attività in cui operiamo coprono una parte molto importante degli strumenti da sviluppare e integrano molto bene l'azione che i governi possono sviluppare con i bilanci nazionali o con il bilancio comunitario", ha sottolineato la Presidente. Nadia Calvino sottolinea che la firma di contratti di appalto da parte dei governi è un modo per finanziare la produzione di armi e munizioni. "Si tratta di individuare gli strumenti più appropriati per soddisfare ogni esigenza", ha insistito.
La Danimarca chiude l'inchiesta su Nord Stream – La polizia danese ieri ha annunciato di aver chiuso la sua inchiesta sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream nel settembre 2022, annunciando di non avere “le basi necessari” per perseguire penalmente i responsabili in Danimarca. “Sulla base dell'inchiesta, le autorità possono concludere che il sabotaggio dei gasdotti era intenzionale. Allo stesso tempo, è stato anche valutato che non ci sono le basi necessari per perseguire un caso penale in Danimarca”, ha detto la polizia. All'inizio di febbraio anche la procura svedese aveva chiuso la sua inchiesta senza lanciare altre procedure. Attualmente un'inchiesta è in corso anche in Germania.
Elezioni europee
Borrell si toglie i sassolini su von der Leyen - L'Alto rappresentante per l'azione esterna e vicepresidente della Commissione, il socialista spagnolo Josep Borrell, in un'intervista rilasciata domenica al quotidiano El Pais, espone una serie di sgradevoli verità per la presidente Ursula von der Leyen. C'è la Presidente irresponsabile: "Il viaggio della von der Leyen a Tel Aviv con una posizione assolutamente filo-israeliana, senza rappresentare nessun altro se non se stessa in politica internazionale, ha avuto un alto costo geopolitico per l'Europa". C'è la Presidente ignorante: "Ha annunciato che ci sarà un commissario per la difesa, ma la Commissione non ha competenze in materia di difesa, ma solo nell'industria della difesa". C'è la presidente egoista: "È legittimo che voglia un secondo mandato, ma non che si prenda tutti i successi personalmente. C'è un collegio di commissari di diverso colore politico che ha preso decisioni". Quanto alla presidente candidata: "Dovrebbe fare più attenzione a garantire la neutralità quando è sia presidente che candidata", ha detto Borrell, prima di esprimersi sulla presidente politico: "Dovrebbe fare in modo che il suo partito, il Partito Popolare Europeo, non cada nella tentazione di allearsi con gli estremisti, abbandonando così le sue tradizionali alleanze".
PieperGate
Jourova delusa dalla nomina di Pieper perché c'era candidata migliore - La vicepresidente della Commissione, Vera Jourova, si è detta “molto delusa” dalla decisione di Ursula von der Leyen di nominare l'eurodeputato della Cdu, Markus Pieper, come Inviato dell'Ue per le Pmi, nonostante fosse il candidato peggiore tra i pre-selezionati. “Le Pmi nell'Ue hanno bisogno di qualcuno che le sostenga. Martina Dlabajova era la migliore candidata”, ha detto Jourova a Aktuálně. Una frase ha attirato la nostra attenzione. “Ho fatto del mio meglio. La decisione è stata presa da altri”, ha spiegato Jourova. La vicepresidente della Commissione sembra confermare che la decisione non sia stata presa dal collegio, ma su indicazione della presidente von der Leyen.
Vacca sacra
La Commissione annuncia un'altra concessione agli agricoltori - Mentre i trattori assediavano il quartiere europeo di Bruxelles, ieri la Commissione ha annunciato un'altra concessione per cercare di calmare la collera degli agricoltori. In attesa di un'altra riforma della Politica agricola comune, invocata da diversi stati membri nel Consiglio Agricoltura di ieri, il commissario Janusz Wojciechowski ha indicato una soluzione ponte. La Commissione potrebbe considerare che nel 2024 gli agricoltori si trovano in “circostanze eccezionali”, quelle che consentono di non penalizzare chi non è in grado di rispettare le condizionalità delle norme ambientali. Questa clausola generalmente vale per le catastrofi naturali. Secondo Wojciechowski, le “circostanze eccezionali” sono giustificate “dall'aumento dei costi di produzione, dalla destabilizzazione dei mercati a causa della guerra della Russia e dal fatto che gli agricoltori non possano pianificare la loro attività in modo normale”. In questo modo, gli agricoltori potrebbero continuare a ricevere i sussidi della Pac (un terzo dell'intero bilancio dell'Ue), anche se non rispettano le regole della Pac.
Per la presidenza belga è tutta colpa del Green deal e della Russia - Durante la conferenza stampa al termine del Consiglio Agricoltura di ieri, abbiamo chiesto al vicepremier del Belgio, David Clarinval, che ha presieduto la riunione se abbia senso riformare nuovamente una Pac che era stata riformata solo nel 2021. Vi siete sbagliati? La sua risposta è stata che da allora ci sono stati due elementi nuovi, che hanno destabilizzato il settore e i mercati. “Il Green deal e la guerra della Russia”, ha detto Clarinval. In realtà il Green deal era già in costruzione e il settore agricolo rimane quello meno toccato. Quanto alla guerra della Russia, secondo la Commissione, oggi l'impatto sul mercato agricolo europeo è minimo. Ma ogni scusa è buona per allentare le norme ambientali della nuova Pac.
Il Ppe minaccia (di nuovo) la legge sul ripristino della natura - Il gruppo del Partito popolare europeo al Parlamento europeo oggi voterà contro l'accordo che era stato raggiunto al trilogo con Consiglio sulla legge sul ripristino della natura. Lo ha annunciato il portavoce di Manfred Weber, Dirk Gotink, su X, invitando il presidente francese, Emmanuel Macron, a chiedere agli eurodeputati liberali di Renew di “fare la stessa cosa”. La legge sul ripristino della natura è già stata svuotata di gran parte del suo contenuto. Il voto in plenaria si annuncia sul filo di lana, anche se le divisioni interne al Ppe (un terzo del gruppo è a favore dell'accordo al trilogo, due terzi è contrario) potrebbero facilitare l'adozione definitiva del testo.
Accade oggi
Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sulla revisione del Quadro finanziario pluriennale; la creazione di una Facility per l'Ucraina; la Piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa STEP; le patenti; la guerra nella Striscia di Gaza; il rapporto dei diritti umani nel mondo; le relazioni con l'Armenia; la situazione in Siria; la situazione a Cuba; la situazione nella Repubblica democratica del Congo; le crescenti disuguaglianze nel mondo)
Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari
Presidenza belga dell'Ue: riunione informale dei ministri per la parità
Commissione: il commissario Gentiloni a Sao Paulo in Brasile partecipa alla riunione dei ministri delle Finanze e dei banchieri centrali del G20
Commissione: il commissario Wojciechowski partecipa alla Conferenza ministeriale dell'Omc a Abu Dhabi
Commissione: visita del commissario Varhelyi in Montenegro
Parlamento europeo: conferenze stampa dei presidenti dei gruppi politici
Parlamento europeo: conferenza stampa sulla revisione quadro finanziario pluriennale
Parlamento europeo: conferenza stampa sulla direttiva sul crimine ambientale
Parlamento europeo: conferenza stampa sulla trasparenza delle pubblicità politiche
Parlamento europeo: conferenza stampa sulle nuove regole per proteggere i giornalisti dalle Slapp
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Eurostat: dati sui cambiamenti del prezzo dell'olio d'oliva; dati sulle rinnovabili nel riscaldamento e condizionamento nel 2022; dati sull'e-commerce per gli individui nel 2023; dati sul trasporto marittimo nel secondo trimestre del 2023