Buongiorno! Sono Christian Spillmann e, con David Carretta e Idafe Martín Pérez, vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
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Il selfie geopolitico dell'UE: “Nessuno ci ascolta più”.
Un'Europa potenza è una chimera. Il lussemburghese Xavier Bettel ha rotto l'omertà. “Nessuno ci ascolta più (...) non abbiamo risposte”, ha dichiarato un Bettel disilluso parlando con la stampa prima di un incontro con i suoi omologhi dell'Ue. L'ex primo ministro, divenuto capo della diplomazia del Granducato, non ha potuto nascondere la sua delusione per le difficoltà incontrate dai membri dell'Unione Europea nel trovare un accordo sulla condanna dell'attacco ai soldati Onu da parte dell'esercito israeliano. La sua valutazione è netta: “Siamo considerati come semplici coriandoli sulla scena internazionale”.
L'Unione europea sta affrontando due conflitti. Il primo si svolge ai suoi confini, in Ucraina. Il secondo è in Medio Oriente, con la guerra di Israele per eliminare Hamas a Gaza e Hezbollah in Libano. L'Unione vuole essere protagonista, ma è bloccata dalle sue divisioni e dalla mancanza di leadership. Parigi e Berlino sono in disaccordo su tutte le questioni di politica estera e l'Ue è diventata impercettibile.
Gli ucraini sono delusi dagli impegni non mantenuti, dai ritardi e soprattutto dai limiti imposti all'uso degli armamenti occidentali. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, non nasconde più la sua incomprensione per la reticenza degli alleati europei e chiede apertamente se vogliono davvero che l'Ucraina vinca.
Il Medio Oriente è sull'orlo dell'esplosione, con il rischio di una conflagrazione generale in caso di guerra tra Israele e Iran. Ma l'Europa non è un attore importante in questa regione e il sostegno incondizionato della Germania a Israele, sulla scia degli Stati Uniti, offusca i tentativi di iniziative diplomatiche europee.
I due conflitti saranno al centro del vertice tra l'Ue e i rappresentanti del Consiglio di Cooperazione del Golfo di oggi, seguito dal vertice dei leader dell'Ue domani. Entrambi gli incontri si preannunciano difficili. Il rischio di una conflagrazione in Medio Oriente è molto concreto. Israele ha promesso di reagire al lancio di missili iraniani e la sua risposta potrebbe arrivare in qualsiasi momento. “Uno degli obiettivi del vertice con il Consiglio di Cooperazione del Golfo è evitare una conflagrazione generale”, ha dichiarato un alto funzionario europeo. Ma come? Si sta negoziando una dichiarazione, ma le due parti hanno molti punti di disaccordo.
Il Consiglio europeo del giorno successivo dà l'impressione di una causa persa. I leader europei dicono di voler aiutare l'Ucraina a vincere la guerra condotta dalla Russia dal 2022, ma il primo ministro ungherese Viktor Orban blocca i soldi: 6,6 miliardi di aiuti militari e un prestito di 35 miliardi finanziato con i proventi dei beni russi congelati dalle sanzioni europee. Orban punta sull'elezione del repubblicano Donald Trump a presidente degli Stati Uniti a novembre e non vuole prendere alcuna decisione prima di allora.
Il secondo tema del vertice, il conflitto in Medio Oriente, si sta trasformando in un braccio di ferro tra i paesi dell'Ue che sostengono il diritto di Israele a difendersi e quelli che denunciano il mancato rispetto del diritto internazionale da parte del governo di Benjamin Netanyahu con le sue incursioni armate in Libano contro Hezbollah, accusandolo di essere responsabile della conflagrazione.
Eppure lo stallo potrebbe derivare dal terzo argomento di discussione: la lotta all'immigrazione clandestina. Ci sono tre linee contrapposte, e non tutte possono avere la meglio sull'altra. “L'argomento è controverso e molto delicato, e c'è il rischio che le conclusioni non vengano adottate”, ha ammesso un alto funzionario.
L'Europa voleva essere forte con una Commissione europea “geopolitica” guidata dall'ex ministro della Difesa tedesco, Ursula von der Leyen. Cinque anni dopo, Xavier Bettel ha denunciato pubblicamente il fallimento di questa ambizione. “Sta diventando difficile trovare un accordo su ciò che è accettabile e ciò che non lo è”, ha lamentato l'ex primo ministro lussemburghese.
Lo spagnolo Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, non ha nascosto la sua amarezza lunedì sera, al termine della riunione dei ministri degli Affari esteri. Tutti i punti in discussione sono rimasti bloccati. Il suo mandato scade a fine novembre e ha promesso di fare un'ultima visita a Kyiv, ma vuole farlo in modo da poter annunciare al presidente Zelensky un accordo dei 27 sui 6,6 miliardi di euro per gli aiuti militari. Spera di poterlo fare durante l'ultima riunione dei ministri degli Esteri. Ma “non posso garantire che si raggiunga un accordo”, ha ammesso.
“La potenza è una questione di risorse. Ma è anche una questione di determinazione. E la determinazione è soprattutto l'espressione di un istinto: l'istinto di potenza. L'istinto di potenza nasce da una sensazione di pericolo, di minaccia e di paura. Finché il pericolo non è reale e la minaccia non si concretizza, il potere rimane un concetto più o meno astratto. Ma quando si inizia a sentire il calore, le cose cambiano. Si inizia a pensare in termini di hard power solo quando si sente il calore, non prima”, ha dichiarato Borrell in un discorso al Council on Foreign Relations di New York il 27 settembre 2024.
Un funzionario europeo ci ha detto che l'Unione Europea non ritiene ancora che ci sia un pericolo. L'elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti potrebbe essere la causa scatenante, ma non è certo, ha ammesso il funzionario. I leader dell'UE sono convinti che basterà giurare fedeltà al nuovo inquilino della Casa Bianca e tutto continuerà come prima.
“La vera rivoluzione che l'Unione europea deve affrontare è quella della modestia. Sono finiti i giorni gloriosi in cui l'Europa pensava di poter decidere da sola e sovranamente i suoi progressi, le sue politiche e le sue priorità. Negli ultimi 10 anni, l'Unione non è stata altro che un enorme sforzo collettivo per reagire agli shock provenienti da altrove”, sostiene Nicole Gnesotto, vicepresidente dell'Istituto Jacques Delors.
La frase
"Netanyahu non deve dimenticare che il suo paese è stato creato da una decisione dell'Onu".
Emmanuel Macron.
“Un promemoria per il presidente francese: non è stata la risoluzione dell'Onu a fondare lo Stato d'Israele, ma la vittoria ottenuta nella Guerra d'Indipendenza con il sangue di eroici combattenti, molti dei quali erano sopravvissuti all'Olocausto, anche del regime di Vichy in Francia”.
Benjamin Netanyahu
Vertice
Solo pressioni su Orban per sbloccare il prestito del G7 per l'Ucraina - Il premier ungherese, Viktor Orban, domani si troverà sotto la pressione degli altri leader al Consiglio europeo per accettare di prolungare da 6 a 36 mesi le sanzioni sugli attivi sovrani della Russia, sbloccando così la partecipazione degli Stati Uniti al prestito da 50 miliardi promesso dal G7 all'Ucraina. Ma le speranze di convincere Orban a togliere il veto prima delle elezioni presidenziali americane sono minime. “Stiamo raggiungendo i limiti in termini di pressioni”, ci ha spiegato una fonte, ricordando che l'Ungheria si è già vista congelare i fondi dell'Ue ed è stata oggetto di forti critiche da parte di Ursula von der Leyen al Parlamento europeo. La nostra fonte minimizza le conseguenze per l'Ucraina del veto di Orban. L'Ue è pronta a coprire tutta la quota americana del prestito del G7 (circa 20 miliardi di dollari). “Il problema è quello dei rischi e di chi rimborsa se l'Ucraina non può rimborsare”. Ma “l'Ucraina avrà i soldi”, ci ha detto la fonte.
L'Ue spaccata su Israele, non riesce ad andare oltre l'appello al cessate il fuoco - Con l'eccezione dell'Ungheria, i capi di Stato e di governo sono uniti sull'Ucraina, ma restano profondamente spaccati sul Medio Oriente e l'offensiva di Israele contro Hamas a Gaza e Hezbollah in Libano. Al Consiglio europeo ci sarà “unanimità per chiedere cessate il fuoco e de-escalation, unanimità per più aiuti umanitari e per la soluzione dei due Stati”, ci ha detto la nostra fonte. Ma esistono anche “due divergenze”. La prima è “fino a che punto Israele può andare nel suo diritto di difendersi”. Secondo la nostra fonte, alcuni leader ritengono che sia “legittimo” per Israele andare avanti con le guerre a Gaza e in Libano per “eliminare i terroristi. Altri dicono che non è proporzionato”. La seconda divergenza riguarda “chi è responsabile di questa escalation e chi l'ha iniziata”, ci ha detto la fonte. Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, dovrebbe tornare a chiedere di sospendere l'accordo di associazione tra Ue e Israele. “Ci sono equilibri che bisogna trovare a livello europeo”, ha confermato un diplomatico.
Volodymyr Zelensky al Consiglio europeo - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ieri ha annunciato di aver invitato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, al vertice dei capi di Stato e di governo che si terrà domani. "Per fare il punto sugli ultimi sviluppi della guerra della Russia contro l'Ucraina e presentare il suo piano per la vittoria", ha spiegato Michel su X. La situazione sul fronte continua a deteriorarsi. E' una delle poche sorprese degli incontri di due giorni previsti a Bruxelles. Un vertice previsto sabato sulla base militare di Ramstein è stato annullato, dopo la decisione del presidente Joe Biden di non partecipare a causa dell'emergenza per l'urgano Milton. L'altra sorpresa è la partecipazione del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman al summit tra l'Ue e il Consiglio di cooperazione del Golfo di oggi. Rimangono tuttavia delle divergenze tra gli europei e i partner del Golfo (ma anche all'interno dei due gruppi di paesi) sulla bozza di conclusioni sia sulla parte relativa all'Ucraina sia su quella dedicata al Medio Oriente.
Salta l'Euro Summit – Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha deciso di non convocare l'Euro Summit durante il vertice dei capi di stato e di governo che si apre domani a Bruxelles. L'Euro Summit è l'organismo che riunisce i leader dei paesi della zona euro e dovrebbe riunirsi almeno due volte l'anno. Il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, martedì ha scritto a Michel in vista dell'Euro Summit per fare il punto sulle iniziative dei ministri delle Finanze della zona euro. Anche la presidente della Bce, Christine Lagarde, avrebbe dovuto partecipare. Ma Michel ha preferito cancellare la riunione. Con ogni probabilità sarà il suo successore, Antonio Costa, a doversene occupare.
Migranti
Tre gruppi di leader si dividono sulle politiche migratorie - Il Consiglio europeo di domani potrebbe concludersi senza conclusioni sul tema delle politiche migratorie. Per i capi di stato e di governo “è la discussione più sensibile”, ci ha detto ieri un alto funzionario dell'Ue: “ci sono punti di vista diversi nella stanza”. Secondo il funzionario, ci sono “tre gruppi dentro il Consiglio europeo. Quelli che pensano che si devono adottare conclusioni dettagliate per inviare un messaggio chiaro su cosa fare. Il secondo campo vuole menzionare solo alcune questioni generali. Alcune delegazioni dicono che non vogliono conclusioni”. Nei cinque anni di Charles Michel, il Consiglio europeo non è riuscito ad adottare conclusioni una sola volta: nel giugno del 2023 sul tema delle migrazioni, quando il premier ungherese, Viktor Orban, e l'allora premier polacco, Mateusz Morawiecki, rifiutarono di dare il loro sostegno al nuovo Patto su migrazione e asilo. Giovedì alcuni leader chiederanno di anticipare l'entrata in funzione del Patto. Altre insisteranno sulle partnership con paesi terzi. Altre ancora chiederanno di esplorare soluzioni innovative, in particolare sui rimpatri. Su questi punti “c0è convergenza”, ma “si deve avere l'unanimità”, ci ha detto il funzionario. E “alcune delegazioni potrebbero bloccare sono le conclusioni” del Consiglio europeo. “Ci saranno tensioni politiche e ideologiche”, ha confermato un diplomatico.
Giorgia convoca un caucus sulle politiche migratorie - Il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, sta organizzando una riunione ristretta con alcuni altri leader giovedì mattina per coordinare le posizioni da tenere al Consiglio europeo sulle politiche migratorie. Oltre all'Italia dovrebbero partecipare i primi ministri di Danimarca, Paesi Bassi e Polonia.
La Commissione conferma: i “return hubs” di von der Leyen sono illegali - Una portavoce della Commissione ieri ha confermato che i “return hubs” sostenuti dalla presidente Ursula von der Leyen sono illegali, secondo l'attuale legislazione dell'Ue. Ma la Commissione sta comunque valutando la possibilità di rendere “giuridicamente possibile” deportare i migranti irregolari verso paesi terzi, dove dovrebbero essere rinchiusi in campi in attesa di essere effettivamente rimpatriati nel loro paese di origine. In una lettera ai capi di stato e di governo in vista del Consiglio europeo, von der Leyen ha annunciato la sua intenzione di “esplorare” modalità per “sviluppare “return hubs fuori dall'Ue”. “Oggi non è giuridicamente possibile nell'Ue inviare un immigrato illegale in un paese terzo" diverso da quello di origine, ha spiegato la portavoce della Commissione. "Per renderlo possibile, il diritto dell'Ue dovrebbe regolare la possibilità dell'invio forzato di un migrante illegale in un paese diverso dal suo paese di origine (…), E' una cosa che stiamo considerando", ha aggiunto la portavoce. “Questo piano mina indirettamente il diritto all'asilo, la solidarietà e il patto migratorio appena adottato”, ha commentato l'eurodeputata dei Verdi Tineke Strik: “Nella pratica non funzionerà ed è disumano. È incredibile che la Commissione, in quanto "custode dei trattati", si stia svendendo alle idee tossiche degli Stati membri”.
Gli ingressi irregolari calano del 42 per cento nei primi nove mesi dell'anno - Il numero di attraversamenti irregolari delle frontiere dell'Unione Europea è sceso del 42 per cento nei primi nove mesi di quest'anno, secondo i dati preliminari pubblicati da Frontex. Da gennaio a settembre il numero di ingressi irregolari è stato di 166 mila. I cali più significativi sono stati registrati sulle rotte dei Balcani occidentali e del Mediterraneo centrale (rispettivamente del 79 per cento e del 64 per cento). Ma una parte dei flussi si è trasferita su altre rotte. La rotta dell'Africa orientale che porta alle isole spagnole delle Canarie ha registrato un aumento del 100 per cento degli ingressi, che sono saliti a oltre 30 mila. Quella Mediterraneo orientale ha registrato un aumento del 15 per cento degli ingressi, con oltre 45 mila attraversamenti. Frontex evidenza anche un incremento del 192 per cento degli attraversamenti irregolari alla frontiera terrestre orientale con la Bielorussia per un totale di 13 mila ingressi. I dati dell'agenzia dell'Ue mostrano anche un flusso in uscita: nei primi nove mesi dell'anno 47.514 migranti sono stati individuati mentre cercavano di attraversare la Manica per raggiungere il Regno Unito.
Difesa
Difesa e vincoli di bilancio - La quarta conferenza sulla difesa e la sicurezza organizzata oggi a Bruxelles dal Gruppo MCI affronta fin dall'inizio un tema delicato: i vincoli di bilancio per gli Stati membri dell'Ue, ai quali si chiede di destinare quasi 100 miliardi di euro di investimenti al rafforzamento delle loro industrie della difesa. Il dibattito, moderato da Daniel Fiott, responsabile del programma “difesa e governance” del CSDS, vedrà la partecipazione di Charles Fries, vice segretario generale del SEAE, del capo della direzione generale DEFI Timo Pesonen, del direttore generale del gruppo MBDA Eric Béranger, del suo alter ego del gruppo Elettronica Domitilla Benigni, dell'ambasciatore tedesco Martin Schaeffer e dell'europarlamentare tedesco Michael Gahler, membro del PPE. Alla fine della mattinata è prevista una discussione sulla preparazione del prossimo bilancio pluriennale dell'Ue, mentre l'Alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, terrà il discorso di chiusura. La seconda parte della conferenza esaminerà le relazioni tra l'Ue e la Nato, sullo sfondo dell'insediamento dell'olandese Mark Rutte e delle elezioni presidenziali statunitensi. Le questioni di difesa e sicurezza saranno al centro delle attività politiche di Bruxelles. La maggior parte dei capi di Stato e di governo dell'Ue partecipa oggi al primo vertice con i leader dei 6 Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo e si riunirà nuovamente per un vertice europeo domani. I ministri della Difesa parteciperanno giovedì e venerdì alla prima riunione del mandato di Mark Rutte, con all'ordine del giorno il sostegno all'Ucraina.
Corridoi
Von der Leyen inasprisce le regole per i gabinetti dei commissari - Politico.eu ha pubblicato ieri pomeriggio le nuove regole per la formazione dei gabinetti dei commissari. Ursula von der Leyen dà una stretta, ma non tanto quanto ci si aspettava. La presidente avrà diritto a 12 "membri di gabinetto", le posizioni più ambite, meglio retribuite, dopo quelle di capo e vicecapo di gabinetto, e le più influenti. I vicepresidenti potranno averne nove e gli altri commissari sei. Inoltre, tutti avranno diritto a qualche "esperto" e a praticamente lo stesso numero di assistenti dei "membri di gabinetto". Inoltre, in ogni gabinetto ci sarà un "dircom", un consigliere per la comunicazione. Le nuove regole ribadiscono l'obbligo che i gabinetti siano paritari, ma impongono che non ci siano più di due "membri di gabinetto" della stessa nazionalità del commissario di turno. Nei gabinetti della presidente e dei vicepresidenti dovranno esserci almeno cinque nazionalità diverse. In quelli degli altri commissari basteranno tre nazionalità diverse. Letteralmente migliaia di persone cercano, ma a disposizione ce ne sono poche centinaia. Oltre al lavoro dei rappresentanti permanenti e dei governi nazionali per piazzare i propri candidati nei posti migliori, migliaia di funzionari delle istituzioni hanno inviato i loro curriculum. Solo una manciata riuscirà a ottenere un ufficio accanto a un commissario. Le regole sulla diversità nazionale esistevano già, ma negli anni i commissari hanno modificato i loro gabinetti fino a renderle carta straccia. Alcuni commissari sono arrivati ad avere fino a un terzo di connazionali nei loro gabinetti.
Accade oggi
Summit Ue-Consiglio di cooperazione del Golfo
Consiglio europeo: il presidente Michel incontra il primo ministro dell'Estonia, Kristen Michal
Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell interviene alla quarta Conferenza sulla sicurezza e la difesa europea
Nato: conferenza stampa del segretario generale Rutte, in vista della ministeriale Difesa del 17-18 ottobre
Commissione: la commissaria Dalli in Umbria partecipa alla riunione ministeriale del G7 sull'inclusione
Commissione: il commissario Lenarcic in Indonesia
Parlamento europeo: la presidente Metsola incontra il premier estone, Kristen Michal
Parlamento europeo: riunione della Conferenza dei presidenti
Banca centrale europea: discorso della presidente Lagarde alla cena ufficiale della Banca di Slovenia
Banca centrale europea: discorso di Claudia Buch all'Università Bocconi di Milano
Consiglio: riunione del Coreper I
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Corte dei conti dell'Ue: relazione speciale su come l’Ue sta affrontando l’impatto dei cambiamenti climatici
Nato: il segretario generale Rutte riceve il premier della Svezia, Ulf Kristersson, e della Lettonia, Evika Siliņa
Eurostat: dati sui viaggi per turismo nel 2023; dati sulle registrazioni e i fallimenti di imprese ad agosto; dati sulla popolazione residente al primo gennaio 2024
Juste…Mais…
Je sais que je risque de me voir accusé de parler d’autre. Pourtant : la responsabilité de la situation dont Bettel se plaint est à Bettel et ses collègues. Le Conseil joue depuis 15 ans à Monopoly avec une politique étrangère par petits morceaux et à l’unanimité.
Si aujourd’hui l’Allemagne soutient encore Israël contre toute raison et contre le droit international, est que l’Allemagne a toujours empêché au Conseil de voter certaines décisions à la majorité qualifiée. À savoir, elle et la France et tant d’autres ont bloqué le mécanisme vertueux qui permet de rentrer chez soi et dire aux journalistes « j’ai tenté mais j’ai été minorisé ».
Hypocrite, sans doute, mais cela fonctionne parfaitement depuis 80 ans en mille autres domaines.
Pour maintenir ce semblant de pouvoir qui bloque et rien d’autre, la France l’Allemagne et tant d’autres feignent de ne pas savoir que le Traité de l’union prévoit la disposition suivante :
Article 31
1. Les décisions relevant du présent chapitre sont prises par le Conseil européen et par le Conseil statuant à l'unanimité, sauf dans les cas où le présent chapitre en dispose autrement. L'adoption d'actes législatifs est exclue.
2. Par dérogation au paragraphe 1, le Conseil statue à la majorité qualifiée:
- lorsqu'il adopte une décision qui définit une action ou une position de l'Union sur la base d'une décision du Conseil européen portant sur les intérêts et objectifs stratégiques de l'Union, visée à l'article 22, paragraphe 1;
- lorsqu'il adopte une décision qui définit une action ou une position de l'Union sur proposition du haut représentant de l'Union pour les affaires étrangères et la politique de sécurité présentée à la suite d'une demande spécifique que le Conseil européen lui a adressée de sa propre initiative ou à l'initiative du haut représentant;
- lorsqu'il adopte toute décision mettant en œuvre une décision qui définit une action ou une position de l'Union
De toute évidence, la décision de libérer le 6,6 milliards pour l’Ukraine tombe dans une ou plusieurs des exceptions à l’unanimité et peut/doit être prise à la majorité qualifiée. Orban ne bloque en fait rien.
Une position de suspension d’envoi d’armes à Israël et de soutien inconditionnel à la FINUL pourrait être approuvée de la même manière.
Il ne s’agit dans les deux cas que de mettre en œuvre des décisions stratégiques prises et répétées unanimement dizaines des fois.
Pourquoi donc cette inaction ? Pour la protection illusoire d’un podium désormais inexistant.
Scholz pense vraiment qu’il compte pour quelque chose en posture de chef qui ne décide rien? Et Macron, combien de temps encore pourra-t-il se plaindre de l’inaction des autres quand ce sont ses fonctionnaires au COREPER qui sont à l’origine de l’inaction ?
Je ne parle pas de la Presidente de la Commission, car il est inutile de parler de la charette si ce sont les bœuf qui mènent la danse.