Buongiorno! Sono Christian Spillmann e, insieme a David Carretta, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.
Le proposte della Commissione europea per il prossimo bilancio pluriennale dell'Unione mirano a ridurre le spese dedicate all'agricoltura e alla coesione, ma aprono la strada alla scomparsa della Politica Agricola Comune, sostiene Jean-Luc Demarty, artefice di diverse riforme agricole. L'ex collaboratore di Jacques Delors, già direttore generale per il Commercio, unisce la sua voce alle critiche espresse contro i progetti della squadra di Ursula von der Leyen e sviluppa le sue proposte in un intervento per Il Mattinale europeo.
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Von der Leyen apre la porta alla scomparsa della PAC
di Jean-Luc Demarty, ex direttore generale alla Commissione
La Politica Agricola Comune (PAC) è stata a lungo il simbolo dell'integrazione europea. Dal 1962, è stata profondamente riformata più volte per rendere l'agricoltura e l'industria agroalimentare europea un settore potente e competitivo, rispettoso dell'ambiente molto più che altrove nel mondo. L'avanzo commerciale agroalimentare dell'UE è passata da 10 a 70 miliardi di euro in 15 anni, in particolare grazie agli accordi di libero scambio, contrariamente alle falsità propagate in merito.
Sfortunatamente, dalla Commissione von der Leyen I, trent'anni di orientamento efficace verso il mercato sono messi in pericolo da un approccio malthusiano. Con il Green Deal nel 2019, Ursula von der Leyen ha lasciato Frans Timmermans preparare la riforma della PAC 2023-2027, senza che la direzione generale dell'Agricoltura e il commissario polacco all'Agricoltura avessero voce in capitolo. Il risultato è stato la moltiplicazione di vincoli ambientali eccessivi che avrebbero portato a lungo termine a una diminuzione del 15 per cento della produzione agricola europea in nome della lotta contro il cambiamento climatico. Le grandi manifestazioni agricole dell'inverno 2024 hanno portato alla rimessa in discussione nell'aprile successivo delle misure più vincolanti e burocratiche.
L'errore fondamentale del Green Deal è il suo approccio unilaterale al “net zero” entro il 2050, mentre il resto del mondo fa molto meno, se non nulla, per quanto riguarda l'agricoltura. Come si può immaginare che l'Ue possa avere la minima influenza sul clima con il 6 per cento delle emissioni mondiali di gas serra? Questo approccio porta all'autodistruzione dell'agricoltura europea e dell'industria europea di fronte alla Cina, che emette il 30 per cento dei gas serra, non ha ancora raggiunto il suo picco e mira al “net zero” solo nel 2060, senza essere ancora sulla buona strada.
Ma il peggio deve ancora venire il 16 luglio. La Commissione proporrà un unico strumento giuridico che raggruppa l'agricoltura e la coesione, che finanzierà programmi nazionali cofinanziati e approvati dalla Commissione, raggruppando tutte queste spese. Questo è l'inizio della scomparsa della PAC come politica composta da misure coerenti applicabili ovunque nell'Ue. Ogni Stato membro applicherà le proprie misure con rischi considerevoli di distorsioni della concorrenza. Questo nega la logica stessa della PAC dei padri fondatori che era prevalsa all'avvio della Comunità Europea negli anni '60.
Inoltre, l'essenziale della PAC è composto da misure annuali di sostegno al reddito, la cui programmazione pluriennale ha poco senso e non ha alcuna sinergia con la coesione. Questa programmazione aggiunge un ulteriore strato burocratico senza alcun valore aggiunto, come si vede già con i piani strategici della PAC attuale. È chiaro che l'obiettivo reale non dichiarato è ridurre le spese agricole e di coesione. Questo è un dibattito legittimo, ma non richiede la distruzione della PAC come politica coerente.
Ci si sarebbe potuti aspettare che la PAC post 2027, che sarà presentata il 16 luglio dalla Commissione, tornasse a un approccio più favorevole alla competitività. La comunicazione del commissario all'Agricoltura Christophe Hansen, "Visione per l'agricoltura e l'alimentazione", non menziona più il Green Deal e privilegia la competitività. Tuttavia, leggendo tra le righe, gli aiuti al reddito disaccoppiati andranno solo ai più piccoli agricoltori. Gli altri dovranno accontentarsi di aiuti che remunerano servizi ambientali aggiuntivi.
Ad eccezione di alcune grandi aziende agricole derivanti dalle grandi fattorie collettive dell'epoca sovietica, tutte le aziende agricole europee rimangono familiari e non superano mai alcune centinaia di ettari. Tutte queste aziende hanno bisogno di aiuti al reddito disaccoppiati per garantire un reddito decente e una remunerazione adeguata del capitale. Privilegiare la competitività a parole, ma non nei fatti, non è credibile.
Sarebbe illusorio ridurre il sostegno al reddito agricolo, poiché rimane inferiore a quello del resto della popolazione con un'intensità di lavoro molto maggiore e importanti rischi di capitale. È per questo che è necessario mantenere il sostegno al reddito attraverso gli aiuti per ettaro disaccoppiati. Tuttavia, sarà molto difficile mantenere il bilancio agricolo dell'Ue in un contesto di forti vincoli di bilancio. Non c'è alcuna ragione di principio per cui il bilancio dell'Ue finanzi al 100 per cento i 40 miliardi di euro di aiuti diretti disaccoppiati. È per questo che suggerisco un cofinanziamento di questi aiuti al 50 per cento da parte dei bilanci nazionali, il che genererebbe un risparmio annuale di 20 miliardi di euro.
Il cofinanziamento nazionale dovrebbe essere effettuato secondo le stesse regole di ammissibilità, con divieto di riaccoppiamento al di fuori di alcune piccole produzioni particolari e dell'allevamento estensivo. Non dovrebbe essere obbligatorio. L'eventuale mancato versamento di una parte degli aiuti non comporterebbe distorsioni della concorrenza, poiché gli aiuti sono disaccoppiati.
Il finanziamento al 100 per cento degli aiuti diretti da parte del bilancio dell'Ue genera più di 8 miliardi di euro di trasferimenti netti annuali tra gli Stati membri: quasi 5 miliardi di euro per i paesi dell'Europa centrale e orientale, 1 miliardo per la Francia, 1,4 miliardi per la Spagna e 1,2 miliardi per la Grecia. Questi importi sono pagati dagli altri Stati membri, in particolare Germania, Paesi Bassi e Italia. Questa è una delle ragioni fondamentali, insieme alle spese di coesione, della correzione finanziaria a favore di Germania, Paesi Bassi, Svezia e Austria. Il cofinanziamento al 50 per cento ridurrà questi trasferimenti della metà. Ovviamente, la controparte di questo cofinanziamento sarebbe l'abolizione della correzione finanziaria, che ridurrebbe la perdita di bilancio netta degli Stati membri penalizzati dal cofinanziamento. Nel caso della Francia ci sarà addirittura un guadagno netto sostanziale.
Al fine di tenere meglio conto della protezione dell'ambiente, propongo di aggiungere uno stanziamento annuale di 10 miliardi di euro di aiuti per remunerare i servizi ambientali aggiuntivi oltre la regolamentazione di base, la cui ambizione e calcolo sarebbero più rigorosi degli eco-regimi attuali. Questo inviluppo sarebbe finanziato al 100 per cento dal bilancio dell'Ue e sarebbe distribuito proporzionalmente alla superficie agricola degli Stati membri. Questo favorirebbe la Francia, la Spagna e i paesi dell'Europa centrale e orientale e compenserebbe parzialmente le perdite per questi paesi dovute al cofinanziamento degli aiuti diretti.
Sono consapevole che queste idee devono essere affinate. Presentano il vantaggio di preservare almeno il sostegno indispensabile al reddito agricolo, di lasciare una certa flessibilità agli Stati membri sul loro cofinanziamento nazionale, purché rimanga disaccoppiato, di conservare una certa unità della PAC invece del guazzabuglio distruttivo che comporterebbe il progetto della Commissione, di rendere gestibile dal punto di vista del bilancio e della perennità della PAC l'adesione dell'Ucraina, di liberare margini di manovra di bilancio a favore delle spese di competitività e di aprire la strada all'abolizione del meccanismo di correzione finanziaria.
La frase
"Bisogno di aiuto, Elon Musk? L'Europa ha talento".
L'ex commissario, Thierry Breton, dopo le dimissioni dell'amministratore delegato di X, Linda Yaccarino.
Maggioranza pro europea
Il PPE regala all'estrema destra il calendario degli obiettivi climatici 2040 – Il Partito Popolare Europeo ieri ha nuovamente votato con i gruppi dell'estrema destra al Parlamento europeo su una proposta della Commissione in materia climatica. E non una proposta insignificante: gli obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2040. Il risultato è che il tema sarà affidato a un relatore del gruppo di estrema destra dei Patrioti, che sono intenzionati a usare questo ruolo per minare gli obiettivi 2040. Socialisti, liberali e verdi avevano chiesto di adottare la procedura di urgenza per evitare questo scenario e assicurare l'approvazione in tempo per la COP30 che si terrà in Brasile a novembre. “Il gruppo del PPE ha di fatto accettato la leadership dell'estrema destra sul clima. Un errore”, ha detto l'eurodeputata liberale belga, Sophie Wilmès, accusando i popolari di inseguire un “dogma” anti-scienza e negazionista.
PPE ed estrema destra alleati anche sulla deforestazione – L'alleanza tra il PPE e i gruppi dell'estrema destra ha colpito anche un altro dossier legato al Green deal. Il Parlamento europeo ieri ha approvato l'obiezione a un atto esecutivo della Commissione che fissa la lista dei paesi a rischio “basso”, “standard” ed “elevato” come previsto dal regolamento che entrerà in vigore alla fine dell'anno. Il PPE avrebbe voluto una quarta categoria per escludere i controlli su alcuni paesi. Il risultato del voto è simbolico: l'atto di esecuzione è già stato approvato dagli Stati membri ed è già in vigore. Ma il voto contribuisce ad avvelenare il clima della maggioranza pro europea che dovrebbe sostenere Ursula von der Leyen.
Von der Leyen supererà la censura, ma ha perso la fiducia dei liberali – La dimostrazione di forza del PPE ha contribuito ad avvelenare ulteriormente il clima tra i gruppi che compongono la maggioranza pro europea alla vigilia del voto sulla mozione di censura contro Ursula von der Leyen per il Pfizergate. La censura non passerà. Ma la presidente della Commissione, anche a causa della tattica del leader del PPE, Manfred Weber, ha perso la fiducia dei liberali. Il gruppo Renew ha deciso di votare contro la censura per rigettare in modo chiaro un'iniziativa dell'estrema destra. “L'astensione non è un'opzione”, ci ha detto una fonte interna. Ma “non è un assegno in bianco. Le critiche verso von der Leyen sono forti e precise. Renew chiederà impegni chiari a von der Leyen in occasione del discorso sullo Stato dell'Unione sotto forma di priorità legislative”. Per Renew, è l'ultima chance per la presidente della Commissione.
I socialisti accettano un impegno sul Fondo sociale europeo e rinunciano all'astensione – I socialisti avevano minacciato di astenersi sulla mozione di censura contro Ursula von der Leyen. Ma è bastato l'impegno della presidente della Commissione a includere il Fondo sociale europeo (FSE) nella proposta di bilancio pluriennale dell'Ue che sarà presentata la settimana prossima per seppellire l'ascia di guerra. “Ieri il FSE era fuori. Oggi è dentro grazie alla fermezza del gruppo socialista”, ci ha detto una fonte interna. Secondo i socialisti, “rigettare la Commissione in un momento critico sarebbe semplicemente irresponsabile”. Le nostre fonti rivendicano di aver vinto una battaglia, ma non la guerra e promettono di battersi per preservare “i nostri valori”. La storia recente insegna che, a forza di SACO (Socialists always chicken out), il PPE vince sempre.
Geopolitica
La Russia condannata per la guerra del 2014 nel Donbass e l'abbattimento del volo MH17 - La Corte europea dei diritti dell'uomo ieri ha condannato la Russia per molteplici violazioni dei diritti umani durante la guerra condotta contro l'Ucraina nel Donbass a partire dal 2014, per la guerra di aggressione su vasta scala lanciata nel febbraio 2022 e per l'abbattimento del volo MH17 nel luglio del 2014. La Russia è stata dichiarata colpevole di aver giustiziato "civili e militari ucraini fuori combattimento". ", "atti di tortura", "sfollamento ingiustificato di civili" e "distruzione, saccheggio ed espropriazione". La Corte ha chiesto alla Russia di "rilasciare immediatamente o rimpatriare in sicurezza tutte le persone che, sul territorio ucraino occupato dalle forze russe o sotto il controllo russo, sono state private della libertà (...) e che sono ancora detenute dalle autorità russe". La Russia non è più parte della Convenzione europea dei diritti dell'uomo dal 16 settembre 2022. Tuttavia, rimane responsabile delle violazioni dei diritti fondamentali commesse prima di tale data. "La Russia considera nulle le decisioni della Corte europea dei diritti dell'uomo e non intende attuarle", ha risposto il portavoce del Cremlino.
Il summit con la Cina si riduce a un giorno e un banchetto – Il gabinetto del presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ieri ha informato gli ambasciatori degli Stati membri sullo stato di avanzamento della preparazione del summit Ue-Cina che si terrà a fine mese. Dopo le tensioni registrate negli ultimi giorni, in particolare durante la visita del ministro degli esteri Wang Yi, Pechino ha confermato che il summit sarà ridotto da due giorni a uno. La data, anche se non è ancora ufficiale, sarà il 24 luglio. Il programma è stato ristrutturato, ma almeno è confermato un incontro con il presidente cinese. Antonio Costa e Ursula von der Leyen discuteranno con Xi Jinping degli aspetti politici, prima di affrontare i temi economici con il premier Li Qiang. E' previsto anche un banchetto offerto dal presidente Xi.
Migranti
Umiliata da Haftar, la Commissione vuole continuare il dialogo sulla Libia – La missione “Team Europe” in Libia si è conclusa in un fallimento umiliante, dopo che martedì il commissario Magnus Brunner e i ministri dell'Interno di Italia, Grecia e Malta sono stati cacciati da Bengasi, dove avrebbero dovuto incontrare il generale Haftar. La ragione? Il rifiuto di Brunner di incontrare i membri del governo di stabilità nazionale che controlla la parte est della Libia ed è in competizione con il governo di Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale. L'Ue segue la politica della “Libia unica” e non vuole riconoscere formalmente le autorità che controllano la Cirenaica. La decisione di Brunner è stata criticata dal ministro dell'Interno italiano, Marco Piantedosi, che ha parlato di “eccesso di zelo da parte di qualche funzionario della delegazione europea''. Diversi osservatori ritengono che il respingimento di Team Europe non sarebbe potuto avvenire senza il consenso di Haftar. Umiliata da Bengasi e da Roma, la Commissione non cambia linea e “si impegna a lavorare e cooperare con tutti gli attori chiave in Libia per affrontare sfide comuni come la migrazione", ha detto un portavoce.
La Grecia sospende il diritto di asilo – Dopo il fallimento della missione “Team Europe”, confrontato a centinaia di sbarchi di migranti a Creta in provenienza dall'est della Libia, il premier greco, Kyriakos Mitsotakis, ieri ha annunciato la sospensione delle procedure di asilo per tre mesi. "Informeremo l'Ue della nostra decisione di sospendere per tre mesi le domande di asilo per i migranti che arrivano su imbarcazioni provenienti dal Nord Africa", ha detto Mitsotakis in Parlamento. "Tutti i migranti che entrano illegalmente saranno arrestati e trattenuti", ha aggiunto il primo ministro. "Il passaggio verso la Grecia è chiuso". Atene si giustificherà con una "situazione di emergenza" che "richiede misure eccezionali". La Commissione ieri non ha voluto commentare l'annuncio di Mitsotakis.
Digitale
La Polonia porta Grok davanti alla Commissione per gli insulti dell'AI di Musk - Il governo della polonia ieri ha annunciato di voler chiedere un procedimento da parte della Commissione contro xAI, dopo che la chatbox Grok ha pubblicato commenti offensivi su alcuni politici polacchi, tra cui il premier Donald Tusk. "Ho l'impressione che stiamo entrando in un livello più alto di incitamento all'odio, guidato da algoritmi, e che chiudere un occhio o ignorare questo oggi... sia un errore che potrebbe costare caro all'umanità in futuro", ha detto ministro polacco per la digitalizzazione, Krzysztof Gawkowski, "Il Ministero della Digitalizzazione reagirà in conformità con le normative vigenti, segnaleremo la violazione alla Commissione europea affinché indaghi ed eventualmente imponga una multa a X. La libertà di parola appartiene agli esseri umani, non all'intelligenza artificiale". Grok ha rimosso quelli che ha definito post "inappropriati" suX in seguito a una serie di denunce da parte degli utenti. Alcuni contenuti di Grok contenevano messaggi antisemiti, bestemmie, insulti e perfino elogi ad Adolf Hitler. “Grok è integrato in una piattaforma online di grandi dimensioni designata ai sensi del Dsa. X ha quindi l'obbligo di valutare e mitigare eventuali rischi potenziali derivanti dallo strumento”, ci ha detto un portavoce della Commissione, senza vole fare congetture su potenziali procedure. Oggi la Commissione dovrebbe presentare il codice d buone pratiche per i sistemi di intelligenza artificiale.
Euro
La Bce guarda alla coalizione di volenterosi per gli Eurobond – Una coalizione dei volenterosi anche per gli Eurobond? L'idea ieri è stata promossa dal capoeconomista della Bce, Philip Lane, in un discorso a Bruxelles. Per migliorare l'architettura finanziaria della zona euro la Bce è favorevole ad ampliare gli strumenti di debito comune (o per usare il termine tecnico le attività sicure denominate in euro), perché permetterebbero di rendere il mercato dei capitali più attraente per gli investitori. “In linea di principio, le obbligazioni comuni garantite dalla capacità fiscale combinata degli Stati membri dell'Ue dovrebbero costituire una categoria di attività sicure di alta qualità. Tuttavia, l'attuale stock di tali obbligazioni è semplicemente troppo esiguo per garantire la liquidità e i servizi di gestione del rischio necessari che sono parte integrante della funzione di attività sicura”, ha spiegato Inoltre, con la fine di NextGenerationEU “si prevede che lo stock di obbligazioni sovranazionali in euro si ridurrà nel tempo”. Ma “esistono diversi modi per ampliare lo stock di obbligazioni comuni. Ad esempio, i paesi membri potrebbero decidere di finanziare gli investimenti in beni pubblici europei attraverso un maggiore debito comune”. Un'altra possibilità potrebbe anche esserci spazio per l'emissione congiunta da parte di sottogruppi di paesi membri nel contesto di possibili progetti di investimento condivisi di coalizione dei volenterosi”, ha detto Lane.
Accade oggi
Presidenza danese dell'Ue: riunione informale dei ministri dell'Ambiente ad Aalborg
Parlamento europeo: voto sulla mozione di censura contro la presidente della Commissione
Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sulla Pac post 2027; l'iniziativa dei cittadini per la politica di coesione; l'endometriosi)
Commissione: la presidente von der Leyen a Roma partecipa al forum industriale Francia-Italia e alla conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina con i commissari Fitto, Dombrovskis, Kubilius e Jorgensen
Consiglio europeo: il presidente Costa a Roma partecipa alla Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina
Commissione: il commissario Micallef a Roma incontra il ministro della Cultura, Alessandro Giuli
Corte di giustizia dell'Ue: parere dell'Avvocato generale su un ricorso di Meta contro l'obbligo di remunerare gli editori
Banca centrale europea: discorso di Piero Cipollone sull'euro digitale alla Banka Slovenije a Lubiana
Eurostat: dati sulla protezione temporanea a maggio; dati sul trasporto aereo a giugno