Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
PieperGate: il collegio dei commissari si ribella a Ursula von der Leyen
Una parte del collegio dei commissari ha deciso di contestare apertamente la nomina da parte di Ursula von der Leyen dell'europarlamentare della Cdu, Markus Pieper, a Inviato dell'Unione Europea per le Piccole e Medie Imprese, avviando una ribellione senza precedenti dentro la Commissione. Il 27 marzo scorso, il vicepresidente e alto rappresentante, Josep Borrell, e i commissari Thierry Breton, Paolo Gentiloni e Nicolas Schmit hanno preso carta e penna e inviato una lettera alla presidente della Commissione per chiedere che la nomina di Pieper sia ridiscussa dal collegio. “La nomina di Markus Pieper come Inviato per le Pmi ha innescato interrogativi sulla trasparenza e l'imparzialità del processo di nomina”, scrivono i quattro commissari, sottolineando che alcuni parlamentari di quattro gruppi politici hanno presentato un'interrogazione a seguito delle rivelazioni del Mattinale europeo sul PieperGate. “Consideriamo appropriato per il collegio di discutere collettivamente la risposta a queste accuse, così come il possibile impatto sui prossimi passi nel processo di assunzione di Markus Pieper”. Tra le righe Borrell, Breton, Gentiloni e Schmit chiedono a von der Leyen di annullare la nomina di Pieper.
Il 22 febbraio scorso Il Mattinale europeo aveva rivelato i contorni della nomina di Pieper, avvenuta il 31 gennaio. La tempistica e le modalità sollevano dubbi su un potenziale un conflitto di interesse per Ursula von der Leyen. Pieper non era il candidato che aveva ottenuto la valutazione migliore dei comitati di selezione indipendenti. Pieper non era il candidato raccomandato dal commissario responsabile, Thierry Breton. La decisione sulla nomina di Pieper è stata presa dal collegio in assenza di Breton per decisione del gabinetto di von der Leyen, senza una discussione preventiva tra i capigabinetto dei commissari. Anche la vicepresidente Vera Jourova ha contestato la scelta e ha rivelato di non essere stata consultata. La presidente della Commissione è dello stesso partito di Pieper. La sua nomina è avvenuta tre settimane prima che la Cdu, dove non tutti sono entusiasti di von der Leyen, esprimesse il suo sostegno per un secondo mandato. Nel suo discorso di accettazione della candidatura a Berlino, la stessa von der Leyen ha parlato di Pieper come del nuovo “commissario alle Pmi”.
Il primo marzo quattordici eurodeputati, guidati dal Verde tedesco Daniel Freund, hanno presentato una interrogazione scritta prioritaria alla Commissione sulla nomina di Markus, perché "solleva interrogativi sulla trasparenza del processo e l'influenza della presidente della Commissione". Gli eurodeputati che appartengono ai gruppi dei Verdi, dei Socialisti&Democratici, della Sinistra e di Renew. Nell'interrogazione, viene chiesto alla Commissione quali siano stati i risultati delle valutazioni interne ed esterne di Pieper, quali qualifiche aggiuntive hanno giustificato la scelta rispetto a candidati migliori e se l'affiliazione alla Cdu abbia avuto un ruolo decisivo nella nomina. Nella loro lettera, Borrell, Breton, Gentiloni e Schmit richiamano l'interrogazione per sottolineare che nelle valutazioni esterne Pieper ha ottenuto risultati inferiori rispetto alle altre due candidate donne e mettere in dubbio il fatto che la decisione sia stata basata sul merito, la parità di genere e l'equilibrio geografico. Nel frattempo, una delle due candidate, l'europarlamentare ceca Martina Dlabajova ha presentato ricorso alla direzione generale delle Risorse umane della Commissione contro la nomina di Pieper
I portavoce della Commissione hanno spiegato più volte che la nomina è stata decisa dal collegio, ma hanno anche ammesso che la proposta è stata effettuata dal commissario responsabile dell'Amministrazione, Johannes Hahn, in accordo con la presidente von der Leyen. Dopo le rivelazioni del Mattinale, l'organizzazione Transparency International ha chiesto un'indagine indipendente per potenziali violazioni del Codice di condotta da parte di von der Leyen. Le rivelazioni sollevano "serie preoccupazioni sull'integrità dei processi di reclutamento", ha detto Transparency International. E' "profondamente preoccupante che Markus Pieper sia stato surclassato di almeno il 30 per cento dalle due restanti candidate donne provenienti da stati membri più piccoli nelle valutazioni delle assunzioni effettuate dalla Commissione". La nomina di Pieper, "un alleato politico della presidente Ursula von der Leyen, a scapito dei candidati più qualificati, suggerisce che i posti di vertice della Commissione vengono promessi a coloro che sono politicamente vantaggiosi per la presidente".
Ieri un'altra ong, Corporate Europe Observatory, ha denunciato “l’intervento opportunistico di von der Leyen nella procedura di reclutamento" e ha sottolineato che "questa nomina colloca Markus Pieper, con una storia di zelo per la deregolamentazione, politica favorevole ai fossili, attacco alle ong e rafforzamento dell’influenza del lobbismo aziendale, in un nuovo ruolo potente in cui potrebbe arrecare un danno reale alle proposte di politica sociale e ambientale". Corporate Europe Observatory ha anche ricordato che nel 2021 la Commissione von der Leyen aveva già nominato un Inviato per le Pmi, Vazil Hudák, che tuttavia si era dovuto ritirare dopo che la scelta era stata contestata dal Ppe e da... Markus Pieper.
Anche al Parlamento europeo alcuni deputati vogliono chiedere a von der Leyen di fare marcia indietro sulla nomina. Si stanno raccogliendo le firme su un emendamento alla procedura di discarico del bilancio della Commissione, che dovrebbe essere votata l'11 aprile, per invitare la Commissione a “correggere la situazione revocando la nomina e avviando un processo realmente trasparente e aperto per la selezione dell'Inviato dell'Ue per le Pmi”. Nell'emendamento, i deputati esprimono dubbi sul rispetto dei “principi del merito, dell'equilibrio di genere e geografico” e sottolineano la loro “preoccupazione che il candidato prescelto sia un eurodeputato uscente del partito politico tedesco della presidente von der Leyen”. Servono almeno 36 firme per la presentazione dell'emendamento. Il Ppe ha preteso che non sia presentato a nome di un gruppo, perché non c'è l'accordo di tutti i relatori ombra.
La frase
“Gli ucraini non mancano di coraggio, mancano di munizioni”.
Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato.
Geopolitica
L'Ungheria esprime riserve sul piano di Jens Stoltenberg per l'Ucraina - Il segretario generale della Nato è in procinto di lasciare l'incarico. Si dimetterà in autunno dopo 10 anni alla guida dell'Alleanza e vuole uscire di scena con il botto, proteggendola dai capricci di Donald Trump. Ha proposto di trasferire all'organizzazione il coordinamento delle forniture militari a Kiev, finora gestito dagli Stati Uniti attraverso il gruppo Ramstein, e di creare un fondo da 100 miliardi di euro per garantire un sostegno a lungo termine e per poter affrontare eventuali cambiamenti politici negli Stati Uniti dopo le elezioni presidenziali di novembre. Il piano Stoltenberg è stato discusso ieri e sarà discusso nuovamente oggi alla riunione dei ministri degli Esteri dell'Alleanza a Bruxelles. Il piano duplica gli sforzi già compiuti dai membri dell'UE - 50 miliardi di sostegno finanziario in 4 anni e 5 miliardi per gli armamenti attraverso la European Peace Facility nel 2024 - e porrà seri problemi di bilancio ai paesi più indebitati. Ma le prime critiche sono arrivate dall'Ungheria, che ha dichiarato di temere che le decisioni della Nato la trasformino in "un'alleanza offensiva". Jens Stoltenberg ha dichiarato ieri che non si tratta di inviare truppe da combattimento in Ucraina, ma piuttosto di coordinare meglio il sostegno a Kiev. Ha detto di aver discusso le riserve dell'Ungheria con il Primo Ministro Viktor Orban e di essere convinto che si possa raggiungere un consenso prima del vertice NATO di luglio a Washington.
Non c'è ancora consenso su Rutte alla Nato - La candidatura di Mark Rutte alla successione di Jens Stoltenberg non trova ancora consenso all'interno dell'Alleanza. L'Ungheria di Viktor Orban è contraria e la Turchia di Recep Tayyip Erdogan sta cercando di imporre condizioni alla nomina dell'olandese a segretario generale, secondo quanto ci è stato riferito. Orban si rifiuta di appoggiare la nomina di una persona che in passato voleva “mettere in ginocchio” l'Ungheria ed Erdogan chiede garanzie sulla lotta al terrorismo. Il presidente turco ha parlato con Mark Rutte all'inizio della settimana e ha espresso le sue condizioni. La riunione dei ministri degli Esteri dell'Alleanza in corso a Bruxelles cercherà di rimuovere gli ostacoli. Ma il precedente dell'adesione della Svezia, bloccata per mesi dagli stessi due Paesi membri con scuse pretestuose, mostra l'entità delle difficoltà da superare per raggiungere un accordo prima del vertice per il 75° anniversario della Nato che si terrà a luglio a Washington.
Iohannis, rivale senza speranza di Rutte - Il presidente rumeno Klaus Iohannis, l'unico rivale di Rutte ancora in corsa dopo il ritiro del primo ministro estone Kaja Kallas, non può sperare di beneficiare dei veti ungherese e turco alla candidatura dell'olandese, perché non è in grado di ricoprire l'incarico, ci ha detto un funzionario dell'Alleanza. Le capacità del primo ministro rumeno non sono in discussione. È un problema di famiglia ed equilibri politici. Iohannis è membro del Partito Popolare Europeo (PPE). Il posto di segretario generale della Nato è rivendicato dagli europei dell'Alleanza e fa parte dell'equazione "top job" per l'UE. Mark Rutte è un "liberale" e la sua nomina darà a Renew, la sua famiglia politica, il posto di alto livello che le mancherebbe se Ursula von der Leyen, del PPE, venisse riconfermata alla guida della Commissione e se la presidenza del Consiglio andasse a un socialista. Così va l'UE, una piccola storia di famiglia.
Geoeconomia
Breton dà la caccia alle sovvenzioni cinesi per i pannelli solari in Romania - La Commissione ieri ha avviato due indagini approfondite sul ruolo potenzialmente distorsivo di sovvenzioni pubbliche ricevute da imprese cinesi che partecipano a una gara di appalto in Romania per la progettazione, la costruzione e la gestione di un parco fotovoltaico, in parte finanziato dall'Ue. Secondo il regolamento sulle sovvenzioni estere, le imprese sono tenute a notificare la loro partecipazione alle gare di appalto nell'Ue quando il valore stimato supera i 250 milioni di euro e quando l'impresa ha ricevuto almeno 4 milioni di euro di contributi finanziari esteri da un paese terzo nei tre anni precedenti la notifica. I due consorzi presi di mira includono la società LONGi Green Energy Technology, quotata alla Borsa di Hong Kong, e le società statali cinesi Shanghai Electric UK Co. Ltd. e Shanghai Electric Hong Kong International Engineering Co. La Commissione valuterà se i sussidi abbiano consentito ai due consorzi di presentare un'offerta indebitamente vantaggiosa nella gara d'appalto. "Le due nuove indagini approfondite sulle sovvenzioni estere nel settore dei pannelli solari mirano a preservare la sicurezza economica e la competitività dell'Europa garantendo che le imprese del nostro mercato unico siano realmente competitive e siano eque", ha detto il commissario Thierry Breton.
Elezioni europee
A marzo l'estrema destra arretra nei sondaggi - Europe Elects ha pubblicato le nuove proiezioni sulla composizione del Parlamento europeo basate sulla media dei sondaggi usciti a livello nazionale nel corso del mese di marzo. Rispetto al mese di febbraio, il movimento più significativo dal punto di vista politico è il calo di 10 seggi del gruppo di estrema destra Identità e democrazia, che si fermerebbe a 82 eletti, cancellando la progressione realizzata negli ultimi sei mesi. Anche il gruppo sovranista dei Conservatori e riformisti europei ha perso due seggi in un mese, con una proiezione di 81 eletti. A marzo è il gruppo liberale dei Renew a crescere di più: cinque seggi in più rispetto a marzo, per un totale di 87 eletti, che gli permetterebbero di restare la terza formazione del Parlamento europeo. Anche i Verdi recuperano un po' di terreno perso, con tre seggi in più rispetto a febbraio e un totale di 52 eletti. Secondo le proiezioni, il principale gruppo rimane di gran lunga il Partito popolare europeo con 184 seggi. I Socialisti & Democratici si fermerebbero a 135, cinque eletti in meno rispetto a quelli delle proiezioni di febbraio e il livello più basso da ottobre 2022.
Operazione di influenza della Russia al Parlamento europeo - La pausa di Pasqua non è stata di tutto riposo per il Parlamento europeo. A quasi due mesi dalle elezioni del 6-9 giugno, la Repubblica ceca ha scoperto un'operazione di influenza orchestrata dalla Russia che coinvolge diversi deputati europei. Lo strumento è un media chiamato “Voice of Europe” che ha diffuso propaganda, disinformazione e informazioni manipolate in linea con quella del Cremlino. Secondo il primo ministro belga, Alexander De Croo, alcuni eurodeputati sarebbero stati pagati. Gli eletti intervistati da “Voice of Europe” sono i soliti sospetti: deputati europei dei partiti sovranisti e di estrema destra con posizioni filo russe, che chiedono la “pace” e il “negoziato”, anche perché significherebbe la capitolazione dell'Ucraina. “Questi politici di estrema destra, che reclamano ad alta voce di essere i campioni del loro paese, accettano segretamente denaro dai paesi stranieri", ha detto la co-presidente dei Verdi, Terry Reintke. I presidenti dei gruppi del Ppe, dei Socialisti&Democratici e di Renew hanno chiesto un dibattito urgente in plenaria. “Noi non abbiamo paura. Sappiamo come lavorare insieme per fermarli”, ha detto ieri la presidente del Parlamento, Roberta Metsola, all'Ansa.
Bulgaria
La Bulgaria di nuovo verso elezioni anticipate - La Bulgaria si prepara a tornare a elezioni per la sesta volta in tre anni , dopo che la coalizione tra i liberali di "Continuiamo il cambiamento" e i conservatori del Gerb è crollata nel momento del passaggio di testimone per la carica di primo ministro tra Nikolai Denkov e Mariya Gabriel. L'accordo tra i due partiti rivali di inizio legislatura prevedeva uno scambio dopo diciotto mesi tra il liberale Denkov e la conservatrice Gabriel. Le tensioni erano cresciute negli ultimi mesi, in particolare sulla composizione del governo per i prossimi diciotto mesi. Oltre ad accettare un primo ministro del Gerb diverso da Gabriel, “Continuiamo il cambiamento” aveva proposto un accordo sulla riforma della giustizia, dei servizi di sicurezza e delle autorità di regolamentazione. Ma il leader del Gerb, Boyko Borissov, ha rigettato ogni offerta di proseguire con la maggioranza attuale. Alcuni sostengono che Borissov abbia voluto sabotare anche la sua ex protetta Gabriel a causa della sua popolarità. Sabato il presidente Rumen Radev ha incaricato il presidente della Corte dei conti, Dimitar Glavchev, di formare un governo provvisorio. Le elezioni dovrebbero tenersi il 9 giugno, in contemporanea con europee.
Lettonia
La Lettonia perde il ministro degli Esteri - Krisjanis Karins ha annunciato che il 10 aprile lascerà il suo incarico di ministro degli Esteri della Lettonia, dopo che la procura generale ha aperto un'inchiesta contro di lui per spreco di denaro pubblico per l'utilizzo di aerei privati quando era primo ministro. Ex premier, personalità molto rispettata a Bruxelles, Karins era tra i potenziali candidati per il posto di segretario generale della Nato. Negli scorsi mesi, il suo nome era circolato anche come prossimo commissario europeo della Lettonia, dopo i due mandati effettuati da Valdis Dombrovskis. Sia Karins sia Dombrovskis sono candidati alle elezioni europee del 6-9 giugno.
Migranti
Cipro chiede aiuto all'Ue sui rifugiati siriani che sbarcano dal Libano - Il governo cipriota è sempre più sotto pressione per l'aumento degli arrivi di migranti, in gran parte rifugiati siriani in provenienza dal Libano. "La situazione sta peggiorando progressivamente e negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un assalto di piccole imbarcazioni e di rifugiati che mettono a rischio la loro vita", ha detto il ministro dell'Interno, Constantinos Ioannou. Solo questa settimana più di 600 persone sono arrivate a Cipro. Nei primi tre mesi di quest’anno sono sbarcati a Cipro circa duemila migranti, rispetto ai 78 dello stesso periodo del 2023. Il governo cipriota chiede all'Ue di condizionare gli aiuti al Libano all'arresto del flusso di migranti. “Capisco perfettamente le sfide che il Libano ha di fronte, ma esportare migranti a Cipro non è la risposta e non è accettabile”, ha detto il presidente Nikos Christodoulides durante una conferenza stampa con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Il Libano ospita 800 mila rifugiati siriani registrati, ma le autorità locali stimano che nel paese ce ne siano almeno un milione e mezzo.
Vacca sacra
Francia e Polonia fanno perdere 330 milioni di euro all'Ucraina - Mercoledì 27 marzo, gli ambasciatori dei ventisette stati membri hanno trovato un accordo per estendere il regime di liberalizzazione commerciale tra l'Ue e l'Ucraina, ma introducendo alcune restrizioni per i prodotti agricoli che costeranno caro a Kyiv. Un gruppo di paesi formato da Polonia, Francia, Ungheria, Slovacchia e Italia aveva minacciato di far saltare la proroga delle cosiddette “misure commerciali autonome” adottate nel giugno del 2022 per sostenere l'economia dell'Ucraina colpita dalla guerra. Alla fine l'Italia ha lasciato la minoranza di blocco, appoggiando una proposta di compromesso della presidenza belga dell'Ue. Il periodo per calcolare il tetto di importazioni che fa scattare i dazi di alcuni prodotti sensibili è stato esteso a metà del 2021, ma senza includere il grano come chiedevano Parigi e Varsavia. L'intesa costa comunque all'Ucraina 330 milioni di euro di entrate in meno. La proposta iniziale della Commissione avrebbe limitato i danni a 240 milioni di euro. Le richieste di Francia e Polonia sarebbero costate 1,2 miliardi di euro su 2 miliardi di prodotti agricoli importanti dall'Ucraina senza dazi nel 2023 grazie al regime delle “misure commerciali autonome”.
Sedie musicali
La Commissione prepara la stagione dei paracadutaggi - La stagione dei paracadutaggi è sempre più vicina, come dimostrano le nomine decise dal collegio dei commissari la scorsa settimana, che dovrebbero permettere di liberare posti che dovrebbero essere assegnati a funzionari vicini alla presidente Ursula von der Leyen e ad altri commissari. L'italiano Mario Nava è stato spostato da direttore generale della Direzione generale per il Sostegno alle riforme strutturali al posto di direttore generale della Direzione generale per l'Occupazione e gli Affari sociali. Il franco-britannico Stephen Quest è stato spostato da direttore generale del Joint Research Center al posto di direttore generale della Direzione generale per le Risorse umane e la sicurezza. Il collegio ha anche nominato la tedesca Henrike Trautmann al posto di consigliere principale per la Ricostruzione a Gaza nella Direzione generale del Vicinato.
Accade oggi
Nato: riunione dei ministri degli Esteri
Presidenza belga dell'Ue: riunione informale dei ministri dei Trasporti
Commissione: i commissari Vestager, Dombrovskis e Breton partecipano alla sesta riunione ministeriale del Consiglio Commercio e tecnologia Ue-Usa a Leuven
Commissione: il commissario Gentiloni partecipa all'evento 'Incontri Capitali' a Pesaro
Commissione: la vicepresidente Jourova a Praga interviene alla conferenza "La Repubblica ceca nell'Ue: i prossimi 20 anni"
Commissione: la commissaria Simson in visita a Sydney in Australia
Banca centrale europea: pubblicazione del resoconto della riunione del Consiglio dei governatori del 6 e 7 marzo
Eurostat: prezzi della produzione industriale nel mercato interno a febbraio; indice dei prezzi delle case nel quarto trimestre