Buongiorno! Sono Christian Spillmann e, insieme a David Carretta e Idafe Martín Pérez, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.
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Il tiranno Trump disorienta l'Ue
L'Unione europea è in ginocchio, stordita dalla violenza dei colpi inferti dal prossimo presidente americano. Non è ancora “cerebralmente morta”, ma il silenzio delle istituzioni e la debolezza delle reazioni di fronte agli attacchi sferrati dal leader di un “alleato e amico” contro le democrazie europee e contro l'inviolabilità dei loro confini sono terribili.
Gli europei erano preparati alle turbolenze in caso di ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, ma si aspettavano che lo scontro sarebbe avvenuto sul terreno dell'economia, non della politica e della diplomazia. Ursula von der Leyen e Antonio Costa non boxano nella stessa categoria del nuovo presidente americano. Donald Trump si comporta come il russo Vladimir Putin e l'Ue non è pronta a una lotta di potere basata sui rapporti di forza.
Donald Trump non ha una grande stima degli europei. Loro lo sanno e ricambiano. Lo vedono come vendicativo e protezionista. Ma erano pronti a una relazione transazionale. Invece scoprono un leader sfrenato ed espansionista, pronto a spazzare via tutte le regole che gli impediscono di rendere di nuovo grandi gli Stati Uniti. MAGA (Make America Great Again) è il suo motto e quello dei suoi sostenitori. Trump giurerà il 20 gennaio e si insedierà nuovamente alla Casa Bianca. È un ritorno sotto forma di vendetta, con il chiaro desiderio di eliminare coloro che, come la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, si erano rallegrati della sua sconfitta nel 2020.
Tutti i leader che hanno lavorato con lui durante il suo primo mandato lo sottolineano: Trump dice quello che ha intenzione di fare e lo fa. Ha annunciato l'intenzione di integrare il Canada e la Groenlandia, territorio autonomo della Danimarca, negli Stati Uniti e di prendere il controllo del Canale di Panama. È pronto a pagare, giustifica la sua richiesta con “motivi di sicurezza nazionale”. Dice di essere pronto a usare misure coercitive contro la Danimarca se necessario, senza escludere un intervento armato in Groenlandia.
Trump attacca il Canada, membro del G7 e della Nato, e la Danimarca, uno degli alleati più atlantisti dell'Ue. Sotto la sua presidenza, gli Stati Uniti potrebbero abbandonare il campo delle democrazie liberali per unirsi a quello dei regimi autocratici con metodi da Stato canaglia, che non rispettano nessuno dei principi del diritto internazionale, in particolare l'inviolabilità dei confini stabilita nel 1945. Trump non ha nascosto di voler essere un “dittatore”, come lo “zar russo” Vladimir Putin, l'“imperatore cinese” Xi Jinping e il “sultano turco” Recep Tayyip Erdogan, termini usati dall'ex capo della diplomazia europea Josep Borrell.
“L'Europa deve svegliarsi e capire che a Trump non interessa l'Ucraina e che sarebbe più che felice di sedersi al tavolo con Putin, Xi e altri per condividere il mondo tra grandi potenze. Putin ottiene l'Ucraina, Trump la Groenlandia, il Canada, il Canale di Panama e Xi Taiwan”, sostiene lo storico britannico Timothy Garton Ash. “Il ritorno del Lebensraum alla Casa Bianca: benvenuto 2025”, dice Gilles Gressani, direttore della rivista Le Grand Continent. Lebensraum (“spazio vitale” in tedesco) è un concetto geopolitico che si riferisce all'idea di un territorio sufficiente a garantire la sopravvivenza, soprattutto culturale, di un popolo e a promuoverne la crescita attraverso l'influenza territoriale. Il concetto è stato utilizzato per giustificare la politica espansionistica della Germania nazista, in particolare sul fronte orientale, spiega Wikipedia.
La Commissione di Ursula von der Leyen si rifiuta di prendere sul serio le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti. “Ci sono state molte minacce che non si sono concretizzate”, ha dichiarato ieri una portavoce della Commissione. Nel 2021, di fronte ai preparativi della Russia ai confini dell'Ucraina, la linea era stata simile. “Un'invasione è uno scenario puramente ipotetico, non è nell'interesse della Russia”. L'obiettivo dichiarato della Commissione è quello di “allentare la pressione”. Non vuole reagire alle azioni di Elon Musk, che è diventato l'ombra di Donald Trump. Musk usa la sua piattaforma X per interferire nei dibattiti pubblici in Germania e nel Regno Unito e mostra il suo sostegno ai leader dei partiti di estrema destra anti-europei che spera vadano al potere.
La nuova Alto Rappresentante, Kaja Kallas, rimane in silenzio, così come il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. Le istituzioni europee hanno adottato un profilo basso. Le proteste provengono dal Parlamento europeo, ma dai rappresentanti eletti, non dai presidenti dei gruppi politici. “Tra 12 giorni, quest'uomo che minaccia senza sosta le democrazie alleate degli Stati Uniti e ripete allegramente la propaganda di Putin sull'Ucraina giurerà come presidente della prima potenza mondiale. L'Europa potrà superare questa tempesta solo se assumerà il rapporto di forza”, ha commentato il deputato socialista francese Raphaël Glucksmann su X.
I dubbi sulla mancanza di reazioni e le perplessità espresse da molti leader europei sulla possibilità che Trump metta in atto le sue minacce sono sempre più forti. I tedeschi sono in piena campagna elettorale e hanno reagito poco o nulla agli attacchi di Elon Musk, diventato l'agente destabilizzante della nuova amministrazione Trump. “Non dobbiamo alimentare i troll”, sostiene il cancelliere uscente, Olaf Scholz. Come se Musk, che ha chiesto le sue dimissioni e augura la vittoria al partito di estrema destra AfD, fosse un comune esecutore e non l'ideatore di una campagna per denigrare e destabilizzare l'Ue attraverso l'amplificazione dei suoi messaggi sulla sua rete.
Emmanuel Macron sembra essere sopraffatto dal disfattismo. Il presidente francese lancia allarmi impotenti di fronte alla rinuncia della Germania. “Quando si sveglierà l'Europa? Non abbiamo preso sul serio le minacce di Putin. È stato un errore. Non stiamo prendendo sul serio le minacce di Trump. È un grave errore”, afferma l'ex europarlamentare olandese Sophie In't Veld sulla rete BlueSky, che è diventata l'alternativa a X. Il cancelliere Scholz si è limitato a esprimere “un certo malessere” nelle conversazioni tra leader europei sulle minacce di Trump e a chiedere di “restare uniti”.
Gli europei sono tutt'altro che uniti. Le reazioni sono divergenti e non coordinate. “La Groenlandia, territorio autonomo della Danimarca, è un territorio dell'Ue. Non è possibile che l'Ue permetta ad altre nazioni del mondo, chiunque esse siano, di attaccare i suoi confini sovrani”, ha dichiarato il capo della diplomazia francese, Jean-Noël Barrot. Ma nessuno si coordina. La Nato è altrettanto impotente di fronte a questa situazione è “senza precedenti tra alleati”, come ha dichiarato Muriel Domenach, ex ambasciatore francese alla Nato: “l'articolo 4 non è stato concepito per essere invocato tra alleati, a maggior ragione contro l'azionista di maggioranza, l'alleato americano”.
“Sembra incredibile dover esaminare questa ipotesi, ma se gli Stati Uniti attaccassero la Groenlandia - e visto l'ovvio rifiuto della Nato - si aprirebbe il dibattito sulla questione se l'articolo 42.7 del Trattato Ue ci obblighi ad aiutare militarmente la Danimarca. In linea di principio, no. È territorio danese, ma è fuori dall'Ue”, ha detto l'analista spagnolo Ignacio Molina del Royal Elcano Institute. La Groenlandia è infatti un territorio d'oltremare associato all'Ue. Una portavoce della Commissione ha risposto a bassa voce che “sì, la Groenlandia è coperta dall'articolo 42.7”.
L'Unione europea non ha voce, non ha volto. La nuova Alto rappresentante era molto atteso. Ma Kaja Kallas non ha l'acume politico del suo predecessore. È assente, come se fosse sopraffatta o frenata dalla presidente della Commissione. Ursula von der Leyen, anche se inchiodata a letto da una grave polmonite, rifiuta di delegare il minimo dei suoi poteri e controlla la comunicazione dell'Alto rappresentante.
L'inazione della Commissione comincia a irritare. “Nel 2022, in Europa avremo regole chiare per proteggere il dibattito pubblico online. Se la Commissione europea non esercita con fermezza i suoi poteri, dovrà lasciare gli Stati membri liberi di adottare misure nazionali”, ha avvertito Jean-Noël Barrot.
La frase
“L'Ucraina sarebbe pronta a colmare qualsiasi spazio vacante nell'Ue e nella Nato se l'Ungheria decidesse di lasciarlo vacante in favore dell'adesione alla CSI o alla CSTO (guidate dalla Russia)”.
Il ministro degli Esteri dell'Ucraina.
Geopolitica
Una missione del triangolo Weimar per testare l'amministrazione Trump - Una missione a tre, formata dai tre ministri degli Esteri del gruppo di Weimar, composto da Francia, Germania e Polonia. E' questa una delle ipotesi che sta prendendo corpo per testare le intenzioni della nuova amministrazione americana, una volta che Donald Trump si sarà insediato alla Casa Bianca. Jean-Noel Barrot, Annalena Baerbock e Radoslaw Sikorski dovrebbero imbarcarsi insieme per Washington per discutere con le loro controparti. Ma, al momento, la missione di Weimar non è ancora confermata.
A Ramstein l'amministrazione Biden vuole pianificare gli aiuti all'Ucraina fino al 2027 - Sarà la venticinquesima riunione della coalizione Ramstein, il gruppo di una cinquantina di alleati che sostengono l'Ucraina nella guerra di aggressione della Russia. E sarà l'ultima dell'Amministrazione Biden, prima del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca il 20 gennaio. Il Segretario della Difesa Lloyd J. Austin III vuole di mappare le capacità di difesa dell'Ucraina a sostegno della creazione di una forza di deterrenza credibile fino al 2027. Si tratta di aerei, mezzi corazzati, artiglieria, sminamento, droni, difesa aerea e missilistica integrata, tecnologia informatica e sicurezza marittima. L'obiettivo è di "consentire ai donatori di pianificare e supportare l'Ucraina in modo sostenibile nel futuro", ha spiegato un funzionario del Pentagono. Il gruppo di Ramstein sopravviverà a Trump? Il futuro del gruppo "è uno dei motivi per cui il gruppo dirigente della coalizione si incontrerà a livello ministeriale per gettare solide basi per il futuro", ha detto il funzionario del Pentagono. "Non posso parlare di ciò che la nuova amministrazione deciderà sul suo ruolo, ma sono molto fiducioso dell'impegno europeo", ha aggiunto il funzionario: "Grazie al lavoro multilaterale, grazie alle coalizioni di capacità e a tutto ciò che abbiamo fatto, (il gruppo di Ramstein) resisterà in qualche modo andando avanti, indipendentemente da cosa farà esattamente o meno il prossimo team". Non c'è da essere rassicurati.
Meloni ottiene la liberazione di Cecilia Sala, ostaggio per 20 giorni dell'Iran - Cecilia Sala, la giornalista del Foglio arrestata in Iran il 19 dicembre, ieri è potuta tornare in Italia, dopo che il governo di Giorgia Meloni è riuscito a negoziare la sua liberazione. In cambio di cosa? Con ogni probabilità il rilascio e il rimpatrio dell'iraniano Mohammad Abedini, arrestato all'Italia il 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti per il suo ruolo nella fornitura di materiale e tecnologia per droni alle Guardie della rivoluzione in violazione delle sanzioni. Secondo una fonte europea, il rilascio di Cecilia Sala è “un enorme successo diplomatico per Meloni”. La Commissione ha espresso “grande soddisfazione per la liberazione della giornalista Cecilia Sala. È una notizia molto molto buona”, ha detto la sua portavoce. “Bentornata a casa Cecilia Sala”, ha detto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Il Mattinale Europeo si unisce al suo messaggio: bentornata Cecilia.
L'Ue e Musk
Aumenta la pressione sulla Commissione per agire contro Musk - Il gruppo dei liberali di Renew e quello dei Socialisti e democratici hanno chiesto di iscrivere all'ordine del giorno della prossima plenaria del Parlamento europeo una discussione sulla campagna di destabilizzazione condotta da Elon Musk su X contro alcune democrazie europee. Anche la Francia ha aumentato la pressione su Ursula von der Leyen, minacciando di rinazionalizzare i poteri del Digital Services Act, se la Commissione non vuole agire contro Musk. Finora von der Leyen si è attenuta alla linea di “non alimentare i troll” fissata dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz: non parlare di Musk, perché aumenta la sua visibilità. Dietro a questa scelta ci sono anche le divisioni interne all'Ue, con alcuni capi di Stato e di governo particolarmente vicini a Donald Trump e Elon Musk. “E' difficile agire contro Musk, se Giorgia Meloni si mostra così vicina”, ci ha detto una fonte dell'Ue.
Sánchez contro Musk - La Spagna celebra quest’anno 50 anni di democrazia. Il dittatore Francisco Franco morì nel suo letto il 20 novembre 1975. Il governo di Sánchez ha organizzato decine di eventi per commemorare i 50 anni di libertà. L’inaugurazione del programma è avvenuta ieri. Accanto al Guernica, il grande capolavoro di Pablo Picasso custodito al Museo Reina Sofía di Madrid e che rappresenta un’accusa contro i fascismi, Sánchez ha dichiarato che «i valori e i regimi autocratici stanno avanzando. Il fascismo che pensavamo di aver lasciato alle spalle è già la terza forza politica in Europa. E l’internazionale dell’estrema destra, guidata dall’uomo più ricco del pianeta, attacca apertamente le nostre istituzioni, alimenta l’odio e invita a sostenere gli eredi del nazismo in Germania. È una sfida che dovrebbe interpellare tutti coloro che credono nella democrazia e nella Costituzione. La libertà non si conquista mai in modo definitivo. Si può perdere. Può succedere di nuovo.» La celebrazione dei 50 anni di libertà divide la classe politica spagnola, come qualsiasi altra questione. La destra del Partito Popolare e l’estrema destra di VOX si rifiutano di partecipare agli eventi, ridicolizzandoli. Affermano che Sánchez usa Franco come una cortina di fumo. Il Partito Popolare teme di unirsi alle celebrazioni e di lasciare VOX da solo nella critica. Gli ultimi sondaggi indicano che, dalle elezioni del 23 luglio 2023, i popolari hanno perso quasi 900.000 voti (oltre il 10 %) a favore di VOX.
L'imbarazzo della Commissione per la svolta di Zuckerberg sui fact checkers - Niente più fact checkers: Meta ha deciso di passare allo stesso metodo di Elon Musk, le community notes, per mitigare i rischi legati alla disinformazione. Il suo proprietario, Mark Zuckerberg, ha accusato l'Ue di censura e ha chiesto a Donald Trump aiuto per cancellare la regolamentazione del Digital Services Act (DSA). La Commissione ha respinto “categoricamente qualsiasi accusa di censura”, ha detto la sua portavoce. E ha lasciato intendere che non ci sarebbero stati problemi con Meta, perché nell'Ue sarebbero rimasti i fact checkers. Per cambiare modello “Meta deve condurre una valutazione preliminare del rischio e inviarla alla Commissione”, ha detto un suo portavoce a mezzogiorno. Peccato che si sia dimenticato di dire che Meta aveva già inviato la valutazione del rischio ai sensi del DSA. “Di propria iniziativa Meta ci ha inviato un rapporto di valutazione sui rischi critici sulle sue politiche di moderazione di contenuti”, ci ha confermato lo stesso portavoce in serata. La Commissione ora la valuterà, prima di decidere se aprire o meno una procedura contro Zuckerberg.
La Corte condanna la Commissione per aver trasferito i dati di un cittadino a Meta - Il Tribunale dell'Ue ieri ha condannato la Commissione a risarcire un visitatore del suo sito sulla Conferenza sul futuro dell'Europa per aver trasferito i suoi dati personali a Meta, in violazione delle regole europee sul digitale. I fatti risalgono al 2021 e 2022: attraverso il collegamento ipertestuale “connettersi con Facebook”, visualizzato sulla pagina Internet di EU Login, la Commissione ha creato le condizioni che consentono di trasmettere l'indirizzo IP all'impresa americana Meta Platforms. Secondo il Tribunale, “la Commissione è incorsa in una violazione sufficientemente qualificata di una norma di diritto preordinata a conferire diritti ai singoli. L'interessato ha subito un danno morale, poiché si è trovato in una situazione di incertezza riguardo al trattamento dei suoi dati personali, in particolare del suo indirizzo IP. La Commissione dovrà versare all'interessato la somma di 400 euro.
Migranti
La Commissione non commenta la condanna della Grecia per i respingimenti - Martedì la Grecia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani per aver condotto respingimenti di richiedenti asilo in modo “sistematico” alle sue frontiere marittime e terrestri con la Turchia. La sentenza è pesante. I respingimenti sono vietati dal diritto internazionale e dal diritto europeo. La Corte di giustizia dell'Ue lo ha ricordato in diverse sue sentenze. In passato la Commissione ha sempre definito i respingimenti come illegali, anche se non ha mai voluto avviare procedure contro la Grecia o altri Stati membri, giustificandosi con il fatto che li considerava come incidenti occasionali. La sentenza della Corte di Strasburgo dimostra il contrario. Ma la Commissione non vuole reagire, nemmeno a parole. “Non commentiamo una sentenza specifica”, ci ha detto un suo portavoce. E' il sintomo dei tempi e della direzione scelta da Ursula von der Leyen sulle politiche migratorie per il suo secondo mandato: chiudere gli occhi di fronte ai comportamenti illegali dei governi.
Il Garante europeo dei dati rimprovera Frontex per i dati trasmessi a Europol - Il Garante europeo della protezione dei dati ieri ha constato che Frontex non ha rispettato il suo regolamento, nella trasmissione dei dati personali dei sospettati di reati transfrontalieri a Europol, l'agenzia dell'Ue per la cooperazione nell'attività di contrasto. Nell'ottobre 2022, il Garante ha effettuato un audit sulle attività di Frontex nell'assistenza agli Stati membri alle frontiere esterne dell'Ue in operazioni congiunte. Il Garante ha scoperto che le informazioni raccolte da Frontex nelle interviste di debriefing con individui intercettati durante l'attraversamento delle frontiere esterne venivano trasmesse in modo sistematico e proattivo con Europol senza effettuare alcun tipo di valutazione della necessità di tale condivisione. Secondo il Garante, ci sono rischi elevati per gli individui segnalati come sospetti, dato che queste informazioni possono risultare inaffidabili o inaccurate. "È responsabilità di Frontex conformarsi alle specifiche garanzie imposte dalla legge per impedire che individui, che potrebbero non interessare Europol, finiscano comunque nei loro sistemi”, ha spiegato il Garante Wojciech Wiewiórowski: “Gli individui corrono il rischio di essere ingiustamente collegati a un'attività criminale in tutta l'Ue, con tutti i potenziali danni per la loro vita personale e familiare, la libertà di movimento e l'occupazione che ciò comporta”. Il Garante ha scelto di limitarsi a un rimprovero perché Frontex ha interrotto questa pratica dopo l'audit.
Austria
Schallenberg di nuovo cancelliere ad interim - Dopo le dimissioni di Karl Nehammer e l'incarico affidato al leader del partito di estrema destra FPO, Herbert Kickl, di formare un governo, l'Austria da oggi avrà un nuovo cancelliere, anche se ad interim. Toccherà al ministro degli Esteri, Alexander Schallenberg, guidare il governo fino alla fine dei negoziati di coalizione tra Kickl e i conservatori dell'OVP o, in caso di fallimento, alle elezioni anticipate. Schallenberg, diplomatico di 55, legato ai conservatori dell'OVP, è alla sua seconda esperienza come cancelliere ad interim. Ricoprì questo incarico per sei settimane nell'ottobre del 2021 dopo le dimissioni di Sebastian Kurz.
Errata corrige - Nell'articolo principale di ieri sulla strana amicizia tra Jean-Marie Le Pen e Marco Pannella abbiamo scritto che il Parlamento europeo era presieduto dal tedesco Martin Schulz quando il Gruppo tecnico dei deputati indipendenti fu sciolto. Un lettore ci ha segnalato che all'epoca la presidente del Parlamento era la francese Nicole Fontaine. A volte la memoria gioca brutti scherzi. In effetti Schulz ricopriva l'incarico di presidente del gruppo socialista, ma fu lui uno dei più forti sostenitori della richiesta di sciogliere il Gruppo tecnico dei deputati indipendenti.
Accade oggi
Nato: il segretario generale Rutte partecipa alla riunione del gruppo di contatto di difesa dell'Ucraina a Ramstein
Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Kallas a Roma partecipa alla riunione del Quintetto (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Italia) sulla Siria e incontra Giorgia Meloni
Consiglio: riunione del Coreper II
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sul ricorso dell'associazione Mousse contro la pratica della compagnia ferroviaria francese SNCF di richiedere ai clienti di indicare il proprio sesso al momento dell'acquisto di biglietti online
Corte dei conti dell'Ue: relazione speciale sui pagamenti digitali nell’Ue
Banca centrale europea: pubblicazione del bollettino economico
Eurostat: prezzi della produzione dei servizi nel terzo trimestre; dati sul commercio al dettaglio a novembre; prezzi delle importazioni industriali a novembre
da https://lombradelleparole.wordpress.com/2025/01/02/il-mondo-delle-parole-capovolto-una-poesia-di-francesco-paolo-intini-le-parole-spettacolarizzate-si-sono-capovolte-e-ribaltate-nel-loro-contrario-che-cosa-significa-nella-frase-gli-squali-ven/comment-page-1/#comment-85368
il mondo spettacolarizzato è il prodotto della fine della politica come la conoscevamo, ovvero, come un insieme di regole di par condicio tra tutti gli stati membri del mondo ai frantumi di quelle regole che la nuova destra di Musk e e Trump vogliono perseguire, tutti insieme e di comune accordo:Trump, Musk, El Kamenei, Putin, Xi, Kim Jong-un per spartirsi le sfere di influenza e decidere la nuova geografia politica del mondo. È come passare dalla Ikea al mercatino di borgata dove gli acquirenti di salsicce sgomitano per comprare i salcicciotti più farciti. La cultura in questo mondo spettacolarizzato è come entrare al luna park, c’è il tiro a segno, la Grande Ruota, il Corsaro di Salgari, le bancarelle con i dolciumi e gli stampellieri che leccano lo zucchero filato… c’è n’è per tutti i gusti. È la democrazia della cuccagna, direbbe Madame Pompadour.
Un coccodrillo con il ventaglio di Madame Pompadour è entrato al Louvre e ha spento il sigaro sul busto di Picasso dicendo: ” È stato un pericoloso sovversivo”.
“Questo non è un sigaro” ha sentenziato Madame Pompadour scendendo le scale che conducono al Palazzo del Marchese De Sade
“Niente male, niente male affatto” ha dichiarato Voltaire con il cappello sulle ventitrè
Un crocodile avec l’éventail de Madame Pompadour entre au Louvre et éteint le cigare sur le buste de Picasso en disant: “C’était un dangereux subversif”.
“Ce n’est pas un cigare” a déclaré Madame Pompadour en descendant les escaliers menant au Palais du Marquis de Sade
“Pas mal, pas mal du tout”, a déclaré Voltaire avec son chapeau relevé.