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La Siria e i danni dell'ossessione migratoria sulla politica estera dell'Ue
Lasciando che la sua politica estera sia dettata dall'ossessione per i migranti, l'Unione europea non solo vaga per il mondo accecata, ma mina i suoi interessi e la sua influenza globale. La Siria, con la caduta di Bashar al Assad, ne è la dimostrazione più attuale e lampante. L'Ue si stava preparando ad avviare la normalizzazione delle relazioni con il regime con l'obiettivo di favorire i rimpatri volontari dei rifugiati siriani. Ora i suoi Stati membri si stanno affrettando per sospendere le procedure di asilo per i siriani e alcuni già immaginano grandi piani di espulsione per chi già si trova nell'Ue.
L'Alto rappresentante, Kaja Kallas, ieri ha ricordato che la prioritĆ dovrebbe essere la transizione pacifica e la stabilitĆ della Siria, anche per evitare ādi vedere nuove ondate di rifugiati di minoranze diverseā. Ma rischia di restare inascoltata. Il problema non riguarda solo la Siria. Dalla Tunisia al Bangladesh, passando per tutto il continente africano, l'Ue ha messo i comandi della sua strategia geopolitica nelle mani dei ministri dell'Interno invece che dei ministri degli Esteri.
Saranno proprio i ministri dell'Interno i primi a discutere a livello politico le implicazioni per l'Ue della caduta di Assad. La presidenza ungherese del Consiglio dell'Ue ha messo il tema all'ordine del giorno della riunione di domani. La Siria āsarĆ discussa durante il pranzo informale dei ministri giovedƬā, ci ha detto un diplomatico. āLa situazione ĆØ cambiata e dobbiamo valutarlaā. I ministri degli Esteri dovranno attendere la loro riunione di lunedƬ prossima, che sarĆ presieduta da Kallas, al suo primo test geopolitico fuori dai confini della guerra della Russia contro l'Ucraina.
Gli ambasciatori dei ventisette Stati membri prepareranno il terreno durante la riunione di oggi del Coreper. "Quando parliamo di ritorno di rifugiati, o della ricostruzione della Siria, abbiamo bisogno di una stabilizzazione del paese. Ci siamo? Non direi ancora, tutto ĆØ appena accaduto, ma dobbiamo supportare il paese in modo che vada nella giusta direzione e che i rifugiati possano ritornare e che siamo in grado di fornire aiuto per la ricostruzione", ha detto Kallas. Ma i ministri dell'Interno non hanno aspettato la posizione comune dell'Ue.
LunedƬ, praticamente 24 ore dopo la fuga di Assad, si sono moltiplicati gli annunci sui richiedenti asilo siriani per dire loro ātornatevene a casaā. Nel momento in cui la Commissione riconosceva che la situazione in Siria āĆØ di grande incertezzaā e ānon ci sono le condizioni per ritorni volontari sicuri e dignitosi", Austria, Germania, Svezia e Danimarca annunciavano la sospensione delle procedure di asilo per i siriani. Alcuni hanno giustificato la scelta come una garanzia per i rifugiati: come accaduto con l'Afghanistan al momento della presa di Kabul da parte dei Talebani, il governo svedese ha sospeso anche le decisioni di rigetto dell'asilo. Altri, come il Belgio, hanno voluto sottolineare che chi ĆØ arrivato negli ultimi cinque anni potrebbe vedersi ritirare lo status di rifugiato. Il ministro dell'Interno austriaco, Gerhard Karner, si ĆØ distinto spingendosi ad annunciare un āprogramma di rimpatrio e di espulsione verso la Siriaā.
Per non essere da meno di fronte al suo elettorato, il governo di Giorgia Meloni si ĆØ accodato agli altri. Ma un conto ĆØ la politica, un conto ĆØ la realtĆ . Secondo i dati di Eurostat, 240 siriani hanno chiesto asilo in Italia nei primi nove mesi del 2024. In Francia il direttore dell'Ufficio francese della protezione dei rifugiati e degli apolidi, Julien Boucher, ĆØ dovuto intervenire per ricordare la sua āindipendenzaā dopo che il ministro dell'Interno aveva detto che stava lavorando a una sospensione dei dossier di asilo in corso. Nei Paesi Bassi, il leader di estrema destra, Geert Wilders, azionista di maggioranza del governo, ha intimato al primo ministro di bloccare āimmediatamente l'asiloā per i siriani. "Se i siriani nei Paesi Bassi esultano per la nuova situazione in Siria, possono anche essere rimandati indietroā, ha detto Wilders.
Ci sarebbero molte ragioni economiche per consigliare più prudenza ai ministri dell'Interno che hanno fretta di spingere i siriani a rientrare in Siria. La Germania, giĆ in profonda crisi, si vedrebbe privata di centinaia di migliaia di lavoratori in settori come l'industria e l'horeca. Secondo uno studio dell'Institut für Arbeitsmarkt, la maggior parte dei rifugiati arrivati in Germania grazie alla politica delle "porte aperte" di Angela Merkel ha trovato un lavoro. Il tasso di occupazione dei rifugiati siriani arrivati nel 2015 era del 64 per cento nel 2022. Il 90 per cento di loro ha versato contributi previdenziali, con una retribuzione oraria lorda media superiore a quella media nazionale. Un rimpatrio di massa di siriani porterebbe a āun numero incalcolabile di effetti a catena per l'economiaā, ci ha spiegato una fonte europea.
Se l'economia non basta, i ministri dell'Interno (e i loro primi ministri) dovrebbero mettere da parte l'ossessione migratoria per semplice lungimiranza internazionale. La Siria offre l'esempio più evidente di cecità di breve periodo. La scorsa estate il governo di Giorgia Meloni si è messo alla testa di un gruppo di paesi che ha cercato di avviare la normalizzazione delle relazioni con il regime Assad con l'obiettivo di facilitare i rimpatri. Il 15 luglio Italia, Austria, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Grecia, Slovacchia e Slovenia, hanno scritto alla Commissione per chiedere di nominare un inviato speciale per la Siria e di valutare la creazione di zone sicure per i rifugiati nel paese. Nel frattempo Roma ha riaperto la sua ambasciata a Damasco.
Ursula von der Leyen si ĆØ dimostrata ricettiva alle loro richieste. In novembre la Commissione ha fatto circolare un "non paper" in cui evocava più flessibilitĆ sui fondi per la ricostruzione e suggeriva la nomina di un "inviato speciale sulle questioni legate alla Siria". Fino alla presa di Damasco domenica, la sua nomina appariva imminente, malgrado le critiche dei gruppi di difesa dei diritti umani in Siria. Una frase della lettera dell'Italia e degli altri sette paesi illustra la cecitĆ imposta dall'ossessione migratoria. "La nostra attuale strategia sulla Siria risale al 2017. Da allora, la situazione sul terreno in Siria e attorno ĆØ cambiata in modo significativo. Il regime siriano ha riconquistato il controllo di circa il 70 per cento del territorio", hanno scritto gli otto ministri degli Esteri, prima di chiedere āun nuovo approccioā per contribuire al ritorno dei rifugiati siriani.
Per ragioni geografiche, oltre che geopolitiche, l'Ue ha un interesse maggiore nel futuro della Siria. Dopo la rivoluzione del 2011, aveva cercato di sostenere il processo politico che avrebbe dovuto portare a una transizione pacifica e inclusiva. Con la crisi dei rifugiati siriani del 2015-16 l'Ue ha spostato la sua attenzione sull'emergenza migratoria e ha lasciato campo libero alla Russia, alla Turchia e all'Iran nella speranza di una stabilizzazione della Siria. La sua influenza sugli eventi ĆØ limitata. Il Servizio europeo di azione esterna ha detto di non avere contatti con con Hayat Tahrir al-Sham, la forza ribelle che ha condotto l'offensiva fino al rovesciamento di Assad, La Commissione ha ammesso che il mandato dell'inviato speciale per la Siria dovrĆ essere rivisto alla luce dei ācambiamenti radicaliā provocati dalla caduta del regime.
Anche in termini migratori, la priorità dell'Ue dovrebbe essere quella del futuro politico della Siria. Senza un governo inclusivo, in grado di garantire un minimo di diritti umani e la ricostruzione del paese, anche la questione migratoria non sarà risolta perché la maggior parte dei rifugiati integrati in Europa non rientrerà in Siria. Al contrario, una nuova ondata migratoria, composta dalle etnie e dalle comunità sconfitte dal cambio di regime, potrebbe abbattersi sull'Ue.
Le domande a cui Kaja Kallas e i ministri degli Esteri dei ventisette devono rispondere sono molte. Come trattare un governo guidato da Hayat Tahrir al-Sham, che ĆØ sulla lista nera dell'Ue? Cosa fare con le sanzioni imposte alla Siria per la repressione di Assad? Quali sono gli interessi europei in un Medio Oriente destinato a essere profondamente ristrutturato?
Domande analoghe dovrebbero essere poste anche per altri paesi, rispetto ai quali l'Ue ha impostato le sue relazioni sulla base dell'ossessione migratoria. La Libia, i cui clan vengono sostenuti dagli europei per bloccare le partenze, potrebbe diventare la prossima base della Russia nel Mediterraneo. In Tunisia l'Ue ha subappaltato la gestione delle frontiere a un regime, quello di Kais Saied, che potrebbe essere tanto fragile quanto quello di Assad. Il Marocco usa l'arma migratoria per condizionare la politica europea sul Sahara occidentale. La Turchia ha fatto la stessa cosa per ottenere finanziamenti e aperture politiche dall'Ue. Ursula von der Leyen ĆØ volata in Libano promettendo di rafforzare l'esercito solo quando sono aumentati gli sbarchi di rifugiati a Cipro.
Quanto all'Africa, il presidente dell'Unione africana, Moussa Faki Mahamat, ha detto chiaramente quel che pensa dell'ossessione migratoria dell'Ue, il 29 gennaio del 2024 in occasione della conferenza organizzata da Giorgia Meloni a Roma per lanciare il cosiddetto āpiano Matteiā che dovrebbe frenare i flussi migratori in cambio di aiuti economici. āAvremmo auspicato essere consultatiā, ha detto Moussa Faki: āl'Africa non tende la mano ai partner come un mendicanteā.
La frase
āDobbiamo evitare che si ripetano gli orribili scenari di Iraq, Libia e Afghanistanā
La Alto rappresentante, Kaja Kallas, sul futuro della Siria dopo la caduta di Assad.
Geopolitica
Kallas si affida agli attori regionali per la strategia dell'Ue sulla Siria - Sulla Siria āabbiamo bisogno degli attori regionaliā, ha detto ieri l'Alto rappresentante Kaja Kallas davanti alla commissione Esteri del Parlamento europeo per illustrare la strategia dell'Ue sulla Siria dopo la caduta del regime Assad. "In primo luogo, ci sono preoccupazioni legittime per i rischi di violenza settaria e di risorgenza estremista che devono essere scongiurati. In secondo luogo, ĆØ necessario tutelare i diritti di tutti i siriani, compresi quelli dei molti gruppi minoritari. In terzo luogo, ĆØ fondamentale preservare l'integritĆ territoriale della Siria e rispettare la sua indipendenza, la sua sovranitĆ e le istituzioni stataliā. Ma ānon possiamo farlo da soliā, ha aggiunto Kallas, confermando che per il momento non ci sono contatti con Hayat Tahrir al-Sham (HTS), l'organizzazione classificata come terrorista che ha condotto l'offensiva che ha portato al rovesciamento di Bashar al Assad. āHTS non ĆØ stata l'organizzazione più pacificaā, ma āgli attori regionali dicono che tutti dovremmo fare il possibile per mantenere la calma, evitare un'altra guerra civile e prevenire la radicalizzazioneā. I nuovi leader siriani āsaranno giudicati dai fatti, non dalle loro parole. I prossimi giorni saranno decisivi per capire la loro direzioneā, ha detto Kallas.
Ursula von der Leyen si impossessa della crisi in Siria - Mentre Kaja Kallas ieri era davanti alla commissione Affari esteri del Parlamento europeo, Ursula von der Leyen ha annunciato che la prossima settimana si recherĆ in Turchia per incontrare Recep Tayyip Erdogan, diventato attore imprescindibile sul futuro della Siria dopo la caduta del regime di Bashar al Assad. La presidente della Commissione ha deciso di prendere nelle sue mani la politica europea della Siria, anche se la politica estera dovrebbe essere di competenza di Antonio Costa e Kaja Kallas. LunedƬ ha discusso con il re Abdullah II di Giordania e il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohammed Bin Zayed sulle conseguenze e gli scenari della caduta di Assad. Ieri ha parlato al telefono con Erdogan, sottolineando che āl'integritĆ territoriale deve essere preservata e le minoranze protetteā. La visita in Turchia si terrĆ all'inizio della prossima settimana. Nonostante un incontro in giornata con il presidente del Consiglio europeo, il viaggio per incontrare Erdogan ĆØ un'iniziativa autonoma di von der Leyen.
Domani Macron a Varsavia da Tusk per sostenere l'Ucraina - Il presidente francese, Emmanuel Macron, domani sarà in Polonia per fare il punto con il premier polacco, Donald Tusk, sul sostegno all'Ucraina, dopo la diplomazia di Notre Dame di sabato con Donald Trump e Volodymyr Zelensky. Tusk ieri ha detto che i negoziati sull'Ucraina potrebbero iniziare "forse durante l'inverno di quest'anno". La Polonia assumerà la presidenza di turno del Consiglio dell'Ue dal primo gennaio. Tusk sta cercando di mettere in piedi una coalizione di paesi europei per sostenere Kyiv. Incontrando il leader della CDU tedesca lunedì, Friedrich Merz, Zelensky ha evocato la possibilità della presenza di soldati europei come garanzia di sicurezza in attesa dell'ingresso nella Nato. "Possiamo lavorare sulla proposta di Emmanuel (Macron). Ha proposto che le truppe di questo o quel paese possano essere presenti sul territorio ucraino per garantire la sicurezza mentre l'Ucraina non è nella Nato", ha detto Zelensky.
Orban metterĆ il veto sulle sanzioni contro Sogno Georgiano - I ministri degli Esteri dell'Unione europea lunedƬ discuteranno una proposta dell'Alto rappresentante Kaja Kallas di imporre delle sanzioni contro il governo della Georgia per la repressione delle manifestazioni contro la deriva filo russa voluta da Sogno Georgiano. āL'Ue prenderĆ in considerazione ulteriori misure in occasione del prossimo Consiglio Affari Esteri del 16 dicembreā, ha annunciato il Servizio europeo di azione esterna. L'idea ĆØ di cancellare la facilitazione sui visti dei passaporti diplomatici. L'intenzione ĆØ colpire solo i responsabili del governo, senza colpire i georgiani ordinari. Tuttavia la misura sarebbe solo simbolica, dato che ministri e funzionari hanno anche il passaporto comune. Eppure il ministro degli Esteri ungherese, PĆ©ter SzijjĆ”rtó, ha giĆ annunciato il veto, definendo la proposta āinsensata e ingiustificataā. "Ci opponiamo all'aggiunta di funzionari georgiani a qualsiasi lista di sanzioni. Se si presenterĆ una proposta del genere, l'Ungheria la bloccherĆ ā, ha detto SzijjĆ”rtó incontrando a Budapest l'omologa georgiana, Maka Bochorishvili.
Francia
Un primo ministro, ma niente grande coalizione - Volano le dichiarazioni dopo l'incontro organizzato ieri da Emmanuel Macron con i partiti politici dell'arco repubblicano, ma i protagonisti non riescono ancora a trovare un accordo. Il capo dello Stato si ĆØ impegnato a nominare un primo ministro āentro quarantotto oreā, che poi discuterĆ āla sostanzaā prima di formare un governo, ha dichiarato il suo entourage all'Agence France-Presse. Ma con chi e cosa discuterĆ il nuovo primo ministro se i partiti si rifiutano di unirsi? āAbbiamo escluso fin dall'inizio l'idea di una grande coalizione con Les RĆ©publicains e i macronistiā, ha annunciato il primo segretario del Partito socialista, Olivier Faure. Il leader del PS si rifiuta di accettare la proposta di Macron, a meno che il presidente non accetti di nominare un primo ministro di sinistra. La leader degli Ecologisti, Marine Tondelier, ha ribadito il concetto accusando il campo presidenziale di non voler fare ānessun compromesso, nessuna concessioneā sulle misure da adottare. āNon crediamo nella possibilitĆ di discutere un contratto di governo con persone che non condividono la stessa visione di ciò che deve essere fatto per la Franciaā, ha replicato Laurent Wauquiez, presidente del gruppo della destra moderata dei RĆ©publicains. Muro contro muro. Macron si ĆØ impegnato a non sciogliere l'Assemblea nei 30 mesi che mancano alla fine del suo mandato nel 2027. Un parlamento diviso in tre blocchi in perenne scontro tra loro rende la Francia ingovernabile. Michel Barnier ĆØ caduto, ma si sta occupando degli affari correnti. Ć una situazione difficile per l'Unione europea, che si trova sull'orlo di una grave crisi. Ć urgente trovare un accordo, ha avvertito l'ex primo ministro italiano Enrico Letta. āSpero che la Francia trovi rapidamente un buon primo ministro e una maggioranza per far sƬ che questa situazione di instabilitĆ non continui a pesare sulla Francia e sull'Europaā, ha esortato. Letta ha messo in guardia da una reazione negativa dei mercati finanziari, come quella sperimentata dall'Italia, āperchĆ© abbiamo negato i problemiā.
Presidenza Draghi
Draghi denuncia l'assenza di leader nell'Ue - āLa leadership franco-tedesca si ĆØ indebolita, ma non vedo altre leadership in grado di guidare lāEuropa, almeno per il momentoā, ha detto Mario Draghi lunedƬ sera, in un intervento all'Ispi di Milano per il premio annuale dedicato a personalitĆ che hanno contribuito a rafforzare lāimmagine dellāItalia nel mondo. L'ex presidente della Bce ed ex presidente del Consiglio italiano ritiene che, nel vuoto lasciato da Francia e Germania, āla Commissione in questo contesto avrĆ molto più peso per la guida dellāEuropaā. Secondo Draghi, "c'ĆØ un vuoto di leadership ma bisogna avere pazienza e aspettare i risultati delle elezioni politiche in Germaniaā.
Green deal
Nessuna svolta all'Ecofin sulla tassazione del cherosene - Il tentativo della presidenza ungherese del Consiglio dell'Ue di far avanzare la direttiva sulla tassazione dell'energia non ĆØ riuscito. Come aveva anticipato ieri sul Mattinale Europeo Elodie Lamer, all'Ecofin non ĆØ bastata nemmeno la proposta di escludere i settori aereo e marittimo dalla tassazione fino al 2035. āSono necessarie linee guida politiche prima di finalizzare le discussioni tecnicheā, ha detto il ministro ungherese delle Finanze, Mihaly Varga. Il commissario agli Affari economici, Valdis Dombrovskis, ha riconosciuto che āle opinioni degli Stati membri variano in modo sostanziale, incluso sull'ambito di applicazione di questa direttiva ai settori aereo e marittimoā. Dombrovskis ha detto di volere āun accordo ambizioso per assicurare che tutti i settori contribuiscano alla nostra agenda di decarbonizzazioneā.
Vacca sacra
Più aiuti di Stato per gli agricoltori - La Commissione ieri ha adottato una modifica del regolamento sugli aiuti "de minimis" nel settore agricolo per raddoppiare la soglia di aiuti di stato per ogni singola impresa esentati dal controllo dell'antitrust europeo. Il massimale āde minimisā per impresa su un periodo di tre anni passa da 25 mila a 50 mila euro. La Commissione dice di voler tenere conto di diversi fattori, tra cui gli sviluppi del mercato e l'inflazione eccezionale registrata negli ultimi anni nel settore agricolo. Tuttavia non ĆØ un regalo da poco per gli agricoltori che sono tornati sul piede di guerra dopo la conclusione dell'accordo con il Mercosur. "Con l'aumento dei massimali di esenzione, gli Stati membri sono ora in grado di fornire un sostegno maggiore e in modo più rapido e semplice", ha detto la vicepresidente responsabile della Concorrenza, Teresa Ribera. La Commissione ha anche rialzato i "massimali nazionali", che sono calcolati sulla base del valore della produzione agricola e che passano dall'1,5% al 2% della produzione nazionale. La Commissione ha infine soppresso Il "limite settoriale", che impediva agli Stati membri di concedere allo stesso settore di prodotti aiuti "de minimis" superiori al 50% del massimale nazionale. Il regolamento agricolo "de minimis" rivisto sarĆ prorogato fino al 31 dicembre 2032.
Contratti obbligatori tra agricoltori e acquirenti - La Commissione ieri ha proposto anche una serie di modifiche mirate del regolamento sull'organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (OCM) per cercare di migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera agroalimentare e sostenere il loro reddito. Una prima misura mira a rendere i contratti scritti tra agricoltori e acquirenti un obbligo generale e migliorare il modo in cui i contratti a lungo termine tengono conto degli sviluppi del mercato, delle fluttuazioni dei costi e delle condizioni economiche. La Commissione vuole anche rendere obbligatoria l'istituzione di meccanismi di mediazione tra gli agricoltori e i loro acquirenti e rafforzare le organizzazioni di produttori e le loro associazioni consentendo agli Stati membri di concedere loro un maggiore sostegno finanziario. Secondo la proposta della Commissione sarĆ regolamentato anche l'uso di termini come "equo", "equo" e "filiere corte". La modifica del regolamento OCM dovrĆ essere approvata dal Consiglio e dal Parlamento europeo.
Più coordinamento sulle presunti pratiche commerciali sleali - "Mentre le festivitĆ si avvicinano e le famiglie si riuniscono per condividere i pasti, ci viene ricordato l'impegno degli agricoltori che rendono possibili questi momenti intorno al tavolo. L'equitĆ per gli agricoltori ĆØ una prioritĆ fondamentaleā, ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Il regalo di Natale per gli agricoltori ĆØ completato da una proposta della Commissione per introdurre nuove norme sull'applicazione delle regole relative alle pratiche commerciali sleali nella filiera agricola e alimentare. In media, circa il 20 per cento dei prodotti agricoli e alimentari consumati in uno Stato membro proviene da un altro Stato membro. La proposta prevede di rafforzare la cooperazione delle autoritĆ nazionali di contrasto delle pratiche commerciali sleali, in particolare migliorando lo scambio di informazioni, le indagini e la riscossione delle sanzioni.
Sedie musicali
L'ex commissaria bulgara Ivanova torna alla Corte dei conti - Il Consiglio dell'Unione europea ieri ha nominato Iliana Ivanova nuovamente membro bulgaro della Corte dei conti europea. Per Ivanova è un ritorno. Era già stata membro della Corte dei conti tra il 2013 e il 2023, prima di essere nominata come membro della Commissaria europea presieduta da Ursula von der Leyen. Il Trattato richiede ai membri di svolgere i propri compiti in completa indipendenza e nell'interesse generale dell'Ue. Ma Ivanova rischia di dover diventare un auditor di sé stessa, dato che come membro della Corte dei conti avrà la responsabilità di verificare programmi di spesa della Commissione di cui ha fatto parte. Un portavoce della Commissione ci ha spiegato che nel caso di nomine per incarichi pubblici, le norme sui conflitti di interesse degli ex commissari non si applicano.
Accade oggi
Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari
Commissione: conferenza stampa della vicepresidente Virkkunen sulle minacce ibride alle frontiere europee e le relazioni Ue-Usa
Commissione: la presidente von der Leyen partecipa alla riunione del Comitato esecutivo della Confederazione europea dei sindacati (Etuc)
Parlamento europeo: la presidente Metsola riceve la presidente della Moldavia, Maia Sandu
Parlamento europeo: riunione della Conferenza dei presidenti
Parlamento europeo: conferenza stampa del Ppe sulle proposte per lāindustria dellāauto
Parlamento europeo: conferenza stampa di Martin Schirdewan e Ilaria Salis (The Left) sulla criminalizzazione dellāantifascismo in Europa
Commissione: la vicepresidente Ribera incontra Andrzej Domanski, ministro delle Finanze della Polonia
Commissione: il vicepresidente SƩjournƩ interviene alla Raw Materials Week 2024
Servizio europeo di azione esterna: lāAlto rappresentante per la Politica estera, Kaja Kallas, riceve la presidente della Moldavia, Maia Sandu
Commissione: il commissario VĆ”rhelyi riceve Hans Henri Kluge, direttore regionale dellāOms per lāEuropa
Commissione: il commissario Kubilius riceve Olha Stefanishyna, vicepremier e ministra della Giustizia dell'Ucraina; incontra Mark Rutte, segretario generale della Nato